Chi è l'Egittologo

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
pizia.
00giovedì 3 luglio 2008 23:51
Chi è l’egittologo?
L’egittologo è un archeologo specializzato in Egitto antico.

Ma l’archeologo, sia o no specializzato nello studio di una particolare civiltà è soprattutto colui che scava per trovare cose appartenute agli uomini del passato.

Almeno, così ce lo immaginiamo, ma è meno archeologo chi studia gli oggetti trovati, cercando di rispondere agli interrogativi posti dalla storia?

Certamente l’archeologo che si reca in un sito per scavarlo sta facendo un lavoro di ricerca, raccoglie tutte le informazioni che trova, sottoforma di oggetti singoli oppure di strati, di posizioni reciproche, di osservazioni, di rilevamenti e foto, per poi elabolarle e dare una propria versione dei fatti.

Ma questa è solo la prima interpretazione dei dati, in segiuto alla pubblicazione del materiale, alle relazioni di scavo, all’esposizione di eventuali pezzi notevoli, molti altri studiosi possono elaborare altre interpretazioni più o meno in linea con la prima.

Sono questi meno archeologi e, nel nostro caso specifico, meno egittologi?

[SM=x822741]
roberta.maat
00venerdì 4 luglio 2008 00:38
Io penso che l'archeologo non debba necessariamente scavare,catalogare,studiare per essere ritenuto tale.
Piuttosto l'archeologo è colui che studia l'antico a prescindere dalle modalità con cui si avvicina all'oggetto o all'argomento.
Forse nella accezione comune della parola siamo abituati a pensarlo con palette e pennelli,però non dovrebbe essere così.
Per quanto riguarda la parola Egittologo siamo al solito dilemma che vuole questo termine attribuito solo per accademia anche se, parzialmente, può essere giusto.
Infatti si presume che per essere Egittologi non sia sufficiente lo studio dell'AE ma sia necessario il completamento dello stesso che quindi dovrà essere sancito in qualche modo.
Mi pare di ricordare che un eminentissimo archeologo egittologo come Champollion abbia fatto i suoi studi in musei,biblioteche,collezioni private ecc.e se non sbaglio non sia mai stato sul posto.....ma potrei ricordare male.
pizia.
00venerdì 4 luglio 2008 00:43
C'è stato, c'è stato, bontà sua... un paio d'anni, bel viaggetto, ma dopo, dopo tutto ciò che ha studiato e pensato...
pizia.
00venerdì 4 luglio 2008 00:49
Però le materie studiate a scuola, quelle che sono comprese negli esami da dare per laurearsi ed essere egittologi, forse sono richieste nei piani di studi perché propedeutiche, o comunque utili.
FrAnkh ad esempio ha studiato al liceo classico, quindi conosce latino e greco.
Inoltre ha detto di aver studiato tedesco come lingua straniera e ciò gli si è rivelato particolarmente utile, perchè molti testi più che utili, davvero importanti, specialistici, e chi più ne ha più ne metta, sono in tedesco e non sono mai stati tradotti in italiano.
roberta.maat
00venerdì 4 luglio 2008 17:52

FrAnkh ad esempio ha studiato al liceo classico, quindi conosce latino e greco.
Inoltre ha detto di aver studiato tedesco come lingua straniera e ciò gli si è rivelato particolarmente utile, perchè molti testi più che utili, davvero importanti, specialistici, e chi più ne ha più ne metta, sono in tedesco e non sono mai stati tradotti in italiano.



Lo studio del latino e del greco è fondamentale per l'apprendimento in generale. Io provengo dal liceo scientifico (poi laurea in economia che non mi piace),quindi niente greco fatta eccezione per l'alfabeto utile in matematica.....però devo dire che il latino studiato molto bene come si faceva ai tempi miei, è un supporto eccezionale per qualsiasi settore, allena la mente e le consente di spaziare in lungo e in largo.......meglio ancora se accompagnato da una preparazione nella disciplina della logica matematica.
Mi rammarico di non conoscere il tedesco....quindi porte chiuse per tanti testi di egittologia......accontentiamoci di inglese e francese fino a quando qualcuno non tradurrà i tedeschi !
Hatshepsut76
00venerdì 4 luglio 2008 18:31
nel mio curriculum scolastico figura un diploma al Liceo Linguistico.
Nel corso dei 5 anni ho studiato latino i primi due anni, poi al terzo anno, lasciando il latino, ho dovuto scegliere una terza lingua da studiare - a scelta tra spagnolo e tedesco. E ovviamente, potevo non complicarmi la vita? Ovviamente nooo, e così ho scelto tedesco. L'unica cosa che rimpiango nell'aver studiato tedesco, è che avevamo solo due ore a settimana, divise in due giorni, quindi si imparava ben poco [SM=x822731] . Anche io, come Roberta, di greco conosco solo quelle 3 o 4 lettere utilizzate in matematica e affini...
pizia.
00domenica 20 luglio 2008 15:17
Non vorrei che la discussione rientrasse nella disputa sui titoli di studio, sugli accademici e sugli alternativi, perché di ciò abbiamo già parlato in altri post.

Faccio un passo indietro citando Roberta, per ritornare al tema principale della disputa, cioè stabilire chi sia l’Egittologo.


Io penso che l'archeologo non debba necessariamente scavare,catalogare,studiare per essere ritenuto tale.



Su questo spero si possa essere d’accordo tutti.
Però vorrei essere sicura che, per usare il linguaggio matematico, l’insieme degli egittologi sia un sottoinsieme di quello degli archeologi:
· Ogni egittologo è un archeologo;
· Esistono archeologi che non sono egittologi.

In ogni caso dunque, chi è Egittologo deve avere certe caratteristiche di base, comuni a tutti coloro che sono archeologi.

Dunque ciò che abbiamo detto sull’accademia dovrebbe essere valido non solo per l’Egittologo, ma anche per lo specialista di civiltà greca, cretese, cinese, maya, celtica, ecc.; immagino ci siano appassionati come noi, interessati a queste altre civiltà più o meno antiche, che vivano nello stesso modo il conflitto fra lavoro e hobby, fra titolo di studio e studio reale.

Certamente a noi appassionati, che viviamo la branca dell’archelogia a noi più cara sopra i libri, su internet, in viaggi privati sul posto, visite ai musei, conferenze a porte aperte, associazioni amatoriali e di volontariato, ecc., fa piacere donare attenzione a quegli archeologi che scavano poco o niente, perché li sentiamo più simili a noi, più raggiungibili come modelli, e perché effettivamente sono più vicini a noi, in qualità di divulgatori, di autori di saggi e romanzi, di articoli sui giornali, di servizi televisivi e filmati.


Cerco di spiegarmi meglio con un esempio:

Silvia Vinci la sento più vicina a me perché dai sui libri è come se mi parlasse, posso andare a Bologna e provare ad incontrarla, posso scriverle e-mail, posso ammirare il suo lavoro pur sapendo che lei in persona non ha levato la sabbia col pennellino dai vasi trovati nella necropoli di Umm el Kab; certamente è laureata e non solo, si occupa di portare avanti gli studi presso l’Università di Bologna col dottorato di ricerca.

E’ possibile, anzi, quasi sicuro, che abbia partecipato a qualche scavo archeologico durante il suo percorso di studio, probabilmente con il vecchio ordinamento, ma non nelle località sede di indagini sul predinastico, piuttosto dove la struttura universitaria di appartenenza aveva una concessione (Fayyum? Hawara?); ciò è servito certamente come esperienza pratica di completamento e arricchimento, ma non si è rivelato propedeutico allo studio importante che avrebbe intrapreso, la Dinastia Zero.

A rivoltare la terra sul posto, troviamo invece Renée Friedman, impegnata tutt’ora a Hierakonpomolis/Nekhen, della quale so poco o nulla, posso solo aggiornarmi sul sito ufficiale (grazie internet!), con l’abisso linguistico in mezzo.

Appurato che l’una non è più archeologa dell’altra e che entrambe sono egittologhe a pari diritto, è solo una questione di gusto personale o di condivisione di idee e obiettivi che mi fa scegliere se “seguire” l’una o l’altra o entrambe.

Tutto questo lungo discorso per dire che, riconosciuto il valore paritario fra l’archeologo “pratico” e quello “teorico”, dovremmo analizzare un po’ più approfonditamente il lavoro del primo, visto che del secondo ne abbiamo già un’idea abbastanza precisa.
-Kiya-
00domenica 20 luglio 2008 20:46
Nella buriana che attualmente caratterizza le mie giornate mi era dsfuggita questa interessante discussione, alla quale vorrei prender parte partendo, per così dire, dalle "radici".

Chi è l’Egittologo?
Un dizionario di italiano se la cava con grande leggerezza, definendo egittologo con “Studioso di Egittologia”. Il dizionario etimologico nemmeno lo riporta, quasi che questa parola non abbia origine.
Diventa inevitabile partire dalla definizione di “Egittologia”, per cercare di comprendere chi sia colui che la studia.
Ecco che scopriamo che essa è la “Scienza che studia la civiltà dell'antico Egitto” o, più semplicemente lo “Studio dell’antica civiltà egizia”.
Per ottenere un risultato più soddisfacente è necessario affidarsi a un dizionario enciclopedico. La rete offre numerose risorse a riguardo, che, se opportunamente filtrate, iniziano ad indicare la strada verso cui intendiamo avventurarci.
Ed ecco che le cose migliorano passo, passo, di fronte a descrizioni quali: “Scienza che studia sistematicamente (ovvero in modo capillare, metodico, organizzato) i vari aspetti (storia, lingua, scrittura, arte, ecc.) che costituiscono la civiltà egizia.
Ancora un risultato migliore si ottiene consultando l’Enciclopedia Treccani, nella quale per “egittologia” leggiamo: “Scienza che ha per oggetto lo studio e la conoscenza dell'Egitto faraonico, sotto l'aspetto storico, religioso, culturale, linguistico, ecc., soprattutto mediante esplorazioni, scavi archeologici, e interpretazione di antiche iscrizioni.
Volendo trovare un sinonimo di “Egittologia” potremmo indicarla come “Archeologia dei reperti dell’antico Egitto”. Quindi parlare di “egittologo” o di “archeologo” è in fondo la stessa cosa, con la precisazione dovuta verso chi ha voluto dare un’impronta precisa, limitatamente a un’epoca storica definita, ai propri studi. Insomma, siamo nel giusto affermando, come ha fatto pizia nella sua introduzione, che un Egittologo è un archeologo specializzato sull’antico Egitto.
Ricapitolando, ci sono voluti ben 5 approfondimenti per venire a capo di un’esaustiva definizione del termine “Egittologia” e per comprendere che l’Egittologo altri non è che colui che impara la Scienza che ha per oggetto lo studio e la conoscenza dell’Egitto Faraonico, sotto l’aspetto storico, religioso, culturale, linguistico, etc, soprattutto per mezzo di esplorazioni, scavi archeologici e interpretazione di antiche iscrizioni.
Insomma, stando a quanto riportato, un Egittologo non può essere tale se non conosce, pratica e interpreta tutti gli ambiti indicati. Fondamentalmente mi pare che questo sia applicabile, in linea di massima, a tutti i nomi dell’archeologia/egittologia che conosciamo, non ritenendo di poter escludere nessuno. O forse qualcuno mi sfugge?
Chi più, chi meno ha preso parte a missioni di scavo, seguendo nomi di “fama” o, a volte, in prima persona, avendo raggiunto la fortunata e dovuta posizione di Direttore della Missione.
Citando l’esempio portato, riferendomi alla dott.ssa Silvia Vinci, sottolineo che effettivamente, come supposto da pizia., la stessa forse non avrà scavato ad El Kab (affermazione per cuimi affido a Pizia, sicuramente più preparata della sottoscritta sullo specifico argomento), ma ha tuttavia preso parte a missioni di scavo guidate dal Prof. Pernigotti, per conto della sua Università. Una per tutte, nel 2005 a Bakchias.

Come in ogni ambito, anche in quello archeologico sono previsti sotto settori di specializzazione o semplici preferenze tematiche. Forse ciò comporta che vi siano argomenti “studiati a tavolino” ed altri invece “toccati con mano”, ma data la preparazione complessiva che si raggiunge applicandosi negli studi adeguati e seguendo un percorso idoneo alla medesima, credo si possa affermare che un lavoro condotto senza recarsi in situ da una persona comunque specializzata non sia da sminuire rispetto a quanto riportato da chi ha “toccato con mano”. Ed in entrambi i casi il titolo "Egittologo" è pienamente meritato.




p.s. ho voluto dare questa impostazione alla risposta non per sminuire la preparazione di qualcuno, nè, tanto meno, per mettere in luce individuali carenze. Semplicemente ho voluto dimostrare una volta di più una cosa che ci è ben nota, ovvero le difficoltà che ci si trova a dover affrontare qualora si intenda venir a capo di definizoni che, a prima vista, sembrano essere di comprensione universale e l'assuta mancanza di mezzi immediati idonei a colmare le lacune di chi affronta i primi passi verso un argomento così gettonato come l'Egittologia.
roberta.maat
00lunedì 21 luglio 2008 13:01

Kiya :
......................Ed in entrambi i casi il titolo "Egittologo" è pienamente meritato............



Giusto, secondo la definizione, ma nella realtà meritare un titolo non sempre può significare che ci se ne possa fregiare.
Purtroppo il titolo o è accademico oppure resta un ornamento da salotto che magari ha grande valore intrinseco ma nessuna rilevanza ufficiale. [SM=x822739]

[SM=x822748]
-Kiya-
00lunedì 21 luglio 2008 14:45
Re:
roberta.maat, 21/07/2008 13.01:


Kiya :
......................Ed in entrambi i casi il titolo "Egittologo" è pienamente meritato............



Giusto, secondo la definizione, ma nella realtà meritare un titolo non sempre può significare che ci se ne possa fregiare.
Purtroppo il titolo o è accademico oppure resta un ornamento da salotto che magari ha grande valore intrinseco ma nessuna rilevanza ufficiale. [SM=x822739]

[SM=x822748]



ti riferisci, nello specifico, all'egittologo oppure alla tematica "titolo" in senso ampio?
mi perdo nel tentativo di comprendere quale differenza intendi sottolineare tra semplice "titolo" e "titolo accademico"... [SM=x822741]

roberta.maat
00lunedì 21 luglio 2008 16:37
Mi riferisco allo specifico titolo di Egittologo che a mio parere se è "titolo" ......lo è come "penalista", "civilista","oculista","pediatra",
"vulcanologo" e quanti altri te ne suggerisce la fantasia.......che hanno pubblica rilevanza solo se preceduti dal più generico "dott."
In tutti gli altri casi "egittologo", sempre secondo la mia idea, non è un titolo ma l'espressione del risultato di una passione che ha convogliato interesse e studi nel settore della storia dell'Antico egitto.
Mi rendo conto della difficoltà di inquadrare inequivocabilmente questa parola, ma comunque penso che la "definizione" ometta il particolare importante dell'esercizio della "professione egittologo" e pertanto non mi sembra completa. [SM=g999103]
pizia.
00lunedì 21 luglio 2008 22:39
Ma l'esercizio della professione non è necessaria per avere il titolo.
Esistono ingegneri che non esercitano la professione, ma sono, ad esempio, lavoratori dipendenti o disoccupati.
-Kiya-
00martedì 22 luglio 2008 02:35
Re:
roberta.maat, 21/07/2008 16.37:

Mi riferisco allo specifico titolo di Egittologo che a mio parere se è "titolo" ......lo è come "penalista", "civilista","oculista","pediatra",
"vulcanologo" e quanti altri te ne suggerisce la fantasia.......che hanno pubblica rilevanza solo se preceduti dal più generico "dott."
In tutti gli altri casi "egittologo", sempre secondo la mia idea, non è un titolo ma l'espressione del risultato di una passione che ha convogliato interesse e studi nel settore della storia dell'Antico egitto.
Mi rendo conto della difficoltà di inquadrare inequivocabilmente questa parola, ma comunque penso che la "definizione" ometta il particolare importante dell'esercizio della "professione egittologo" e pertanto non mi sembra completa. [SM=g999103]




parte di quelle professioni che citi sono specializzazioni effettive, raggiungibili esclusivamente con l'aggiunta di ulteriori anni di studio. E' così per l'oculista, per il pediatra, ma non lo è per il civilista o per il penalista che, al contrario dei primi, lo diventano semplicemente attraverso un percorso specifico ed esami mirati, negli ultimi due anni del quinquennio universitario.


E' noto che in Italia la Laurea in Egittologia non esista. Per diventare Egittologo, pertanto, bisogna diventare prima Archeologo o frequentare indirizzi idonei, come, ad esempio, Conservazione dei Beni Culturali. In ogni caso è necessario innanzitutto affrontare il quinquennio (una triennale non basta - salvo che negli ultimi Ordinamenti Universitari le cose non siano cambiate) e solo allora procedere con la specializzazione per l'acquisizione del titolo vero e proprio.
Non ritengo possa esistere un Egittologo che non sia, prima di tutto "dottore" e non si tratta di pubblica rilevanza, semplicemente non vi sono alternative.
Esso è un titolo a tutti gli effetti, a meno che non lo si voglia estendere a persone che hanno sì fatto dell'Egittologia una passione a cui hanno dedicato l'intera vita (ne conosciamo parecchie, no?), ma che non hanno seguito percorsi di studi che gli abbiano conferito i dovuti riconoscimenti ufficiali, quelli necessari per renderla una professione (credo sia solo questa la differenza). Personalmente, in tal caso, non ritengo si possa parlare di "Egittologi" (sempre da un punto di vista professionale, s'intende, ma è poi questo l'unico ufficiale), per quanto queste persone abbiano tutta la mia stima e forse di più, tenuto conto che è mia ambizione accostarmi quanto più possibile a loro.

roberta.maat
00martedì 22 luglio 2008 09:51

parte di quelle professioni che citi sono specializzazioni effettive, raggiungibili esclusivamente con l'aggiunta di ulteriori anni di studio. E' così per l'oculista, per il pediatra, ma non lo è per il civilista o per il penalista che, al contrario dei primi, lo diventano semplicemente attraverso un percorso specifico ed esami mirati, negli ultimi due anni del quinquennio universitario.


E' noto che in Italia la Laurea in Egittologia non esista. Per diventare Egittologo, pertanto, bisogna diventare prima Archeologo o frequentare indirizzi idonei, come, ad esempio, Conservazione dei Beni Culturali. In ogni caso è necessario innanzitutto affrontare il quinquennio (una triennale non basta - salvo che negli ultimi Ordinamenti Universitari le cose non siano cambiate) e solo allora procedere con la specializzazione per l'acquisizione del titolo vero e proprio.
Non ritengo possa esistere un Egittologo che non sia, prima di tutto "dottore" e non si tratta di pubblica rilevanza, semplicemente non vi sono alternative.
Esso è un titolo a tutti gli effetti, a meno che non lo si voglia estendere a persone che hanno sì fatto dell'Egittologia una passione a cui hanno dedicato l'intera vita (ne conosciamo parecchie, no?), ma che non hanno seguito percorsi di studi che gli abbiano conferito i dovuti riconoscimenti ufficiali, quelli necessari per renderla una professione (credo sia solo questa la differenza). Personalmente, in tal caso, non ritengo si possa parlare di "Egittologi" (sempre da un punto di vista professionale, s'intende, ma è poi questo l'unico ufficiale), per quanto queste persone abbiano tutta la mia stima e forse di più, tenuto conto che è mia ambizione accostarmi quanto più possibile a loro.




Vedo che la richiesta di altre spiegazioni era superflua in quanto dalla tue parole si capisce che avevi ben chiaro il concetto

Le specializzazioni di cui parli sono ovviamente il frutto del compimento di iter universitari indispensabili per esercitare professioni.
Aggiugerei a quelle mediche anche le altre perchè comunque, nel risvolto pubblico, attestano l'indirizzo degli studi effettuati che, in ogni caso consentono di esercitare richiedendo anche una iscrizione all'Ordine o all'Albo.
Tutte le specializzazioni necessitano del titolo generico precedente che si acquisisce con la regolare frequenza dei vari corsi di laurea articolati nei differenti indirizzi. Successivamente al titolo accademico di dott. potranno essere aggiunti altri titoli per la esatta individuazione,che dichiareranno senza ombra di dubbio e nel rigore delle normative.....IL TITOLO.
Il campo dell'egittologia si colloca esattamente nell'ultima fase del percorso che ho appena descritto.
Concludo che gli appassionati, per quanto possano essere preparati in modo superlativo non possono dichiararsi EGITTOLOGI ma esperti di....,studiosi di...,ecc.ecc.
Nel "salotto" si usa correntemente la dicitura egittologo ma, sempre secondo me, questa parola è mutitilata del suo aspetto fondamentale.
[SM=g999100]

-Kiya-
00martedì 22 luglio 2008 10:03
Re:
roberta.maat, 22/07/2008 9.51:



Vedo che la richiesta di altre spiegazioni era superflua in quanto dalla tue parole si capisce che avevi ben chiaro il concetto



me l'hai chiarito tu, con la tua risposta alla mia richiesta [SM=g999103]



roberta.maat, 22/07/2008 9.51:

Le specializzazioni di cui parli sono ovviamente il frutto del compimento di iter universitari indispensabili per esercitare professioni.
Aggiugerei a quelle mediche anche le altre perchè comunque, nel risvolto pubblico, attestano l'indirizzo degli studi effettuati che, in ogni caso consentono di esercitare richiedendo anche una iscrizione all'Ordine o all'Albo.
Tutte le specializzazioni necessitano del titolo generico precedente che si acquisisce con la regolare frequenza dei vari corsi di laurea articolati nei differenti indirizzi. Successivamente al titolo accademico di dott. potranno essere aggiunti altri titoli per la esatta individuazione,che dichiareranno senza ombra di dubbio e nel rigore delle normative.....IL TITOLO.
Il campo dell'egittologia si colloca esattamente nell'ultima fase del percorso che ho appena descritto.
Concludo che gli appassionati, per quanto possano essere preparati in modo superlativo non possono dichiararsi EGITTOLOGI ma esperti di....,studiosi di...,ecc.ecc.
Nel "salotto" si usa correntemente la dicitura egittologo ma, sempre secondo me, questa parola è mutitilata del suo aspetto fondamentale.
[SM=g999100]






mi sbaglio se affermo che stiamo esprimendo lo stesso punto di vista con differenti parole?

roberta.maat
00martedì 22 luglio 2008 13:11

mi sbaglio se affermo che stiamo esprimendo lo stesso punto di vista con differenti parole?



No no, non ti sbagli......aggiungo che spesso abbiamo sentito abusare di questo "titolo", in rete si trovano molti articoli di presunti egittologi.....purtroppo è un termine usato nella consuetudine e che troppo spesso è privato del suo valore.
Sono anche in accordo con te che a volte, per fortuna raramente, c'è chi ha il titolo ma non la sostanza.
-Kiya-
00mercoledì 23 luglio 2008 18:13

aggiungo che spesso abbiamo sentito abusare di questo "titolo", in rete si trovano molti articoli di presunti egittologi.....purtroppo è un termine usato nella consuetudine e che troppo spesso è privato del suo valore.




molti sedicenti egittologi "abusivi" (privi di titolo, mi riferisco a costoro) avrebbero parecchio ancora da imparare... prima di tutto, una buona dose di umiltà....
pizia.
00giovedì 24 luglio 2008 14:09
Visto quanti problemi emergono anche dalla sola definizione del termine?

Dunque per essere archeologo è necessario avere il titolo giusto, fornito dalla scuola in cui si ha studiato la materia.

Ho chiesto un po’ in giro e mi risulta non essere obbligatoria, per quanto consigliata l’eperienza sul campo, quindi, teoricamente si può accedere a quel titolo di “archeologo” senza partecipare attivamente a scavi.

Certamente questo rappresenta un limite (non insormontabile) nella formazione individuale, perciò, chi è motivato a seguire un certo percorso, opterà per partecipare anche alle esercitazioni pratiche, onde procurarsi una preparazione più completa possibile.

Durante il percorso universitario lo studente si indirizza già verso alcuni argomenti, vuoi per interesse oppure per convenienza o calcolo, quindi opera delle scelte; ma su alcune cose è vincolato e non può scegliere.

Abbiamo visto come uno di questi vincoli sia l’autorizzazione allo scavo che l’ateneo di appartenenza possiede: pur essendo appassionata di predinastico e decisa a continuare lo studio di questo argomento, se la mia università non avesse un sito predinastico da propormi ( e le università italiane non ne hanno davvero molti!) dovrei accontentarmi di qualunque altra località egiziana e anche del Sudan.

Anche Natale Barca, ha scritto un bel libro, ma non credo proprio sia andato a rovistare nelle sabbie di Naqada.

Che dire poi di Franco Cimmino, è un punto di riferimento per tutti noi, i suoi saggi sul periodo amarniano sono quanto di più completo esista nella nostra lingua, il suo metodo rigoroso è garanzia per le sue affermazioni, possiamo non essere d’accordo con il suo parere personale su alcuni aspetti della storia, ma dobbiamo riconoscere il grande contributo che ha dato all’egittologia; eppure anche lui non ha raccolto un sasso dalla terra di AkhetAton.

E FrAnkh, il nostro?

-Kiya-
00domenica 27 luglio 2008 23:35
per quanto riguarda il nostro FrAnkh, a mio avviso, meriterebbe la Laurea Ad Honorem [SM=x822719]

E' solo troppo modesto, caratteristica che poco si sposa con la categoria e motivo ulteriore degno del più grande rispetto, secondo me.


Tornando all'argomento principale, finora direi che abbiamo ben definito l'Egittologo da un punto di vista prettamente Accademico, ma quali sono le qualità indispensabili per poter essere ritenuto a pieno diritto un "Grande Egittologo", sia dal punto di vista Istituzionale, che da quello dei "semplici" Appassionati?
Ritenete che esse coincidano?
pizia.
00lunedì 28 luglio 2008 22:42
Re:
-Kiya-, 27/07/2008 23.35:

per quanto riguarda il nostro FrAnkh, a mio avviso, meriterebbe la Laurea Ad Honorem [SM=x822719]


quoto quoto [SM=x822719]

Ad esempio riconoscimenti ufficiali dal mondo accademico, tipo quelli che proprio FrAnkh può vantare.... [SM=x822713]


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:32.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com