Imbalsamazione naturale e artificiale

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-Kiya-
00sabato 7 agosto 2010 02:02
Se non erro, mi pare che i primi riscontri di una procedura di mummificazione artificiale dei defunti risalgano all'Epoca Arcaica, o Thinita, corrispondente alla I e II dinastia Egizia.
Durante il Predinastico si è appurato che tale processo avveniva naturalmente, favorito dalle particolari condizioni che agivano sui luoghi prescelti per la sepoltura (il clima e l'assenza di umidità). Fu così che gli Egizi appresero che era possibile preservare un corpo e svilupparono gradualmente le tecniche relative, che si consolideranno soltanto a partire dalla V o VI dinastia, per divenire via via sempre più raffinate.

Da qui alcune riflessioni e domande:

1) questo potrebbe significare che prima dell'Epoca Thinita non si contemplasse la necessità di preservare i corpi e che tale esigenza a sfondo cultuale (destinata a divenire fondamentale) scaturì da un evento casuale?

2) le pratiche di mummificazione artificiale, fino al Medio Regno, erano da ritenersi mero retaggio dei Sovrani. Dobbiamo supporre che qualcosa/qualcuno impedì ai restanti abitanti del luogo di continuare a sfruttare le condizioni naturali per ottenere lo stesso risultato?

3) a partire da quando fu introdotto il natron nel processo di essicazione?

4) a chi appartiene la mummia "artificiale" più antica in nostro possesso, dove fu scoperta e da chi?
Merytaton62
00sabato 7 agosto 2010 06:11
Sì, credo proprio che tutto scaturì da un evento casuale.Penso che l'uso del natron fu introdotto all'epoca dell'Antico Regno, e che le persone comuni continuassero a ricorrere ai metodi "naturali"(spesso efficacissimi).Penso che la mummia naturale più antica in nostro possesso sia quella di Torino (l'uomo in posizione rannicchiata rinchiuso in una teca ovoidale) ma ignoro il luogo e le circostanze del rinvenimento.
roberta.maat
00sabato 7 agosto 2010 13:05
Riflessioni sui fatti che vorrei tanto riuscire a datare ma che non saprei collocare in date precise se non nel lento scorrere del tempo :

Sappiamo che l'acqua è vita e Loro ne avevano la conferma quotidiana conoscendo bene che lontani dal Nilo non è possibile vivere.
Altresì è noto che questa vita è prepotente, gli organismi animali e vegetali proliferano e impongono la loro esistenza, fu facile anche per Loro comprendere che sottrarre acqua in qualche modo conserva l'aspetto e la sostanza di quanto smette di essere animato dalla sua stessa linfa.
Credo che rifugiare i cadaveri delle persone care in luoghi dove mancava totalmente l'acqua sia stata una scelta ragionata che dava risultati eccellenti probabilmente già osservati in altre occasioni.( Penso alla conservazione dei cibi).
Preservare dal disfacimento, originariamente atto di pietas, si arricchì poi di altri significati trasformandosi nell'indispensabile ritualità necessaria al raggiungimento di un'altra vita il cui concetto si faceva sempre più strada nel pensiero.

L'uso del natron io suppongo che derivò dall'osservazione del comportamento della materia in altri ambiti (ancora argomento alimentare), successivamente i prodigi di quella che chiamiamo oggi chimica offrirono la grande opportunità, interrompendo la decomposizione, di dedicarsi alle cure di quei corpi terreni con tutti gli onori derivanti dal rango.
In seguito, la democratizzazione dell'aldilà fece tutto il resto.

Le diverse posture dei corpi rinvenuti, secondo me, raccontano anche la storia dello spiluppo del pensiero.
Credo che un corpo rannicchiato e corredato di suppellettili rappresenti semplicemente il sonno interminabile e misterioso e l'amore o il rispetto che i vivi dimostrano al morto.
Una sorta di riposo in attesa di un qualcosa che ancora non è concepito nella forma definitiva.
Al contrario un corpo disteso rappresenta un uomo pronto ad iniziare una nuova vita immaginata nei più piccoli particolari, cui dovrà affacciarsi e che dovrà meritare.
-Kiya-
00sabato 7 agosto 2010 13:57
Re:
Merytaton62, 07/08/2010 6.11:

....Penso che la mummia naturale più antica in nostro possesso sia quella di Torino (l'uomo in posizione rannicchiata rinchiuso in una teca ovoidale) ma ignoro il luogo e le circostanze del rinvenimento.




Confermo che la mummia di Torino è in assoluto la più antica in nostro possesso, ma fu soggetta a mummificazione naturale.
Mi interessava, invece, sapere quale fosse la mummia più antica ottenuta con procedimento artificiale [SM=g999103]
emilioraffaele
00sabato 7 agosto 2010 14:40
Vi scrivo dalle prime colline emiliane e non riesco a fare il login con il mio portatile, ma ci tenevo a ricordare che Natale Barca parla di un primo corpo mummificato secondo la tradizione, intorno al 3060 A.C. Purtroppo, se ricordo bene, non fornisce altri riferimenti. Riguardo al perché gli egizi hanno adottato la mummificazione dei corpi in modo non naturale, sarebbe interessante approfondire il discorso.
Merytaton62
00sabato 7 agosto 2010 16:45
Forse s'illudevano di fare meglio della Natura aggiungendoci qualcosa di loro [SM=g1619694] ...o forse, con il tempo, qualcuno ha intuito che l'imbalsamazione dei corpi poteva essere un "business". [SM=g1619689]
ACUSinpw
00domenica 8 agosto 2010 12:22
Da quanto ricordo della lezione tenuta dalla d.ssa Paola Cosmacini sull'imbalsamazione, la ricerca dell'imbalsamazione nasce dall'osservazione del fenomeno di "mummificazione naturale" dei corpi che venivano sepolti a diretto contatto con la sabbia, che, con la temperatura, permetteva l'essicazione e il mantenimento naturale del corpo. Con il passaggio a forme tombali più complesse, nel periodo tinita, si osservava la "mancanza" di questo mentenimento del corpo, da cui prese inizio la ricerca dello stesso effetto in modo artificiale. Nel periodo tinita venivano impiegati bendaggi con resine e balsami che però non bastavano per ottenere l'effetto imbalsamante.

Del periodo Tinita abbiamo il radio e l'ulna di Djer, totalmente scheletrizzati.

il Natron solido non venne impiegato prima del Medio Regno, ma le tecniche di imbalsamazione dell'antico regno si limitavano all'eviscerazione degli organi interni (ma non del cervello) e al riempimento delle cavità con resine e lino: nell'Antico Regno l'essicazione era scarsa e si andava incontro a una scheletrizzazione quasi totale, compensata da un'immensa fasciatura con lo scopo di ricreare le forme umane. Verso la fine dell'Antico Regno veniva impiegato "natron liquido", che aveva però scarse proprietà essicative.
Di questo periodo abbiamo il piede di Djoser che presenta un tentativo di imbalsamazione, dove il lino delle bende è "impeciato", ma si tratta comunque di uno "sceheletro" più che di una "mummia".

E' finalmente con il Medio Regno che gli a.egizi cominciano a impiegare il "natron solido" e l'eviscerazione totale (- cuore), che comprendeva il cervello e si ritiene che in questo periodo venisse utilizzato per lo più il "secondo tipo di imbalsamazione" descritto da Erodoto, ovvero i clisteri di trementina e resine attraverso retto e vagina, conseguente tampone, fermentazione e riapertura dei canali per la fuoriuscita "in liquido" degli organi interni.

sethorus
00mercoledì 11 agosto 2010 01:55
ACUSinpw, 08/08/2010 12.22:

Da quanto ricordo della lezione tenuta dalla d.ssa Paola Cosmacini sull'imbalsamazione, la ricerca dell'imbalsamazione nasce dall'osservazione del fenomeno di "mummificazione naturale" dei corpi che venivano sepolti a diretto contatto con la sabbia, che, con la temperatura, permetteva l'essicazione e il mantenimento naturale del corpo. Con il passaggio a forme tombali più complesse, nel periodo tinita, si osservava la "mancanza" di questo mentenimento del corpo, da cui prese inizio la ricerca dello stesso effetto in modo artificiale. Nel periodo tinita venivano impiegati bendaggi con resine e balsami che però non bastavano per ottenere l'effetto imbalsamante.



1) La mummificazione naturale avveniva tramite il contatto diretto con la sabbia arida e ascciutta del deserto. La mummia conservata naturalmente più antica è una del predinastico ritrovata a Gebelein. Gli Egizi notarono che questi corpi dopo la morte si mantenevano integri e da qui iniziarono a credere ad una vita oltre la morte.
I corpi furono sepolti in fosse sempre più grandi , venendo meno il contatto con la sabbia, il corpo non si manteneva più integro e da quì gli Egizi cercarono un metodo per riuscire a conservare il corpo. (La conservazione del corpo era necessaria per far vivere il BA e il KA dell'individuo). I primi esperimenti per la conservazione probabilmente iniziarono verso la fine del predinastico.

2) Come tutte le innovazioni, inizialmente anche il primi tentativi di mummificazione artificiale era destinata esclusivamente al faraone e alla sua famiglia. Successivamente, al massimo nell'antico regno la pratica si diffuse al resto della popolazione. Io trovo impossibile che si sia trovato un modo per impedire al resto della popolazione di tutto l'Egitto di sfruttare la mummificazione naturale, è più probabile che il popolo seppelliva i propri morti in grosse buche o in contenitori lignei e di questi ormai non è rimasto nulla.

3)

il Natron solido non venne impiegato prima del Medio Regno, ma le tecniche di imbalsamazione dell'antico regno si limitavano all'eviscerazione degli organi interni (ma non del cervello) e al riempimento delle cavità con resine e lino: nell'Antico Regno l'essicazione era scarsa e si andava incontro a una scheletrizzazione quasi totale, compensata da un'immensa fasciatura con lo scopo di ricreare le forme umane. Verso la fine dell'Antico Regno veniva impiegato "natron liquido", che aveva però scarse proprietà essicative.


Il natron liquido non aveva scarse proprietà essiccative, anzi al contrario era troppo potente e riusciva a sciogliere un corpo fino alle ossa.
Merytaton62
00mercoledì 11 agosto 2010 10:24
Non dimentichiamo che, per lungo tempo, si è ritenuto che la polvere di mummia avesse miracolosi effetti taumaturgici.Le mummie, per il loro alto contenuto di resine, bruciavano molto bene, quindi sono state usate pure come combustibile...credo che sia per questo motivo che le mummie naturali sono relativamente scarse.
ACUSinpw
00mercoledì 11 agosto 2010 11:35
grazie per la correzione soul natron liquido. ho riportato quell che avevo sentito a lezione. probabilmente, la professoressa intendeva dire che l'effetto non corrispondeva a quello voluto (e in qualche modo se la mummia finiva per erodersi nel natron liquido effettivamente allora non aveva le proprietà essiccative richieste :))
Hotepibre
00lunedì 16 agosto 2010 14:17
"mummificazione": perchè?
-Kiya-, 07/08/2010 2.02:


...
Durante il Predinastico si è appurato che tale processo avveniva naturalmente, favorito dalle particolari condizioni che agivano sui luoghi prescelti per la sepoltura (il clima e l'assenza di umidità). Fu così che gli Egizi appresero che era possibile preservare un corpo e svilupparono gradualmente le tecniche relative, che si consolideranno soltanto a partire dalla V o VI dinastia, per divenire via via sempre più raffinate.
Da qui alcune riflessioni e domande:
1) questo potrebbe significare che prima dell'Epoca Thinita non si contemplasse la necessità di preservare i corpi e che tale esigenza a sfondo cultuale (destinata a divenire fondamentale) scaturì da un evento casuale?
...



Che io sappia, a conferma di quanto scritto più sopra da ACUS:

ACUSinpw, 08/08/2010 12.22:
Da quanto ricordo della lezione tenuta dalla d.ssa Paola Cosmacini sull'imbalsamazione, la ricerca dell'imbalsamazione nasce dall'osservazione del fenomeno di "mummificazione naturale" dei corpi che venivano sepolti a diretto contatto con la sabbia, che, con la temperatura, permetteva l'essicazione e il mantenimento naturale del corpo.


...il processo di imbalsamazione venne ritenuto "utile", o meglio "necessario" quasi per caso.
In origine i corpi, infatti, venivano sepolti direttamente nella sabbia e questo produceva la naturale essiccazione e mummificazione dei medesimi anche grazie alle particolari condizioni atmosferiche. Sul corpo, per poterlo facilemente ritrovare, ma anche per proteggerlo dagli animali selvatici, veniva eretto un tumulo di pietre ovvero, embrionalmente, una piramide.

Presso molte popolazioni primitive che erano solite seppellire i morti, era d'uso, inoltre, dopo un certo periodo, tornare a visitare il "caro estinto" anche per prelevarne parti che venivano conservate, o addirittura "indossate" (ad esempio ossa delle mani a formare collane o pendenti) , con valore apotropaico oltre che, si intende, di ricordo del defunto. In alcuni casi, si procedeva ad un vero e proprio "maquillage" del corpo mediante colorazione dei resti (e non mi riferisco solo all'antico Egitto, si intende).
Chiaro che per poter eseguire queste operazioni era necesario riesumare il corpo (e di qui, peraltro, l'utilità dei tumuli cui ho sopra accennato).

E' perciò presumibile che presso gli antichi egizi, in occasione di queste "visite" sia stato notato il particolare stato dei corpi e lo si sia inteso come necessario per una sopravvivenza ultraterrena del defunto.
Ma a quel tempo la cosa si fermava lì, la mummificazione era, perciò, un dato di fatto e la si riteneva uno stato naturale cui il corpo giungeva a morte avvenuta.

Accadde però che, per dare maggior risalto alla sepoltura dei più "abbienti", o del "capo tribù"(non ancora Re) , si pensò di costruire monumenti più o meno imponenti che, prendendo spunto dei tumuli di pietre, indicassero l'ubicazione della sepoltura stessa.

Ovvio che, mutate in tal modo le condizioni di sepoltura e climatiche, la mummificazione non avveniva più e perciò, in occasione di quelle "visite" cui si è sopra accennato, si constatò che i corpi si decomponevano andando contro quella che, ormai, era stata acquisita come stato NECESSARIO per la "sopravvivenza" ultraterrena; di qui i primi tentativi, disastrosi, di pervenire ad una mummificazione artificiale.
Come noto, i processi tanatologici e di disgregazione dei corpi partono dallo sviluppo di gas negli organi interni e, verosimilmente, tale stato, una volta rilevato, spinse ad asportarli; poi, forse, si inizio a tentare l'essiccazione con metodi empirici fino alla "scoperta" (magari mutuata dalla conservazione della carne delle prede uccise durante le cacce) che una buona "salamoia" poteva essere d'aiuto.
Di qui l'immersione in sali di natron (ovvero carbonato idrato di sodio) che, del resto, erano molto facilmente reperibili in località non lontane dalle più antiche necropoli egizie; si pensi a Wadi el-Natrun (ovvero “Valle dei nitrati” a circa 80 Km dall’attuale Cairo) una depressione a circa 20 m. sotto il livello del mare.
emilioraffaele
00lunedì 16 agosto 2010 14:41
Una ricostruzione più che convincente. Penso poi che la possibilità di poter preservare il corpo della parsonalità defunta, era  un modo per dare continuità al ricordo della medesima (la sua forza in battaglia, la saggezza, la ricchezza ed altro). Facendo un passo indietro, riguardo alla funzione apotropaica delle ossa dei defunti, l'usanza è molto più antica di quanto si possa pensare: su National Geographic di Luglio, si parla del ritrovamento del cranio di un bambino in Etiopia (Buori Herto), a dimostrazione di un primitivo rituale di un'umanità arcaica. Datato tra 160.000 e 154.000 anni fa, questo cranio ed anche quelli di due adulti di un tipo primitivo di Homo Sapiens, presentano la loro superficie levigata, il che fa pensare che venissero maneggiati spesso, come un amuleto dal significato a noi sconosciuto.
Hotepibre
00lunedì 16 agosto 2010 14:44
...quanto alle usanze funerarie, e quindi indirettamente alla "mummificazione" di cui ci stiamo qui interessando, un breve excursus sugli usi funerari forse puà esserci d'aiuto:

ANTICO REGNO:
- viene introdotta la pratica della rimozione degli organi interni;
- i visceri vengono riposti in una cassetta a 4 scomparti (il primo rinvenimento di tal genere nella tomba di Heteperes, madre di Keope, il cui corredo, completo, si trova al Museo del Cairo);
- i corpi non vengono più sepolti in posizione fetale, ma supini, contenuti in sarcofagi lignei rettangolari (per i Faraoni rappresentavano, esternamente, la facciata di palazzo così come nel "nome di Horo", il Serek);

I PERIODO INTERMEDIO:
- viene introdotto l'uso della maschera funebre, quasi "antenata" del sarcofago antropoide, in "cartonnage", dipinta con i tratti del defunto idealizzati

MEDIO REGNO:
dalla XII dinastia viene introdotto l'uso:
- del contenitore antropomorfo all'interno di 1 o 2 sarcofagi rettangolari;
- della rimozione, ed eliminazione quale scarto, del cervello;
- dei "Testi dei sarcofagi" anche all'interno delle bare di Funzionari e Dignitari;
- dei Vasi Canopici, con coperchio a forma di testa umana, contenuti in una cassetta a scomparti protetta da 4 Dee (Iside, Nefti, Neith e Selkis);
- degli hushabti;

II PERIODO INTERMEDIO:
- periodo di travaglio politico-sociale; anche la mummificazione appare più scadente;
- la maschera in cartonnage viene ricoperta da una foglia d'oro;
- il sarcofago antropomorfo diventa "rishi", ovvero "piumato";
- aumento consdierevole degli Hushabti;
- organi interni non vengono più riposti in canopi, ma direttaemente nella cassetta che, precedentemente, ospitava i vasi;
- viene introdotto l'uso dello scarabeo del cuore;

NUOVO REGNO:
vengono introdotte nuove pratiche funerarie:
- per i Faraoni: sarcofagi in pietra che contengono altri sarcofagi antropomorfi decorati ed un sarcofago in oro a contatto del corpo;
- per i Funzionari: sarcofagi antropomorfi sono, dapprima, laccati in nero, mentre in epoca più recente diventano policromi e presenterno il fondo giallo oro;
- le mummie indossano maschere in cartonnage o in legno, talvolta in oro;
- negli ultimi tempi, il corpo viene interamente coperto da tavole policrome che rappresentano il defunto in abiti di tutti i giorni;
- gli organi interni sono riposti nuovamente in vasi canopici che, dalla XIX dinastia, sono dotati di coperchi che rappresentano le teste dei quattro figli di Horo:
. Hamset (umana), per il fegato;
. Hapi (scimmia), per i polmoni;
. Qebeshenuf (falco), per gli intestini;
. Duamutef (sciacallo), per lo stomaco;
- i vasi canopici sono contenuti, a loro volta in una scatola lignea a forma di santuario protetto dalle quattro dee;
- appaiono i testi del "Libro dei morti" e le "Formule per uscire nel giorno" applicate sulle bende o, comunque, vicino al corpo; non si tratta di formulari fissi, bensì di sequenze di invocazioni o formule scelte dal committente, tra cui quella relativa all psicostasia, la pesatura dell'anima;

Con la BASSA EPOCA, dalle ultime dinastie egizie alla dinastia macedone e poi al periodo romano, si assiste a continue variazioni degli usi tra cui la imbalsamazione degli organi interni ed il loro riposizionamento nel corpo, ma successivamente ssi tornerà ai vasi canopi, la "ricostruzione" sotto le bende della muscolatura, occhi sostituiti con protesi in vetro, ed altro ancora.


Hotepibre
00martedì 17 agosto 2010 13:45
Più sopra ho scritto:

...In alcuni casi, si procedeva ad un vero e proprio "maquillage" del corpo mediante colorazione dei resti (e non mi riferisco solo all'antico Egitto, si intende).



A tal proposito ed a titolo esemplificativo, tale usanza si riscontra anche in Sardegna.

Qui i corpi dei defunti venivano colorati con ocra rossa; questo perchè il rosso è il colore del sangue e, quindi, della vita. Questa usanza risale al IV-III millennio a.C. ed i corpi sono stati rinvenuti nella cosiddette "Domus de janas", le "case delle streghe (o delle fate)".
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