Cronologie di re

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pizia.
00domenica 29 ottobre 2006 01:08

Cronologie di re
Dalla lucida analisi fatta dal Gardiner sulle fonti accreditate per ricomporre la storia egizia, in particolare su quelle usate per determinare la successione al trono dei re e la durata del loro regno, si nota come esse stesse non siano d’accordo fra loro.

Se è comprensibile che la cronologia di Manetone abbia delle lacune e delle inesattezze, dovute innanzi tutto alla sua distanza nel tempo dai fatti narrati, per le altre fonti, propriamente egizie e pure di età “imperiale”, che giustificazione possiamo trovare per il disaccordo?
Questi documenti sono:

La Pietra di Palermo, la Tavola di Saqquara, quella di Abido e il Canone Regio di Torino.

Per i documenti del Nuovo Regno possiamo accordare una certa inesattezza relativamente ai periodi più antichi, ma si presume che siano affidabili per le vicende a breve termine.
Seguendo la stessa logica, la Pietra di Palermo dovrebbe essere maggiormente affidabile per quanto riguarda le successioni dell’Antico Regno.

Ad esempio la Tavola di Saqqara omette i nomi dei primi 4 o 5 re della prima dinastia, non gente da poco, proprio i primi, fra i quali il grande Menes.

Questa omissione imperdonabile potrebbe essere giustificata solo dal fatto che sia andato perduto il frammento iniziale, però il Gardiner dice proprio “omessi”, come se fosse un atto volontario; non ho un’immagine completa di tale documento quindi non so farmi un’idea di questa possibilità, mi sembra che sia un bassorilievo ben conservato invece, però non riesco a darmi una spiegazione alternativa.

Per lo stato in cui versa il Canone Regio invece sappiamo che è impossibile leggere tutto, quindi è normale che manchi qualcosa, ma la parte relativa ai primi, quella c’è, ed anche ad Abido, quindi non se ne era certo persa la memoria con il passare dei secoli..

Quando troviamo evidenti inesattezze, come possono essere giustificate?

pizia.
00sabato 29 ottobre 2011 17:12
Nella Tavola di Abido, il bassorilievo scolpito sulla parete di una stanza interna del tempio di Sethi I, compare come primo nome Meni (mni) e come secondo nome Iti (iti).
Questi potrebbero essere considerati i primi due re della Prima Dinastia, cioé Narmer e Aha, anzi è meglio dire che questo è il ricordo conservato, come pervenuto all'epoca ramesside, dell'inizio dell'era dinastica.
Informazione da "prendere con le pinze" [SM=x822706]
roberta.maat
00martedì 1 novembre 2011 00:20
A proposito di Canone Regio, sappiamo qualcosa di quei frammenti dimenticati e rinvenuti nel museo a Torino ? Mi sembra di ricordare che fossero stati inviati per studio e restauro nel Regno Unito, ma potrei sbagliare !
emilioraffaele
00martedì 8 novembre 2011 19:41
 

Già, la continuità nel succedersi delle dinastie egiziane, registra notevoli disallineamenti temporali, anche tenendo conto delle numerose coreggenze nei secoli Eppure in un sistema ideologico così rigido come quello egizio, il passato rappresentava il “mito”, il modello d'ordine, il succedersi continuo e quasi sempre pacifico di regni di sovrani defunti, ciascuno dei quali lasciava il trono al successore in una sequenza unica e diretta. Nella lista del tempio di Sethi I, ad Abido, i beneficiari delle offerte del faraone, sono 75 antenati regali, rappresentati da altrettanti cartigli, più il 76mo appartenente allo stesso Sethi. Ora la sequenza dei cartigli sembra corretta dal punto di vista storico, ma diversi sovrani sono omessi, soprattutto quelli che regnarono in periodi di debolezza interna.Un'altra lista regale, del tempo di Thutmosis III, incisa sulle pareti del tempio di Amon Ra a Karnak, raffigura ogni personaggio in 61 immagini di statue, ma non poste in giusto ordine cronologico. Pertanto anche se il fatto che la maggior parte delle liste ponga i nomi regali selezionati in ordine cronologico corretto, riflette la naturale inclinazione degli Egiziani verso la conservazione e l'archiviazione dei documenti amministrativi, appare chiaro che l'ordine cronologico non era cosiderato essenziale.

Per quanto riguarda la lista regale conservata al Museo Egizio di Torino, essa comprendeva inizialmente trecento nomi di sovrani, nessun re sembra essere stato escluso, anche quelli della dinastia Hyksos ed accanto al nome di ciascuno, è scritta la durata del suo regno, fino al giorno esatto, tanto da poter stabilire, alla fine dell'VIII dinastia, un riassunto temporale di 958 anni a partire dal regno di Menes, primo nome della lista. A questo punto dobbiamo fare una riflessione sulle differenze tra la mentalità antica e quella moderna. L'uomo moderno è solito collocare prima della storia, la preistoria, cioè il racconto pieno di incognite di una società umana in un mondo senza scrittura, un luogo anonimo dove nomi e fatti restano sconosciuti. Ebbene, gli antichi non potevano concepire un simile stato di cose e si spingevano a cercare di ricostruire la cronologia dei re, anche immediatamente prima di Menes, attraverso la compilazione di una lista di anime e poi una lista di dei, seguiti dall'esatta durata del loro regno. Nel caso di Thot, per esempio, essa è di 7726 anni. L'immagine più importante che il passato proiettava era, dunque, quella di una continuità ordinata della regalità.

Riguardo al Predinastico, mi permetto di fare un esempio: Kemp ricorda che l'arte celebrativa ufficiale durante la prima dinastia, attraverso individui particolarmente dotati, si estrinsecava attraverso un sistema intellettuale notevolmente omogeneo, che però non fu più rappresentato nella cultura egiziana dei secoli successivi. In particolare, per quanto riguarda l'architettura ufficiale ed il suo significato, il periodo protodinastico ebbe una tradizione propria, che in seguito, durante l'Antico Regno, subì una seconda importante codificazione delle forme e del contenuto. Pertanto, anche se apparentemente la cultura egizia non denota grandi cambiamenti nei secoli, l'evoluzione sociale, registratasi nel tempo, spinge a considerare il passato con una mutata e differente consapevolezza.

Credo sia importante infine non sottovalutare la possibilità che la consultazione delle nostre fonti, possa essere, in diversi casi, il prodotto letterario dell'elite scribale che, per scopi didattici, o per motivi teologici, narrava fatti della vita di personaggi illustri dell'Egitto, manipolandone le gesta e la relativa cronologia; in fondo non è stata l'unica volta e neanche l'ultima nella storia dell'Uomo.

 

Ringrazio il grande Barry Kemp per avermi permesso, a sua insaputa, di alimentare questa discussione molto bella.

Hatshepsut76
00mercoledì 9 novembre 2011 00:26
Re:
emilioraffaele, 08/11/2011 19.41:

Ringrazio il grande Barry Kemp per avermi permesso, a sua insaputa, di alimentare questa discussione molto bella.



Se vuoi/volete, posso ringraziarlo io da parte di tutti.... [SM=g999103]


emilioraffaele
00mercoledì 9 novembre 2011 09:28
Ma forse non serve, la bellezza del suo scrivere sta nell'interpretazione dinamica del pensiero egizio e dovremmo ringraziarlo per ogni volta che andiamo a rileggere qualche pagina dei suoi scritti.
Riccardo Banchi
00giovedì 9 febbraio 2012 11:50
Sì, Barry Kemp, oltre ad essere un grande egittologo, ha grandi capacità divulgative e il suo libro "Antico Egitto. Analisi di una civiltà" lo dimostra.

Ric
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