A proposito di giraffa...
posto questo articolo, di cui ho trovato il link su Glyph:
Le giraffe nell’antico Egitto
di Dirk Huyge
Quale animale ha più grazia della giraffa dalle lunghe gambe? Sicuramente l’eleganza di questa creatura maestosa dev’essere apparsa agli Egizi come appare a noi adesso. È risaputo che i primi abitanti dell’Egitto fossero ben informati di questo animale, tra i più alti viventi. Molte prove, sia pitture che ossa ritrovate, lo attestano. In un primo tempo, la giraffa era senz’altro parte integrante del mondo animale indigeno dell’Egitto. Assieme ad altri elementi della vasta fauna etiope, per esempio elefanti, rinoceronti e vari tipi di antilope, le giraffe popolavano la Valle del Nilo e le sue fasce desertiche. Le condizioni ambientali molto umide e molto lussureggianti, simili alla vegetazione della savana nel periodo Predinastico possono anche aver permesso la formazione di considerevoli branchi di questo animale. Non si sa con certezza quando la giraffa sia scomparsa dall’ambiente ecologico egizio. Molto probabilmente è successo agli inizi del periodo Dinastico o, al più tardi, nel corso del primo Antico Regno. La crescente aridità, assieme alla competizione da greggi di armenti da pascolo ed altri animali domestici, per il cibo, così come per altri fattori minacciosi, devono aver costretto l’animale a spingersi verso le terre più a sud.
Le rappresentazioni di giraffa sono ricorrenti nella ceramica a linee incrociate bianche del Naqada I o periodo Amartiano (3900-3650 BC). Dello stesso periodo si conoscono anche tavolozze di forma ovale per cosmetici con incise giraffe, e molti pettini dai denti lunghi in avorio coronati da una o più silhouette scolpite di questo animale. Durante il Naqada II, o Periodo Gerzeano (3650-3300), le giraffe sembrano essere state il soggetto meno popolare. La deliziosa giraffa, di recente scoperta, incisa in un piccolo vaso dal cimitero ad HK43, è una delle pochissime rappresentazioni che possono essere datate a quel periodo. È solo durante il Naqada III, o periodo Predinastico finale, che si trovano di nuovo numerose rappresentazioni. Chiaramente la giraffa è uno dei più grandi animali capitati in una vasta varietà di oggetti d’élite, per esempio manici d’avorio per coltelli, manici per mazze e tavolozze cerimoniali in ardesia.
Molto più comune che sugli oggetti archeologici mobili sono le giraffe nell’arte parietale predinastica. Parecchie centinaia di giraffe sono state scolpite sulle facce della roccia e sui macigni della Valle del Nilo , e deserti circostanti. Per esempio, un magnifico esempio di vita, forse del tardo o finale periodo Predinastico, è stato scoperto in un sito di arte rocciosa (HK61) a Hierakonpolis.
Nell’antico Regno e nell’arte tarda le giraffe sono rappresentate occasionalmente, ma diventano comuni nel Nuovo Regno. In quasi tutti i casi, questi animali fanno parte di scene di tributo, in cui rarità esotiche venivano presentate ai governanti dalle genti vassalle africane.
Tra i migliori esempi figurano la splendida giraffa all’interno della cappella della tomba tebana del visir Rekhmire (XVIII Dinastia) e quella nel tempio intagliato nella roccia di Ramses II, a Beit el Wali, nell’Alta Nubia. Sulle basi del suo modello in pelle a forma di stella, il precedente è, forse, una giraffa Masal, una sottospecie meridionale, la cui presenza è limitata a Kenia meridionale, Tanzania, Mozambico, Malati e Zambia.
In contrasto con la vastità di prove pittoriche campeggia la scarsità di resti di osso ritrovati nei siti archeologici. Ossa di giraffa sono stati ritrovati in molti luoghi del primo Neolitico nella parte ovest del deserto in Egitto, ma sono molto rare nella stessa Valle del Nilo. Il possibile verificarsi di resti di giraffa in un insediamento del primo Predinastico a Hyerakonpolis dev’essere ancora confermato. A parte questo, alcune vertebre di giraffa sono state ritrovate in una necropoli del tardo Antico Regno sull’isola di Elefantina, nell’estremo sud dell’Egitto. Evidentemente la caccia di questi mammiferi dal collo lungo non rappresentava la maggior preoccupazione per gli Egiziani. Dev’essere ricordata anche un’altra importante scoperta: quella di un frammento di teschio di un maschio di giraffa in una residenza del Nuovo Regno a Qantir (Piramesse), nella parte più ad est della Valle del Nilo. Più verosimilmente questo animale è stato importato dal sud, e costituiva parte del serraglio reale Ramesside o di una riserva di caccia. In alternativa, il frammento di teschio potrebbe essere stato un trofeo di caccia esotica, importato come tale (forse ancora attaccato alla pelle), e posto in vista sulle mura del palazzo. In effetti le pelli ed i capelli della coda venivano utilizzati per realizzare coperture per materiale manifatturiero o parrucche ornamentali.
(l’articolo è apparso su Nekhen News, n°10, 1998)
[Modificato da Hatshepsut76 22/10/2006 13.11]