I Ritratti del Fayyum: istantanee dal passato

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-Kiya-
00lunedì 6 febbraio 2012 14:38
Tra il 1887 e il 1889, l’attenzione dell’Archeologo Britannico W. M. Flinders Petrie fu catturata dalla Regione del Fayyum, un’oasi tentacolare situata 150 miglia a Sud di Alessandria. Scavando in una vasta necropoli risalente al I e II secolo d.C., ossia all’epoca in cui l’Impero Romano dominava in Egitto, Petrie trovò decine di squisiti ritratti eseguiti su pannelli di legno da artisti anonimi, ognuno dei quali risultò associato ad un corpo mummificato. Infine, l’Archeologo ne avrebbe scoperti 150 esemplari.
Quelle immagini sono oggi note come i “Ritratti del Fayyum”. Essi sono come una finestra aperta sul passato che consente ai nostri occhi di osservare il mondo antico in modo diretto. Una realtà che percepiamo quasi inquietante, per realismo e intensità. E’ come trovarsi al cospetto di persone reali, intente ad osservarci a loro volta.
Oggi sono circa 1000 gli esemplari di ritratti esistenti nelle Collezioni Egizie esposte al Cairo, al Louvre, al British Museum , al Petrie Museum , al Metropolitan Museum, al Getty Museum e anche altrove.



Ritratto di volto femminile conservato presso il Royal Museum of Scotland




Ritratto di volto maschile custodito al Metropolitan Museum of Art.
Sono visibili le bende che lo incastonavano alla mummia del proprietario.




Per decenni, i Ritratti furono relegati in una sorta di limbo, considerati Egizi dagli studiosi dell’Epoca Greco-Romana e ritenuti Greco-Romani dagli Egittologi. Ma con l’andar del tempo l’apprezzamento verso questi capolavori è andato via via aumentando, inducendo gli esperti di settore a sottoporli ad analisi non invasive tramite strumenti ad alta definizione, per comprenderli fino in fondo.
Presso il Ny Carlsberg Glyptotek Museum di Copenhagen recentemente il Ritratto di una donna è stato sottoposto ad analisi tramite apparecchiature che sfruttano la tecnologia per immagini digitali a luminescenza. Questa tecnica ha consentito di caratterizzare i pigmenti utilizzati e riscontrare un elevato uso del cosiddetto “blu egiziano” e di un pigmento sintetico, a base di rame, impiegato in particolare attorno agli occhi, naso e bocca per creare le ombreggiature, ma anche sull’incarnato per rendere l’effetto della pelle più realistico.
Stephen Quirke, Egittologo presso il Petrie Museum e co-autore del relativo Catalogo, ha suggerito che i Ritratti del Fayyum possono essere equiparati alle opere dei grandi Pittori del Rinascimento, soltanto precedenti di circa 1500 anni. Insomma un Tiziano e un Rembrandt ebbero predecessori di tutto rispetto.... nel Mondo Antico.

[fonte: www.smithsonianmag.com]

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:24.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com