Le cosiddette: Teste di riserva.

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
nectanebo
00lunedì 24 dicembre 2012 17:13
Non ho trovato alcun testo che possa fare luce sull'uso
o sul rituale di cui erano oggetto le teste di riserva ritrovate
in alcune tombe e di cui allego una immagine.



Sono state avanzate diverse ipotesi che riporto:
La 1° è che queste teste potessero essere dei modelli, pronti a sostituire il corpo del defunto, in caso di danni arrecati alla mummia.

La 2° è che erano dei semplici modelli utilizzati dagli scultori per la realizzazione delle maschere funerarie.

Il dato che mette in dubbio entrambe queste ipotesi è l’esiguità
di questi reperti, concentrati in un periodo temporale abbastanza
breve (quarta dinastia + o -).
Un mio azzardo (semplicistico, banale e da appassionato qualunque ) è: una prassi funeraria durata troppo poco ?

Un sito da consultare sul tema:

www.eternalegypt.org/EternalEgyptWebsiteWeb/HomeServlet?ee_website_action_key=action.display.element&story_id=&module_id=&language_id=6&element_id=66026&ee_messages=0001.flashrequi...
Riccardo Banchi
00giovedì 27 dicembre 2012 08:56
A quello che hai scritto ho poco da aggiungere. Effettivamente non ci sono studi che stabiliscano univocamente l'utilizzo di queste teste. Le tesi rimangono piuttosto generiche e in effetti, dato che etsti sacri non le menzionano, diventa azzardato parlare con certezza.
E' indiscusso che restano delle splendide opere di ritrattistica.

Ric [SM=x822709]
Meryt
00giovedì 27 dicembre 2012 15:25
Nactanebo, ma se queste teste sono, come si dice nella seconda ipotesi, dei semplici modelli perchè, allora metterle nelle tombe? Personalmente non ne trovo il senso. Non solo, ma il fatto che nelle tombe siano state trovate più "teste di ricambio" non ti fa escludere la seconda ipotesi?
Chiedo per avere dei pareri =)
nectanebo
00giovedì 27 dicembre 2012 16:38
Ciao Meryt,
La seconda ipotesi che ho citato e a cui fai riferimento è degli studiosi studiosi A.L. Kelley e N.B. Millet.
Nonostante diversi tentativi di reperire in rete le loro bibliografie non ho avuto risultati.
Secondo i due studiosi infatti le teste di riserva erano dei semplici modelli utilizzati dagli scultori per la realizzazione delle maschere funerarie, giustificando sia le orecchie mancanti o distrutte, che il solco sulla nuca come una conseguenza di tale lavorazione.
Anche in questo caso siamo di fronte ad un’ipotesi che lascia molte domande senza risposta.
Non si spiega poi la posizione particolare che questi reperti avevano.
1° - perché all’ interno delle tombe.
2° - perché collocarle nelle tombe, mutilate delle orecchie e danneggiate sulla nuca. Che uno scultore scolpisse con tanta attenzione un oggetto, che in fondo era solo un modello e che un’artista fosse così maldestro da mutilarlo sistematicamente dopo la lavorazione, appare quanto meno una forzatura.

Come vedi non ho risposta.
Per una lettura con maggiori dettagli e una visione quasi
totale delle teste e loro localizzazzione,
collegati al sito Wikipedia indicato sotto (inglese):

en.wikipedia.org/wiki/Reserve_head
Meryt
00giovedì 27 dicembre 2012 20:34
Grazie mille, ho letto i siti. D'altra parte c'è scritto che alcune (anche se poche) teste presentano le orecchie integre.
Personalmene non credo che siano servite da semplice modello, per i motivi che ho detto prima, anche se tutto è possibile.
Riporto alcune righe di Cyril Aldred: ".... nelle cosidette teste "di riserva" che nel regno di Cheope e, sporadicamente, per una generazione o due anche in seguito, sostituirono le statue delle tombe. Esse erano racchiuse nelle camere sepolcrali anzichè nella cappella o serdab. [...].Le teste "di riserva" sono scolpite inpietra calcarea e non recano tracce di pittura, ma alcuni particolari, come ad esempio le orecche, sono a volte modellati in gesso, che è usato anche per coprire le imperfezioni della pietra o gli errori di taglio, secondo una prassi che proseguirà anche in seguito.
Queste teste sono generalmente considerate doni del re ai membri della sua famiglia e, se la personalità del soggetto sembra diversa in ciascun caso, vi è una generica somiglianza, legata probabilmente allo stile.
La statuaria dell'antico Egitto ha interessato molti critici del secolo scorso, in quanto non solo documenta le caratteristiche facciali del proprietario, ma anche il suo umore e il suo carattere. Una tale valutazione, naturalmente, non può essere che soggettiva e ci si chiede fino a che punto le teste "di riserva" siano veri ritratti e non rappresentino invece uno stesso ideale di umanità.
Non c'è di che sorprendersi per il fatto che nella statuaria destinata a sostituire il modello vivente, particolare attenzione venisse dedicata al volto, in quanto mezzo primario d'identificazione del proprietario rispetto a tutti gli altri. Ma poichè il mezzo determinante di riconoscimento in Egitto era il nome inciso sulla statua, il ritratto potrebbe non essere stato più di uno stereotipo..."
Meryt
00giovedì 27 dicembre 2012 20:40
Dunque nascono ulteriori ipotesi:
1) sostituti delle statue,
2)doni del re
Ora, vorrei concentrare l'attenzione su un particolare che mi ha colpito: le teste sono prive di iscrizioni. Questo, a mio avviso, è un fatto difficilmente spiegabile considerando che ogni oggetto recava inciso il nome del proprietario. Si pensi alle statue, il cui scopo era quello di essere una dimora del ka nel caso in cui il corpo si fosse danneggiato, ma per agire era indispensabile che fosse inciso il nome.
Perchè allora gli antichi Egizi hanno collocato un oggetto così apparentemente inutile al defunto, in quanto privo di nome o di una qualsiasi incisione, in un luogo così importante come la camera funeraria?
Kareni
00giovedì 27 dicembre 2012 21:13
Secondo l'ipotesi che condivido le "teste di riserva" sarebbero da ricondurre a un rituale funerario antitetico a quello "dell'Apertura della Bocca", avente lo scopo di rendere inoffensivo, neutralizzare, lo "spirito" del defunto (o meglio di alcuni defunti che, forse per le cause e/o modalità specifiche di morte si caricavano di "negatività", di pericolosità): Lo dimostrerebbero l'eliminazione o la mancanza voluta delle orecchie nelle statue, fondamentali organi di senso durante il viaggio nell'aldilà (si pensi a formule del tipo: d=tn n=j msDr.wy=j, sDm=j im=sn! "Vogliate voi darmi le mie orecchie che io possa ascoltare grazie ad esse!"), e le incisioni sulla nuca e sul collo.
nectanebo
00giovedì 27 dicembre 2012 21:15
Grazie per l'aggiornamento dettagliato.
Il dubbio che viene dibattuto in questo post, ricalca quello
a cui anche gli "addetti ai lavori" non sono ancora riusciti a
dare risposta. Il reale utilizzo di queste teste rimane nel mistero.

Un altro particolare di non poca importanza è che nessuna fonte
scritta, di qualunque natura, (funeraria, lodi, inni, ecc), ci è
pervenuta, un fatto anomalo vista la meticolosità degli scribi
di annotare tutto.
Meryt
00giovedì 27 dicembre 2012 21:15
Incisioni sulla nuca? Puoi spiegare meglio, non riesco a capire.... Grazie
Kareni
00giovedì 27 dicembre 2012 21:29
Meryt, 27/12/2012 21:15:

Incisioni sulla nuca? Puoi spiegare meglio, non riesco a capire.... Grazie



Le teste presentano un'incisione sottile sul capo che scende fino alla nuca, ed un'altra sul collo, da ciò l'ipotesi che si tratti di tagli rituali di esecrazione.
Meryt
00giovedì 27 dicembre 2012 21:37
Capisco; grazie mille Kareni. L'ipotesi è interessante ed affascinante... Sai quale studioso l'ha detta?
nectanebo
00giovedì 27 dicembre 2012 21:46
Riporto un esauriente articolo sulle incisioni alla nuca e la linea sul collo.
Nel 1991 lo studioso Roland Tefnin ha analizzato tutta la documentazione relativa alle teste di riserva, comparando il tutto – data la totale assenza di testi contemporanei a questi reperti –
Il rischio che comporta un tale approccio è evidente, ma la mancanza di risposte soddisfacenti e di materiale coevo ai reperti su cui fare ricerca, consente di percorrere strade diverse e percorsi per certi versi coraggiosi.
Così Tefnin si rende conto che il cerchio praticato alla base del collo, quasi certamente non dallo scultore, rievoca l’immagine della decapitazione. In effetti nelle necropoli preistoriche è una pratica attestata ed è una prerogativa del sovrano decapitare i nemici e gli animali mitici pericolosi, come raccontato nel papiro Bremmer—Rhind e nel Papiro Jumilhac a proposito del serpente Apophi.
A Giza durante la XVIII dinastia furono sepolte delle piastre, studiate da G. Posener, su cui furono disegnati degli uomini ritenuti pericolosi e ai quali era stata tagliata la gola, rappresentata nel disegno con una linea circolare di colore rosso molto simile al segno presente alla base del collo nelle teste di riserva, e fracassata la testa in una ferita rappresentata in modo simile al solco presente dietro la nuca.
In queste piastre era stato praticato un rito di esecrazione con lo scopo di neutralizzare quegli uomini ritenuti in qualche modo malvagi e Tefnin collega questi aspetti del rituale ai reperti di cui stiamo parlando.
A questo punto l’ipotesi suggestiva che può essere proposta e che più di altre offre risposte soddisfacenti all’enigma delle teste di riserva, potrebbe essere la seguente:
Lo scultore portava a termine completamente la sua opera che era di natura metonimica e da considerarsi un vero e proprio ritratto del defunto, successivamente veniva fatta oggetto di un rito di esecrazione. Un sacerdote esperto colpiva alla nuca la testa con una mazza rituale e procedeva poi a fare l’esatto inverso di quanto avveniva con il rituale dell’Apertura della Bocca: tagliava la gola ed eliminava le orecchie, impedendo così al defunto di parlare e di ascoltare. In poche parole il defunto veniva reso completamente inoffensivo.

Da citazione di Paolo Bondielli.
Kareni
00giovedì 27 dicembre 2012 22:18
Meryt, 27/12/2012 21:37:

Capisco; grazie mille Kareni. L'ipotesi è interessante ed affascinante... Sai quale studioso l'ha detta?



Di nulla! :-) Nectanebo mi ha anticipato, l'ipotesi fu proposta da Tefnin in "Art et magie au temps des pyramides: L'énigme des têtes dites "de remplacement". Si tratterebbe comunque di un rito assolutamente "controtendenza" in Egitto, perchè svolto "contro" anzichè a favore del defunto. A mio parere però si può superare questa apparente contraddizione se lo si considera come un rito sì di esecrazione, ma anche di purificazione, di liberazione dal "negativo"; dunque a vantaggio del proprietario.
Meryt
00venerdì 28 dicembre 2012 20:15
Grazie mille!
In effetti concordo con te, Kareni: non ha senso fare qualcosa contro il defunto (teste con segni pittografici di decapitazione) e poi mettere il defunto stesso in una tomba. Si, credo che l'ipotesi di un rituale a protezione del defunto sia più credibile. Anche se, ancora sono le domande...
Mi viene in mente il fatto che all'interno delle tombe geroglifici che rappresentavano animali pericolosi (serpenti, coccodrilli, leoni...) venivano appositamente rappresentati spezzati in modo da evitarie che, prendendo vita, potessero far del male al defunto.
Se l'ipotesi di Kareni è vera c'è una certa analogia, bisognerebbe solo capire chi rappresentino effettivamente queste teste...
Hotepibre
00sabato 29 dicembre 2012 01:36
...mi rendo conto che dopo il parere di tanti valenti studiosi e gli studi approfonditi che tanti hanno citato la mia spiegazione potrebbe apparire alquanto semplicistica, ma... e se le teste fossero solo... teste?

Mi spiego meglio; avrete notato di certo la particolarità del collo alquanto lungo e, di fatto, sproporzionato e "inutile" se si volesse solo rappresentare una testa senza alcun altro valore se non quello apotropaico o denigratorio sopra ipotizzati.
Sappiamo che gli scultori egizi sapevano proporzionare un collo e, a maggior ragione, tale collo sarebbe stato proporzionato se si voleva rappresentare solo un "ritratto" ante litteram del defunto (si vedano, ad esempio, i tanti busti come quello di Nefertiti in cui il collo è "attaccato" ad un busto che ha anche lo scopo strumentale di far stare in piedi l'opera aumentandone la base di appoggio).

Credo perciò ipotizzabile che la "nostra" testa, per stare in piedi avesse bisogno di una base più larga, forse di legno in cui il collo andava ad allocarsi.

Sappiamo, inoltre, che gli egizi, specie di rango, erano soliti indossare parrucche a volte molto elaborate e con le quali di certo non dormivano.

Perchè perciò non ipotizzare che si trattasse di semplici manichini su cui appoggiare le parrucche vuoi per dormire, vuoi per poterle meglio "pettinare" prima di indossarle? Del resto non è quel che si faceva anche nel '700 per incipriarle?

I solchi evidenziati, alla base e sulla nuca (che non ho visto e quindi non so valutare se non del tutto ipoteticamente), non potrebbero essere identificati come linee di fede per posizionare giustamente la parrucca (quello sulla sommità) e all'interno dello zoccolo di legno che fungeva da base (quello sul collo)? ...e quest'ultimo non potrebbe essere stato realizzato come "incastro" proprio all'interno del blocco che lo ospitava per consentire a chi vi "lavorava" di far girare la testa per pettinarla meglio?

Si aggiunga che, almeno per quel che ricordi, le "teste di ricambio" sono normalmente prive di "capigliatura" che è quasi sempre costituita da una sorta di calottina (come nell'esempio postato sopra), forse per potervi adattare meglio le parrucche?
...quanto alle orecchie danneggiate, se si ipotizza che possa trattarsi veramente di manichini per operazioni di pettinatura, essendo in gesso potevano essere facilmente danneggiate dai pettini usati per le acconciature.

...lo so, forse la mia spiegazione può apparire meno affascinente, meno misteriosa e forse più deludente, ma spesso le ipotesi più semplici possono essere le più realistiche! [SM=x822723]
nectanebo
00sabato 29 dicembre 2012 13:40
Concordo pienamente con la citazione di Hotep,
"Spesso le ipotesi più semplici sono le più realistiche".

Io a questo punto mi fermo, lasciando tutti i dubbi
al loro posto !!!!

[SM=x822741] [SM=g1621246] [SM=x822743]
Meryt
00sabato 29 dicembre 2012 15:18
Mmmm! E' vero, si pensa sempre alle cose più misteriose tralasciando le cose più evidenti e semplici! Thank's Hotep.
Riccardo Banchi
00lunedì 31 dicembre 2012 08:25
Questa ipotesi è molto realistica; mi verrebbe da appoggiarla in pieno.
L'unica perplessità che rimane, non da poco, è però questa: perché queste teste appartengono solo a personaggi della IV-V dinastia? Sicuramente parrucche venivano indossate prima e sopratutto dopo.

Ric
Hotepibre
00lunedì 31 dicembre 2012 10:10
Re:
Riccardo Banchi, 31/12/2012 08:25:

Questa ipotesi è molto realistica; mi verrebbe da appoggiarla in pieno.
L'unica perplessità che rimane, non da poco, è però questa: perché queste teste appartengono solo a personaggi della IV-V dinastia? Sicuramente parrucche venivano indossate prima e sopratutto dopo.

Ric



...beh, i motivi potrebbero essere diversi, quello che istintivamente mi viene in mente potrebbe essere un cambio di modello, ad esempio.

Nel '700 i "manichini" per incipriare parrucche erano semplici palle di legno con un lungo collo.

Potrebbe perciò essere venuto meno l'aspetto estetico a vantaggio di quello strumentale e, trattandosi di oggetti d'uso comune, potrebbero essere stati relegati non più a corredo del "padrone di casa", bensì dei servi che ne curavano la persona e questo potrebbe conseguentemente giustificare l'assenza all'interno delle tombe.

Credo peraltro, a proposito della modifica di struttura, che ci sia un esempio di... come chiamarlo? ..."poggia parrucca da viaggio" tra le suppellettili del tesoro di Tut... ora la cerco!

Trovato! [SM=x822713]
Riccardo Banchi
00lunedì 31 dicembre 2012 10:30
Davvero forte codesto accessorio!
Gli egizi erano piuttosto "conservatori". La tua spiegazione è sensata, ma un po' forzata. Solo la IV e V dinastia faceva uso di queste teste, poi stop.
Sia chiaro, io non ho idee con cui ribattere. E del resto, se ad oggi non c'è una spiegazione certa, vuol dire che la risposta non è semplice.

Ric
Hotepibre
00lunedì 31 dicembre 2012 11:58
Re:
Riccardo Banchi, 31/12/2012 10:30:

Davvero forte codesto accessorio!
...se ad oggi non c'è una spiegazione certa, vuol dire che la risposta non è semplice.

Ric



...oppure che è talmente semplice che i "pofessoroni" non la prendono in considerazione perchè non porterebbe alcun merito accademico [SM=g1619695] [SM=x822723]

[SM=x822742] ...a proposito di "professoroni" che sbagliano, visto che i Maya hanno sbagliato su tutto il fronte, e che perciò anche per il prossimo anno mi toccherà pagare l'IMU, approfitto per fare a tutti gli auguri per la fine dell'anno e l'inizio del prossimo. [SM=g999101]

manucaos
00giovedì 10 gennaio 2013 22:03
ciao a tutti,
queste teste incuriosiscono molto, ho letto che dello stesso periodo oltre alle teste nelle mastabe sono state trovate anche delle stele chiamate "stele lastre", non ne conosco il signicato però.
Reisner scrive che le teste di riserva sono state trovate nelle camere sepolcrali , il poggia parruca di Tutankhamon dove è stato trovato ?
C'è anche una testa di Tutankhamon, che assomiglia alle teste di riserva, che è scolpita uscente da un fiore di loto ,chiaro simbolo di rinascita. Questo mi ricorda un immagine del libro dei morti dove la testa di horus sorge da un monte. Forse quelle teste nella IV dinastia avevano quella funzione .....

Hotepibre
00venerdì 11 gennaio 2013 01:05
Il "portaparrucca" reca il n.ro di catalogazione 547 di Carter ed è stato rinvenuto nell'Annesso (nella foto che riporto sotto è quasi al centro, il numero di catalogazione di Carter è seminascosto dal n.ro 550);
Quanto alla testa cui fai riferimento, porta il n. 8 di catalogazione (la riporto qui di seguito) e, pur non escludendo che potesse essere usata a sua volta come poggia parrucca (o copricapo), di fatto prende spunto dalla leggenda del Dio Atum nascente, ai primordi, dal loto e, in pratica, il giovane sovrano è equiparato al Dio.
Vuole la leggenda, come di certo saprai, che in principio il mondo era ricoperto dalle acque e che da queste emerse il Monte Primordiale su cui nacque il loto da cui scaturì Atum, l'iniziatore del mondo.
Quanto alle "stele lastre", non mi pare di ricordare qualcosa con tale nome, a meno che tu non faccia riferimento alla "falsa porta"...
nectanebo
00venerdì 11 gennaio 2013 15:13
Le stele-lastra (vedi immagine) sono state scoperte nei primi 50 anni del secolo scorso esclusivamente nella Necropoli occidentale di Giza.
In origine queste stele dovevano essere numerose, certamente più delle 15 ritrovate, dal momento che alloggiamenti atti a conservarli sono stati ritrovati in altre 9 mastabe. Le dimensioni sono abbastanza ridotte
( circa 40 cm. in altezza, 50 in larghezza e 10 di spessore) esse venivano incastrate nel muro delle mastaba .
Descrizione:
La stele raffigura il defunto seduto davanti ad un tavola d’offerta piena di pani.
Il personaggio è identificato con il titolo e il nome posto sopra, indossa una lunga veste cerimoniale, che lascia scoperta la spalla destra, la mano sinistra accostata al petto e la destra protesa verso la tavola d’offerta.
Nel caso di uomini, è presente a volte, una corta barba posticcia e dei baffi.
Sotto la tavola sono varie tipologie di offerte ognuna individuata dal proprio ideogramma di riferimento.
La parte destra contiene una lunga lista di tessuti probabilmente collegati alla mummificazione, elencati secondo; nome ? e quantità.
Queste stele sono tutte databili al periodo di Cheope, IV dinastia, ossia lo stesso periodo delle teste di riserva, ma a differenza di queste, la figura umana è rappresentata perfettamente come lo sono altre immagini di oggetti o geroglifici.
La Funzione:
In presenza di queste stele, venivano costruite delle cappelle in mattoni crudi per le offerte.
La simbologia della rappresentazione della stele può rappresentare, secondo me, la continuità delle offerte verso il defunto anche in assenza della presenza fisica sia dell’offerente che delle offerte.

Hotep ha detto giusto accennando alle false-porte perché il alcuni casi la raffigurazione della stele è stata inserita nella parte superiore della falsa-porta (vedi immagine).


Museo Luovre.
Nefertiabet ( nfr.t ỉ3b.t ; " Bella dell' Est ") Principessa della 4° dinastia, forse una figlia del faraone Cheope .
Tomba a mastaba (G1225) Giza


Montante superiore falsa porta (provenienza sconosciuta).
manucaos
00sabato 12 gennaio 2013 16:09
Grazie per tutte le informazioni. Le stele lastra a cui mi riferivo sono quelle di cui ha scritto Nectanebo.
Premesso che quella del poggia parrucca è una possibilità anche secondo me ci sono molte cose che riguardano gli aspetti funerari degli egiziani che mi fanno pensare invece ad un uso simbolico, nelle sepolture e nelle formule dell'aldilà viene data molta importanza alla sola testa ,spesso staccata dal corpo.
Nel libro dei morti ci sono alcune formule per riattaccare la testa al defunto.
Nel papiro westcar il mago Djedi ha la capacità di riattaccare le teste a gli esseri viventi ma al faraone che gli chiede una dimostrazione su un uomo risponde che sul "sacro gregge" non è possibile farlo .
Un altra cosa ,che mi piacerebbe approfondire, è il fatto che in diverse sepolture del predinastico sono stati ritrovati degli scheletri con la testa staccata e posizionata su mattoni non vicini al corpo .... la testa veniva rimossa dopo che il defunto era gia morto da tempo. Questa usanza è molto strana forse ha qualche collegamento con le teste di riserva , e i segni sul collo servivano per farne un sostituto il più possibile simile a le teste staccate nel predinastico.
Kareni
00domenica 13 gennaio 2013 18:27
Condivido quanto detto da Manucaos.
Anche io non propendo per l'ipotesi, pur razionale e plausibile, che le teste non fossero altro che "poggia-parrucche", ma credo invece abbiano un valore simbolico-rituale. I motivi che mi fanno dubitare la prima ipotesi sono principalmente i seguenti:

1. Le teste di pietra sarebbero state poco stabili con sopra delle parrucche, e comunque quest'ultime sarebbero potute essere solo di corta lunghezza, non oltre il collo, mentre le parrucche femminili erano solitamente piuttosto lunghe.

2. Ho letto che le teste non necessitavano di una base di legno per sorreggersi, essendo volutamente
allargate alla base del collo per rimanere in equilibrio.

3. A mio parere avremmo avuto più reperti di questo genere, specialmente in età più tarda.
(domanda: ad esempio, la parrucca di Merit, moglie di Ka, esposta al museo di Torino, dove è stata rinvenuta?)

Inoltre la testa aveva una valenza sacrale, rituale e funeraria sicuramente forte e presente in Egitto, dunque mi è più naturale associare i reperti a questi aspetti, piuttosto che ad un mero uso pratico, strumentale.

Leggendo Erodoto mi sono imbattuto in un passo che vorrei condividere con voi.
Esso descrive il sacrificio dei tori, il quale, appunto, fa emergere la religiosità egiziana relativa alla testa (in questo caso di un animale) di cui parlavo. Sebbene Erodoto abbia visitato l'Egitto nel V secolo, è comunque, secondo me, una interessante testimonianza:

"(...) Condotto l'animale contrassegnato presso l'altare dove sacrificano, accendono un fuoco, e poi, dopo aver fatto sulla vittima libagioni di vino e invocato il dio, la sgozzano sull'altare, e dopo averla sgozzata gli tagliano la testa. Il corpo dell'animale lo scuoiano, la testa invece, dopo aver pronunciato su di essa molte maledizioni (...) la vendono o la gettano nel fiume. Fanno imprecazioni sulle teste pronunciando queste parole, che se mai sta per sopravvenire qualche male a quelli stessi che sacrificano o a tutto l'Egitto ricada su quella testa. Riguardo alle teste degli animali sacrificati e alla libagione di vino gli Egiziani osservano queste norme ugualmente per tutti i sacrifici, e in conseguenza di questa norma nessuno degli egiziani si ciberebbe mai della testa di alcun animale"
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:18.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com