Le mummie di Pum II e Hapi-Men

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-Kiya-
00mercoledì 29 aprile 2009 20:17
Il Penn Museum dell'Università di Antropologia e Archeolgia della Pennsilvanya nella sua Collezione vanta un'importante sezione riservata alla mummificazione e alle relative tecniche impiegate.
Numerose suppellettili funerarie e, naturalmente, mummie umane e animali allestiscono numerose sale del Museo.
Il visitatore viene così coinvolto in un'approfondita e appassionante analisi delle credenze antico-egizie e delle complesse tecniche funerarie sviluppate nel corso dei millenni.
Ciò che rende ancora più interessante questo percorso è l'accostamento di antico e moderno. Scienza e medicina applicata, dei giorni nostri, mettono a disposizione il frutto di quanto è stato possibile apprendere, analizzando approfonditamente quanto questa civiltà ci ha tramandato.
Il percorso è strutturato in modo tale da fornire un quadro completo, a partire dai concetti spirituali che stanno alla base del Credo Egizio, procedendo in quello che è lo sviluppo del processo di mummificazione, da quando tale azione era compiuta in maniera del tutto naturale, grazie all'intervento combinato di sole e sabbia, fino all'Epoca Tolemaica.

Proprio a questo periodo appartengono le mummie di Pum II e Hapi Men che, recentemente (il 19 aprile scorso), sono state sottoposte a CT Scan, presso l'Ospedale ospitato all'interno della struttura.
L'iniziativa rientra in un progetto molto vasto, il cui scopo è, naturalmente, quello di approfondire le attuali conoscenze a proposito dello stato di salute e dentario degli antichi Egizi.

Di Pum II non sappiamo molto, finora. Sappiamo che visse intorno al II sec. a.C., ma non conosciamo nemmeno il suo nome reale. E' stato "battezzato" Pum perchè diversamente sarebbe dovuto restare anonimo. Secondo, perchè fu la seconda mummia della Collezione sottoposta ad autopsia, nel 1973.
Sul sarcofago in cui fu deposto non vi è traccia del suo nome. Dettaglio che lascia intuire che lo stesso non fu preparato a sua misura, ma proveniva da un magazzino (in pratica era stato acquistato "preconfezionato").
Evidentemente, durante l'epoca di dominazione Greca qualcosa di fondamentale importanza era irrimediabilmente andato perduto. O semplicemente il concetto di eternità e le condizioni fondamentali per onorarla avevano subito e accorpato influenze straniere. Che fine aveva fatto l'importanza del ren? Come si poteva garantire la vita eterna a un trapassato, senza pronunciarne il nome?

Sbendando la mummia è stato possibile appurare che fu preparata con almeno 12 strati di bende e avvolta in tessuti di varia entità; della resina liquida (presumibilmente calda) fu versata sull'intero corpo a più riprese, tra uno strato e l'altro. Pun II, insomma, non dovette essere un uomo qualunque, ma un nobile o, quantomeno un benestante.
Il corpo, di tonalità bruno chiara, risultò essere in buono stato di conservazione, ma, a contatto con l'aria, entro breve, il colorito assunse tonalità più scure.
L'età dell'individuo, di sesso maschile, fu stimata tra i 35 e i 40 anni al momento della morte.
Furono diagnosticate anomalie ossee, la più significativa delle quali è un'infiammazione del tessuto connettivale che le rivestiva, soprattutto a carico della gamba sinistra. La causa dell'infiammazione è ancora sconosciuta, ma potrebbe essere dipesa da una condizione cronica, come, ad esempio, vene varicose.
I resti di Pum II, allo stato attuale, sono praticamente neri.

Se le informazioni riguardanti Pum II si presentano alquanto scarne, quelle relative ad Hapi-Men potremmo definirle inesistenti. L'unica cosa nota è alquanto curiosa. Ma chi, come me, nutre affetto verso gli animali, preferisce certamente definirla "toccante". Hapi-Man è mostrato al pubblico insieme alla mummia di un cucciolo. Essa fu trovata nella sua tomba, deposta accanto a lui, al momento della scoperta.
Gli scienziati e gli egittologi che hanno deciso di sottoporre la mummia di Hapi-Men al CT Scan, hanno voluto continuare ad onorare la sua volontà anche in questa occasione: la piccola mummia di "Hapi-Puppy", così simpaticamente e affettuosamente denominata, ha seguito il suo padrone anche in ospedale ed è stata sottoposta, a sua volta, all'analisi. Quanto meno, oggi sappiamo, grazie al CT Scan, che il fedele compagno di Hapi-Men era un cane.

Non ci resta che attendere, quindi, ben coscenti del fatto che gli esiti delle analisi non potranno, probabilmente, rivelarci le rispettive identità, ma almeno potranno chiarire cosa condusse alla morte Pum II e Hapi Men.
E, perchè no, anche Hapi-Dog.
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