Il rito della fede nunziale è made in antico egitto!

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Laura.Napoli
00mercoledì 13 giugno 2007 00:04
L'usanza di portare la fede all'anulare sinistro risale all'epoca degli antichi egizi, che credevano di aver individuato una vena che partendo proprio da questo dito, arrivasse fino al cuore e lungo cui pensavano che corressero i sentimenti.
"Legare" l'anulare significava quindi garantirsi la fedeltà.
La suora che mi insegnava religione in primina, mi disse che in realtà l'anello nunziale si chiama "vera"; ecco quindi spiegato l'origine del sostantivo "fede" per indicare la "vera" nunziale.

Fonte: "Tutto Sposi" inserto su "Il Mattino" di Napoli, sull'omonima manifestazione partenopea;

Importante: l'ho scritto nel mio blog: vi risulta tutto ciò oppure ho scritto baggianate?!

-Kiya-
00mercoledì 13 giugno 2007 02:43
che nell'anulare sinistro passi un'arteria che giunga al cuore è corretto, ma credo che in realtà ciò valga per ogni singolo dito (sono profana in termini di apparato circolatorio, tutttavia applico la logica, che potrebbe risultare errata...).
In merito alla credenza effettivamente esiste, ma non vi è nulla che la rimandi all'antico Egitto. Taluni anzi ritengono possa essersi generata nell'antica Roma.
Prendiamola per quello che è un'antica credenza senza origine specifica, tuttavia una simpaticà curiosità.

Bisogna infatti tener presente che, nella vita comune, in antico Egitto non esisteva nemmeno una cerimonia ufficiale che sugellava il matrimonio, il quale, di fatto, avveniva con un rito privato a cui prendevano parte esclusivamente i parenti più stretti degli sposi. Lo stesso non era nemmeno regolato da un atto giuridico, tant'è che non esisteva nemmeno un geroglifico che stesse ad indicare il termine "matrimonio" vero e proprio. Per riferirsi al fatto di contrarre matrimonio, infatti gli Egizi utilizzavano l'espressione "fondare un focolare".
Gli sposi quindi si promettevano "semplicemente" fedeltà l'un l'altro e ufficializzavano la promessa dichiarando "io ti prendo come sposo/a" di fronte ai loro famigliari.


[SM=x822712]
-Kiya-
00mercoledì 13 giugno 2007 02:55
a proposito dell'uso degli anelli, nell'antico Egitto, ho trovato questo scritto di Ada Russo Pavan:


L'ANELLO TRA GLI EGIZI

Anche la tradizione egizia ha i suoi anelli.
In una lirica d'amore riportata sull'ostrakon di Giza troviamo:
"Oh! Foss'io il suo anello con sigillo che sta al suo dito! (si curerebbe di me) come di una cosa che fa bella la sua vita!'. Sempre dalla stessa provenienza troviamo: "L'amata conosce bene il lancio del suo lazzo senza venire al censimento del bestiame coi suoi capelli, lancia contro di me le sue reti, coi suoi occhi, mi fa prigioniero; coi suoi ornamenti si fa padrona di me; con il suo anello, mi mette un marchio a fuoco". In entrambi le liriche d'amore egizie è presente l'anello, simbolo tradizionale dell'eternità, della perfezione e della completezza, egli non ha un inizio ne una fine, è lo concretizzazione del simbolo solare in un cerchio divenuto un oggetto dai molti poteri. Nel racconto della disputa tra Horus e Seth per sapere a chi dei due spettava il posto di Osiride, Seth, proibì, categoricamente, lo presenza della Grande Madre Iside.
Ra-Harakhte decise allora di portare il Tribunale degli Dèi, "nell'isola del mezzo" non solo per poter meglio emettere un verdetto, ma anche per tenere sotto controllo l'accesso all'isola.
Ra-Harakhte chiamò Anti "Il Traghettatore" dicendogli: " Non far passare nessuna donna che somigli a Iside", quindi, l'En-neade si trasferì con il battello nell'Isola del mezzo.
Anti era seduto presso il suo battello, quando Iside, tramutatasi in una vecchia tutta curva, si avvicinò a lui dicendogli che doveva portare le focacce e lo farina al pastorello che accudiva le bestie nell'isola e che non mangiava da ben cinque giorni.

Astutamente però lo dea aveva messo in evidenza un'anello d'oro che teneva con l'altra mano Anti rispose:"Mi è stato detto: Non far passare nessuna donna".
Ma essa prontamente rispose: " Quello che dici ti è stato detto a proposito di Iside". Cominciarono a contrattare e lo dea disse:" Ti darò l'anello d'oro che ho in mano".
Anti accettòdi traghettarla in cambio dell'anello.Arrivata all'isola gli dèi stavano mangiando alla presenza del Signore Universale. Essa attraverso lo sua forza magica si trasformò in una bellissima e splendida fanciulla per poter meglio avvi-cinare Seth.
Spacciatasi per una povera vedova, chiese al dio come comportarsi con lo straniero che aveva malmenato suo figlio, preso il posto da pastore e tutto il suo bestiame Seth affascinato e preso in inganno emetterà una sentenza, a suo sfavore dinanzi a Ra.

Accortosi disse: Fa' condurre Anti, il traghettato re, e egli sia data una grande punizione.
Chiamato Anti dinanzi al pesedjet, gli venne tolta la parte anteriore dei piedi e sostituita con artigli (Anti-colui che ha gli artigli) gli si fece giurare riguardo l'anello d'oro avuto da Iside:" L'oro sia per causa mia, un oggetto di abominio per la mia città" (Nella città di Anteopoli l'oro era interdetto anche a livello rituale).
In un testo commemorativo della XVII' dinastia, troviamo un riferimento importante di un anello d'oro che Tutmosi (1504 - 1450 a.C.) diede in dono ad Amenemheb, suo fedele guerriero, il quale, ci informa che: Combattei mano a mano davanti al re, e riportai mano a mano. Mi dette l'oro dell'onore e due anelli d'oro.

Il testo ci fa notare che oltre a vari moniti, statuette, le famose mosche d'oro, ovvero, le decorazioni più ambite, il re donava i due anelli d'oro ciò a significare il conferimento di prerogative nobili e reali.
Lo stesso significato ha l'anello d'oro che H Faraone regalò a Giuseppe dopo che egli spiegò il valore simbolico dei suoi sogni in cui sette vacche grasse venivano mangiate da sette vacche magre, e che sette spighe stente divoravano sette spighe granite e piene.



L'Anello dell'Onore

Ma proseguiamo nella nostra ricerca trattando del giovane Faraone Ramesess II il quale, trovandosi a Tebe, ed essendo vacante la carica di Primo Profeta " colui che conosce tutti i segreti" ufflciò personalmente i riti previsti indossando" la veste di stelle" tempestata di lapislazzuli.
Terminata la festa di Opet, Ramesess II si imbarcò per risalire il Nilo, fermatosi prima ad Abydos proseguì per This l'antica Tanit capitale dell' VIII nomos già sede dei re dell'Antico Regno e, in questa città, contro ogni consuetudine, in un ambiente diverso da quello tradizionale che era Karnak, il Re scelse il Primo Profeta (lo "Zafnat Paneah") .
Tale carica venne affidata a Nabunene Gran Sacerdote a Thinis del dio Anher, dio guerriero di antichissime origini. che i Greci identificheranno con il dio Ares.
Dall'epigrafe incisa sulla tomba di Nabunenef a Kurma leggiamo: "...Sua Maestà diede a Nabunenef i due anelli d'oro e il suo bastone d'oro e d'argento: egli fu nominato Primo Profeta di Amùn.

L"Anello"possedeva un potere apotropaico e serviva per proteggere il Re.
Se, invece, egli lo regalava, la divina protezione si estendeva sino a colui che lo riceueua, essendo sia il simbolo del disco solare sia del suo percorso durante le uentiquattro re.
Tale simbolo dell' "Eternità" aveva l'equivalente nel geroglifico stilizzato di un cerchio formato da una corda annodata con delle foglie di palma, il cui magico nodo possedeva un grande valore protettiuo ed era identificato con la divinità astratta Hehu, il simbolo dell'infinità del tempo, dell'immensità e del ciclo perenne della natura.
Il nodo tratteneua la forza magica dello shen: " lo sono il Nodo del Destino Cosmico celato nell' albero sacrosanto".
Shenu deriva dal verbo "Shinr" ovvero "circondare".

L'anello era, dunque, destinato a contenere i due nomi più importanti del re, il primo, era il nome del trono che lo desi-gnava re dell'Alto e del Basso Egitto, il secondo era il nome di nascita preceduto dal titolo" Figlio di Rà".
Man mano che altri attributi gli venivano dati lo shen, prendeva una forma ellittica lunga ed ovale, racchiudendo così l'autorità del re sul mondo intero.
Troviamo lo shen raffigurato spesso tra gli animali divini, un esempio ne è il falco in uolo, nel tempio di Edfu, dedicato ad Horus, sullo schienale del trono di cedro di Tutankhamon, oppure, tra gli artigli della dea tebana Mwt, Mut "la Madre", "Occhio di Rà" nella sua raffigurazione di avvoltoio.
Nephtys sovrana delTempio ed Iside magnetizzano il segno dello shen, il quale, permetterà al possessore di evitare la dissociazione provocata dalle forze negative.
Le dee sono istallate sul segno dell'oro, materiale con cui è costruito il trono degli dèi.
In una raffigurazione delle due dee trouiamo tra le loro ali, euocatrici del movimento uitale, il simbolo dello shen, vero e proprio" anello di potere" la cui corda annodata e tesa lo identifica come il simbolo perfetto di coerenza.
L'amuleto con lo shen, veniva posto sul corpo del defunto con l'intenzione di fornirgli una nuova città.



Un Amuleto contro il Male

Gli anelli con cui gli Egizi amavàno adornarsi, portandoli a volte su varie dita, non avevano solo lo scopo di ornamento ma erano, soprattutto, dei piccoli talismani realizzati nei più vari materiali, dall'oro al ferro, al quarzo ed anche in smalto. Le fedi consistevano in un sottile filo di metallo o in un cerchietto semplice doppio o triplo.
Nel Medio e Nuovo Regno erano molto diffusi, gli anelli fatti a corona con motivi di Uraer, certamente legati alla dea Uto e a Nekbeth, spesso collegati alla luce solare, dunque, il loro metallo non poteva che essere l'0ro.
Altra forma di anello-amuleto era quello girevole sul quale poteva essere montato longitudinalmente uno scarabeo, oppure, con l'occhio Udjat che era di altissima prote-zione.
Anelli dell'Anno Nuovo venivano donati in tale occasione per augurare buona fortuna, in questa occasione, i geroglifici venivano incisi nell'incastonatura.
Gli anelli in ferro appartenevano alla costellazione dell'Orsa Maggiore, considerati di origine celeste permettevano
l'ascensione al cielo: una leggenda narra, infatti, che tale materiale era l'emanazione del dio Seth.
Quelli con le varietà di diaspro rosso erano collegati al nodo della Vita, ed erano, chiamati " Nodo di Isis": " E' il Tuo sangue, Isis. E' il tuo potere magico Isis...".

Gli anelli con lapislazzuli il cui minerale ueniva definito "gioia" servivano per allontanare il male, la pietra evocava l'associazione all'acqua primordiale ed alla notte cosmico, legata inoltre ad alcune divinità era simbolo di giouinezza e di uigore rigeneratore.
Alla dea Hathor erano collegati gli anelli con il turche-se, simbolo di speranza e di rinnovamento, a questa pietra venivano, infatti, associate altre divinità-madri celesti.
Molto diffusi erano gli anelli con pietre verdi essendo il colore dell'universo vegetale, simbolo di fertilità, di vita e di resurrezione, tanto amato dagli Egizi.

Rari gli anelli in rame, gli egiziani associavano a questo metallo divinità guerriere, come per esempio l'arpione di rame di Horus che lotta contro l'ippopotamo.
Stessa cosa era per gli anelli in argento connessi alla luna ed al mito dell'eterna giovinezza,i testi religiosi affermano che le ossa degli dèi erano fatte d'argento.
Vari erano i nodi magici sugli anelli. ma quello portato volentieri dalle donne era il "sa" legato alla dea Ta Urt-Toeri," La Grande".
In lapislazzuli, in oro ed in corniola era l'Occhio di Horo che tra smetteva i benefici di forza, vigore, protezione, si
curezza e buona salute. Gli anelli con lo scarabeo avevano larga diffusione inoltre erano realizzati con montature in oro, disposti orizzontalmente.



L'Anello dell'Immortalita'

Da un papiro magico greco, tradotto da Goodwin, troviamo che numerose e solenni cerimonie venivano compiute sullo scarabeo prima di indossarlo. Ma c'erano altri modi per utilizzare gli i anelli come troviamo nel "Rituale dell'lmbalsamazione" ove viene descritta la mummificazione delle mani. La mano sinistra veniva stesa su di una benda di lino, e sopra veniva fatto passare un'anello, quindi veniva ricoperta con trentasei sostanze rappresentanti gli aspetti di Osiride.
Una striscia di lino piegata sei volte su cui erano effigiati Iside e Hapi la avvolgeva.
Un simile trattamento era riservato anche alla mano destra sulle cui bende erano raffigurati Rà e Amsu.
L'anello veniva fatto passare su entrambi le mani in modo di assicurarle la protezione divina.
Nella tomba di Tutankhamon furono trovati a profusione moltissimi anelli sulla sua mummia due anelli di calcedonio verde, un anello con uno scarabeo in turchese, l'altro doppio, con due raffigurazioni dell'" ureo" incastonato in pasta vitrea.

Tra gli anelli più importanti c'è un anello in oro massiccio a forma di cartiglio sul quale è ritratto il re inginocchiato sul segno "neb" che offre sacrifici alla dea Maat.
Sopra la testa di Tutankhamon il falco sacro con lo shen: l'altro anch' esso di grande importanza è in oro incastonato di vetro blu con al centro una barca accompagnata dalle scimmie del dio Thot.
Restando in ambito amarniano,in un dipinto troviamo Akhenaton che getta un anello ad Aj.
Da quello che abbiamo sin qui genericamente citato si evince che gl,; anelli egizi. oltre ad essere doni offerti come ricompensa dal re ai suoi sudditi. erano segno simbolico di eternità nel quale il nome di colui che vi era iscritto avrebbe vissuto nell'infinità del tempo.

Laura.Napoli
00giovedì 14 giugno 2007 01:19
Munmble..allora si può concludere che l'anello in generale
nasce in Egitto, o che qualora dovesse nascere altrove, nell'antico Egitto aveva molta importanza religiosa e di potere, cosa che è ancora adesso tant'è che l'anello d'oro indossato da un uomo è di solito indice di nobiltà (o di mafiosità, ma anche in questo caso ahinoi, denota il potere di chi lo indossa).

Sempre in Egitto poi, nasce l'uso di incidervi all'interno (o all'esterno?) dei nomi, anche se poi, come si legge nell'articolo citato da Kyia, non v'erano nomi incisi nelle fedi, (la cui esistenza viene quindi attestata)usanza questa che infatti comincia ad apparire nel '700.

Grazie per tutte queste informazioni; ne quoterò qualcuna nel blog, citando le fonte ovviamente! (il forum l'ho già linkato)

Laura (o esce in automatico la firma?)
Hotepibre
00giovedì 14 giugno 2007 12:58
che gli anelli fossero in uso presso gli antichi egizi è un dato di fatto, non so se effettivamente avesse valore nel matrimonio che, come Kiya ha sopra sottolineato, di fatto non esisteva nel senso che intendiamo noi oggi.
Anticamente, greci e romani chiamavano l'anulare della mano sinistra "dito medicato" poichè si riteneva che una specifica vena unisse la sua punta al cuore (di qui l'usanza di "legare" in qualche modo l'amore con un anello a quel dito per non farlo fuggire -ne fa cenno anche uno scrittore latino del V secolo, Macrobio-). Tale era l'importanza dell'anulare sinistro che anche successivamente i maghi lo usavano... per mescolare le pozioni.

[Modificato da Hotepibre 14/06/2007 13.06]

iset83
00venerdì 15 giugno 2007 00:22
La storia della vena dell'anulare la conoscevo gia....ma esiste un popolo( ma nn mi ricordo quale) che nel matrimonio lega gli indici della mano destra dei due sposi con un filo rosso.....( piccola parentesi [SM=x822706] ).

Una piccola curiosità: il matrimonio nn era sigillato da nessun documento...ma il divorzio?Mi sembra di si ma nn ne sono sicura.... [SM=x822741]
Hotepibre
00venerdì 15 giugno 2007 13:27
breve [SM=x822742] ...non so quale sia il popolo che lega gli indici con il filo rosso, gli antichi cinesi, però, credevano che un "filo rosso" legasse le cavlglie di un uomo ed una donna fin dalla loro nascita. Era invisibile al mondo "reale", ma serviva a far si che, indipendentemente dalla vita di ciascuno, i due si incontrassero poichè era destino che dovessero sposarsi.
isishathor2
00giovedì 19 luglio 2007 16:30
anche io sapevo che il rito della fede nuziale nasce in egitto,ma nn sapevo il rito del nastro rosso... [SM=x822741]
mi informerò...bax
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