Spesso succede che durante il girovagare in rete alla ricerca di un determinato documento, ci si ritrovi invece davanti a opere di cui
non si conosceva l’esistenza e che ti lasciano a bocca aperta.
A me è successo davanti a questa immagine femminile di regina, dalle forme perfette, in cui l’artista ha saputo modellare in maniera perfetta il finissimo tessuto che la riveste, in maniera tale, che
sembra non esistere e ne risalta la femminilità in un modo
stupefacente.
Sono certo che la descrizione iniziale della pur bellissima statua, non sia argomento di discussione.
Mi rimando pertanto a quello che è il titolo del post:
I nodi di Iside, a cui questa statua venne attribuita, erroneamente, proprio per il nodo che tiene fermo il velo.
Il nodo della statua non dovrebbe essere confuso con l’amuleto “nodo di Iside” conosciuto come Tit di cui allego le parole in geroglifico:
Esso è formato da nastri annodati ad occhiello e si trova su innumerevoli statue di regine tolemaiche, o posto sopra il seno sinistro, in questo caso sul seno destro, oppure tra i seni..
Questo, era anche un potente amuleto comparso durante il nuovo regno, che assicurava protezione in vita e nel corso del viaggio verso l'aldilà, connesso al culto di Osiride, chiamato in origine anche nodo di Seth o Nodo della vita.
E' citato nel libro dei morti - al cap. 156 - l'amuleto doveva essere portato al collo per ottenere la protezione di Iside, della quale rappresentava la magia ed il sangue. Era perciò realizzato in pietra rossa come il diaspro ma anche in oro che restava sempre il metallo più ambito.
Ecco qui un disegno e una raffigurazione su una colonna
Chi si è incuriosito può continuare la ricerca in rete, ciò
che io non ho approfondito.