Mummie animali

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-Kiya-
00mercoledì 6 maggio 2009 15:39
A quando risalgono i reperti più antichi che attestano la pratica della mummificazione artificiale (non l'imbalsamazione naturale grazie all'intervento di sole e sabbia) di animali nell'antico Egitto e quale fu l'evoluzione della stessa?
MassimoIzzo
00sabato 9 maggio 2009 13:20
Interessante domanda. Appena ho un attimo di tempo scrivo qualcosa.
-francis-
00sabato 9 maggio 2009 13:46
Cimmino afferma che la mummificazione risale all'epoca thinita, anche se in modo alquanto approssimativo.
Chissà se risale a quel periodo anche l'imbalsamazioone di animali?
SIcuramente Massimo saprà essere più preciso!
MassimoIzzo
00domenica 24 maggio 2009 13:19
Scusate molto il ritardo della mia risposta ma, come ho avuto modo di dire a Kiya in privato, sto attraversando un periodo piuttosto impegnativo dal punto di vista lavorativo. Sull'argomento mummificazione nei periodi predinastici ci sono delle interessanti novità apparse di recente e che ho approfondito nella mia tesi di Laurea Specialistica. Sarò felice di parlarvene presto con un articoletto dedicato invece di una risposta approssimativa. Perdonatemi, nei prossimi giorni lo preparo.
Saluti
pizia.
00venerdì 5 giugno 2009 20:08
Wilkinson riferisce di ritrovamenti in alcune tombe di necropoli a el Amrah in cui alcuni capi di bestiame, forse sacrificati per accompagnare il prprietario nell'aldilà, avessero ricevuto lo stesso trattamento degli esseri umani, al fine di garantirne il trapasso assieme a colui al quale dovevano ancora servire.
Certo, non si trattava ancora di imbalsamazione come verrà eseguita in epoca dinastica, ma l'accurata ricomposizione dei cadaveri, la protezione con stuoie e l'avvolgimento in esse, i bendaggi di alcune parti simbolicamente importanti ci fanno supporre che, entro i limiti tecnici del periodo, la mummificazione fosse praticata su alcuni animali parallelamente ad alcuni esseri umani e per motivi collegati.

qui: La Genesi dei Faraoni pag. 95

Se non ricordo male anche la Friedman a Nekhen, e qualcun altro in Nubia, avevano trovato qualcosa di simile, appena trovo dove ho letto tali notizie sarò più precisa.
-Kiya-
00venerdì 5 giugno 2009 21:35
Re:
Quindi ci si rifà all'Amratiano per individuare gli albori di questa pratica...
Tuttavia, mi pare di capire che quel bestiame fu inumato col suo padrone, per sopperire a delle necessità precise e non con riferimento a un culto che lo riguardasse. Se invece dovessimo individuare l'inizio di inumazioni animali con riferimenti "sacrali"(ovvero riferite ad animali associati a divinità), a quando risalgono le prime tracce?



pizia., 05/06/2009 20.08:

... i bendaggi di alcune parti simbolicamente importanti ....




potresti indicarmi di quali parti si trattava?

pizia.
00venerdì 5 giugno 2009 23:03
La citazione della necropoli amraziana era dovuto al periodo in oggetto, l'autore stava trattando il Naqada I.
In effetti in quel periodo il bestiame non era sacro a qualche dio, ma veniva inumato col proprietario già con l'idea di mandarglielo in quel posto dove si sarebbe recato dopo la vita, perché ne avrebbe avuto bisogno.
Dal punto di vista evolutivo, se si può dire così, il pensiero teologico forse non era ancora arrivato a tanto, il soprannaturale si limitava agli spiriti degli antenati e alle credenze sull'aldilà...

Ah, dimenticavo, i bendaggi rilevati dalla Friedman erano sulle mani, alla base del collo e forse sui piedi, ma non so essere più precisa; ciò riguardava essenzialmente esseri umani però, e in particolare donne, alcune delle quali avevano segni di armi da taglio sulle vertebre cervicali, ma non ricordo se era in questo contesto che si parlava anche degli animali.
roberta.maat
00sabato 6 giugno 2009 09:19
Vorrei sapere il perchè delle innumerevoli "zampe" di bue (forse più giusto definirle quarti di bue) che ho visto mummificate. Ricordo una sala del museo del Cairo che ne ospitava una grande quantità.
C'è un significato particolare riguardo la zampa dx o sin. ?
Grazie.
nectanebo
00lunedì 16 gennaio 2017 22:55
Premessa:
Questo post non ha affatto affrontato ciò che il titolo propone !!!

Infatti sono molti gli animali a cui gli Antichi Egizi hanno riservato questo trattamento.
Nella religione, e inoltre nella vita quotidiana degli Egizi, gli animali occuparono un posto straordinario.
Diversi dèi che popolano il pantheon dell’Egitto Antico potevano assumere, per manifestarsi in terra, l’aspetto di un animale.
Il credo religioso non era limitato solamente agli animali utili, al contrario, interessava anche molti animali dannosi, pericolosi e al limite “insignificanti” nel rappresentare o essere associati ad una divinità.
Alcuni animali, come ad es. il serpente, l’ippopotamo, lo scorpione, il toro e il coccodrillo, erano investiti di una doppia funzione, a volte benefica a volte negativa, da qui formule per scacciare o implorare aiuto a questi animali.
L’elenco è abbastanza lungo, e non mancheranno anche spunti curiosi di animali del tutto inaspettati che forse, pochi di voi conosceranno.

La divisione si incardina su queste sezioni:
- processo di mummificazione
- storia bibliografica degli studi sugli animali mummificati.
- categorie (es. da compagnia, per alimentazione ecc.)

Mi fermo qui. Se qualcuno vuole intervenire segua le sezioni così da rendere coerente e logica la discussione.

...Nec.

nectanebo
00martedì 31 gennaio 2017 18:49
MUMMIFICAZIONE SUGLI ANIMALI
Autori classici come Erodoto e Diodoro Siculo informano di diversi metodi di imbalsamazione, chiaramente ancora in uso al loro tempo, a seconda delle disponibilità economiche, del metodo di lavoro di ciascun imbalsamatore ed infine di ciò che andava particolarmente di moda in quel preciso periodo. Tre erano i metodi più conosciuti ma altri, che sembrano stati impiegati esclusivamente sugli animali, si possono aggiungere alla lista.
Il primo metodo di maggior qualità, comportava la rimozione del cervello e l’estrazione delle viscere attraverso un taglio praticato nel fianco sinistro del corpo, o da un’incisione sul ventre. Il cervello veniva rimosso, ma sugli animali non si ha la certezza se la metodologia è similare a quella per gli umani, ovvero estrazione dal naso con appositi utensili. Si hanno prove che il cervello venisse rimosso negli animali di grandi dimensioni, come bovini ed arieti, grazie alle radiografie fatte su di essi ma è difficile dire in che modo venisse estratto. Per quanto riguarda invece i piccoli animali, non si hanno attestazioni.
Si procedeva poi alla disidratazione che aveva la durata di quaranta giorni (i settanta giorni riferiti da Erodoto è tutto il processo di mummificazione). Per gli animali questo tempo doveva essere variabile a seconda del peso e del tipo di animale. Dal Rituale di imbalsamazione del toro Apis, (pap. Vindob 3873 - Vienna), sappiamo che il processo poteva svolgersi in cinquantadue giorni o più.
Il secondo metodo utilizzato dagli imbalsamatori non prevedeva l’uso dell’incisione per l’estrazione degli organi. A questo si ovviava con lo scioglimento delle parti molli interne, procedendo ad iniettare un liquido adatto allo scopo (olio o resina), all’interno del corpo, attraverso l’ano (fig.1)
con l’ausilio di “clisteri” in bronzo


Riferimenti da un volume.


fig.1 Clistere in bronzo

Stessa procedura era anche applicata all’uomo, con però ingresso anche dal naso (fig.2)
tramite un altro apposito strumento.


Fig.2 strumenti per imbalsamazione

Continua...

...Nec.


nectanebo
00martedì 28 febbraio 2017 22:59
I TORI SACRI

In Egitto erano presenti diversi culti di tori; i più famosi erano quelli istituiti per il toro Apis a Menfi, per il toro Mnevis ad Heliopolis e per il toro Buchis ad Armant. Oltre a questi tori sacri ve ne erano altri, meno conosciuti, come il toro Bata * di Cinopolis, Kemwer di Athribis, ** Hesbu *** dell’XI nòmos dell’Alto Egitto ed infine Siankh; di quest’ultimo ne siamo a conoscenza solamente dalla Pietra di Palermo, documento che ci riporta la “corsa” (processione) di questo toro durante il regno di Nebra, faraone della II Dinastia.

* Fino alla metà del XVIII dinastia Bata è stato rappresentato come un ariete e poi come un toro. Bata è probabilmente identico al dio della morte Bt, conosciuto nella necropoli di Saqqara; Mastaba di Ti. Bata non è menzionato nei Testi delle Piramidi e Testi dei Sarcofagi . (fonte Wikip. eng.)
** assimilato a Mnevis.
*** Nessun riscontro.

Apis

Originariamente, il toro Apis veniva associato alla fertilità, come simbolo di fecondità e di forza vitale, e solamente più tardi iniziò ad essere considerato l’incarnazione terrena del dio creatore Ptah di Menfi e assimilato, dopo la morte, ad Osiri trasformandosi così in una divinità mortale chiamata Osiri-Apis o Osorapis.
Per essere considerato il messaggero di Ptah, l’animale doveva presentare determinati particolari: doveva essere completamente nero, avere una macchia bianca di forma triangolare o a diamante sulla fronte e un’altra macchia, dello stesso colore, a forma di luna crescente sui fianchi.
Altre caratteristiche citate da Erodoto sono: l’immagine di un’aquila sulla schiena, uno scarabeo sotto la lingua e la coda costituita da due ciuffi di peli, forse simboleggianti le Due Terre, l’Alto e il Basso Egitto.

DIODORO SICULO I, 83-90 , narra che, una volta trovato, il toro veniva condotto dai sacerdoti a Nilopolis, dove sarebbe rimasto per 40 giorni, servito soltanto da donne, e da qui portato in processione su una nave che disponeva di una cabina dorata, a Menfi in un luogo adibito al suo culto chiamato hut hep, “la dimora di Apis”, adiacente al tempio di Ptah.
Durante la sua vita, il toro Apis faceva da tramite alla comunicazione con il dio-creatore. Dispensava oracoli e, una volta all’anno, gli veniva presentata una giovane vacca che veniva uccisa dopo l’accoppiamento.
Dopo la morte, il sacro toro di Menfi veniva portato alla “Casa di purificazione”, dove veniva lavato con acqua, al fine di rimuovere tutte le impurità, e trattato con il natron. Da qui il corpo veniva poi condotto alla “Casa di imbalsamazione” (wabet) dove veniva imbalsamato.
Un vero e proprio manuale di imbalsamazione dei tori Apis è il papiro P. Vindob 3873. Purtroppo il papiro non ci dà indicazioni riguardanti il 70° giorno del Rituale di Imbalsamazione, ovvero il giorno del funerale. La necropoli a questi dedicata, venne chiamata Serapeum, prendendo il nome dalla divinità greco-egizia introdotta da Tolomeo I, Serapide ed era costituita da una serie di gallerie sotterranee destinate a contenere i resti di questi sacri animali. Gli animali disponevano di un enorme sarcofago in pietra pesante più di 70 tonnellate che una volta aperti, evidenziarono che i corpi dei tori sacri più antichi erano costituiti da masse resinose contenenti resti di ossa rotte mentre gli esemplari più tardi erano mummificati perfettamente.

Dettagli:

isida-project.ucoz.com/egypt_2012/saqqara_serapeum.htm


Mnevis

Era venerato a Heliopolis e considerato manifestazione del dio solare Atum-Ra. Per essere considerato tale, l’animale doveva essere completamente nero.
Le uniche sepolture del toro Mnevis che sono state portate alla luce sono situate a nord di Heliopolis al di sotto del villaggio moderno di Arab al-Tawil, appartenenti l’una al regno di Ramesse II (1279-1213 a.C.) e l’altra al regno di Ramesse VII (1136-1129 a.C.). All’interno sono stati trovati, oltre ai resti dell’animale sacro, tavole d’offerta, stele votive, vasi canopi, alcuni ushabti, amuleti e vasi.
La eventuale necropoli a lui riservata, non è stata ancora scoperta.

Buchis

Venerato ad Armant, la Hermonthis greca, oltre che a Medamud, Tod e Tebe, era considerato la personificazione del dio Montu e, come l’Apis, nato da una vacca vergine, frutto di un concepimento divino.
Veniva scelto in base a specifici particolari: essere di colore bianco con la testa nera e doveva avere delle corte corna. Veniva sottoposto a mummificazione ma, a differenza degli altri suoi simili, l’eviscerazione non veniva praticata tramite un’incisione addominale ma utilizzando uno strumento che assomigliava molto ai nostri moderni clisteri (vedi testo precedente).
La sepoltura è stata ritrovata, e il luogo è denominato Bucheum. Questa necropoli, risalente alla XXX Dinastia (378-341 a.C.) e precisamente al regno di Nectanebo II (360-343 a.C.), è stata scavata dal 1927 al 1932 da parte di Sir Robert Mond e dell’Egypt Exploration Society e consiste in 35 tombe disposte come quelle ritrovate nel Serapeum.

Continua...

...Nec.
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