Le corna del Faraone

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-Kiya-
00domenica 11 novembre 2007 21:45
Presenti su numerose corone divine, le corna facevano riferimento a diversi animali attraverso i quali gli dèi potevano manifestare la loro potenza. E' il caso, ad esempio, della vacca per Hathor, dell'antilope per Satet o ancora dell'ariete per Khnum, dell'antilope per Satet e Api che aveva addirittura l'epiteto di "Signore del cielo con le corna sulla testa" .
Si riteneva che le corna, poste sulle corone reali, procurassero al faraone maggiore potenza e che lo dotassero di forze sovrannaturali.



-Kiya-
00domenica 11 novembre 2007 21:53
sarebbe interessante approfondire in proposito, ma non trovo granchè. Qualcuno saprebbe aggiungere informazioni?
iakopo
00domenica 23 dicembre 2007 04:16
per quanto posso immaginare le corna sono genericamente simbolo di forza-potere

Forse per le corone "cornate" siamo su questa linea (non escludo ulteriori simbolismi particolari).
...in un certo senso è "logico" pensare alle corna degli animali come ad un qualche attributo di potenza (fisica) dello stesso animale.

Più sottile l'intreccio corna-(kranio)-capo (evidente nell'etimologia) come vertice di "importanza" (la stessa corona [quella con le punte] ne dovrebbe essere una variante "solare")

Aggiungo magari solo per curiosità le ipotesi dalla Gimbutas sul bucranio come utero


Ma così si probabilmente tendo a ridurre troppo il senso ..forse per una migliore investigazione sarebbe da chiedersi perché dell'importanza di mettersi qualche oggetto sulla testa
iakopo
00martedì 25 dicembre 2007 01:50
Re:
-Kiya-, 11/11/2007 21.45:

[...] ... Api che aveva addirittura l'epiteto di "Signore del cielo con le corna sulla testa" .


ripensavo a questa frase e mi ha ricordato che andrebbe aggiunta la luna nell'elenco sopra
Hotepibre
00domenica 13 gennaio 2008 19:04
Re:
iakopo, 23/12/2007 4.16:


...
...per una migliore investigazione sarebbe da chiedersi perché dell'importanza di mettersi qualche oggetto sulla testa



La funzione regale, o di Capo, in genere (anche dal punto di vista militare) rendeva necessaria una maggior visibilità dell'individuo che quella carica assolveva; di qui la necessità di evidenziarlo anche in mezzo ad una motitudine.

Questo appare più chiaro se si pensa proprio all'aspetto guerresco in cui l'individuazione del Comandante era costantemente necessaria non fosse altro per individuarne gli ordini o, nella peggiore delle ipotesi, per sapere quando una battaglia era decisamente persa (ad esempio per l'uccisione del Capo).
E' vero che una maggior visibilità comportava anche un maggior pericolo, poichè il nemico avrebbe concentrato i suoi sforzi proprio contro il Capo, ma è proprio per questo che ogni Comandante, ogni Re, che prendeva parte ad una battaglia era circondato da una nutrita Guardia del Corpo (si pensi agli "Immortali" persiani, o ai "pretoriani" o, perchè no, ai "Corazzieri"). La sua maggior visibilità, infine, gli consentiva di poter contare anche sulla difesa posta in essere, di fatto, da TUTTI i combattenti amici che lo circondavano giacchè dalla sua vita dipendeva spesso l'esito della battaglia!

Non a caso, se si guardano gli elmi (anche medioevali) si nota che quelli destinati ai condottieri erano sempre più alti degli altri e, normalmente, sempre molto visibili, anche da lontano.

Quanto alle corone, in generale, queste si differenziavano anche in funzione della/e cerimonia cui il sovrano doveva partecipare e la presenza di corna, anticamente, era sicuramente simbolo di possanza, di forza e di virilità ("toro dalle lunghe corna"), ma poteva avere anche valore più strettamente apotropaico di difesa dagli influssi malefici di "cattive magie".

shardanaleo
00lunedì 14 gennaio 2008 08:17
D'accordo sull'interpretazione di Hotepibre sulla visibilità: in antico vi erano gli ELMI CRESTATI degli AKAYASA e ITITTI, I COPRICAPI A PIUME dei PHELESET... LE CORNA dei SHARDANA.
- Vi è però un uso precedente e molto più attinente alla questione dei Faraoni: le corna come distintivo di DIVINITA'. A cominciare da ENKI-EA e a seguire già col figlio NIN.CI.SIDHA (il Signore del manufatto della Vita)... fu un seguire di personaggi eroi e dei... SARGON dI AKKAD, PERSEO, ERACLE, DIONISO... MOSE!
Credo che a quest'ultimo motivo si ispirassero i faraoni. [SM=x822709]
SHAR [SM=x822721]
Hotepibre
00lunedì 14 gennaio 2008 14:29
OK Shardan... vuoi ricominciare anche qui la discussione su Mose? ...e poi, con tutta franchezza, non ho capito asolutamente cosa intendi dire poichè, nella tua conoscenza approfondita e ricca di nomi e citazioni, sei sempre alquanto sibillino e, anche in questo caso, non consenti anche agli altri di intepretare quel che scrivi, ne' ti curi di far sì che anche gli altri comprendano quali notizie, di certo interessanti, tu intenda fornire.

Mi ricorda un po' quella battuta della vecchietta che, uscendo dalla chiesa, diceva all'amica: "quanto mi è piaciuto 'sto prete nuovo...non ho capito niente" ;)


Maat Ka Ra
00lunedì 14 gennaio 2008 21:43
Non vedo come gli egiziani potessero ispirarsi a tutto questo popò di gente, visto che in queste caratteristiche sono stati certamente primi e promotori....che c'entrano gli Ittiti, poi? [SM=x822728]
shardanaleo
00martedì 15 gennaio 2008 08:04
ho capito!
a nos biere!
leo
antonio crasto
00martedì 15 gennaio 2008 10:43
Per chi non è sardo posso assicurare che non si tratta di una parolaccia, ma di un cortese saluto.
-francis-
00martedì 15 gennaio 2008 10:56
Mezza sarda, lo avevo... mezzo capito!
iakopo
00martedì 5 febbraio 2008 00:50
Re:
Maat Ka Ra, 14/01/2008 21.43:

Non vedo come gli egiziani potessero ispirarsi a tutto questo popò di gente, visto che in queste caratteristiche sono stati certamente primi e promotori....che c'entrano gli Ittiti, poi? [SM=x822728]


non credo che shardanaleo intendesse parlare di una "ispirazione" ripresa dagli a.egizi da altri popoli ..mai sentito parlare di antropologia comparata e storia della religione? [SM=g999103]
antonio crasto
00mercoledì 6 febbraio 2008 15:06
Lasciando stare la giusta interpretazione che vede il copricapo di molti popoli ispirarsi come simbolo di forza al Toro o ad altri animali con le corna, ritengo che gli animali associati ad alcune divinità egizie, siano ricollegabili alle costellazioni zodiacali del periodo.
Le costellazioni zodiacali vengono associate al Sole / Ra e quindi dovettero ispirare le varie teofanie solari.
All’inizio della civiltà egizia si era nell’Età del Toro, per cui fu associato a Ptah, il toro Api, simbolo del potere creativo di Dio. I faraoni avrebbero assunto, quale nome di Horus, un titolo che spesso richiamava il toro e la sua capacità riproduttiva, in quanto destinato a generare l’erede al trono e a mantenere in vita la civiltà egizia.
Il toro Api fu ancora associato al Nilo, in veste di fiume fecondatore dell’Egitto.

Durante la XI dinastia vi fu il passaggio all’Era dell’Ariete, per cui l’animale sacro al Sole e quindi a Dio divenne l’Ariete. Nell’Alto Egitto e in particolare a Waset incominciò il culto del dio Amon, rappresentato con la teste di Ariete e a Ptah – Toro si sostituì Khnum – Ariete.

A prescindere da questi importanti simbolismi, io credo che siano esistite due Età dell’umanità contrassegnate dal culto del Toro.
La prima rientra nella mitologia e avrebbe visto, secondo Platone, l’importante civiltà di Atlantide, che si sarebbe sviluppata nel Paleolitico Superiore e sarebbe stata annientata dalla catastrofe del 9600 a.C.
Il culto del Toro si sarebbe quindi esteso alle civiltà mediterranee del Mesolitico: Malta, Creta, Egitto, ecc.
Questo culto, forse associato a quello della Dea Madre, avrebbe subito infine una trasformazione nelle varie civiltà del Neolitico: Sumeri, Egizi, Creta, Nuragici, ecc.

Io credo che questi culti (Toro predinastico e Toro dinastico) fossero associati a particolari divinità e che abbiano avuto un importante riferimento stellare.
Il primo riferimento riguardava forse il Polo Nord celeste e il Toro celeste era, a mio parere, la costellazione dell’Orsa Minore, rappresentata dagli egizi come un toro.
Il secondo riferimento fu visto nella costellazione zodiacale del momento, il Toro (4375-2215 a.C.), nella quale gli egizi vedevano Seth.

Le due rappresentazioni erano legate al potere distruttivo, la prima avrebbe riguardato lo spostamento dell’asse terrestre, mentre la seconda le sue conseguenze catastrofiche sulle civiltà.
Ritengo cioè che gli antichi possano aver vissuto una o più catastrofi di origine cosmica, delle quali quella più antica avrebbe comportato un deciso spostamento del Polo Nord celeste (spostamento dell’asse di rotazione della Terra). La colpa di questa catastrofe sarebbe stata data al Toro Celeste, per cui le varie popolazioni impararono a venerare questa potente divinità, al fine di esorcizzarne gli effetti.
La seconda rappresentazione nacque forse dal grande Diluvio Universale del 5500 a.C., che a mio parere fu mitizzato dagli egizi nella storia di Osiride. Ancora una volta il Toro Celeste, questa volta Seth, diventava sinonimo di distruzione e di perturbazione del Maat celeste.
-Kiya-
00giovedì 7 febbraio 2008 23:04
In proposito all'era dell'Ariete, ho letto questo sul sito www.racine.ra.it:


Igino nella sua Poetica Astronomica riporta le storie di Ermippo e di Leon sull’origine del segno dell’Ariete, e in ambedue il personaggio principale era Dioniso.

Nella prima si racconta che al tempo della campagna d’Africa di Dioniso, questi giunse con le sue truppe in un posto chiamato Ammodes, un arido deserto di sabbia.
L’esercito era in grande pericolo perché affondava sempre più nella sabbia e aveva completamente finito l’acqua da bere.
Stremati, i soldati si erano fermati quando un ariete si avvicinò e si levò in volo. Rinvigoriti da quel prodigio tutti seguirono l’animale fin dietro ad una duna dove, invece dell’animale, trovarono una fonte d’acqua fresca. Dioniso ordinò allora di costruire un tempio in quel luogo, tempio dedicato a Zeus Ammone, e di scolpire una statua del dio raffigurato con le corna di ariete.
Successivamente mise l’Ariete fra le costellazioni, in un posto dove il Sole sarebbe ritornato ogni anno e la natura sarebbe stata rinnovata dal giovane Sole primaverile.

La versione di Leon narra che al tempo del regno di Dioniso sull’Egitto, mentre egli insegnava le arti agli uomini, venne dell’Africa un tale di nome Ammone che aveva portato con sé un gregge di pecore. Egli voleva la protezione del dio e chiedeva che gli venisse riconosciuta la paternità dell’invenzione del gregge.

Dioniso lo ricompensò donandogli quelle terre poste dalla parte opposta a Tebe e decretò che tutte le statue che avrebbero raffigurato Ammone avessero le corna dell’ariete, a ricordo del fatto che egli per primo aveva insegnato agli uomini l’uso del gregge. Infine, per commemorare l’evento, un Ariete fu posto fra le costellazioni del cielo.



si tratta, chiaramente di una "visione" greca, dove però i riferimenti all'Egitto risultano evidenti.
Nel tuo scritto, Antonio, riferisci che l'epoca predinastica e, in larga parte quella dinastica, fosse "governata" dal Toro (inteso come era) e che questo si rispecchiava nei culti. Il mito su riportato però posiziona l'Ariete al medesimo periodo (predinastico), in concomitanza col mito Osiriaco (Dioniso). Secondo quanto si legge, non dovrebbe esserci l'Ariete al centro del culto, quindi? (sono molto confusa, in questo momento... pertanto perdonate eventuali involontarie eresie...). Certo questo "anacronismo" si spiegherebbe se si potesse affermare che i miti greci, nati postumi, siano stati adattati all'epoca in cui vennero redatti dai rispettivi autori. Ma mi resta comunque un altro dubbio...

Non avendo nozioni astronomiche tali da comprendere quali calcoli portino ad ordinare le Ere in base alla loro origine e come se ne calcola la durata (e forse, quindi sto per scrivere un'eresia), mi chiedo:

attraverso quali informazioni gli Egizi potevano venire a conoscenza dell'era in cui si trovavano?
iakopo
00venerdì 8 febbraio 2008 02:35
Re:
-Kiya-, 07/02/2008 23.04:

[...]
attraverso quali informazioni gli Egizi potevano venire a conoscenza dell'era in cui si trovavano?


questo è facile: basta vedere il segno che sorge con il sole a primavera (equinozio)

le ipotesi di Antonio sono molto interessanti [SM=x822714] (ma perché l'"orsa minore" e non la maggiore?)

è complicato capire cosa pensassero gli antichi in fondo per loro il cielo stesso poteva essere visto come la pancia di una vacca [SM=g999108]

-Kiya-
00venerdì 8 febbraio 2008 03:32
Re: Re:
Grazie Iakopo [SM=x822711]




è complicato capire cosa pensassero gli antichi in fondo per loro il cielo stesso poteva essere visto come la pancia di una vacca [SM=g999108]



Probabilmente già ne sarai a conoscenza, ma approfondisco in proposito per chi invece ancora non è al corrente:

l'immagine della Vacca Celeste che sorregge il cielo ha una vasta bibliografia.
Alla base troviamo uno dei miti della Creazione, precisamente la Cosmogonia Eliopolitana, che racconta di quando Atum (Ra) sorse dal Nun (Caos primordiale) e diede vita ai suoi figli, Shu (aria) e Tefnut (umidità), dai quali nacquero Geb (terra) e Nut (cielo), che generarono a loro volta Osiride, iside, Seth e Nefti. Infine, Ra decise di tornare al cielo e di abbandonare il suo Regno terreno. Fu Nun ad aiutarlo, trasformando Nut in una vacca, affinchè Ra potesse salirle in groppa. Ma quando Nut si levò sulle zampe posteriori, si spaventò e quindi si rese necessario l'intervento di Shu a sorreggerla.
Credo che sia una delle rappresentazioni egizie che racchiude il più alto numero di simbolismi, tenuto conto anche delle varie assimilazioni di divinità femminili ad essa associate.
Nut, Hathor, Sekhmet (di cui si può leggere nel Libro della Vacca Celeste - ritenuto fonte di "ispirazione" per il mito del Diluvio Universale da molti), ognuno dei miti che le riguarda racconta una diversa versione a spiegazione di tale rappresentazione. In sunto credo che si possa dire ch'essa rappresenti la protezione per l'uomo, attraverso lo scudo del suo corpo nel quale ingloba il firmamento e la terra. Il confine col nulla, insomma...


Secondo alcuni, le zampe della Vacca celeste sarebbero disposte in modo da indicare i quattro punti cardinali, come del resto anche mani e piedi della sua rappresentazione sotto forma umana.


Per chi fosse interessato:

al link che segue troverete una versione del



antonio crasto
00venerdì 8 febbraio 2008 09:44
Re: Re:
iakopo, 08/02/2008 2.35:


le ipotesi di Antonio sono molto interessanti [SM=x822714] (ma perché l'"orsa minore" e non la maggiore?)



Le costellazioni circumpolari sono state rappresentate in vari cieli astronomici. Esse sono state studiate a lungo, ma alcune individuazioni non mi convincono: Toro=Orsa Maggiore e Ippopotamo femmina=Drago.

Ritengo che per la loro individuazione non si possano trascurare alcuni importanti simbolismi.

L'argomento sarà oggetto della mia conferenza del 1 Marzo e pertanto non voglio togliere il piacere della sorpresa.

Appena possibile inserirò nella directory Archeoastronomia una discussione a riguardo.

iakopo
00sabato 9 febbraio 2008 02:12
Re: Re: Re:
antonio crasto, 08/02/2008 9.44:

[...]
Appena possibile inserirò nella directory Archeoastronomia una discussione a riguardo.



aspetterò la discussione per le altre domande [SM=x822714]

qualche giorno fa leggendo la discussione su come avvenivano i parti nell' a.egitto e cercando su internet mi sono imbattuto in questa immagine



che mi ha fatto ripensare ad un episodio della contesa tra Horus e Seth: si combattevano (Horus e Seth) in forma di ippopotami sotto uno stagno(?) quando Iside arpiona dall'alto Seth. Tornati in superficie però Iside si impietosisce del fratello e lo libera ..al che Horus irato taglia la testa a Iside (e non ricordo se la butta via). Tutti gli dei restano sgomenti per quanto accaduto ma si precipita Thoth (credo) che gli attacca la testa di una vacca. Quando Iside si riprende e vede la sua nuova testa dice "ora ho la testa di una madre".
Purtroppo stavo cercando dove avevo letto questa storia ma non l'ho trovato ..ho trovato invece una variante in cui viene strappata ad Iside la corona reale ma "Ermes" (Thoth) la rimpiazza prontamente con "un elmo a forma di testa di bue" ... pressappoco la stessa cosa.



antonio crasto
00sabato 9 febbraio 2008 08:44
Caro iakopo,
ti consiglio di procurarti il libro della Bresciani "Letteratura e poesia dell'antico Egitto".
A pag. 363 troverai "Il racconto della disputa tra Horo e Seth per l'eredità di Osiri", tratto dal papiro Chester Beatty I della fine della XX dinastia.
Hatshepsut76
00sabato 9 febbraio 2008 19:28
Re:
antonio crasto, 09/02/2008 8.44:

Caro iakopo,
ti consiglio di procurarti il libro della Bresciani "Letteratura e poesia dell'antico Egitto".
A pag. 363 troverai "Il racconto della disputa tra Horo e Seth per l'eredità di Osiri", tratto dal papiro Chester Beatty I della fine della XX dinastia.




grazie per il suggerimento! Lo terrò a mente tra i miei prossimi acquisti libreschi... prima devo leggerne altri rimasti nel limbo... [SM=g999103] Già da tempo comunque ero interesato ad approfondire il fattore letteratura egiziana...


-Kiya-
00domenica 10 febbraio 2008 18:51
A proposito del parto nell'antico Egitto, ne abbiamo parlato qui:

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