Divagazioni sulle Storie di Erodoto

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Hatshepsut76
00mercoledì 1 febbraio 2006 19:57
Con questo nuovo topic voglio dare inizio alla proposta che mi ha suggerito Kiya, vale a dire di inserire dei brani delle Storie di Erodoto, e poi intavolarci un'eventuale discussione. Questo pomeriggio ho iniziato a leggere il Libro II, quello interamente dedicat all'antico Egitto. Tanto per farvi avere ben chiara la metodologia che userò, dirò che all'interno dei Libri, il resoconto è diviso in paragrafi; e per ogni brano indicherò il paragrafo in cui compare... Detto questo, comincio.

Erodoto si reca dai sacerdoti di Efesto, a Menfi, e da questi apprende: "Essi mi dicevano, unanimi fra loro, che, primi fra tutti gli uomini, furono gli Egiziani a scoprire l'anno, avendo diviso il ciclo delle stagioni in dodici parti, e l'avevano scoperto, a quel che dicevano, osservando gli astri. (...) Gli Egiziani, che considerano i dodici mesi di trenta giorni, ogni anno introducono cinque giorni oltre il numero solito; e così per loro, il ciclo delle stagioni di presenta sempre alla medesima data" (II, par. 4)

"Ecco, infatti, com'è la natura del suolo d'Egitto: come prima prova, se tu arrivi per mare e sei lontano dalla costa ancora una giornata di corsa, calando lo scandaglio, trarrai su del fango e non sarai che a undici orgie di profondità: questo dimostra che, fino a quella distanza, si ha terreno alluvionale"
(II, par. 5)

"In secondo luogo, l'Egitto si stende dalla parte del mare per una lunghezza di 60 scheni, secondo i confini che noi diamo all'Egitto dal golfo di Plintina al lago Serbonide, presso il quale si trova il monte Casio. (...)" (II, par. 6)

poi ci sarebbe il par. 8, in cui Erodoto prosegue nella descrizione geografica; secondo lui, se si procede verso l'interno, l'Egitto si restringe. A questo punto, da una parte si troverebbe la catena montuosa dell' Arabia, che va verso il mare Eritreo, dove si trovano le cave utilizzate per la costruzione delle piramidi di Menfi (...) dall'altra parte, invece, dunque verso la Libia, si estenderebbe una montagna in cui si innalzano le piramindi; questa montagna si prolungherebbe verso la catena dei monti arabi, che tende verso mezzogiorno. Partendo poi da Eliopoli, il paese tende a restringersi, fino a tornare di nuovo largo.

"Riassumendo, sono queste le misure dell'Egitto, espresse in stadi: la parte che confina dal mare, (...), misura 3600 stadi; (...) dal mare verso l'interno fino a Tebe vi sono 6120 stadi; da Tebe alla città chiamata Elefantina gli stadi sono 1800! (II, par. 9)
Hatshepsut76
00giovedì 2 febbraio 2006 19:43
“Se dunque, parlando dell’Egitto, accettassimo l’opinione degli Ioni, i quali sostengono che l’Egitto è soltanto il Delta, precisando che il fronte marino si estende dalla tore chiamata di Perseo fino alle Tarichee di Pelusio, su una lunghezza di 40 scheni e dal mare verso l’interno si protende fino alla città di Cercasoro, dove il Nilo si divide in due rami che proseguono l’uno verso il Pelusio, l’altro verso Canopo, se dunque, ci attenessimo a questa affermazione, potremmo dimostrare che una volta gli Egiziani non avevano paese.
Si sa, infatti, che il Delta (gli Egiziani stessi lo affermavano ed è anche il mio parere) è prodotto da alluvionee, per così dire, venuto alla luce di recente. Se, dunque, non avevano nessun paese, perché s’ostinavano nel credere di essere i primi venuti tra gli uomini? (...).
Ma in verità, mentre sono del parere che gli Egiziani non siano venuti al mondo insieme con il Delta (che gli Ioni chiamano Egitto), io penso che essi siano sempre esistiti, da quando comparve la stirpe degli uomini; ma che poi sviluppandosi il loro paese, molti di essi siano rimasti indietro, molti, invece, discesi a poco a poco lungo il fiume.”
(II, par. 15)

Egitto è tutto il paese abitato da Egiziani, come Cilicia è quello abitato da Cilici e Assiria la regione abitata da Assiri e fra Asia e Libia non conosciamo, a dire il vero, limite alcuno se non sono i confini dell'Egitto. Mentre, se adotteremo l'opinione comune fra i Greci, dovremo ammettere che tutto l'Egitto, a cominciare dalle Cataratte e dalla città di Elefantina, è diviso in due parti ed è compreso sotto le due denominazioni. Poiché una di queste parti appartiene alla Libia, l'altra all'Asia. Infatti, il Nilo, a cominciare dalle Cataratte, scorre verso il mare dividendo in mezzo l'Egitto. Fino alla città di Cercasoro scorre in un letto unico e dopo questa città si divide in tre diramazioni: una si volge verso oriente e si chiama Pelusica, la seconda verso occidente e si chiama Canopica. E per quel ramo del Nilo che prosegue diritto, ecco qui: scendendo dall'alto Egitto, arriva al vertice del Delta e da questo punto, dividendo il Delta a metà, va a finire in mare. E' il ramo che convoglia la maggior massa d'acqua ed è il più conosciuto: si chiama Sebennitico.
Vi sono anche due altre bocche le quali, dipartendosi dal ramo sebennitico, portano l'acqua al mare, e sono chiamate con questi nomi: Saitica l'una, e Mendesia l'altra.
Quanto alle bocche Bolbitinica e Bucolica, esse non sono sbocchi naturali ma scavati dalla mano dell'uomo.
(II, par. 17)

Ora, il Nilo, quando si trova in piena, ricopre non soltanto il Delta, ma anche alcune zone del territorio che si dice Libico e di quello che si chiama Arabico, fino ad una distanza di due giorni di cammino da ambo le parti e talvolta più ancora, talaltra meno.
Circa la natura del fiume, non mi fu possibile raccogliere alcuna notizia né dai sacerdoti né da alcun'altra persona.
Ero curioso di sapere da loro perché mai il Nilo scende, tutto gonfio, per cento giorni a cominciare dal solstizio d'estate. Raggiunto poi questo numero di giorni, si ritira indietro, abbassando il livello della corrente di modo che dura tutto l'inverno povero d'acqua, fino al ritorno del solstizio d'estate.
(...)
(II, par. 19)

"Senonché alcuni Greci, volendo acquistarsi fama di sapienti, hanno proposto per questo comportamento dell'acqua tre spiegazioni (...)
La prima di esse sostiene che i venti Etesii sono la causa del rigonfiamento del fiume, perché impediscono al Nilo di riversarsi in mare, ma spesse volte tali venti non soffiano e il Nilo, invece, si comporta alla stessa maniera.
Inoltre, se gli Etesii fossero la causa del fenomeno, anche gli altri fiumi, (...) si dovrebbero comportare allo stesso modo, e proprio come il Nilo (...)
(II, par. 20)

"La seconda teoria, se è meno scientifica di quella già accennata, a raccontarla, pero ha un carattere più meraviglioso: sostiene che il Nilo dà origine a questi fenomeni perché deriva dall'Oceano, il quale scorrerebbe intorno alla terra."
(II, par. 21)

"La terza, che è anche di gran lunga la più appariscente, è anche la più falsa; poiché non significa nulla dire che il Nilo deriva dalla fusione di nevi, dato che viene dalla Libia, attraverso l'Etiopia, e sbocca in Egitto.
Come, dunque, potrebbe derivare dalle nevi se proviene dalle regioni più calde e va verso le più temperate? Molte sono le prove che non è possibile che il Nilo derivi dalle nevi.
La prima e più convincente ce la offrono i venti che spirano da quelle località e che sono caldi. La seconda prova è che quella regione è costantemente senza piogge e senza ghiacci. (...)"
(II, par. 22)
Hatshepsut76
00venerdì 3 febbraio 2006 18:38
"Certamente gli Egiziani furono i primi fra gli uomini a celebrare feste nazionali, processioni per accompagnare gli dei o per portare offerte ai templi; da loro impararono i Greci, come prova il fatto che in Egitto le cerimonie le vediamo praticate da lungo tempo. Quelle greche, invece, sono state introdotte di recente"
(II, par. 58)

"Gli Egiziani non celebrano le grandi solennità nazionali una sola volta l'anno, ma ne celebrano parecchie.
In primo luogo, e con straordinario zelo, si radunano nella città di Bubasti, in onore di Artemide, per la seconda festa si recano nella città di Busiride, in onore di Iside: infatti non c'è un importantissimo tempio della dea in questa città, che sorge nel centro del Delta Egiziano: Iside è la dea che, in lingua greca, si chiama Demetra.
La terza festa, per Atena, viene celebrata nella città di Sais; la quarta, per onorare il Sale, in Eliopoli; la quinta a Buto, in onore di Latona; la sesta a Parmei in onore di Ares."
(II, par. 59)

"(...)
Pur essendo a confine con la Libia, l'Egitto non è molto ricco di animali; ma tutti quelli che vi si trovano sono da loro considerati sacri, tanto quelli che vivono con l'uomo, quanto gli altri.
(...)
C'è una legge riguardo gli animali che dispone così: degli Egiziani, uomini e donne, sono designati a sorvegliare l'alimentazione delle singole specie di animali: incarico onorifico che il figlio eredita dal padre.
(...)
Chi uccide qualcuno di questi animali ha, come pena, la morte, se lo ha fatto deliberatamente; se involontariamente, paga quella pena che i sacerdoti stabiliscono. Chi, però, uccide un ibis o uno sparviero, lo faccia volontariamente o meno, deve morire."
(II, par. 65)

"Per alcuni Egiziani i coccodrilli sono sacri, per altri no; anzi, li trattano da nemici. Ma quelli che abitano i dintorni di Tebe e il lago Meri in modo tutto speciale li hanno sempre considerati sacri.
Ognuna delle due regioni alleva un coccodrillo scelto fra tutti, che viene reso mansueto: gli mettono agli orecchi pendenti di pietra fusa e d'oro, e braccialetti alle zampe anteriori; danno loro dei cibi determinati e vittime, trattandoli nel modo migliore finché vivono; quando muoiono, li seppelliscono in recinti sacri dopo averli imbalsamati.
Invece quelli che non abitano intorno alla città di Elefantina, non li ritengono sacri e anzi ne mangiano le carni.
Il loro nome, però, non è coccodrillo, ma campse: furono chiamati coccodrili dagli Ioni, che ne confrontavano l'aspetto con quello dei coccodrilli, che nel loro paese si trovano sotto le macerie.
(II, par. 69)
Hatshepsut76
00lunedì 6 febbraio 2006 19:37
"L'arte della medicina in Egitto è ripartita come segue: ogni medico cura una malattia soltanto, non di più.
Tutti i luoghi sono pieni di medici, poiché vi sono medici degli occhi, quelli della testa, dei denti, della regione addominale e quelli delle malattie che non hanno precisa locazione."
(II, par. 84)

"Ecco come si svolgono presso di loro le lamentazioni funebri e le sepolture:
Quando in una casa viene a morire un personaggio che goda anche una certa reputazione, tutte le donne di quella casa si cospargono di fango il capo o anche il viso; poi, lasciando il morto in casa, esse si aggirano per la città percotendosi il petto, con le vesti succinte e i seni scoperti: con loro vanno tutte le donne del parentado.
Da un'altra parte si battono il petto gli uomini, anch'essi con le vesti succinte.
Dopo aver compiuto questi riti, portano il cadavere a farlo imbalsamare."
(II, par. 85)

[Nei parr. 86-87-88 Erodoto analizza i tre differenti tipi di imbalsamazione esistenti in Egitto:
1 - il primo, quello per il ceto ricco è quello che ognuno di noi conosce, quello con l'estrazione del cervello dal naso e l'estrazione degli intestini, poi lo tengono 70 giorni nel nitro; 2 - il secondo metodo , per il ceto medio, consiste nel riempire la pancia del morto con dell'olio, iniettato via anale, poi il corpo viene immerso nel nitro per 70 giorni, dopodiché si fa uscire l'olio precedentemente iniettato, così che del mort restano solo pelle ed ossa
3 - l'ultimo metodo, riservato alla classe più povera, consiste solamente nella purificazione dell'intestino e nell'immersione nel nitro]

[Modificato da Hatshepsut76 06/02/2006 19.38]

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