La tecnica della "niellatura"

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-Kiya-
00domenica 19 luglio 2009 19:29
Questa tecnica si riferisce a una particolare decorazione che prevede l'utilizzo di una lega metallica (il "niello") composta da zolfo, rame, argento e sovente anche piombo, utilizzata come intarsio nell'incisione dei metalli. In sostanza,la parte incisa a bulino viene riempita, lungo i tratti, con l'amalgama sopra indicato.
L'origine di questa tecnica è attribuita agli Egizi e mi piacerebbe saperne di più, magari appurare in che epoca fu perfezionata e avendo l'opportunità di osservare qualche reperto trattato secondo essa.

Chi sa aiutarmi?
CleopatraSvizzera
00domenica 19 luglio 2009 20:37
Io ho trovato questa spiegazione:


NIELLATURA
I gioielli in argento possono subire un particolare tipo di finitura, detto niellatura. Si tratta di un procedimento di ossidazione artificiale dell’argento, che si ottiene immergendo l’oggetto in una soluzione di fegato di zolfo e acqua. Con questa tecnica vengono evidenziate le incisioni, che rimangono scure, mentre le parti lisce a rilievo vengono nuovamente schiarite con l’ultima lucidatura.
roberta.maat
00domenica 19 luglio 2009 21:49
Posso dire che questa tecnica è molto antica e anche piuttosto comune. Si ritrova spesso nell'artigianato del nordafrica e nei paesi islamici come tipo di lavorazione prescindendo dallle sostanze che formano l'amalgama. Di solito gli intarsi sono neri, per puro caso mi ritrovo due anfore libiche antiche di circa 200 anni che presentano questa decorazione. Furono acquistate dal nonno di mio padre, appassionato di anticaglie, e nessuno più in casa ha memoria della provenienza.

Non ho notizie circa la pratica egiziana della niellatura se non quelle superficiali reperite nel web.
-Kiya-
00domenica 19 luglio 2009 22:38
Il dubbio che ho nasce dall'ipotesi che per l'antico Egitto si debba parlare di tecnica dell'Agemina e non propriamente di Niellatura Le due lavorazioni sono estremamente simili, e per questo spesso confuse.

Da quanto rilevo, la prima consiste nell'applicazione di fili metallici (a volte preziosi), in solchi scavati nel metallo per mezzo di incastro o colpi di martello. Si tratta quindi di una lavorazione a freddo. La seconda, invece, consiste nell'intagliare il metallo secondo un disegno prestabilito e riempiendo gli intagli con l'amalgama nero, che viene fuso scaldando il metallo.

Supponiamo effettivamente che utilizzassero il niello e che il composto anche a quell'epoca contenesse zolfo, argento e rame (propendo, però, piuttosto per ritenere che applicassero eventualmente questa tecnica utilizzando gli smalti, come riempitivo...), mi chiedo: come avrebbero potuto estrarre lo zolfo (elemento che di norma si trova "legato") dai minerali in cui era presente?
Hotepibre
00lunedì 20 luglio 2009 09:42
...Beh, per quanto riguarda l'impiego dello zolfo, non credo avessero problemi giacché ne è noto l'uso in ricette mediche; inoltre, come avviene peraltro ancora oggi, lo usavano per la suffumigazione delle viti.

Quanto alla "ageminazione" ed alla "niellatura", direi che sicuramente impiegavano la prima, e, per quanto riguarda la seconda, ho trovato il suo impiego in un pugnale rinvenuto nella tomba della regina Ahhotep moglie, come sai, di Khamose e madre di Ahamose, il principe tebano cui si deve la cacciata degli "invasori" Hyksos.

roberta.maat
00lunedì 20 luglio 2009 12:22
Hotep sostieni la tesi della ageminazione, una tecnica che, come dice la parola, consiste nell'inserire fili di metallo più duttile in solchi incisi nel materiale di base, quindi oro e argento.
La niellatura, secondo me, fu in uso prima dell'agemina nota in epoca romana, proprio per la disponibilità dello zolfo presente in grande quantità e molto conosciuto in egitto, come hai riferito, per la confezione di farmaci impiastri e cosmetici di largo consumo (galena).

Bellissimo quel pugnale !
-Kiya-
00lunedì 20 luglio 2009 12:33
Ribadisco, ampliandolo, il mio pensiero. Se di niellatura si può parlare, a mio avviso tale tecnica prevedeva l'utilizzo di smalti e pasta vitrea colorati.
Non mi risultano oggetti di fattura Egizia (quel pugnale non potrebbe essere stato un oggetto frutto di scambi?) che presentano l'amalgama nero tipico....
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