Il Neolitico: Il Signore degli Animali e Lo Sciamano

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emilioraffaele
00sabato 3 luglio 2010 18:00
 


IL NEOLITICO: “Il Signore degli animali” e “Lo Sciamano”

. Il Signore degli Animali è una figura che si ripete in tutte le comunità preistoriche, a dimostrazione del fatto che l'Uomo, nel progressivo sviluppo delle sue capacità cognitive, ha seguìto degli schemi evolutivi comuni, in ogni luogo del mondo, in quanto questi schemi sono coerenti con la necessità primaria di assicurare a loro stessi ed al loro gruppo, la sopravvivenza per la perpetuazione della specie. Come avviene nelle forme vitali più primitive, ogni stimolazione esterna, provoca in esse una immediata reazione ed una altrettanto rapida azione di adattamento alla nuova situazione”. L'uomo, a differenza, di ogni altro essere vivente, ha saputo indirizzare i suoi sforzi evolutivi, “idealizzando”, con la creatività, la propria esistenza. Di fronte ad una natura spietatamente selettiva, l'Uomo ha ricercato in sé stesso i motivi del suo vivere ed ha creato “alleati ideali” in grado di proteggerlo, in vita e di accompagnarlo, in morte, nel viaggio verso la rinascita..Una delle prime figure che hanno coadiuvato idealmente l'uomo nella sua vita quotidiana, è proprio il Signore degli Animali, di cui si parla anche nel libro di Natale Barca (Sovrani Predinastici Egizi)

Il Signore degli Animali aveva un ruolo di intermediario con gli uomini. Caratteristica basilare era la sovranità sugli animali. La buona riuscita della battuta di caccia era soggetta pertanto alla sua volontà, nel rispetto delle norme tribali.. Egli pertanto assicurava l'uccisione della selvaggina, in numero necessario alla sopravvivenza della tribù.

Probabilmente il Signore degli Animali, aveva anche il ruolo di Sciamano; anche questa figura è stata comune a tutte le culture primitive del mondo. Lo SCIAMANO era un po' animale e un po' uomo, viaggiava tra i mondi del reale e dell'inconscio e, grazie a questa capacità, era in grado di arricchire continuamente i suoi poteri. In molte culture lo Sciamano si origina dal mondo sotterraneo, con il quale è in continuo contatto. Spesso accompagna le anime dei morti in qualità di guida. Lo Sciamano (dal libro Sovrani Predinastici Egizi, pag. 110) era il protagonista dei complessi riti di una religione che cercava di influenzare il destino e le forze della Natura; durante tali riti, spesso cadeva in uno stato di alterazione della coscienza. Un graffito su roccia, trovato nel sito 26 del Uadi Abu Wasil, raffigura una persona dai capelli dritti sulla testa, forse uno sciamano in trance, oppure il disegno è la rappresentazione dei suoi sogni. Lo sciamano, solitamente uomo, viveva in condizioni di relativo isolamento, a poca distanza dal villaggio. Indossava ornamenti di piume, di pietre dure, d'avorio e d'oro e copricapi con le corna. Si serviva di astragali d'osso per le divinazioni e affollava il proprio ambiente di maschere, di teschi, di statuette, di scatole ricavate dall'intreccio di fibre vegetali, atte a contenere i “ferri del mestiere”. Era un personaggio rispettato e temuto, sia perché depositario di conoscenze non comuni, sia perché ritenuto in grado di guarire malattie, predire il futuro, mettere in collegamento con gli spiriti, cambiare il corso predestinato delle cose a vantaggio dei singoli o della comunità tutta intera.

Nulla di diverso dai costumi di molti altri popoli nel mondo, anzi in certe parti della terra, lo sciamano è ancora una personalità importante.

Insomma, fino intorno al 3500 i Naquadiani si annodavano i capelli a caschetto, in treccine tinte con l'henné, gli uomini indossavano solo l'astuccio penico e le donne una cinturina di perline (pag. 108 S.P.E.) e, non molto tempo dopo, a Saqqara viene eretta la piramide a gradoni di Djoser!!. Che cosa ci manca?


pizia.
00sabato 10 luglio 2010 19:33
Nulla, secondo me hai detto tutto...
Forse ti sembra strano che degli uomini con addosso solo l'astuccio penico possano costruire monumenti in pietra dell'impegno della Piramide a gradoni?
Fammi spezzare una lancia a favore dei Naqadiani!
Per una volta mi trovo costretta a citare Winkler (personaggio non molto simpatico a causa del suo sostrato culturale...), e la sua classificazione degli abitatori dell'Africa nord-orientale fra il neolitico e il predinastico.
Egli individua 5 gruppi, nei quali i portatori di astuccio penico sono definiti "abitatori delle montagne", essenzialmente cacciatori raccoglitori, culturalmente e tecnicamente meno evoluti rispetto gli abitatori della valle, dediti all'agricoltura a tempo pieno e soprattutto rispetto ai "suoi" invasori occidentali, veri portatori di ogni sapere.
In effetti questi gruppi sembrano essere davvero le componenti della civiltà egizia, cioé come schematizzazione quella di Winkler può essere accettabile.
Quindi non tutti gli antenati dei costruttori di piramidi appartenevano a questa cultura, ma solo alcuni.
Certo, ai pescatori e agli agricoltori l'astuccio penico sarebbe stato un po' scomodo, forse anche agli allevatori, ma invece per i cacciatori era uno status.
Possiamo discutere sulla sua funzione, eventualmente.
Comunque gli altri non se la passavano meglio, perché lavoravano nudi completamente, anche in epoca dinastica, come si vede nelle raffigurazioni delle mastabe della V e VI dinastia ad esempio.
Sembrerebbe dunque che ogni tipo di vestito o ornamento per il corpo fosse simbolico, prima ancora di essere pratico.
Adesso rischio l'OT, bisogna rientrare nel discorso sul "Signore degli animali".
Ammetto di averne sentito parlare per la prima volta sul libro di Barca, al contrario dell'icona del re mentre abbatte un nemico colpendolo con la mazza, e altre ben più ricorrenti.
Se non sbaglio ne parla a proposito del gruppo di raffigurazioni della Tomba 100, citandolo come esempio di una tipologia ricorrente, ma finora non sono riuscita a trovare, nella tradizione futura, immagini da ricondurre a questo modello.
Forse le scene di offerta con accurata rappresentazione di tutti gli animali "donati" al re?

emilioraffaele
00giovedì 15 luglio 2010 16:04
Non riesco a ritrovare il punto preciso per verificare se si trattava delle tomba 100 e comunque Barca ne parla molto poco ed attribuisce al Signore degli Animali esclusivamente una funzione iniziatica dei riti della caccia. Riguardo all’ipotesi di un ruolo specifico nelle rappresentazioni d’offerta, ci troveremmo a parlare di una figura sicuramente più moderna, un vero sacerdote con proprie funzioni ed in grado di svolgere riti specifici di ringraziamento. Rimanendo invece al Neolitico, la figura del Signore degli Animali si ripete un pò in tutte le culture primitive. Scavando nel web, ho riunito qualche informazione in merito ed ho scoperto che la figura ricorrente è quella femminile.La Signora degli Animali è figura peculiare nel sistema mitico dei cacciatori-raccoglitori, così come la Terra Madre concerne gli agricoltori. Entrambi i paradigmi femminili (non si deve dimenticare la diffusione anche di una versione maschile, il Signore degli Animali), rimandano ad un ulteriore archetipo “primordiale”: la Grande Madre. Un popolo di cacciatori-raccoglitori non vive e prega come un popolo d’agricoltori. Nel momento però che una civiltà passa dallo stadio “primitivo” (assenza della scrittura, dell’aratro, struttura sociale indifferenziata, assenza di sviluppo urbano, ecc.), le due variabili possono coesistere. Per esempio, in una civiltà “superiore” come quella ellenica, troviamo contemporaneamente la Signora degli Animali nelle vesti di Artemide e la Terra Madre raffigurata da Cibele o Demetra. È possibile rintracciare la Signora degli Animali in molte tradizioni. In Grecia, troviamo non soltanto Artemide con il cervo, ma anche Atena con la civetta e Afrodite con la colomba. Questo archetipo è anteriore non soltanto all’età classica (V e IV secolo a.C.), ma anche all’età omerica (700 a.C.). Sicuramente la Signora degli Animali appartiene al neolitico (9.000 a.C.), ma si trovano tracce del suo culto risalenti addirittura all’era paleolitica (10.000 a.C.). Nell’Anatolia centrale è stata rinvenuta un’antichissima scultura, presso il sito di Çatal Hϋyϋk (Turchia centrale), risalente, approssimativamente, al 6500 a.C. La statua in terracotta raffigura una SdA seduta su di un trono, nell’atto di partorire, mentre con le mani si appoggia a due leopardi collocati ai lati. Un’altra statua di terracotta di provenienza sumera (2000 a.C.) rappresenta una SdA, nuda e alata – presumibilmente identificabile con Lilith – circondata da due civette, che siede sul dorso di due scimmie. Nel palazzo di Cnosso, della Creta minoica (1700-1450 a.C.), una statuetta ritrae una figura femminile che impugna due serpenti, mentre ne sta partorendo un terzo. Sempre nella Creta minoica, un sigillo riproduce una figura femminile che fuoriesce dalla vetta di una montagna, accompagnata da due leoni e da un fanciullo. Ad Efeso, nel tempio di Artemide, un’imponente rappresentazione della SdA giganteggiava all’ingresso. La figura presentava dei seni a forma d’uovo ed aveva al collo una collana di segni zodiacali. Le braccia erano poste nel gesto rituale della benedizione, mentre la parte inferiore del busto era ricoperta da teste di animali. Deposte ai suoi piedi si trovavano degli alveari ed era affiancata da una coppia di cervi. La riproduzione della città fungeva da corona. Purtroppo la statua originale è andata perduta, una copia del II secolo si trova nel museo di Efesto. Nell’Asia Minore, la SdA è conosciuta come Kubaka o Cibele, affiancata da leoni. In Egitto è Iside nella sua manifestazione sotto forma di falco, ma anche Hathor dalle corna di vacca. Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).La SdA indiana è Pārvatī o Tārā, rappresentata mentre cavalca un leone o anche Durgā, dea dalle dieci braccia con le quali colpisce i demoni. In Giappone troviamo Amaterasu, dea solare, fondamentale nello shintoismo, mentre presso gli Inuit è presente Sedna, protettrice delle foche, dei trichechi e delle balene. Per gli indiani americani Hopi, la Sda si presenta sotto le vestigia della Donna Ragno, Kokyanguruti, madre della nascita e della morte. Nokomis è la Sda algonchina, mentre la messicana Chicomecoate rappresenta il Cuore della Terra ed è raffigurata insieme ai soliti serpenti. (www.esonet.it). Riguardo ad Iside, l’introduzione nell’Impero Romano del culto della dea Bastet, e la sua identificazione con la stessa dea, rinnovarono e rafforzarono il culto egizio del gatto sacro. Iside godette di una tale popolarità che ogni centro urbano possedeva un tempio detto Serapeum poiché dedicato alla dea e al suo sposo e fratello Osiride, divenuto nella nuova religione sincretica Serapide. Un importante Serapeo sorse a Ostia (Roma) – numerose sono le testimonianze ivi rinvenute, soprattutto iscrizioni e statue di gatto – dove si svolgeva un’importante festa il 5 marzo. A Roma il tempio di Iside sorgeva nell’attuale chiesa di Santo Stefano del Cacco, qui venne rinvenuta la statua marmorea della gatta che ancora oggi occhieggia al passante dal primo cornicione di Palazzo Grazioli, all’angolo di Via della Gatta e Piazza Grazioli, un tempo Piazza della Gatta. Anche a Tivoli nella Villa Adriana sorgeva un importante Serapeo. Iside era patrona del matrimonio, della famiglia e della maternità, moglie e madre devota, per lungo tempo rimase fonte di ispirazione per le donne romane. Spesso raffigurata intenta ad allattare il figlio Horus, appellata anche come hagia theotokos, Santa Madre di Dio, costituirà il modello base per la rappresentazione iconografica della Madonna che allatta il Bambino, la Maria lactans: insomma l’Iside che conquista i romani è più Madonna che donna (www.italiadonna.it) Una curiosità a proposito della figura della dea Iside venerata a Roma, nei pressi di Piazza Venezia, la toponomastica ci ricorda la presenza di Via della Gatta. Il nome della strada dipende dalla presenza di una piccola statua in marmo che rappresenta appunto una gatta a grandezza naturale: la piccola statuetta è posta sul primo cornicione all'angolo tra Palazzo Grazioli e Palazzo Pamphili. Il felino in marmo dava il nome anche all'angusta piazzetta che è presente nello spazio sottostante la scultura: oggi – o meglio, da quando il Duca Grazioli costruì il suo palazzo -questa piccola piazza ha invece il nome di Palazzo Grazioli. La piccola scultura proviene dal vicino Tempio di Iside. La leggenda vuole che sia stata lì posta in omaggio ad una piccola gattina in carne ed ossa che, avendo visto un bambino di pochi anni sporgersi e restare in bilico sul cornicione, iniziò a miagolare in maniera forsennata e continua, attirando l'attenzione della madre che poi lo salvò. Nell'immaginario popolare, lo sguardo della gatta indicherebbe la direzione nella quale è seppellito un ricco tesoro, mai ritrovato.

Chiedo scusa per le troppe divagazioni, ma quando si scava nelle “sabbie” del web, si trovano tanti “reperti” ed alcuni sono più interessanti degli altri, pertanto, esaminandoli, si perde tempo e si rischia di andare fuori argomento. In conclusione, mi viene da immaginare che il ruolo principale del Signore/a degli Animali fosse quello di consentire all’Uomo di allora, di accedere ai doni della Natura, a volte prodiga, ma più spesso avara. Il prelievo venatorio, in una sorta di “investimento futuro”, era commisurato alle necessità alimentari del momento, nel rispetto della vita degli esseri viventi che venivano soppressi. Forse molte delle ossa di animali trovate sepolte in diversi siti, scarnificate e disarticolate (Barca menziona addirittura il ritrovamento delle ossa di un elefante sottoposto a tale trattamento), erano state oggetto di cerimonie e riti che a noi continueranno a rimanere sconosciuti.

Riguardo ai costumi “osé” (si fa per dire) degli abitatori delle montagne ed ogni altra notizia collegata, ti sarei veramente grato se mi potessi indicare dove posso reperire le relative informazioni, magari sono già disponibili su Egittophilia.

Hatshepsut76
00giovedì 15 luglio 2010 16:27
Re:
emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).



Questa tua affermazione mi ha riportato alla mente questa immagine:




ACUSinpw
00venerdì 16 luglio 2010 01:42
Re: Re:
Hatshepsut76, 15/07/2010 16.27:

emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).



Questa tua affermazione mi ha riportato alla mente questa immagine:







Che, per chiarezza, è la famosa dea dei serpenti cretese.

emilioraffaele
00venerdì 16 luglio 2010 20:11
Si, l'avevo vista già, affascinante nella sua semplicità.
MassimoIzzo
00martedì 20 luglio 2010 16:30
Re:
emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Non riesco a ritrovare il punto preciso per verificare se si trattava delle tomba 100 e comunque Barca ne parla molto poco ed attribuisce al Signore degli Animali esclusivamente una funzione iniziatica dei riti della caccia.



Ciao emilioraffaele, sì nella tomba 100 c'è un signore degli animali, guarda nella foto sottostante e lo vedi subito nella classica posa mesopotamica che separa 2 fiere:
tomb 100
L'ispirazione di questo signore degli animali della tomba 100 è quasi certamente proveniente dalla Mesopotamia ed è presente tale e quale nei sigilli di epoca sumerica e in una famosa paletta egiziana decorata di Naqada III (quindi poco dopo la tomba 100) dove il "signore" ha addirittura il cappello e il vestito di un "Ensi-Lugal" sumero.

E a proposito di tomba 100, approfitto per dirvi che attualmente la sua posizione precisa è stata persa, sepolta sotto i campi coltivati così come tutta la parte di necropoli a cui appartiene, e la missione di Hierakonpolis non la cerca ufficialmente fino a che ci saranno i soldi e il tempo di scavare l'area. Attualmente sono occupati con i clamorosi sviluppi della necropoli HK6 sulla quale ho fatto la mia tesi di specializzazione.

Pizia, ma pure Winkler ti sei letta!! Brava!! ;)



MassimoIzzo
00martedì 20 luglio 2010 17:45
Pizia,
a proposito dell' iconografia del signore degli animali in epoca dinastica: dai un'occhiatina al segno gardiner A39 e la sua variante A38, scrive il nome della città egiziana di Kish, guarda caso nome identico alla città reale semitica (molto piu antica) della dinastia di Akkad.... :-)
Comunque quest'iconografia, come la buona parte delle iconografie sumero-mesopotamiche, tende a scomparire con le prime dinastie del proto-dinastico. L'idea generale è un "rigetto" dell'influenza culturale mesopotamica alla fine del predinastico.
Solo l'architettura a lesene sembra sopravvivere ancora per un pò, fino a Djoser dove è chiaramente presente.

Ma la questione dell'influsso culturale mesopotamico sul predinastico è vasta e articolata. Io personalmente credo che sia cessata per incontri-scontri violenti e relativo rifiuto culturale, più o meno quando a Uruk succede qualcosa di forte intorno al III° millennio....
pizia.
00martedì 20 luglio 2010 21:03
Re: Re:
MassimoIzzo, 20/07/2010 16.30:


Pizia, ma pure Winkler ti sei letta!! Brava!! ;)



Ma ho letto molto poco, quello che sono riuscita a trovare finora sul web, anche se mi piacerebbe leggere qualche opera intera.
Spero salti fuori da qualche parte un .pdf scaricabile prima o poi...

Comunque grazie per il chiarimento.
Leggendo il libro del Barca (pag. 161, il discorso sulla tomba 100), sembrava che per "Signore degli animali" fosse da intendere quello raffigurato sotto la tenda attorniato da animali, quindi non mi tornava come immagine ricorrente.
In tal caso sarebbe stato plausibile il parallelo con analoghe figure di "Signora degli animali" e altri sciamani, ma il "domatore" assalito dalle due fiere un po' meno.

Dunque questo tipo di raffigurazione scompare abbastanza precocemente dall'iconografia egizia dinastica, mentre quella coeva, e forse di origine simile, in cui il re immobilizza il nemico brandendo la mazza, rimane e diventa tipica di tutta la storia egizia.

Ma cosa significa: la figura di un uomo in posizione ieratica assalito da due fiere simmetriche?


emilioraffaele
00mercoledì 21 luglio 2010 08:54
Pizia, perché pensi che sia assalito?
emilioraffaele
00mercoledì 21 luglio 2010 09:08
A proposito, grazie Massimo per il tuo intervento, è sempre un grande piacere leggerti qui, spero che trovi il tempo necessario per comunicare più spesso con noi. Anche a me, come a Pizia, piacerebbe leggere qualche testo più completo, magari puoi consigliarci.
MassimoIzzo
00mercoledì 21 luglio 2010 12:10
ciao caro emilioraf, purtroppo sono latitante da un pò di tempo per impegni personali piuttosto gravosi e che mi distraggono la mente... prometto di essere piu presente in futuro.

Tenete presente che sono un appassionato studioso di sciamanesimo e che nelle mie ricerche sul predinastico ho cercato deliberamente riferimenti a ciò. Ma per ora, a livello di evidenze archeologiche e iconografiche, c'è ben poco.
Una tomba di Hierakonpolis presentata da R. Freidman come tomba di una "sciamana" è forse miglior indizio ma, a dire il vero, la definizione di "sciamana" della Friedman lascia perplessi dal punto di vista degli standard antropologici....

In parte il problema risiede anche nella definizione di "sciamanesimo" concetto per lo meno elastico. Forse meglio sarebbe indagare nella direzione dell'"animismo", atteggiamento mentale a cui lo sciamanesimo fa riferimento costante.
A livello intuitivo io sono abbastanza predisposto a pensare che figure sciamaniche siano state alla base della cultura africana predinastica (l'ho persino scritto nella mia tesi) e, in realtà, di tutta la cultura "religiosa" (termine inadatto) egiziana. Ma un indagine seria non va fatta con affermazioni semplicistiche ma con metodo.

La questione del Signore degli animali visto come sciamano non mi trova d'accordo e non mi risulta che ci siano studiosi che lo interpretano in tal senso.

Ma prima di tutto mi preme chiarire che Barca, forse per errore di scrittura, ha fatto una gran confusione nel passaggio riferito da Pizia a pag.161 parlando della Tomba 100. Citando testualmente:

"Vi è anche una figura umana assalita da una coppia di leoni...."

Questo spiega il commento di Pizia. Ma no, la figura non è assalita dai leoni, è invece il "Signore degli animali" mesopotamico che li separa e li domina, immagine, secondo gli orientalisti, del dominio dell'"Eroe (Re)" sulle minacce della natura selvaggia, ovvero la funzione civilizzatrice del re-sacerdote mesopotamico. Questa è l'iconografia tipica di Gilgamesh, non a caso l'eroe civilizzatore ritenuto dalla mitologia (forse storicamente confermabile) come appartenente alla Uruk del III° millennio, quella sicuramente in contatto con l'Egitto predinastico che ne mutua l'immagine.
Le analisi della figura del signore degli animali sono citate in qualsiasi libro di orientalistica che parli di Sumer, sicuramente ci saranno pubblicazioni specifiche.

"..mentre un'altra figura umana è raffigurata sotto una tenda e attorniata da animali, ed è confrontabile con quella sul manico del pugnale di Gebel el-Arak. Questo personaggio è noto tra gli specialisti come Signore degli Animali."

Forse per la figura sotto la tenda Barca intende quella sotto il baldacchino sulla barca in alto ma non sono sicuro: quello che è sicuro è che qui fa confusione perchè sul manico del pugnale di Gebel el arak c'è in bella evidenza invece quella che lui definisce "una figura umana assalita da una coppia di leoni" che è invece il vero "Signore degli animali".

Come dicevo nel precedente messaggio, vestito come un En-ENsi sumero, con tanto di barba e cappello a caschetto esattamente come li ritroviamo nelle immagini sumere, tanto che per questi manufatti trovati in Egitto si è ipotizzato la presenza di artigiani mesopotamici in Hierakonpolis e dintorni che incidevano, in puro stile mesopotamico, anche i soggetti tipicamente egiziani (come in questo manico).

Manico Gebel el arak
Spero quindi sia chiaro che il Signore degli Animali, oltre ad essere un'iconografia puramente mesopotamica che si trova in Egitto per sola importazione culturale, è molto improbabilmente legabile a concetti di sciamanesimo.
Sicuramente invece tale figura è legata alla raffinata propaganda politica di Sumer della fine del IV° millennio che sta passando da una strutturazione politica di tipo collegiale (ci sono analisi in proposito) ad una di tipo "regale", con unico dominatore il Re-sacerdote.
E da quel momento storico in poi, il mondo, con Egitto e Sumer, conobbe per la prima volta nella sua lunga storia, gli assolutismi. Insomma, il signore degli animali più che lo sciamano è il dittatore....

PS per Pizia:
Ho lungamente studiato le immagini dei graffiti di Winkler perchè ne ho fatto delle analisi stilistiche-iconografiche per la loro datazione ed anch'io avevo cercato i pdf :-) purtroppo non li ho trovati e sono dovuto ricorrere alla biblioteca di egittologia alla mia univ. a Pisa.... anche a volerli comprare sono introvabili perchè vecchissimi e mai rieditati... come al solito....
pizia.
00giovedì 22 luglio 2010 12:18
Finché qualcuno non si decide a mettere in rete qualcosa di più dovrò fare così anche io, cioé cercare una biblioteca in cui possa entrare...


Forse per la figura sotto la tenda Barca intende quella sotto il baldacchino sulla barca in alto ma non sono sicuro: quello che è sicuro è che qui fa confusione perchè sul manico del pugnale di Gebel el arak c'è in bella evidenza invece quella che lui definisce "una figura umana assalita da una coppia di leoni" che è invece il vero "Signore degli animali"


Ecco, infatti, la figura del "separatore" come "colui che mette ordine", mi è più familiare, mentre quella dello sciamano (sempre se lo è) sotto la tenda, circondato dagli animali non la trovavo proprio.

Di sciamano parla il Wilkinson a proposito della figura umana con capelli ritti sulla testa trovata graffita sulle rocce di uno wadi del Deserto Occidentale (raffigurazione citata anche da Emilioraff.)

Il guaio è che il libro del Barca è uno dei pochi a parlare abbastanza diffusamente di questi argomenti.
Noi facciamo spesso riferimento e affidamento su quel libro, perché è uno dei pochi a parlare diffusamente di questi argomenti, ma devo ammettere che a volte avrei bisogno di qualche spiegazione in più...
MassimoIzzo
00giovedì 22 luglio 2010 14:46
Con mille cautele per non farmi trascinare dentro questa discussione sullo sciamanesimo in Egitto in quanto è argomento che mi avvince al massimo grado :-) ti aggiungo qualche informazione Pizia.

La definizione di Wilkinson di "capelli dritti" è per lo meno discutibile perchè non tiene conto di un'iconografia presente in massiccia quantità nell'Egitto predinastico: quello di due piume o corna (ma sono spesso ben identificabili come piume o protuberanze vegetali). Per una sola raffigurazione che sembra avere piu di 2 robe dritte sulla testa, non è necessario ricorrere ad interpretazioni alternative: si tratta sicuramente dello stesso tipo di ornamento corrispondente alle 2 piume.

I graffiti del deserto, ma anche alcuni reperti provenienti da Abydos Naqada II, mostrano chiaramente queste due piume sulla testa di "leader" su barche piene di rematori. Il contesto dei graffiti potrebbe a volte essere funerario ma non sempre. A volte questi personaggi sono vestiti con una pelle animale come i preti "sem" di epoca storica.

Il problema ad identificarli come sciamani resta nelle definizioni antropologiche: giudicare da un abbigliamento o "parure" non è sufficiente. Una condizione necessaria per parlare di sciamanesimo è l'esistenza di stati di "trance" sciamanica e contatto con entità spiritiche, prevalentemente del mondo naturale ma non solo. In Asia questo è storicamente associato con le danze con il tamburo oppure con l'assunzione di sostenze psicoattive. In sudamerica esclusivamente con sostanze psicoattive. Etnobotanica è il nome del relativo studio.

Questa condizione necessaria non è "provabile" nel Neolitico o Predinastico egiziano, ergo non si riesce a distinguere un "leader" da uno sciamano a giudicare dai graffiti.
Devo dire che gli egittologi che parlano di "sciamani" rivelano spesso la loro scarsa preparazione in materia di antropologia: non a caso oggi ci si affida a specialisti interdisciplinari. Ma antropologi al lavoro in Egitto ancora non ne ho visti.....

In più, e qui vi lascio riflettere, queste due piume appaiono nell'iconografia dei "neter" egiziani, partendo da Min (Mn-w) già nell'antico regno e poi sulla testa di altre divinità, ma soprattutto Amon (I-mn). E non dimenticate che gli egiziani ci dicono che i loro "neter" erano antichi sovrani che avevano regnato sull'Egitto nell'età dell'oro..... forse una mezza verità........

ACUSinpw
00giovedì 22 luglio 2010 15:12
Re:
MassimoIzzo, 22/07/2010 14.46:

Con mille cautele per non farmi trascinare dentro questa discussione sullo sciamanesimo in Egitto in quanto è argomento che mi avvince al massimo grado :-) ti aggiungo qualche informazione Pizia.

La definizione di Wilkinson di "capelli dritti" è per lo meno discutibile perchè non tiene conto di un'iconografia presente in massiccia quantità nell'Egitto predinastico: quello di due piume o corna (ma sono spesso ben identificabili come piume o protuberanze vegetali). Per una sola raffigurazione che sembra avere piu di 2 robe dritte sulla testa, non è necessario ricorrere ad interpretazioni alternative: si tratta sicuramente dello stesso tipo di ornamento corrispondente alle 2 piume.

I graffiti del deserto, ma anche alcuni reperti provenienti da Abydos Naqada II, mostrano chiaramente queste due piume sulla testa di "leader" su barche piene di rematori. Il contesto dei graffiti potrebbe a volte essere funerario ma non sempre. A volte questi personaggi sono vestiti con una pelle animale come i preti "sem" di epoca storica.

Il problema ad identificarli come sciamani resta nelle definizioni antropologiche: giudicare da un abbigliamento o "parure" non è sufficiente. Una condizione necessaria per parlare di sciamanesimo è l'esistenza di stati di "trance" sciamanica e contatto con entità spiritiche, prevalentemente del mondo naturale ma non solo. In Asia questo è storicamente associato con le danze con il tamburo oppure con l'assunzione di sostenze psicoattive. In sudamerica esclusivamente con sostanze psicoattive. Etnobotanica è il nome del relativo studio.

Questa condizione necessaria non è "provabile" nel Neolitico o Predinastico egiziano, ergo non si riesce a distinguere un "leader" da uno sciamano a giudicare dai graffiti.
Devo dire che gli egittologi che parlano di "sciamani" rivelano spesso la loro scarsa preparazione in materia di antropologia: non a caso oggi ci si affida a specialisti interdisciplinari. Ma antropologi al lavoro in Egitto ancora non ne ho visti.....

In più, e qui vi lascio riflettere, queste due piume appaiono nell'iconografia dei "neter" egiziani, partendo da Min (Mn-w) già nell'antico regno e poi sulla testa di altre divinità, ma soprattutto Amon (I-mn). E non dimenticate che gli egiziani ci dicono che i loro "neter" erano antichi sovrani che avevano regnato sull'Egitto nell'età dell'oro..... forse una mezza verità........




Approfitto della sua presenza sul forum per chiedere una cosa:
Come interpreta lei la figura del Tekhenu? So che non si tratta di predinastico, ma di epoche ben più recenti... tuttavia leggendo qua e là, l'interpretazione "sciamanica" di questa figura di tanto in tanto salta fuori....
emilioraffaele
00giovedì 22 luglio 2010 16:29
Domanda interessantissima, ne abbiamo parlato nel forum, arrivando fino ad un certo punto. Confido nella pazienza di Massimo ed attendo con grande curiosità...
ACUSinpw
00giovedì 22 luglio 2010 17:25
Noi ne abbiamo discusso qui
pizia.
00venerdì 23 luglio 2010 03:41
Adesso cerco di fare l'avvocato di Wilkinson, perché penso ci sia una giustificazione all'uso della parola "sciamano" in quel contesto.
Tanto per cominciare nel libro non si può dire sia un termine ricorrente, anzi, tutt'altro, forse compare solo lì, nella spiegazione relativa a quella immagine.
Potrebbe non essere la parola esatta usata nella versione dell'autore (inglese), ma adattata al contesto dal traduttore.
Ma anche se in tal caso TW avesse deciso di usare deliberatamente quella definizione, immagino sia stato per rendere un'idea in un libro divulgativo, non per affermare la presenza di sciamani nel predinastico.
Inoltre si tratta di uno dei pochi casi in cui l'individuo ha sulla testa non due, bensì svariate punte, per ciò si intendeva distiguere questa iconografia da quella più diffusa a preludio delle due piume, paragonandoli a "capelli dritti".
Dico questo perché non vorrei che una mia sbagliata interpretazione delle parole di un autore, o l'aver fissato questo particolare (poco significativo in verità, TW non basa alcuna delle sue deduzioni sulla figura menzionata), possa generare fraintendimenti sull'attendibilità del libro o dell'autore.
MassimoIzzo
00venerdì 23 luglio 2010 17:10
Non ti preoccupare Pizia, quel libro di TW a cui ti riferisci è stato stroncato da nomi ben piu alti di noi, per es. Renée Friedman, e io stesso nella mia tesi l'ho citato per diversi errori macroscopici nell'analisi stilistica dei reperti e dei graffiti.

Per dirne una, figurati che nel libro, tutto eccitato, cita e argomenta su di un piatto decorato pseudo-predinastico che dice misteriosamente dimenticato in un angolo del Museo del Cairo...... il motivo per cui era stato dimenticato era ottimo..... era un falso e se n'era accorto anche Petrie (e lo dice anche nella pubblicazione del 1901), proprio Petrie che, per ammissione dei gestori del fondo Petrie, era noto per farsi infinocchiare e aver comprato intere partite di falsi. Senza troppa sua colpa naturalmente, anche perchè allora se ne sapeva molto poco ancora di pre e protodinastico, anzi, è lui che l'ha scoperto in buona sostanza.

Quello che è un più grave è che TW, che mi è molto simpatico e che apprezzo, non si è accorto che le incisioni del piatto erano le riproduzioni di una parte dei soffitti astronomici della 18° dinastia con l'aggiunta di qualche barca predinastica.... e lui ha fatto un'analisi stilistica sulla barca....

Spero che capiate perchè i professionisti ci vanno coi piedi di piombo prima di dire qualcosa di nuovo.... è un'attimo che ti distruggi la reputazione.....
pizia.
00sabato 24 luglio 2010 00:42
Mi preoccupo eccome invece, così mi distruggi un mito! [SM=g1361799]
Ma vabbe', se a "fargli le pulci" è stata la Friedman, posso farmene una ragione, diciamo che in un libro divulgativo, rivolto ad un pubblico non tecnico, anche qualche azzardo ci può stare [SM=x822706]
Insomma, senza di lui il pubblico di appassionati come me, come avrebbe saputo dei petroglifi del Deserto Orientale, della possibilità che gli invasori orientali non avessero invaso niente, dell'origine africana della civiltà egizia, dell'infondatezza della teoria sulla "new race", ecc.?

Ma come ha potuto non accorgersi... [SM=x822741]
Riccardo Banchi
00mercoledì 8 febbraio 2012 13:38
A proposito di sciamanesimo, vi segnalo un piccolo libro davvero calzante, e in italiano:
Regalità e sciamanesimo nell'antico Egitto, di Carlo Tubi (Editore Il Cerchio).
Davvero ben fatto.

Sul "Signore degli animali" penso ci sia poco da aggiungere. Quello famoso e sul manico di coltello dei Gebel el-Arak, dove lo stile mesopotamico è indiscutibile.
La raffigurazione della Tomba 100 di Hierakonpolis è più antica (circa 3.400 a.C.); lì, sull'influsso orientale potrei avere qualche certezza in meno...

Ric
emilioraffaele
00mercoledì 8 febbraio 2012 15:25
Grazie dell'indicazione, lo acquisterò.
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