Il loto e la sua simbologia

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-Kiya-
00sabato 8 novembre 2008 17:41
Dato il manifesto interesse sull'argomento da parte della nostra Roberata (ma credo che anche altri tra noi siano attratti da questo argomento), apro qui una discussione a tema, dove riportare tutto quanto sappiamo a proposito di questo splendido fiore e del suo simbolismo all'interno della religione egizia.

Inizio io, riportando le poche nozioni che ho a riguardo:

Il nome egizio del loto era seshen.

Due sono le speci native del luogo: quello bianco (Nymphaea lotus) e quello blu (Nelumbo nucifera), mentre la varietà rosa fu importata dalla Persia in Epoca Tarda e per questo compare soltanto nei rilievi a partire dal periodo Tolemaico.
Il più comunememnte rappresentato era senz'altro il sacro loto blu, proposto anche come segno geroglifico che lo rappresenta, ovvero M9 e M10 della Lista Gardiner.
La prerogativa del loto è quella di nascere sul filo dell'acqua e dischiudersi di giorno, per richiudersi a bocciolo, quando la luce del giorno lascia il posto alla notte.
Tenuto conto della capacità di osservazione, preorogativa dei popoli antichi, compreso quello egizio, è facile intuire che il loto sia stato adottato quale simbolo della rinascita sulla base delle sue prerogative.

La cosmogonia Ermopolitana cita espressamente il lorto come sorto, per primo, dal Nun primordiale e continua affermando che il Demiurgo prese forma da esso.
In proposito basta ricordare le innumerevoli rappresentazioni e i suoi impieghi nell'arte, una per tutte: la scultura in legno che propone la testa di Tutankhamon, come nata dal loto.


Nascita e rinascita sono quindi i messaggi intrinseci che gli egizi vollero attruibuire a questo fiore, che ebbe parte preminente anche nel culto Osiriaco. In esso entrano in scena i 4 figli di Horus, mostrati come nascenti dal loto davanti al dio.
Il loto è presente inoltre anche nel Libro dei Morti, dove un verso recita, con riferimento al defunto:

"trasformando se stesso in un loto",


a rispecchiare il mantenimento di una promessa di resurrezione.

Il donare il loto, come è possibile ammirare in svariate rappresentazioni di Tutankhamon e Ankhesenamon, dove la Regine ne fa dono al Re, potrebbe essere quindi considerato come augurio/auspicio di vita eterna volto al ricevente.


Non ultimo, questo fiore fu adottato anche come simbolo dell'Alto Egitto. Spesso lo vediamo quindi rappresentato con questo significato accanto al papiro che, per contro, rappresentava invece il Basso Egitto. Insieme si riferiscono alle Due Terre, ovvero all'Egitto antico nella sua interezza.
antonio crasto
00sabato 8 novembre 2008 19:04
E’ vero che Tutankhaton viene rappresentato nascente da un fiore di loto.
Il simbolismo rimanda però alla nascita del dio Ihi, sotto forma di serpente, da un fiore di loto.
Da Ihi, figlio della dea Hathor e del dio Ra, sarebbero derivati tutti gli Horus, i sovrani d’Egitto, per cui per estensione tutti possono essere considerati nascenti dal fiore di loto.

Il fiore di loto viene generalmente tenuto in mano dalle regine. Il fatto che esso venisse portato al naso, come per odorarlo, ha insospettito alcuni ricercatori inglesi, i quali hanno studiato le proprietà del loto blu odierno e di quello dell’Antico Egitto.
Si è trovato che il loto ha proprietà simili a quelle del viagra e che pertanto poteva in qualche modo aver facilitato le attività procreative della famiglia reale.
pizia.
00sabato 8 novembre 2008 20:48
I fiori di loto sono l'elemento decorativo della coiotola Nun di cui abbiamo parlato

Corredi Funerari: ciotola
EGIZIA72
00sabato 8 novembre 2008 20:58
In Egitto si trovavano due specie di ninfee,chiamate dai greci e dai latini "loti":il loto bianco e il loto azzurro.Il primo presenta delle foglie dal bordo dentellato,boccioli arrotondati e petali larghi e aperti;il secondo ha invece delle foglie dal bordo lineare,boccioli appuntiti e petali stretti.il loto azzurro fu il più sacro e rappresentato nell'arte egiziana.Poichè il fiore di loto alla sera si chiude e si immerge sotto la superficie dell'acqua,per poi risollevarsi e dischiudersi nuovamente al mattino,esso divenne facilmente un simbolo del sole e della creazione.Secondo un mito della città di Hermopolis,fu un grande loto che si sollevò dalle acque primordiali e da cui,per la prima volta,sorse il sole.L'idea del giovane dio sole che appare come un fanciullo su un fiore di loto è ben descritta ne capitolo 15 del Libro dei Morti e fu di frequente rappresentata nell'arte egiziana.Questo giovane dio si chiamava Nefertum e portava spesso il titolo di "signore dei profumi,evidente allusione alla fragranza del loto stesso.Come simbolo di rinascita,il fiore venne anche strettamente associato al culto funerario.I quattro figli di Horo,che si prendevano cura del defunto sono spesso raffigurati su un fiore che spunta da uno specchio d'acqua dinanzi al trono del dio Osiride,il signore dei morti per eccellenza.Il Libro dei Morti contiene poi delle formule che permettevano al defunto di trasformarsi in un fiore di loto,al fine di resuscitare dopo la morte.Un piccolo busto di Tutankhamon esprime questo concetto e mostra la testa del giovane faraone che si innalza sopra un fiore di loto a una nuova vita.(Nella tomba di Nath,valle dei nobili,è presente il fiore di loto che,in quanto simbolo di rinascita,era legato al culto funerario.
pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 00:29
Loto azzurro nella vasca del girdino del Museo Egizio al Cairo.
roberta.maat
00domenica 21 dicembre 2008 12:39
A proposito della nynpaea caerulea,la pianta originaria emersa dal num ripeto quanto avevo scritto in altro tread.
Dal suo fiore nacque Atum,il Dio creatore di tutti gli dei. Questa nascita del sole fu rappresentata da Neferetem nelle sembianze di un bambino sorgente da un fiore di ninfea.
Secondo una versione del mito della lotta tra Horus e Seth, Osiride risorse come loto e l'immagine della trasformazione è appunto un fiore di ninfea da cui emerge una vita.
Dunque il loto come simbolismo estremo di rinascita è rappresentato in
Neferetem che è la nascita del sole.

Rispetto alla ninfea rosa, per intendersi, quella che ha i boccioli tondi e succulenti, siamo sicuri che sia di importazione persiana ?
Se così fosse, nel rilievo amarniano che abbiamo commentato, questi fiori non dovrebbero essere presenti e invece avevamo conlcluso che fossero quelli nella mano destra della regina. Non vi pare ? [SM=g999103]
pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 22:39
Non credo che la pianta sia di importazione persiana nel senso che sia stata introdotta dai persiani quando invasero l'Egitto; potrebbe essere che la zona della Persia fosse il suo areale di origine, ma in epoca precedente al Nuovo Regno.
Appena possibile consulto la mia eniclopedia (la Motta è sempre la più completa, alla faccia di tutto ciò che si può trovare su internet) e controllo se è citato il momento della sua diffusione.
-Kiya-
00domenica 21 dicembre 2008 23:53
Dalle mie ricerche è scaturito che le specie di loto presenti nell'antichità in Egitto fossero tre:


    - Ninphea cerulaea;

    - Ninphea Lotus

    - Ninphea Nelumbo


In merito alle ultime due, ho trovato quanto potete leggere qui:

www.etimo.it/?term=loto


Come potete appurare, si afferma che parti del fiore venissero usate per fare il pane.

Da qui mi ricollego alla questione sollevata dei lotofagi e segnalo questo:

www.etimo.it/?cmd=id&id=10032&md=b455d25016e7c24463ccc93c...


Semi di Ninphea Cerulaea e di Ninphea Lotus sono stati rinvenuti nella camera sepolcrale di Ramesse II
pizia.
00lunedì 22 dicembre 2008 00:23
Ah ecco! Il loto dei lotofagi sarebbe il giuggiolo, così quelli si perdevano nel famoso brodo... sembra più ragionevole che drogarsi tutto il giorno.

Le voci del dizionario etimologico del link mi sembrano scritte in un italiano un po' antiquato, non sono però riuscita a capire di quale si tratta né la data dell'edizione.
Potrebbe essere importante?
-Kiya-
00lunedì 22 dicembre 2008 00:49
Il dizionario etimologico a cui vi ho rimandato è la versione compilata da Ottorino Pianigiani, magistrato Italiano e grande studioso di etimologia, tra il 1905 e il 1926.

Elemento questo che può avere una certa valenza, in due sensi opposti. Si potrebbe ritenere che non fossero ancora state raggiunte conoscenze a 360° sull'argomento trattato, ma potremmo anche dubitare il contrario, ovvero che all'epoca si facesse riferimento a dati/informazioni e documenti di cui oggi non "ricordiamo" più l'esistenza...

;)
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