Figlio eretico di Sethy I

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antonio crasto
00sabato 17 gennaio 2009 16:52
Nel suo ultimo libro “Shardana i custodi del tempo” Leoonardo Melis afferma che:

- il successore di Horemheb era comandante in seconda dell’Esercito e generale dei mercenari Libu, Shardana e Tjekker;
- Ramessu I avrebbe regnato dal 1292 al 1291 a.C.;
- il successore, il figlio Seti, era soldato cresciuto militarmente a fianco del padre fra i mercenari;
- il primogenito ed erede al trono di Seti, un certo Neb ka Set Nebet, era cresciuto al tempo delle persecuzioni contro i seguaci di Aton e la sua fede nel Dio Unico si sarebbe rinforzata ascoltando i racconti dei soldati shardana che arrivavano dall’Isola che aveva il loro nome;
- l’eresia di Neb ka Set Nebet sarebbe stata smascherata per la delazione del fratello geloso, Ramesse, e l’erede al trono sarebbe stato costretto all’esilio;
- egli partì per l’esilio, l’Esodo della Bibbia, con i suoi compagni di Heliopolis / On, la tribù dei Leviti;
- la storia egizia parlerebbe di questo principe, le cui tracce sembrano sparite nel nulla grazie alla cancellazione del fratello, Ramesse II.

Alla mia richiesta di conoscere i reperti archeologici e i riferimenti bibliografici, è stato risposto che qualcosa si trovava nel suo libro e nel libro di Sitchin "The wars of Gods and Man” e che il testo dei reperti archeologici sarebbe stato aggiunto nella seconda edizione del suo libro.

Io ritengo l’Esodo durante il regno di Smenkhkara, ma vorrei comunque conoscere se la storia dei due figli di Sethy I è riportata da qualche parte o se, come credo, sia una storia completamente inventata.
Mi sembra di ricordare che qualcosa del genere fu riportata nel film “I Dieci Comandamenti”, ma ovviamente non conosco i riferimenti bibliografici della sceneggiatura.
pizia.
00sabato 17 gennaio 2009 17:16
Un'altra fonte potrebbe essere il "Grande Romanzo di Ramses", di Christian Jacq, anche se il primo figlio di Sethi qui faceva la parte del cattivo e non aveva responsabilità nell'esodo, ricordo che insidiava il futuro faraone e cercava di ostacolarne l'ascesa al trono.
Però si tratta di un romanzo. [SM=x822712]
antonio crasto
00sabato 17 gennaio 2009 18:03
Io credo che tutto nasca dalla grande confusione fatta dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, seguita poi dallo storico cristiano Eusebio di Cesarea.
Il primo riporta un sovrano Sethos, chiamato anche Ramesses, che avrebbe avuto un fratello Harmais, vicere d'Egitto. Il primo sarebbe Ramesse II, chiamato anche Aegyptus, e il fratello avrebbe avuto il nome di Danaus.
Eusebio scrive invece che Armai / Danaus avrebbe regnato per cinque anni e gli sarebbe successo il fratello Ramesses / Aegyptus, che avrebbe regnato per 68 anni.

E' ipotizzabile che già l'opera di Manetone fosse confusa a riguardo dei sovrani della XVIII e XIX dinastia, ma sembra certo che Giuseppe Flavio ed Eusebio abbiano contribuito alla grande confusione dinastiaca del periodo.

I due storici non arrivano comunque ad associare Danaus all'Esodo, che per Eusebio si sarebbe verificato dopo il periodo di Akhenaton, e si rifanno forse ad un antico mito egizio, descritto da Erodoto.
pizia.
00domenica 18 gennaio 2009 10:28
Recentemente è tornata alla ribalta l'idea dell'esodo durante la XIX dinastia in seguito alla scoperta o riscoperta della tomba KV5 da parte di Kent Weeks, anche se non credo sia partita da lui.
Ho visto un film su Discovery sull'esplorazione di questa tomba, sul ritrovamento di resti umani attribuiti da qualcuno al primogenito di Ramses, con segni di morte violenta, alla fine si dimostrava come fosse proprio questi il faraone dell'esodo, morto prematuramente prima di salire al trono effettivamente, per cui gli successe Merenptah.

La spiegazione data potrebbe anche incontrare il gusto di qualcuno, ma non penso che Melis confonderebbe la vicenda del padre con quella del figlio.
Forse ha altre fonti o ha interpretato differentemente queste.
roberta.maat
00domenica 18 gennaio 2009 13:04
Non ho mai riportato una notizia che ho letto su uno dei miei testi perchè da mesi cerco di ritrovarla senza esito. Si riferiva a Meremptah
come faraone dell'esodo adducendo addirittura che fosse morto per annegamento (mar rosso). Non do credito a questo ma continuo a chiedermi dove l'ho letto anche in considerazione che possedevo solo saggi storici "ortodossi".
Biceleon
00mercoledì 4 febbraio 2009 00:22
Re:
roberta.maat, 18/01/2009 13.04:

Non ho mai riportato una notizia che ho letto su uno dei miei testi perchè da mesi cerco di ritrovarla senza esito. Si riferiva a Meremptah
come faraone dell'esodo adducendo addirittura che fosse morto per annegamento (mar rosso). Non do credito a questo ma continuo a chiedermi dove l'ho letto anche in considerazione che possedevo solo saggi storici "ortodossi".



«Il faraone Meneftah, figlio di Ramses II, morto nel mare dei Giunchi inseguendo gli Ebrei (Aapiru) che, sotto la guida di Mosè, raggiungono l’Asia» - Jean Hureau EGITTO ed. Fabbri 1977

Da mesi l’esodo del popolo di Israele dall’Egitto è diventato l’argomento primario nelle mie letture ed elucubrazioni mentali, ho deciso tempo fa di vagliare le tantissime varianti del come, dove e quando dell’esodo, sto leggendo di tutto dagli autori più accreditati ai più fantasiosi con lo scopo di ricavare ogni informazione utile per la mia ricerca, mi sono reso conto fin da subito che è una bella impresa ma alla fine anch’io avrò il mio personale punto di vista sull’esodo.



antonio crasto
00mercoledì 4 febbraio 2009 13:09
Biceleon sai qualcosa del figlio primogenito ed erede al trono di Seti, un certo Neb ka Set Nebet, di cui parla Leonardo Melis?
Biceleon
00venerdì 6 febbraio 2009 00:38
Riguardo al primogenito di Seti I tutto quello che so e quanto riportato da K. Kitchen nel suo famoso libro Il Faraone trionfante:

«Il giovane Sety sposò una fanciulla del suo stesso ambiente: Tuya, figlia di Raia, alto ufficiale delle truppe sui carri, e della sua consorte Ruia. I due sposi ebbero ben presto dei figli: il primogenito morì prematuramente, sembra, poi nacque una figlia, Cia. Un po’ più tardi Sety e Tuya ebbero un altro figlio che, questa volta, venne chiamato Ramses, come il nonno: egli sarebbe divenuto il protagonista del nostro libro Ramses II.» - p.31

Comunque di questo Nebkasetnebet o Nebchasetnebet no ne so nulla tranne quello che dice wikipedia tra l’altro senza alcun riferimento bibliografico.

Aggiungo che, considerata la mia labile conoscenza in materia di egittologia, ho chiesto lumi ad un egittologo inglese inviandogli le scarse informazioni trovate sul web, questi mi ha risposto che in nessun luogo della letteratura inglese si fa cenno a Nebkasetnebet e che questo nome sia probabilmente un invenzione di qualche eccentrico egittologo, lo stesso nome è da ritenere sospetto in quanto non prende l’usuale forma dei nomi reali della 19th dinastia.

Infine, si da il caso che posseggo sia fonte bibliografica citata da Leonardo Melis The wars of Gods and Men che la sua traduzione italiana dal titolo Guerre atomiche al tempo degli dei, ebbene di questo Nebkasetnebet non esiste un minimo accenno, ritengo quindi che la fonte sia stata citata a sproposito.
antonio crasto
00venerdì 6 febbraio 2009 09:54
Grazie Biceleon.
Vedo che Wikipedia non cita da dove si deduce l'esistenza di questo primogenito di Seti I.
Lo strano nome è tra l'altro una composizione di un nome maschile Nebkaset "Signore del ka di Seth" e un nome femminile Nebet "Signora", il che fa dubitare dell’esattezza della citazione.
Ammesso e non concesso che questo nome esista su qualche documento archeologico e che esso sia stato scalpellato in altri documenti archeologici, affermare con certezza che egli:

- fosse nostalgico della religione atoniana;
- fosse complice di sacerdoti ebrei atoniani di Heliopolis (Leviti);
- sia stato istigato alla ribellione da fantomatici soldati Shardana provenienti dalla Sardegna;
- sia stato smascherato dal fratello minore Ramesse;
- abbia lasciato l’Egitto con i sacerdoti eretici di Heliopolis insieme agli Ebrei e gli Shardana;

costituisce, a mio parere, un’opera di disinformazione e fantarcheologia, volta a esaltare la potenza di un antico Popolo del mare, che si vuol far provenire a tutti i costi dalla Sardegna.
Questo campanilismo archeologico trova evidentemente terreno fertile nel popolo sardo, frustato da millenni di dominazioni straniere, e in un movimento di pensiero che aspira all’indipendenza della Sardegna dall’Italia.
iset83
00martedì 10 febbraio 2009 22:42
Re:
roberta.maat, 18/01/2009 13.04:

Non ho mai riportato una notizia che ho letto su uno dei miei testi perchè da mesi cerco di ritrovarla senza esito. Si riferiva a Meremptah
come faraone dell'esodo adducendo addirittura che fosse morto per annegamento (mar rosso). Non do credito a questo ma continuo a chiedermi dove l'ho letto anche in considerazione che possedevo solo saggi storici "ortodossi".



Ricordo anch'io questa cosa, l'avevo sentita nel documentario che ha citato pizia.
pizia.
00mercoledì 11 febbraio 2009 00:30
Allora non sono l'unica che guarda Sky! [SM=g999103]
antonio crasto
00giovedì 12 febbraio 2009 19:00
Cerca e ricerca qualcosa esce fuori!
Francesco Cimmino “Ramesses II Il Grande”
Pag. 16

«[…] Da alcuni rilievi nella parete esterna del muro nord della sala ipostila di Karnak, nei quali vengono celebrate le campagne militari di Sethos I, sembra che la coppia regale abbia avuto almeno tre figli: un primogenito, il cui nome fu scritto, cancellato e scritto di nuovo, che forse è da identificare con un principe Amen-nefer-nebef citato a Karnak e in un graffito su roccia nell’isola di Sehel; […]»

C’è una bella differenza rispetto al nome Neb-ka-set-nebef segnalato da Melis. Rimane solamente la parte finale.
C’è da dire però che Cimmino non chiarisce perché il nome del primogenito fu scritto, cancellato e riscritto. Più che ad una damnatio memoriae, come ipotizza Melis, si potrebbe pensare ad un cambio di nome forse al momento della nomina a principe ereditario.

Io ho molte foto della parete nord esterna della sala ipostila, ma cercare questo nome mi sembra come cercare il famoso ago del paiaio!!! Comunque anche trovando la citazione si leggerebbe solamente l’ultimo nome e non il primo.
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