Conoscere nomi e forme del vasellame antico

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pizia.
00lunedì 27 dicembre 2010 01:12
Professione archeologo
Negli strati degli scavi archeologici si può trovare una grande quantità di vasellame.

Materiali, forme, tecniche e colore possono svelare molte cose sul pezzo singolo, e il pezzo singolo di solito porta ad altre deduzioni di contorno.

Inoltre l’insieme dei pezzi singoli, ordinato e tabellato può portare, grazie alle applicazioni della statistica all’archeologia, ad altre considerazioni, in base alla frequenza di particolari caratteristiche o all’assenza di altre.

Nel topic sull’Iside italica abbiamo visto comparire un vaso particolare, la situla, nelle mani della dea, come elemento distintivo, se incontrato insieme ad altri, in grado di permettere un’identificazione e persino un termine di datazione, anche se molto vago.
Dunque inizierei la mia ricerca dalla situla.

Il nome significa “secchia” in latino.
Si tratta di un piccolo secchio da libagioni tipico delle civiltà mediterranee, di solito atta a contenere acqua.
La forma può essere cilindrica o svasata, col bordo arrotondato o meno, con la base piatta o semisferica, dotata o meno di una base propria per essere appoggiato.
Può anche avere un manico, qome quello dei secchi, cioé una bacchetta ricurva abbastanza da poter entrare in due punti opposti del bordo, opportunamente forati, in modo da permetterle di ruotare.
Di solito è realizzata in materiale metallico, ma può anche essere in ceramica.



Situla fotografata al Museo Vaticano
roberta.maat
00lunedì 27 dicembre 2010 14:55
A proposito de vasellame vorrei ricordare a chi partecipò e segnalare a coloro che all'epoca non erano presenti nel forum questa interessante discussione:
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7669032
pizia.
00martedì 28 dicembre 2010 17:42
Ricordo quella discussione Roby, [SM=x822713] e a proposito di ciotole, passerei alla patera.
La patera fu molto diffusa in epoca classica, si tratta di un ampio piatto libagioni, poco profondo come una specie di fondina, dotato di un manico o di un occhiello, usato per offrire bevande in sacrificio, ma anche per versare i liquidi, ad esempio sul capo degli animali da sacrificare.
Secondo qualche fonte poteva essere anche usato per bere, sempre in contesto rituale.
In epoca egizia potrebbe ricordare molto i segni geroglifici usati per "nb" o "k", cioé V30 e V31, però questi ultimi sarebbero cesti, realizzati quindi in fibra e utilizzati per il trasporto, mentre le patere classiche sono solitamente metalliche, o raramente in ceramica.
nbV31


roberta.maat
00martedì 28 dicembre 2010 23:18
La patera egizia che nome ha ? I simboli V30 e V31 sono fonetici e a memoria non so se possono essere determinativi.
Un oggetto simile potrebbe essere quello che contiene olio per illuminazione ?
pizia.
00giovedì 30 dicembre 2010 09:11
Il nome egizio del piatto a patera non lo so, [SM=x822741] però si usava moltissimo, ricordo di averne visti nel corredo di stoviglie, fornitissimo, di Djoser, ora parzialmente esposto al Museo di Imhotep a Saqqara.
Dovremmo fare qualche ricerca approfondita sul vocabolario o sperare nell'intervento di qualche archeologo vero, che ci illumini... [SM=g999097]

Il piatto sagomato usato per l'olio da illuminazione credo sia la lucerna, può essere chiusa o aperta e presenta, oltre al manico, anche un beccuccio per lo stoppino.

Questi termini sono generalmente mutuati dall'italiano in senso lato, forse sarebbe più giusto dire dal latino, oppure dal greco, perché l'archeologia come disciplina è nata dallo studio dei resti di epoca classica, ma credo che ormai i termini siano ufficializzati, per cui quel tipo di vaso viene chiamato così anche se appartiene ad un contesto estraneo, come la civiltà maya o quella egizia.

Forse nello studio delle civiltà estremo-orientali ci sono tipologie di vaso talmente divese da dover impiegare un nome a parte per indicarle, però lì la lingua è sopravvissuta, quindi è più facile.
pizia.
00sabato 1 gennaio 2011 19:20
La cista è un vaso cilindrico dotato di coperchio, generalmente usato per contenere cosmetici, oggetti per l'acconciatura e secondo qualche fonte anche indumenti.
Ovviamente in certi contesti può essere usato anche per il culto.

In particolare per noi egittophili potrebbe essere pertinente l'assimilazione col vaso "bas", segno W1 e W2, anche se le sue dimensioni tipiche sono circa metà rispetto a quelle della cista classica.
W1W2


pizia.
00lunedì 3 gennaio 2011 20:49
L'hydria è la classica anfora, dal corpo molto tondeggiante, generalmente usata per portare e contenere acqua.
Infatti, oltre ad essere abbastanza grande (anche 10 litri!) possiede tre anse, di cui due simmetriche, con occhiello verticale e una, posta alla stessa altezza sul corpo, con occhiello orizzontale.
Mentre le prime due servivano per appenderla o per movimentarla, la terza veniva impugnata per versare il liquido.
Per l'uso rituale era destinata a contenere l'acqua purificatrice, da cui veniva attinta trasferendola in altro tipo di vasi più piccoli, per poi essere sparsa.
In particolare, nei culti egizi del periodo classico, esercitati in località lontane dalla madrepatria, poteva essere destinata a contenere l'acqua sacra del Nilo.
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