Diluvio Universale

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antonio crasto
00martedì 15 gennaio 2008 10:18
Apro una nuova discussione per non appesantire quella su Mosè.

Moltissimi biblisti, scienziati e storici hanno scritto sul Diluvio Universale. Il più famoso è quello biblico, ma si deve parlare di un mito che si è sviluppato in tutto il mondo.

Vari scienziati ritengono che l’Era Glaciale sia finita presentando un anomalo scioglimento dei ghiacci, che ha messo in luce tre importanti picchi di sollevamento dei mari.
Queste anomalie sarebbero ricollegabili a catastrofi immani che avrebbero colpito l’intero globo.
Si parla di periodi intorno al 12000, 9500 e 6000-5500 a.C. L’ultima catastrofe dovrebbe essere stata la più disastrosa, si sarebbe svolta in due fasi ravvicinate e dovrebbe aver portato il livello delle acque dei mari a superare temporaneamente di 5-10 metri il livello attuale. Quest’ultima catastrofe dovrebbe aver visto il Mediterraneo solcato da immani tsunami in propagazione da ovest, che in pratica avrebbero accumulato acqua verso est, distruggendo tutte le civiltà che vivevano lungo le coste, Delta del Nilo compreso.
Questa catastrofe dovette provocare lo sfondamento delle stretto dei Dardanelli e il travaso delle acque del Mediterraneo nel Mar Nero, fino ad allora un lago interno dalle basse acque. Questo lago è a mio parere il discusso “Grande Verde” rimasto impresso nella memoria dei Popoli del Mare.

A mio parere fu proprio questa catastrofe a portare le popolazioni della Terra a creare i loro miti del Diluvio Universale. Essa sarebbe durata abbastanza a lungo (40 giorni!!!), avrebbe visto in tutte le regioni un’alta moria di uomini, ma anche dei sopravvissuti su barche, casse, zattere o quant’altro abbia galleggiato sulle onde dei tsunami.
E’ molto probabile che anche le due precedenti catastrofi abbiano generato analoghi miti, ma questi quasi sicuramente furono cancellati dalle acque della terza catastrofe e sostituiti dai miti dei nuovi superstiti.

A detta degli scienziati la Mesopotamia fu particolarmente colpita dalle tre catastrofi. Durante l’Era glaciale la terra arrivava fin quasi alla fine del Golfo Persico. Il sollevamento dei mari portò ad un notevole arretramento della linea di costa e all’abbandono delle terre. L’ultima catastrofe diede il colpo di grazia portando, dopo la regressione delle acque, la linea di costa a coincidere con quella attuale.
Gli Ebrei vennero a conoscenza delle varie leggende dei popoli della Mesopotamia e degli Egiziani e nel costruire la storia della loro civiltà spostarono in aventi il mitico Diluvio.
Gli scienziati ritengono che nella Mesopotamia si trovano tracce di almeno due “recenti” impatti meteorici, uno dei quali avrebbe lasciato il cratere proprio vicino a Bagdad.
Analizzando i dati cronologici della Bibbia sono riuscito a determinare due date, che con molta probabilità corrispondono a questi due impatti, il 3267 e il 2395 a.C.
E’ presumibile che il meteorite che cadde agli inizi del 24° secolo a.C. abbia causato l’allagamento di parte della Bassa Mesopotamia (a Ur sono stati trovati strati di argilla pura di circa 7 metri).

Le due catastrofi regionali avrebbero ricordato il tremendo Diluvio Universale del 6° millennio a.C. e, non avendo riscontri tramite internet, sarebbero state ricordate dai popoli mesopotamici come altrettanti Diluvi Universali.

Il mio studio era chiaramente associato allo ricerca sull’Antico Egitto e mi ha consentito di trovare due prove inconfutabili della bontà della cronologia lunga di Manetone, da me rivisitata.
Il 3267 cadrebbe infatti all’inizio della III dinastia, dando ragione a Manetone che parla di una “Luna che crebbe in modo impressionante”, in parole semplici un grosso meteorite o una cometa. Questa catastrofe dovette innescare un breve cambiamento climatico che in Egitto si manifestò con una carestia di 7 anni. E’ la terribile carestia descritta dalla “Stele della Carestia” che descrive il periodo del sovrano Gioser.
Io ritengo ancora che fu proprio questa catastrofe a suggerire ai sacerdoti egizi di edificare templi agli dèi per chiedere la loro intercessione. Sarebbe così nata l’idea di costruire monumenti funerari dei sovrani che potessero essere visti dagli dèi in cielo e che in qualche modo costituissero un omaggio al Creatore: le piramidi.

Le conseguenze della seconda catastrofe mesopotamica dovettero determinare invece proprio la fine dell’Antico Regno. La catastrofe si sarebbe verificate alla fine del regno di Pepi II e avrebbe causato quel malcontento che portò all’uccisione del suo successore Merenra II e al periodo di anarchia, ben descritto da Manetone con l’invenzione della VII dinastia (settanta re in settanta giorni!!!).
La catastrofe coinvolgere in pieno gli antenati di Abramo, forse quell’Eber che diede il nome al popolo. Essa determinò un momentaneo sbandamento delle città sumere e permise a Sargon di Accad di conquistare la Mesopotamia. Gli Ebrei furono quasi sicuramente alleati degli accadici e ebbero in premio la possibilità di vivere nella ricostruita Ur. Questa situazione dorò per circa tre secoli, finché intorno al 2080 a.C. i Sumeri ottennero la rivincita e riconquistarono le loro città.
Gli Ebrei di Ur furono sconfitti e dovettero abbandonare in tutta fretta la città per tornarsene a nord, in posti decisamente più tranquilli per loro.
iakopo
00martedì 15 gennaio 2008 18:51
qualche gg fa mi ero appuntato questa citazione da Il Mistero di Sirio della Hope

Osiride, a quanto ci viene detto, entrò nella cassa (o nella tomba?) il 7 Athyr (13 novembre), lo stesso giorno e mese in cui Noè sarebbe entrato nella biblica arca! La cassa fu gettata nel Nilo, o nel mare, e viaggiò sulla corrente fino a che incappò in un tamarisco. (Potrebbe essere un'altra versione del mito del diluvio universale?)


la cosa mi aveva incuriosito e volevo verificarla ma non so quando potrò farlo. Qualcuno ne sa di più? [SM=x822706]
antonio crasto
00mercoledì 16 gennaio 2008 09:25
C’è una strettissima analogia fra la durata del 3° regno dei mortali secondo Eusebio (350 anni) e la vita del patriarca biblico Enok (365 anni).
Le considerazioni sulle catastrofi che posero fine al Paleolitico Superiore e al Mesolitico mi hanno portato a vedere questi 350/365 anni nel breve periodo fra le due fasi catastrofiche del così detto 3° Diluvio Universale.

Gli egizi descrissero il periodo dal 9500 al 5500 a.C. con la storia dell’Enneade di Iwnw / Eliopoli.
Atum avrebbe creato l’umanità emergendo dalle acque primiere, ma in realtà possiamo vedere in questo fatto la rinascita della civiltà egizia dopo una catastrofe e l’inizio di un lungo periodo di vita felice, il regno degli dèi.
Questo lungo periodo finì nel 6000 a.C. e questa nuova catastrofe fu ben espressa dal mito di Geb e Nut.
I due fratelli gemelli, nipoti di Atum, rappresentavano la Terra e il Cielo e furono trovati dal padre Shu stretti in un abbraccio carnale. Shu, l’Aria, li avrebbe separati e avrebbe maledetto Nut, facendo si che lei non avrebbe più potuto partorire nei 360 giorni dell’anno.
E’ chiaramente l’immagine della grande tempesta con nubi che abbracciavano mortalmente la Terra. La maledizione avrebbe posto fine all’età degli dèi e all’umanità se Thot non avesse inventato uno stratagemma. Avrebbe giocato a dadi con la Luna e come posta avrebbe posto minuti di durata della rivoluzione della Terra intorno al Sole. Thot riuscì a vincere ben cinque giorni così che l’anno divenne di 365 giorni.
I cinque giorni epagomeni egizi non erano stati maledetti da Shu e Nut potè partorire i suoi cinque figli, i semidei Osiride, Iside, Seth, Neftis e Anubis o Horus il vecchio.
Il mito descrive chiaramente una catastrofe dovuta a un impatto celeste e una variazione delle caratteristiche di rivoluzione della Terra. Fu molto probabilmente l’impatto di un grosso meteorite o della cometa descritta nel libro di Enok.
L’età dei semidei fu però brevissima, qualche centinaia di anni, perché intorno al 5500 a.C. una nuova catastrofe colpì l’intera Terra. Un eccezionale travaso di ghiacci nell’Atlantico settentrionale determinò un aumento rapido dei mari, conclusosi con un livello che dovette superare mediamente i 5/10 metri rispetto al livello attuale. La propagazione di tsunami giganteschi verso oriente, causò un accumulo di acqua nel Mediterraneo orientale, con la conseguenza che le sue coste furono rapidamente allagate. Le abbondanti piogge, durate forse proprio i 40 giorni biblici, determinarono quasi sicuramente anche l’allagamento della Valle del Nilo.
L’Egitto si ritrovò così sott’acqua, tranne per quattordici regioni più elevate su cui la civiltà egizia potè sopravvivere (Giza, Abidos, ecc.).
E’ il mito della morte di Osiride. Annegato nelle acque di un allagamento e il cui corpo, l’Egitto, fu suddiviso in quattordici pezzi.
La regressione delle acque diede nuova vita all’Egitto, ma i tempi furono differenti fra Alto, Medio e Basso Egitto. Chiaramente si verificò prima la fine dell’allagamento fluviale, consentendo all’Alto e al Medio Egitto di riprendersi prima del Basso Egitto. E’ il regno di Seth, il fratello geloso di Osiride.
Iside riuscì ad avere un figlio dalla mummia di Osiride, malgrado questa non avesse il pene, mai ritrovato nelle acque del Nilo. E’ la lenta rinascita del Basso Egitto, rinascita di civiltà per la quale non era evidentemente necessario un accoppiamento. L’allagamento del Delta fu lento, ma continuo e dopo alcuni anni anche il Basso Egitto poteva dirsi risorto. Horus era pronto a rivendicare i diritti di successione.
L’Egitto fu allora diviso dagli dèi nella regione meridionale assegnata a Seth e in quella settentrionale data a Horus.
Le acque abbandonarono infine tutte le terre. L’Egitto era di nuovo unificato e l’eredità di Osiride toccava finalmente tutta a Horus.

La fine di Osiride e la sua complicata successione sono dunque un’allegoria della catastrofe del 5500 a.C., del grande Diluvio Universale, e della nuova rinascita della civiltà egizia.

Non deve essere stato un caso se, anche alla fine della civiltà faraonica, il 5500 a.C. era considerato l’Anno Mundi, l’anno di nascita del mondo.
La Bibbia dei LXX fu corretta nelle età dei patriarchi proprio per portare la creazione a questa data ed è possibile che anche il testo di Manetone sia stato corretto, aggiungendo quasi 1800 anni, per portare l’inizio dell’età faraonica proprio al 5500 a.C.
In quest’ultimo caso i revisori di Manetone compirono l’imperdonabile errore di identificare l’inizio della nuova età della civiltà egizia con l’inizio dell’età faraonica, trascurando completamente il periodo predinastico degli Shemsuhor.
Hotepibre
00mercoledì 16 gennaio 2008 11:52
Re:
iakopo, 15/01/2008 18.51:

qualche gg fa mi ero appuntato questa citazione da Il Mistero di Sirio della Hope

Osiride, a quanto ci viene detto, entrò nella cassa (o nella tomba?) il 7 Athyr (13 novembre), lo stesso giorno e mese in cui Noè sarebbe entrato nella biblica arca! La cassa fu gettata nel Nilo, o nel mare, e viaggiò sulla corrente fino a che incappò in un tamarisco. (Potrebbe essere un'altra versione del mito del diluvio universale?)


la cosa mi aveva incuriosito e volevo verificarla ma non so quando potrò farlo. Qualcuno ne sa di più? [SM=x822706]



...intanto sarebbe interessante sapere da quale "notiziario meteorologico" la Hope abbia avuto notizia della data esatta in cui Noè entrò nell'arca; a tal proposito, nella Bibbia si legge:

.... Allora Dio disse a Noè: ”La fine di ogni mortale è giunta dinanzi a me, perché la terra è piena di violenza per causa loro: ecco io li sterminerò insieme alla terra! ...


...e più avanti:

...Poi il Signore disse a Noè: ”Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho riconosciuto giusto nel mio cospetto, in mezzo a questa generazione.


...segue la storia della scelta di SETTE coppie degli animali puri e degli uccelli ed una sola coppia di animali impuri e, quindi:

"...poiché fra sette giorni io farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti, e sterminerò dalla faccia della terra tutti gli esseri che ho fatto”...


...e quindi:

...E al termine dei sette giorni le acque del diluvio si riversarono sulla terra...


...date addirittura esatte? Nisba, mi pare!

E non è che il racconto di Utnapishtim, nell'"Epopea di Gilgamesh" sia più esatto quanto a datazione:

...Al settimo giorno la nave era pronta. Venne poi il varo, pieno di difficoltà, lo spostamento della zavorra di sopra e di sotto finchè due terzi rimasero sommersi. ...


...e, più avanti:

...Il tempo era compiuto, venne la sera, il cavaliere della tempesta mandò la pioggia. Guardai fuori e il tempo era orribile, così anch'io salii a bordo della nave e chiusi i boccaporti. ...



...anche qui, mi pare, niente date!
E date non si ritrovano, men che meno esatte come quella menzionata dalla Hope (sarà un caso che "hope" significa "speranza"?), nei racconti di Ziusidra o di Athrasis... no direi proprio che la datazione della Hope sia proprio una "speranza".

Quanto ad una possibile rimembranza del diluvio nell'episodio di Osiride gettato nel fiume da Seth, perchè no?
antonio crasto
00mercoledì 16 gennaio 2008 12:59
Grazie Giuseppe per l'appoggio alla mia ipotesi.

In merito all'asserzione della Hope si può rilevare:

Il calendario civile egizio è diviso in dodici mesi di 30 giorni e Athyr è il terzo mese dell’anno. L’errore più comune che viene fatto è quello di ritenere il 1° del primo mese, Thot, sempre coincidente col capodanno religioso, la levata eliaca di Sopedet / Sirio osservata a Iwnw / Eliopoli (16 luglio del calendario giuliano).
In realtà il calendario civile egizio si sfasava rispetto alla levata eliaca di Sirio, per cui il giorno 1 Thot anticipava di un giorno ogni quattro anni.
Detto questo se, vogliamo conoscere la corrispondenza di un giorno del calendario egizio nel calendario giuliano, dobbiamo conoscere l’anno dell’evento, calcolare la posizione nel calendario giuliano del 1 Thot e quindi determinare il giorno giuliano della data egizia.

E' presumibile che la Hope abbia supposto un anno per la morte di Osiride (non ho tempo di rileggere il libro) e abbia ricavato la data del 7 di Athyr da qualche documento.
In mancanza dell’anno è impossibile fare una verifica della corrispondenza col 13 novembre.
Si potrebbe percorrere però il procedimento inverso e sulla base della corrispondenza 7 Athyr = 13 novembre ricavare l’anno della morte di Osiride.

Per quanto riguarda la Bibbia il discorso è più complicato. Gli Ebrei utilizzano infatti un anno lunare. Essi ritengono che la creazione sia avvenuta il 6 ottobre del 3761 a.C. La differenza dei vari anni lunari porta uno spostamento del capodanno religioso, ma possiamo comunque accettare un inizio intorno all’Equinozio di Autunno.

La Bibbia asserisce che il Diluvio Universale iniziò il 2° mese nel 17° giorno (da cui la sfortuna legata al numero 17), per cui si dovrebbe avere una data nella prima metà di Novembre (chissà perchè in molte popolazioni il mese di Novembre è il mese dedicato ai morti).
Hotepibre
00mercoledì 16 gennaio 2008 13:21

...La Bibbia asserisce che il Diluvio Universale iniziò il 2° mese nel 17° giorno ...



Scusa se mi limito a questa parte del tuo post, ma visto che l'argomento è il Diluvio...

...è proprio questo dato che non riesco a trovare nel Genesi e nel racconto di Noè... trovo le dimensioni dell'arca ("...la lunghezza dell'arca dovrà essere 300 cubiti, la larghezza 50, l'altezza 30..."), trovo la durata del diluvio minacciato ("...farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti..."), l' altezza delle acque ("...Le acque sorpassarono di quindici cubiti le vette dei monti e questi rimasero sommersi..."), la durata dell'inondazione ("...E le acque rimasero alte sopra la terra per 150 giorni..."), ma l'unica indicazione che trovo (in quanto a date) è quella non dell'inizio del diluvio (avvento di certo nefasto che avrebbe meritato che il numero 17 diventasse "iettatorio"), ma qualla in cui l'arca si arenò sull'Ararat e qui, finalemnte, trovo "...Al diciassette del settimo mese l'arca si fermò sulle montagne dell'Ararat, e le acque continuarono a scemare fino al decimo mese."

Per inciso, se il 17 del settimo mese l'arca si arenò direi che doveva essere intepretato come un giorno FAUSTO e non infausto poichè il Sig. Noè e famiglia erano finalmente salvi [SM=g999103] .

L'ultima data che si trova nel Genesi è quella relativa, finalmente, al prosciugamento della terra: "...L'anno 601 di Noè, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra ...", ma, come si vede, non è indicato di che mese si tratti e si fa riferimento esclusivamente all'età di Noè che, quando il tutto iniziò, aveva 600 anni (beato lui!) [SM=g999105]
Hotepibre
00mercoledì 16 gennaio 2008 14:10
...anche a voler fare uno sforzo (decisamente inutile, una vera e propria pi...a mentale [SM=x822710] ) per cercare di risalire al primo giorno del diluvio dobbiamo partire da una data, ma quale?

...poichè l'unica data nota è il 17° giorno del 7° mese (giorno in cui l'arca si arena sull'Ararat), dobbiamo andare a ritroso e calcolare:
-150 gg. di inondazione ("...E le acque rimasero alte sopra la terra per 150 giorni...");
-40 gg. di pioggia ("...E il diluvio continuò sulla terra per quaranta giorni...");

...per un totale di 190 giorni dall'inizio del cataclisma... ora, se consideriamo (ma ripeto che stiamo facendo un inutile esercizio matematico... tanto per passare il tempo...) mesi tutti uguali di 30 giorni, possiamo dire che 190 gg. corrispondono a 6 mesi + 10 giorni e, andando a ritroso nei "mesi" del nostro fantomatico anno del diluvio, arriviamo al 7° giorno del 1° mese...

...e questo senza voler calcolare:
- i 7 giorni di preavviso dati da Dio (sarà per questo che si danno i "7 giorni" prima di licenziare qualcuno? [SM=x822710] );
- il fatto che dopo i 150 giorni di indondazione "le acque continuarono a scemare";
- che "il 1° giorno del 10° mese apparvero le vette dei monti";
- che dopo altri 40 giorni Noè mandò fuori il corvo che "uscì andando e tornando finchè le acque non si furono prosciugate..." (e quindi per quanto tempo?);
- che poi mandò fuori la colomba (ma non aveva mandato il corvo "finchè le acque non si furono prosciugate"?) che tornò senza nulla;
- che dopo altri 7 giorni rimandò la colomba che "...tornò con una foglia di olivo...";
- che aspettò altri 7 giorni e rimandò la colomba che, stavolta NON tornò (furba la colombella [SM=g999103] )...

...insomma, direi che è proprio una p...a mentale cercare di ricavar date da un racconto così...
antonio crasto
00mercoledì 16 gennaio 2008 15:02
Ero convinto di aver scritto il versetto della Bibbia.

Genesi 7, 10

Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciasette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.

L'edizione è sempre la stessa: La Bibbia di Gerusalemme.
Hotepibre
00mercoledì 16 gennaio 2008 16:13
...sempre e solo per il piacere di discuterne, e non perchè sia assolutamente indispensabile, la versione del testo da me analizzata (ma purtroppo non ho l'indicazione dell'edizione), riporta:
"Noè aveva 600 anni quando venne il diluvio e le acque inondarono la terra. Noè quindi insieme ai suoi figli e alla moglie ..."
...tuttavia, anche a voler prendere in considerazione la versione da te presentata, resterebbe un "errore" se si calcolano le date, a ritroso, a partire dall'arenarsi dell'Arca sull'Ararat.

Inoltre, la dizione "...nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciasette del mese..." fa il paio con l'altra "...L'anno 601 di Noè, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra ...", in cui pare di poter rilevare che il riferimento al mese ed al giorno sottintendono rispettivamente l'anno 600esimo e 601esimo di Noè; un anno, perciò "relativo" e non "assolutamente" indicato come avviene oggi con l'indicazione a.C. o D.C.

Del resto non sarebbe poi così strano... forse che gli egizi, ed altri popoli in genere non indicavano l'anno in funzione del re al potere (l'anno x del regno di ...) o di avvenimenti magari circoscritti al loro ambito (l'anno in cui straripò il fiume)?

Hotepibre
00mercoledì 16 gennaio 2008 16:33
chiarito l'arcano... abbiamo ragione entrambi:

"Gen. 7,11: la Tradizione Sacerdotale ha delle indicazioni pre­cise: “nel secondo mese, nel primo giorno del mese”; mentre la Tradizione Jahwista ha delle indicazioni più generiche: Gen. 7,10: “settimo giorno”.

La stessa durata del diluvio passa dai 40 giorni (Gen. 7,12) all’anno intero (quando Noè entra nell’arca ha 600 anni: Gen. 7, 6.11; quando esce ne ha 601: Gen. 8,13).

Non dobbiamo, quindi, stupirci delle ripetizioni, delle incongruenze e delle variazioni, perché la diversità è dovuta al fatto che il racconto del diluvio è frutto della fusione non perfetta di due tradizioni (Sacerdotale e Jahwista), differenti ma parallele dell’evento."

Don Antonio Schena, con approvazione del Vescovo di Castellaneta Martino Scarafile
antonio crasto
00mercoledì 16 gennaio 2008 17:16
In effetti la Bibbia non considera datazioni assolute, ma solamente periodi di vita dei patriarchi.
Dal conteggio di questi nelle varie versioni della Bibbia si è ricavata la durata fra la creazione e il Diluvio Universale biblico.
Il testo ebraico masoretico ci parla di 1656 anni, quello in greco dei LXX di 2242 anni e quello ebraico samaritano di 1307 anni.
I periodi indicati nelle varie versioni della Bibbia trovano una valenza assoluta quando si considerano alcune tradizioni dei popoli antichi. Per quanto riguarda il testo masoretico viene definita la data dell’arrivo in Egitto di Giuseppe nel 1525 a.C., mentre nella tradizione alessandrina questa data viene spostata intorno al 1900 a.C.
La prima porterebbe a definire il Diluvio Universale nel 2105 a.C., mentre la seconda porta a considerare la prima catastrofe in Mesopotamia nel 3267 a.C.
Io ho analizzato lungamente le età bibliche e le date che si deducono in base alle tradizioni maseretiche e alessandrine e ho cercato di interpretare le date in base alla storia, cercando i collegamenti con l’Antico Egitto.
Il 1525 è così diventato l’inizio della “schiavitù” del popolo israelita, decretata quasi sicuramente da Amenhotep I, mentre il 2105 può essere considerato la data di nascita di Abramo.
In considerazione dei 290 anni fra il Diluvio e la nascita di Abramo, si riesce così a individuare la data della seconda catastrofe in Mesopotamia, il 2395 a.C.
Il mio studio può essere considerato un complicato gioco matematico, ma alcune coincidenze sono particolarmente intriganti.
.Bata.
00giovedì 17 gennaio 2008 12:52
Per Antonio.

Per quanto di mia conoscienza, nel paese di Kemet non esisteva un tipo di schiavitù simile a quella greca o romana, nessun individuo poteva essere privato della libertà, poteva, a seguito di una condanna, essere obbligato a lavorare per un determinato periodo per una determinata persona ma, al termine, tornava ad essere un libero cittadino.

Trovo, pertanto, impropria la definizione di schiavitù, seppur virgolettata, per un intero popolo.

Rammento che, forse sulla Bibbia, viene detto che ".....il Faraone mise il popolo di Dio a costruire mattoni......." (citazione più che spannometrica) e vorrei ricordare un particolare delle costruzioni del periodo del regno di Ahmose e di Amenhotep ossia che, dopo la cacciata degli Hyksos, l'attività edilizia riprese alacremente in tutto l'Egitto ma, a noi, è giunta poca cosa in quanto, dovendo operare, per manutenzioni o costruzioni a nuovo, su tutti i templi e le grandi costruzioni, vennero impiegati mattoni di fango, più facilmente reperibili che non lo scavo e il trasporto di pietra.

Forse sono andato fuori tema o forse ci si può fare un pensiero.

Ciao, BATA.
antonio crasto
00giovedì 17 gennaio 2008 13:09
Caio BATA,
mi sembrava che le virgolette fossero sufficienti.
La Bibbia parla di lavori forzati per opprimere gli Ebrei. Gli Egizi avrebbero fatto lavorare i figli di Israele trattandoli duramente. Resero loro amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni di argilla per la costruzione delle città deposito di Pitom e Ramses e a svolgere con durezza ogni sorta di lavori nei campi.
La prova di questo fatto sembra sia stata trovata in una città dello Wadi Tumilat in cui sono state trovate mura di mattoni senza paglia.

E' evidente che non si può parlare di schiavitù nel senso romano del termine, ma certamente la vita per gli Ebrei non dovette essere facile.
.Bata.
00venerdì 18 gennaio 2008 08:58
Concordo con la tua precisazione.

Mi piacerebbe conoscere anche il tuo parere sull'accenno che ho fatto circa le costruzioni del regno di Ahmose e la prima fase di quello di Amenhotep.

Ciao, BATA.
antonio crasto
00venerdì 18 gennaio 2008 09:31
Ciao BATA,
non avevo risposto alla tua seconda domanda perché non l'avevo capita a pieno.
Ti riferisci ad Amenhotep I?
Io non credo che i due sovrani della XVIII dinastia abbiano costruito templi con mattoni di argilla. Ritengo invece che Ahmose abbia avuto problemi di guerre e pacificazione del territorio. Non bisogna dimenticare che se gli Hyksos conquistarono l'Egitto, questo fu sicuramente dovuto ad una certa "secessione" dei nomarchi del Delta.
Per quanto riguarda Amenhotep I credo che si possa considerare l'iniziatore del tempio di Amon a Karnak (non soni sicuro). Non ho comunque idea dei templi costruiti o ristrutturati da questi due sovrani. Dovrei fare una piccola ricerca.
Hotepibre
00venerdì 18 gennaio 2008 16:03
Anche se OT poichè il titolo fa riferimento al "Diluvio Universale", credo sia interessante precisare che, per quanto riguarda il complesso di Amon a Karnak, si deve spostare la data inziale leggermente più indietro della XVIII di Amenhotep I... siamo, infatti, sotto Sesostri I e nella XII dinastia.

Il nucleo originale, della XII dinastia, era infatti costituito da tre piccoli locali, orientati Est-Ovest, oggi inesistenti, di cui si sono conservate solo le soglie nello spazio che si trova dietro il santuario della barca di Filippo Arrideo (fratello di Alessandro Magno), nei pressi del ricostruito chiostro, appunto, di Sesostri I.
iakopo
00venerdì 18 gennaio 2008 23:40
antonio crasto, 16/01/2008 12.59:

[...]
E' presumibile che la Hope abbia supposto un anno per la morte di Osiride (non ho tempo di rileggere il libro) e abbia ricavato la data del 7 di Athyr da qualche documento.
In mancanza dell’anno è impossibile fare una verifica della corrispondenza col 13 novembre.
[...]


beh non parla di anni ma solo della "coincidenza" dei giorni.
Ma forse sul libro c'è qualche errore di stampa per la data perché la Bibbia dice che Noè entrò nell'arca il 17 del secondo mese (V. Gn. 7,11)

Mentre, per Osiride, il giorno della sua chisura nella cassa dovrebbe ricavarsi dall'Iside e Osiride di Plutarco (il 17 del mese di Athyr, "quando il sole passa attraverso Scorpio") [che però è il terzo mese del calendario Egiz.] e che corrisponderebbe, sempre secondo quanto riferisce Plutarco, al 28° anno dello stesso Osiride o del suo 28° anno di regno.

ora non so quando inizia il calendario ebraico e quindi se possano sovrapporsi i mesi () ma cmq. la coincidenza dei giorni la trovo interessante
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