Classificazione "trasversale" dei manufatti egizi

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pizia.
00martedì 5 ottobre 2010 23:10
Ho letto sul libro di B. J. Kemp Antico Egitto, analisi di una civiltà una classificazione molto interessante dei manufatti egizi.
In particolare questa classificazione viene applicata all'architettuta templare e viene introdotta proprio per poter discutere più agevolmente sull'argomento.

Di solito quando si parla dell'arte, dell'artigianato, dell'urbanistica, dell'architettura e del paesaggio costruito di questa civiltà ci si regola con le divisioni classiche, quelle introdotte da Manetone, legate alle dinastie, spesso semplificate nella successione cronologica dei tre grandi periodi imperiali inframezzati dai tre periodi intermedi.
Sistema comunque validissimo e molto chiaro.

Però c'è un problema: ad esempio mentre a Giza si costruivano grandi piramidi, in altre zone dell'Egitto, decisamente provinciali, si edificavano templi dalle mura irregolari.
Quindi, nello stesso periodo in cui viene elaborata una grande architettura imperiale, coesistono realizzazioni in stile molto diverso, legate alla tradizione precedente.

Kemp individua questi 4 "stili":

formale corrispondente alla forma classica del tempio del Nuovo Regno, di cui abbiamo tanti esempi, con cortili colonnati di contorno a spazi che si stringono, si accorciano e si abbassano più sono vicini alla cella centrale, in cui si trova la parte più sacra complesso.

protoformale sarebbe la forma immediatamente precedente, in cui il principio della cella segreta già compare, ma in termini semplificati, con una sala colonnata e un cortile, un percorso unico e dimensioni ridotte.

preformale ovvero "arcaico". Il luogo sacro viene interpretato in maniere molto differenti, con vari elementi irregolari, dai muri di cinta ai tumuli di ricordo primordiale, alla disposizione dei percorsi e delle aree funzionali.

tardoformale identificato con il risultato dell'imitazione dell'architettura formale presa a modello e ripetuta fedelmente in tutti i suoi caratteri distintivi. La differenza si nota nel particolare, nella decorazione, nella tecnica scultorea, ecc.
emilioraffaele
00mercoledì 6 ottobre 2010 18:14
 

Un altro libro che devo sicuramente acquistare, spero che sia ancora in commercio.

 

Rimango un po' sorpreso riguardo alla possibilità che, nello stesso periodo, venissero progettate e realizzate costruzioni diverse, a seconda dell'area di edificazione, privilegiando, se capisco bene, le aree “imperiali”.

 

Certo che la classificazione del Kemp assume il suo vero valore, andando indietro nel tempo, a partire dal Nuovo Regno fino al Protoformale, o sbaglio?.

Hatshepsut76
00mercoledì 6 ottobre 2010 19:05
Purtroppo no, Dario! L'ho cercato anche io, ma inutilmente! Come mi sarebbe piaciuto farmelo autografare da Kemp, a Parma... Forse l'unico modo è trovare in internet se per caso da qualche parte è disponibile in inglese...
-Kiya-
00mercoledì 6 ottobre 2010 19:17
Nello specifico, qual'è la ragione che vi induce a ritenere anomalo quando riferito dal Prof. Kemp?

Superficialmente e senza aver approfondito l'argomento, oserei dire che un tale atteggiamento potrebbe essere comprensibilmente dipeso:

a) dall'accentramento della forza lavoro nei progetti Reali e dalla conseguente mancanza di manodopera qualificata da impiegare in quelli secondari;

b) le innovazioni architettoniche tardavano a raggiungere le aree provinciali, che quindi restavano legate alla tradizione più a lungo.
RAMSY
00mercoledì 6 ottobre 2010 21:20
Io non ci vedo niente di strano, pensiamo all'Italia medievale: fuori da Firenze, Roma, Milano ecc...non c'erano grandi costruzioni....poi possiamo arrivare agli estremi di Rio de Janeiro, ma forse questa è un'altra storia
pizia.
00mercoledì 6 ottobre 2010 23:11
Penso anche io che sia una cosa abbastanza normale, infatti Kemp ha sentito il bisogno di dare un nome a questi "stili" perché il fenomeno è abbastanza comune in Egitto.
In realtà non so se la definizione è stata ideata da lui o da altri, oppure se, essendo in uso da tempo in maniera informale, è stata così ufficializzata.
In particolare mi ha colpito perché è davvero una semplificazione del linguaggio, usata da vari egittologi impegnati sul campo, nel momento in cui devono descrivere certi ritrovamenti effettuati durante gli scavi.

@Emilioraffaele: se ti va di leggerlo, prendilo, è un libro fondamentale, a mio parere, per la concretezza con cui tratta l'argomento generale della storia egizia. Lo puoi trovare in libreria, magari ordinandolo, ma più facilmente su internet (io l'ho comprato su Libreria Universitaria, ma c'è anche su IBS), è ancora molto diffuso perché è previsto come libro di testo in qualche università.

Una precisazione sul tardoformale: praticamente appare dal periodo tolemaico.
Quasi tutti i templi maggiormente visitati dai turisti sono quindi realizzazioni tardoformali!

Il sito di Medamud ben si presta ad essere preso come esempio.
E' stato occupato con continuità dal Predinastico, quindi presenta un tempio in cui tutte le fasi sono ben esemplificate.
I disegni aiutano a calarsi nei panni dell'archeologo vero, quello impegnato nello scavo dell'area; egli è partito dal rilievo delle vestigia esistenti, databili all'ultimo periodo dell'edificazione, poi, scavando, ha trovato le tracce delle situazioni preesistenti
corrispondenti alle fasi precedenti.
Mentre lui è costretto a procedere "a ritroso", a noi, grazie al suo lavoro, è consentito cominciare la lettura del sito dall'inizio, partendo quindi dalla fase più antica.
-Kiya-
00mercoledì 6 ottobre 2010 23:25
Purtroppo, per quanto appaia assurdo, il libro al momento non è disponibile.
Pare sia esaurito presso l'Editore.
Certamente avranno in previsione una ristampa o forse una nuova edizione aggiornata, ma attualmente l'unica possibilità è quella di reperirlo presso qualche libreria che ne abbia qualche copia giacente in magazzino.
pizia.
00giovedì 7 ottobre 2010 00:51
Allora non rimane che provare sul mercato dell'usato universitario...
emilioraffaele
00giovedì 7 ottobre 2010 15:55
Hehe, dietro segnalazione della Grande Kiya, stamattina ho acquistato il libro (l'ultimo) in un negozio pieno, pieno di volumi e ricco di testi egizi, anche antichi....
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 16:10
lieta di essere stata utile [SM=x822713]
ACUSinpw
00venerdì 8 ottobre 2010 10:55
Io l'ho acquistato in inglese, non avendolo trovato in italiano. Devo dire che in lingua, non è una lettura per niente facile, quindi a meno che l'inglese non lo mastichiate correntemente, ve lo sconsiglio.

Ci sarebbe per il momento da provare in qualche libreria "antiquaria", insomma quelle che raccolgono l'usato e che vanno in cerca proprio di questi libri "fuori produzione. Tipo Bergoglio libri, di Yorino. Dovrebbe esserci il sito web.
Hatshepsut76
00venerdì 8 ottobre 2010 11:25
ACUS, il sito c'è, ma il libro no... grazie comunque della dritta!
-Kiya-
00venerdì 8 ottobre 2010 11:37
Luca, prova qui anche tu:

www.aseq.it/?p=16172
Hatshepsut76
00venerdì 8 ottobre 2010 12:11
grazie Kiya! [SM=g999103] Ho appena chiamato, e l'ultima copia è stata venduta ieri... grrrr [SM=x822739]
-Kiya-
00venerdì 8 ottobre 2010 13:14
qui pare ne abbiano due copie, una in inglese e l'altra in italiano:

Maremagnum - Libri

scorri fino a metà pagina circa.
Hatshepsut76
00venerdì 8 ottobre 2010 13:55
grazie dell'indicazione! chiamerò appena posso!
pizia.
00sabato 9 ottobre 2010 16:28
In effetti è un libro abbastanza difficile, ma appassionante, ovviamente per chi è interessato ad un approccio molto pratico alla storia egizia.
Acus, se ti può essere utile studiare in italiano te lo presto, ho anche il suo cugino più vecchio, "La storia sociale dell'Egitto" di Trigger, Kemp, O'Connor e Lloyd.

Un altro tempio analizzato nel testo è quello di Elefantina, molto particolare per la sua posizione.
La città di Elefantina è piuttosto decentrata rispetto al cuore politico-amministrativo-religioso dell'Egitto, però gioca un ruolo importante perché sede dell'ipotetica sorgente leggendaria della piena del Nilo, perché è posta in prossimità della prima cateratta, luogo in cui, irrimediabilmente, si trova una discontinuità nella navigazione.
Durante la storia è stata dentro e fuori dai confini, abbandonata e corteggiata dalle varie dinastie.

Scavando qui gli archeologi sono davvero arrivati a spazzolare il subsrato roccioso in granito, limite oltre al quale nessun uomo è mai arrivato.
Il primo tempio costruito sulla roccia originaria era dunque quello arcaico o preformale e aveva una forma singolare, ricavata in una sorta di nicchia fra gli scogli levigati.
Probabilmente il luogo suggerì agli antichi uomini di Elefantina qualcosa di sacro, ma la nicchia naturale non bastava, così costruirono alcune celle in mattoni crudi, addossate alla pietra.
La cosa curiosa è che intorno ci sono tanti altri muri, sempre in mattoni crudi, più spessi o più sottili, ma tutti dal carattere preformale, aggiunti in varie riprese fino al Medio Regno, epoca in cui all'area templare fu dato un assetto protoformale.

In periodo tutmoside fu costruito il tempio in stile formale, utilizzando interamente materiale lapideo, e ricoprendo i resti delle due fasi precedenti fino al limite superiore delle rocce.
L'architettura formale aveva bisogno, per esprimersi correttamente nelle sue forme geometriche pure e pianificate da attenti progetti, di un sottofondo piano, che ricavò riempiendo l'antica nicchia.
Grazie a questa soluzione si salvarono grandi quantità di materiali, con somma gioia degli archeologi che lì si trovarono a scavare.
Hatshepsut76
00sabato 9 ottobre 2010 20:44
Re:
Hatshepsut76, 08/10/2010 13.55:

grazie dell'indicazione! chiamerò appena posso!



Proprio ieri sera (anzi, stanotte...) mi sono iscritto a Maremagnum, e ho inviato la richiesta del libro. Non resta che aspettare... [SM=g999103]


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