I devoti di Bastet

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pizia.
00venerdì 20 febbraio 2009 15:54
Quando l’Egitto fu dominato da una dinastia di re originari di Sais, città della zona del delta orientale, la divinità patrona del nomo divenne la principale del pantheon.
In che modo fu riformulata la religione per giustificare tanta attenzione alla dea gatta?
antonio crasto
00sabato 21 febbraio 2009 11:14
Il tempio della dea Bastet si trovava al centro della città di Bubastis, nel sud-est del Delta. La città fu capitale del 18° nomo del Basso Egitto.
La dea gatta fu associata al Sole Ra, del quale costituì l’occhio “buono” in contrapposizione alla dea Sekhmet, l’occho “punitivo” del Sole Ra.
La città di Sais, l’egizia Zau, fu invece capitale del 5° nomo del Baso Egitto. In essa era venerata l’antica divinità Neith.
-Kiya-
00sabato 21 febbraio 2009 14:27
Non sono certa che si possa definire Bastet come "L'occhio buono di Ra", contrapposto all'"Occhio cattivo", riferito a Sekhmet. Credo, piuttosto, che l'assimilazione riguardasse la dea, nei suoi due aspetti.
Quindi, se non sono nel torto, l'occhio di Ra rappresentativo di Sekhmet e Bastet era lo stesso.

Per quanto riguarda l'epoca Saitica, ovvero l'epoca dei sovrani di Sais, collocata nel Periodo Tardo (che ebbe inizio con la XXVI dinastia), direi che potremmo giustificare la presenza del culto di Bastet, come associazione a quello di Neith. Alcuni epiteti della Gatta infatti hanno chiari riferimenti in proposito. Uno di questi, che venne attribuito a Bastet già (credo) nell'Antico Regno, era "Signora delle Bende". Anche Neith trovava collocazione nel culto mortuario, sempre in associazione con il bendaggio dei morti.
Nel tempio di Sais, dedicato a Neith, inoltre, compare Bastet, definita come "la gatta nella casa di Neith", che stava a sottolineare la presenza di un trono riservato a Bastet, nel tempio della Dea principale.

Probabilmente la giustificazione a questa connessione va cercata in epoca Antica. E' noto infatti che la rinascita culturale ed artistica, a cui si assiste con i regni dei sovrani Saitici, trae profonda ispirazione dal Regno Antico.

Neith trova collocazione come divinità tutelare, nel culto di Esna. Luogo in cui anche il culto di Bastet fu molto radicato.

Bastet, inoltre, divinità solare per eccellenza, assume connotazione lunare, a contatto con la cultura Greca che la associa ad Artemide. A sua volta Neith, la tessitrice, venne associata ad Artemide. Queste due divinità erano per i greci entrambe figlie di Zeus.
pizia.
00sabato 21 febbraio 2009 22:52
In effetti Bastet e Sekhmet dovrebbero essere lo stesso occhio, quello cattivo in principio, diventato poi buono, in seguito ai fatti narrati dalla leggenda della rabbia di Ra verso l'umanità.
Infatti le prime immagini zoomorfe di Bastet sono a testa leonina, solo da un certo punto in poi divenne gatta.

L'associazione di Bastet a Neith in particolare, mi sembra proprio un'operazione eseguita "a tavolino" dai sacerdoti di stato, per dare lustro e ascendenze antiche ad un culto provinciale, rimasto nell'isolamento per molti secoli.

Come diceva Antonio, la città sede di Bastet era Bubasti (odierna Tell Basta presso Zagazig) e qui si possono ammirare i suoi grandi templi, costriuti proprio in epoca saitica sul luogo in cui sorgevano antiche costruzioni di culto, dedicate alla divinità cittadina, "quella della città dei vasi bas" (fonte per l'etimo: FrAnkh).
Per deformazione professionale, nel cambiamento architettonico vedo sempre il seguito di un cambiamento rituale, quindi teologico, ma anche finanziario, politico, ecc.

E' vero che la cooperazione della gatta con Ra è già testimoniata nei Libri dei Morti, ma non mi risulta che ciò compaia già nei Testi dei Sarcofagi o, prima ancora, nei Testi delle Piramidi.
Inoltre abbiamo quei famosi scarabei in cui alcuni sovrani si fregiano di titoli di "vicinanza" a Bastet, ma l'impressione generale è che tutto debba ancora essere formulato.

La tradizione scritta arriva sempre dopo rispetto a quella orale, quindi anche le ipotesi di maggiore antichità di certi dogmi è da valutare, anche in considerazione della relativa povertà di mezzi dei sacerdoti locali della dea nei momenti storici in cui lo stato prediligeva altre divinità.
-Kiya-
00domenica 22 febbraio 2009 01:40
La rilevanza di Neith, già nell'antichità (I dinastia), è attestata dalla presenza del suo nome a comporre quello di alcune regine. Una di queste, si ritiene possa essere stata la madre di Re Den, moglie di Djet, Mer(it)Neith.

Troviamo inoltre il nome di Neith-Hotep, risalente alla stessa epoca, in cui si vuole riconoscere la madre di Re Aha.

Già nell'Antico Regno, a questa divinità erano attribuite Sacerdotesse proprie, al pari di Hathor.
Neith era ritenuta, in quel di Sais, una divinità primordiale, associata alla nascita di Ra, simboleggiante l'acqua primeva, ossia il Nun.

Le più antiche tracce del culto riservato a Bastet risalgono (se non ricordo male) alla II Dinastia, quando era raffigurata sotto forma di gatto selvatico o leonessa. Le prime rappresentazioni di Bastet come gatto domestico risalgono, invece, a un'epoca più tarda, intorno al 1000 a.C.


Riassumendo, la posizione di Neith sembra essere maggiormente rilevante rispetto a quella di Bastet, sebbene entrambe le divinità siano associate alla maternità e quindi alla vita.
E' per questo che ritieni che l'associazione delle due divinità possa essere stata sfruttata politicamente per aumentare il "pregio" di Bastet?

pizia.
00lunedì 23 febbraio 2009 19:20
Di Neith conosciamo certamente l'origine predinastica, di Bastet conosciamo il nome che compare in un documento della seconda dinastia, ma da quanto ho potuto capire (A.A. V.V., Ur-Sunu, catalogo della mostra) si tratta di scritto e non compare immagine di gatto, hai qualche foto?
La prima raffigurazione di gatto, cioé il segno geroglifico, è usata in una definizione, ritovata a Lisht e risalente al regno di Pepi II, usata nella frase: "Signore della città dei gatti".
Purtroppo la mia fonte non riporta il tipo di documento e a chi fosse riferito l'epiteto.

Durante la storia Bastet è sempre stata relegata nel ruolo di una divinità provinciale, per questo credo, ne sia stata tentata più volte l'associazione con altre ben più famose, magari con attributi simili.
Ma solo l'ascesa al potere dei re di Sais ha determinato il vero salto di qualità nella teologia della gatta.
-Kiya-
00lunedì 2 marzo 2009 09:58
Devo verificare sui miei testi, se sono disponibili immagini.
Secondo quanto ho trovato, si fanno riferimenti a partire dalla II dinastia a rappresentazioni di Bastet in forma di leonessa e, quindi, gatto selvatico. Per riscontrare immagini riproducenti il gatto domestico bisognerà, invece attendere il 1000 a.C.

Non so dirti se col termine "rappresentazione" ci si riferisca effettivamente a una rappresentazione della divinità o, più genericamente, alla trascrizione del suo nome.
Di quest'ultimo, tuttavia, vi sono tracce risalenti già al Predinastico, dove compare il nome di Bastet, quale Wbastit.
In merito, segnalo questo interessante scritto del dr. Francesco Raffaele, con immagini a corredo:

xoomer.virgilio.it/francescoraf/hesyra/Bastet.htm



Diego Baratono.
00lunedì 2 marzo 2009 10:58
Diego Baratono
Buon giorno, scusatemi se m'intrometto. Visto l'argomento, però, mi sembra giusto intervenire brevemente. Neith, come giustamente sottolinea Kiya, è una divinità delle origini. E' importante, giacché da sempre è venerata quale "Signora dell'Occidente", patrona delle Acque, e "Signora della Rete". Quest'ultima identificazione è ancor più interessante se osservata in una prospettiva, per dir così, "geometrica". La rete, verosimilmente, può essere un chiaro riferimento al reticolo modulare. A questo proposito, la studiosa Marija Gimbutas (spero d'aver scritto il nome correttamente), sostiene che dove vi è il simbolo di rete, di rombi ed immagini similari, si parla sempre di "Acqua", di "Caverne" e di quella che lei chiama la "Grande Dea", ossia della divinità primordiale, dea della creazione, della potenza creatrice ed in senso lato, quindi, della Donna. Neith, insieme ad Hator, sono figure femminili d'importanza fondamentale per l'orizzonte religioso dell'E.A. Un saluto, a presto, Diego.
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