[immagine scelta deliberatamente dall'autore del post]
Avendo scelto un percorso di una certa vastità, la prof.ssa non si è potuta dilungare sugli aspetti trattati. Tuttavia, propongo quella che è stata la sua descrizione a riguardo del suddetto zodiaco, a mio avviso valida quale spunto di dibattito sull'argomento.
Lo zodiaco di Dendera era in origine ancorato al soffitto del Tempio, dove, oggigiorno, è stato sostituito da una copia fedele, mentre l'originale è esposto sul soffitto di una sala del Louvre.
Per ciò che riguarda l'orientamento, lo Zodiaco di Dendera presenta il vero Nord a ore 7 e il vero Sud a ore 1; la linea retta che unisce i due punti in questione è, quindi l'asse dei solstizi.
Partendo dall'esterno, sono stati messi in luce i 4 pilastri che reggono il cielo, qui in forma antropomorfa di natura femminile, accompagnati da 4 coppie di uomini accovacciati con testa di falco.
Nella circonferenza interna compaiono quelle che di primo achito parrebbero 36 divinità. Secondo la prof.ssa Manenti, che resta ancorata alla teoria più diffusa, si tratterebbe dei 36 decani, ovvero della rappresentazione di quelle 36 porzioni da 10° ciascuna, ottenute suddividendo in parti uguali la fascia di stelle posta al di sotto dello zodiaco - metodo applicato dagli antichi egizi per misurare lo scorrere del tempo.
Resta da chiedersi perchè, a questo punto, essi non siano disposti a distanze eque, ma raggruppati secondo quello che apparentemente potrebbe essere l'intento di seguire una logica precisa.
Anomalia giustificata dalla relatrice sottolineando quanto è stato dichiarato fin dall'inizio della conferenza, ovvero che tutte le rappresentazioni astronomiche egizie siano di natura simbolica e non espressamente attinenti alla realtà.
Nella parte centrale della circonferenza più piccola si ammira la rappresentazione di tutte e 12 le costellazioni zodiacali.
Con una particolarità. Esse sono rappresentate al contrario rispetto alla nostre consuetudini, ovvero in senso antiorario.
Questo tipo di rappresentazione non è esclusivo egizio, poichè la stessa cosa è stata riscontrata in rappresentazioni zodiacali poste in alcune basiliche italiane, di cui non è stato citato il nome.
Il mondo accademico non ha preso posizione definitiva a riguardo, non sono state fornite quindi interpretazioni.
A intercalare le immagini delle costellazioni zodiacali, troviamo la rappresentazione dei 5 pianeti allora conosciuti, ovvero: Mercurio, Giove, Saturno, Marte e Venere. Gli stessi sono però rappresentati in oposizioni impossibili. Ma tale posizionamento assume un senso se viene inquadrato in termnini astrologici. In tal caso si noterà come i suddetti pianeti siano stati posti accanto alla costellazione nella cui posizione è riconosciuta la loro "esaltazione", posizione in cui ogni pianeta assume la sua massima "potenza".
Al centro dello zodiaco, sempre in posizione inclinata, vediamo la femmina di ippopotamo (costellazione del Drago) che stringe tra le zampe un bastone, un Anubi accovacciato (Orsa Minore) e una coscia di toro (Orsa maggiore).
Il palo è simbolico dell'unico punto fisso del loro cielo, ovvero del loro polo Nord, indicato all'epoca dalla stella "alfa" della costellazione del Drago.