Chi fu Cleopatra?

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Hotepibre
00martedì 17 aprile 2007 22:44
Scheda biografica asettica (senza giudizi e senza entrare nei particolari dei singoli fatti)

Nome: Cleopatra, di fatto Cleopatra VII Tea Filopatore. Cleopatra, in greco, significa “gloria del padre”;

Cognome: dinastia Tolemaica (304 – 30 a.C.)

Data e luogo di nascita: 69 a.C. ad Alessandria d’Egitto;

Data e luogo di morte: 30 a.C. ad Alessandria;

Genitori: Tolomeo XII detto Aulete (suonatore di flauto) e da una concubina. Secondo Strabone l’Aulete ebbe una sola figlia legittima dalla moglie/sorella Cleopatra V, Berenice;

Segni particolari: - ;

Note biografiche: nel periodo 68-59 a.C. nascono altri fratelli (Tolomeo XIII e XIV) e sorelle (Arsinoe).

51 a.C.: diventa correggente del padre e, alla morte di questi, diventa regina e sposa il fratello Tolomeo XIII di 10 anni.

48 a.C.: Tolomeo XIII, gestito di fatto dalla sorella Arsinoe e consigliato dall’eunuco Potino e dal Generale Achilla, tenta di spodestare Cleopatra scatenando così una guerra civile. Cleopatra fugge da Alessandria dove intanto è entrato Cesare.

48 a.C. ottobre: il popolo si ribella contro le forze di invasione romane. Cesare dichiara perciò di essere in Egitto non quale forze di occupazione, ma per dar corso alle volontà testamentarie del defunto Re e chiede di incontrare quanto prima i due pretendenti al trono (Cleopatra e Tolomeo).
L’eunuco Potino accompagna Tolomeo (di circa 10 anni) ad Alessandria, ma non scioglie l’esercito comandato dal Generale Achilla. Dopo l’incontro con Cleopatra (è noto che la diciottenne principessa entrerà a Palazzo trasportata in un tappeto, o forse un mucchio di stracci) Cesare parteggerà, più o meno apertamente, per quest’ultima tanto che, nell’ottobre/novembre del 48 Achilla marcerà su Alessandria con un esercito forte di circa 25.000 uomini occupando quasi interamente la città. È questo il momento in cui, per evitare che le navi egiziane e le triremi romane (rispettivamente 72 e 50), cadano nelle mani nemiche, Cesare ordinerà di dar loro fuoco… sarà proprio questo l'incendio, secondo alcuni autori, che si estenderà alla Biblioteca con i suoi 700.000 volumi.

47 a.C. gennaio: rinforzi provenienti da Pergamo consentono a Cesare e Cleopatra di avere la meglio. Tolomeo fugge (morirà annegato nel Nilo, in circostanze non chiare) con Arsinoe. Cleopatra nomina correggente il fratello più giovane Tolomeo XIV.

47 a.C.: nasce Tolomeo XV (figlio di Cesare e Cleopatra) detto “Cesarione”.

46 a.C.: Cleopatra raggiunge Cesare a Roma con il figlio ed ivi resterà fino all’assassinio di Cesare (44 a.C.).

44 a.C. estate: muore misteriosamente Tolomeo XIV (si dice avvelenato dalla regina) e Tolomeo XV Cesare diventa correggente della madre.

42 a.C.: Marco Antonio triumviro di Roma (con Marco Emilio Lepido ed Ottaviano) incontra Cleopatra a Tarso per verificarne la lealtà verso Roma. Nasce l’idillio e Marco Antonio resta con Cleopatra, ad Alessandria per un anno.

41 a.C.: dall’unione di Cleopatra ed Antonio nascono i gemelli Cleopatra Selene ed Alessandro Helios. Antonio torna in Italia da dove, dopo alterne vicende con Lepido ed Ottaviano, decide di muovere guerra ai Parti.

37 a.C.: mentre sta muovendo guerra ai Parti, Antonio reincontra Cleopatra ad Antiochia e la sposa (benché già sposato a Roma con Ottavia, sorella di Ottaviano). Nasce un altro figlio: Tolomeo Filadelfo ed Ottavia rientra a Roma.

34 a.C.: Antonio, con l’appoggio economico dell’Egitto, vince la guerra con gli Armeni e raggiunge Cleopatra ad Alessandria ove celebra un “Trionfo” che esula dalle tradizioni di Roma scatenando le ire del potere romano che teme (Come era succeso con Cesare) che Cleopatra voglia diventare “regina” di Roma.

34 a.C.: c.d. “donazione di Alessandria” con cui Antonio la dichiara “Regina dei Re”, la nomina reggente per l’Egitto e per Cipro (con Cesarione) e la associa al culto della Dea Iside. Antonio, inoltre, nel quadro di una politica espansionistica sull’intero Oriente per la nascita di un nuovo Impero, incorona i figli:
- Alessandro Helios: re degli Armeni, dei Medi e dei Parti;
- Cleopatra Selene: regina di Libia e Pirenaica;
- Tolomeo Filadelfo: re di Siria, Fenicia e Cilicia.

31 a.C.: Ottaviano accusa Cleopatra di voler minare il potere di Roma e convince il Senato a dichiarare guerra all’Egitto (non ad Antonio per non essere accusato di voler scatenare una guerra civile). Le forze navali romane ed Egiziane congiunte, di Cleopatra ed Antonio, si scontrano con quelle di Roma nella battaglia di Azio nel corso della quale, non se ne comprende ancor oggi il motivo, le navi di Cleopatra improvvisamente si ritirano scompaginando la flotta di Antonio che, a sua volta, lascia il mare diretto ad Alessandria.

30 a.C.: Ottaviano dopo una breve guerra, invade l’Egitto ed entra ad Alessandria dove Antonio si suicida. Cleopatra tenta, anche con Ottaviano, la carta della seduzione fallendo. Si racconta, perciò, che giunge al suicidio a sua volta (la leggenda racconta che si sia fatta mordere da un serpente). Ottaviano fa subito uccidere Cesarione e deporta a Roma i tre figli di Antonio.

Di Cleopatra, anticamente, hanno scritto (tra gli altri):
- Plutarco ne “La vita di Marco Antonio”;
- Flavio Giuseppe ne “Le guerre giudaiche”;
- Svetonio ne “Le vite dei Cesari”;
- Orazio ne “Le odi”.

Film su Cleopatra sono stati girati nel: 1908, 1912, 1917, 1934, 1946, 1953, 1963 (con Liz Taylor, Rex Harrison –Cesare- e Richard Burton –Antonio-), 1999 (con Leonor Varala, Timothy Dalton –Cesare-, Billy Zane –Antonio-).

...ed ora, come per Alessandro, a voi gli approfondimenti sui singoli argomenti.

N.B. per ogni argomento approfondito, si procederà a colorare di “blu” il testo di questa biografia relativo così che, quando tutta la biografia sarà di colore “blu”, ciò indicherà che tutti gli argomenti sono stati ampliati.
[SM=x822713]

[Modificato da -Kiya- 18/04/2007 20.08]

[Modificato da Hotepibre 18/04/2007 20.49]

[Modificato da Hotepibre 18/04/2007 23.51]

[Modificato da Hotepibre 19/04/2007 11.06]

Hatshepsut76
00martedì 17 aprile 2007 23:02
complimenti per la scheda, Hotep! Molto precisa! [SM=x822713]
-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:26
prendendo spunto da questa discussione:

Cleopatra era bruttina

ho voluto aprire questo nuovo topic, per dare spazio a chi avrà piacere di esporre il suo pensiero a riguardo di questo personaggio.
Non intendo, con questo, fomentare una polemica che potrebbe anche risultare scontata... credo invece che possa scaturirne un dialogo interessante e costruttivo, su un'epoca che, per quanto nota in virtù dei suoi protagonisti, è spesso lasciata da parte e poco approfondita nel contesto storico e sociale che parecchio si discosta da quello dell'Egitto a noi più caro.

Ho terminato durante questo week end la lettura del saggio di Spinosa a Cleopatra dedicato. Trattandosi di uno storico a tutto campo, l'autore realmente si sofferma poco sulla figura di Cleopatra. Dice invece molto su quello che era il mondo romano all'epoca e su coloro che furono presenze importanti, oserei dire determinanti, nella vita dell'ultima Regina d'Egitto.

Dopo questa letture, devo ammettere di non aver mutato la mia opinione: questo Egitto non era più il mio Egitto, quello che amo. Più volte mi sono soffermata a riflettere, chiedendomi se forse non dpende da una più massiccia presenza di documentazione relativa all'epoca Tolemaica, ma questo, lo confesso, mi fa temere... ma questa è un'altra storia...

torniamo a Cleopatra. Spinosa scrive:

"Chi è Cleopatra? Tutti lo sanno, e allora perchè ripercorrere ancora una il tragico cammino a oltre duemila anni, a più di ottanta generazioni dalla sua morte?
Perchè certe vite - inimitabili come sono - attraggono ognora la curiosità e l'interesse di sempre nuove genti attraverso i secoli, e perchè con Cleopatra si dimostra quanta ragione avesse Lamartine nel sentenziare che all'origine di ogni grande cosa c'è una donna."



Cleopatra... chi fu Cleopatra? L'idea che ora ne ho io (dico ora perchè confido di ampliare le mie conoscenze a riguardo, e riconosco essa sia passibile di modificazioni...) è quella di una donna scaltra e decisamente intelligente. Forse non dotata di grande bellezza, ma di indubbio e profondo fascino, sapientemente trasformato in arma di seduzione votata a soddisfare la sua sete di grandezza e potere. Cleopatra possedeva un mito, un forte legame e grande riconoscenza verso colui che, grande condottiero e stratega, seppe porre i macedoni sul trono d'Egitto. E fu proprio questa devozione posta nel ricordo di Alessandro Magno che nutrì il suo desiderio di primeggiare ad ogni costo, desiderio forse non supportato da altrettanta capacità politica. Posso anche pensare che la sua capacità possa essere stata, per così dire, ottenebrata da una debolezza che risultò maggiornìmmente incisiva a confronto: la necessità di sentirsi costantemente amata e desiderata, prima fra tutte le donne, per soddisfare la sua vanità.
Amata più per ciò che "scatenava" negli animi maschili che non per le sue capacità intellettive, il più delle volte messe da parte proprio da lei stessa, divenne schiava dei suoi stessi sentimenti a cui, inevitabilmente, sacrificò l'Egitto.
-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:30

Hatshepsut ha scritto:


Ho letto anch'io il saggio in questione un po' di tempo fa, e come te l'ho trovato interessante, anche se sono concorde nel ritenere che l'Egitto macedone non è più l'Egitto di quel periodo non è quello che prediligo...

-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:31


Hotepibre ha scritto:


L'Egitto tolemaico è il "nostro" Egitto?
Bella domanda la cui risposta potrebbe anche essere: "Purtroppo si!"

Non dimentichiamo che gran parte delle vestigia meglio conservate, e che ci consentono di avere oggi una visione abbastanza esatta di quello che erano le costruzioni templari di allora, ad esempio, sono tolemaiche. Un esempio per tutti, il tepio di Horus ad Edfu, o quello di Iside a Philae.

Ed ancora, molte delle leggende, non ultima quella di Iside ed Osiride, sono frutto di trascrizioni "tolemaiche" o comunque "moderne"... Plutarco docet!

O vogliamo far riferimento alla stele di Rosetta?

Certo le Piramidi, la Valle dei Re, i templi di Deir el-Bahari, Abu Simbel, sono tutt'altro che tolemaici, ma se non avessimo avuto il mantenimento, da parte dei Re macedoni, di quell'antica cultura; se Cleopatra VII, o i suoi predecessori, non avessero conservato le tradizioni, per loro antichissime, della terra che li ospitava, avremmo noi, oggi, le conoscenze che abbiamo dell'Antico Egitto che amiamo?

E se il I dei Tolomei non avesse chiesto una storia del paese che si accingeva a governare, avremmo noi oggi conoscenza di tutti i re che per 30 dinastie si sono succeduti su quel trono?

E quanto delle antiche culture ancora oggi è nostro bagaglio culturale proprio grazie all'immensa biblioteca voluta dai Tolomei ad Alessadnria?

Ripeto che non sono un grande appassionato dei Tolomei, ma credo sia giusto rispettarli per averci aiutato ad avere notizie ed informazioni su cui noi possiamo oggi basare una conoscenza dell'Antico Egitto di certo più completa ed entusiasmante!

-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:32
mi rendo conto, rileggendomi ora, di essere stata davvero poco chiara nella mia prrcedente esposizione. Quindi tenterò di approfondire xcol rischio di portare fuoritema il topic, ma premnetto che, se l'argomento avrà seguito e interesse, creerò una discussione apposita.

Il fatto è questo: ho sempre avuto dell'antico Egitto un'idea ... spirituale. L'immagine di un popolo molto radicato nelle sue credenze, nella magia (intesa non con connotazione attuale, ma come manifestazione quotidiana della natura). Un popolo insomma in cui la religione era fulcro della vita quotidiana. E credo di poter affermare che in larga parte l'antico Egitto del popolo è questo (non solo del popolo, ma chiaramente più in alto si era maggiori erano gli ambiti con cui necessariamente si doveva aver a che fare, come accadeva per chi doveva occuparsi di politica, piuttosto che di economia del Paese - leggi Sovrano e relativi collaboratori).
Leggendo su Cleopatra, in effetti è questo il punto di vista che abbiamo: il punto di vista di una sovrana, che non è stato tramandato autobiograficamente, bensì, sovente, da parte romana. Ciò significa che non possiamo dimenticare quanto Cleopatra non fosse amata e non possiamo quindi non tenere in considerazione un assai probabile "inquinamento" dei fatti riportati che in linea di massima ci raccontano di un Egitto improntato al potere, all'iniquità, alla bellezza e nulla più.
-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:33


Hotepibre ha scritto:


Oltre al "Cleopatra, la Regina che ingannò se stessa" (cui credo Kiya faccia riferimento) Spinosa ha scritto anche "Cesare il grande giocatore" e credo che la lettura di entrambi possa dare un "volto" più delineato della Regina per antonomasia.
Su di lei sono stati scritti romanzi, saggi, critiche, esaltazioni ma, come giustamente scrive Kiya, nessuna autobiografia. Da Virgilio a Svetonio, da Giuseppe Flavio ad Orazio, da Alfieri a Shakespeare, ma è bene tuttavia, non dimenticare che anche Plutarco e Dione Cassio ne hanno scritto e sempre in termini decisamente positivi.

La storia che resta però, quella che si studia, come sempre, la scrivono i vincitori e, non dimentichiamolo, Cleopatra ha perso più di una guerra con Roma!
Accusata di voler diventare regina di Roma al fianco di Cesare è poi diventata la gaudente compagna dell'ancor più gaudente Marco Antonio... è stata al centro di guerre civili che hanno dilaniato Roma e non possiamo perciò pensare che sia stata descritta, o considerata, in maniera oggettiva proprio dai suoi nemici.

Aldilà di tutto continuo a vederla come una grande donna cui, al contrario delle apparenze, stava decisamente a cuore quella che era, ormai, la SUA terra, l'Egitto.

Ho già scritto che, secondo me, il suo amore per Cesare e Marco Antonio è stato, aldilà delle apparenze e dell'interesse politico, vero amore. Dal primo ha avuto un figlio (Cesarione), e fin qui si potrebbe pensare ad un bieco calcolo di opportunità per legare ancor più a se il condottiero e la stessa Roma, ma da Marco Antonio ne ha avuti tre (sia pure due gemelli: Cleopatra Selene, Alessandro Helios e Tolomeo Filadelfo).

Si può considerare solo calcolo politico questo?

Si suicidò per amore? Forse... certo è che il suo suicidio privò Ottaviano del piacere di esporla al pubblico ludibrio quale preda di guerra e, secondo me, in quel suicidio c'è decisamente anche un grande atto politico!

-Kiya-
00martedì 17 aprile 2007 23:34
Sì, Hotep, è proprio quello il saggio a cui mi riferisco [SM=x822708] e devo dire che, sebbene a prima istanza possa non sembrare, la pensiamo allo stesso modo su Cleopatra. Forse sono sembrata un po' dura nei suoi riguardi, ma in fondo.... provo una grande tenerezza e un grande affetto per questa donna che ha forse commesso un solo errore (se di errore si può parlare... uno spirito come il mio non può ritenerlo tale): permettere al cuore di sovrastare in un certo senso la ragion di Stato. Tranne nel suo ultimo gesto. Querllo, anche io come te, mi sento di non catalogarlo come un gesto di disperazione d'amore, non solo almeno. Fu l'orgoglio a bussare: un orgoglio e una dignità che mai avrebbero accettato di piegarsi di fronte al popolo che l'aveva in un certo senso ripudiata.
E chissà che in quell'istante non abbia compreso anche l'ultimo gesto d'amore di Cesare che, escludendo lei e Cesarione dal testamento, ha forse desiderato soltanto di proteggerli....
Hotepibre
00mercoledì 18 aprile 2007 12:59
Battaglia di Azio (31 a.C.)
31 a.C., 2 settembre: nelle acque di Azio (estremità meridionale del golfo di Ambracia nel nord-ovest della Grecia) si fronteggiano la flotta romana di Ottaviano (comandata da Vipsanio Agrippa) e forte di circa 250 unità “leggere”, e quella egitto-romana di Antonio e Cleopatra costituita da circa 300 navi “pesanti”.

Antefatto: Antonio, dopo la guerra in Armenia (portata vittoriosamente a compimento con l’aiuto economico e militare dell’Egitto), raggiunge Cleopatra ad Alessandria d’Egitto e qui, in contrasto con le leggi romane, celebra il proprio “trionfo” e, con la c.d. “donazione di Alessandria” (vedi sopra biografia), incorona Re di varie terre del Medio e Vicino Oriente i figli avuti dalla Regina (Alessandro Helios, Cleopatra Selene, Tolomeo Filadelfo).

Ottaviano convince il Senato (non esitando ad usare metodi molto discutibili tra cui il rendere pubblico il testamento di Antonio custodito presso il tempio di Vesta) a dichiarare guerra a Cleopatra (così che non lo si possa accusare di aver scatenato una guerra civile) ma, conseguentemente, ad Antonio.

La Battaglia: mentre Ottaviano è, tuttavia, rallentato nelle operazioni di preparazione della guerra da una ribellione in Sicilia che minaccia di tagliare le linee di rifornimento del grano a Roma, Antonio occupa le migliori posizioni strategiche nel Mediterraneo. Altro stratega di prim’ordine è, però, l’Ammiraglio Marco Vipsanio Agrippa che, nel marzo del 31 a.C., salpa da Brindisi con la flotta romana ed occupa, con un colpo di mano, la guarnigione di Metone (in Grecia) così, di fatto, spezzando la linea difensiva costruita da Antonio e tagliando la ancor più strategica linea dei rifornimenti che non possono più avvenire via mare.
Antonio e Cleopatra si trovano a Patrasso, ma per l’avanzare delle forze di Agrippa e di Ottaviano (che intanto è giunto dall’Italia ed ha attaccato Corfù), sono costretti a spostare il quartier generale ad Azio dove però si stanzia, nella fronteggiante isola di Leuca, anche la flotta di Agrippa di fatto bloccando ogni possibilità di movimento delle navi nemiche.
Le forze terrestri sono favorevoli ad Antonio, che avrebbe quasi certamente potuto sbaragliare le forze di Ottaviano, ma si fa convincere da Cleopatra (che non ha fornito uomini, ma solo navi) a portare il combattimento sul mare. Le navi egizio-romane sono però di stazza superiore e scarsa manovrabilità; un’epidemia di malaria, scoppiata nel maggio del 31 a.C., e gli scarsi rifornimenti (che dovrebbero attraversare le linee nemiche) hanno inoltre ridotto grandemente gli equipaggi e, soprattutto, minato il morale. Temendo un ammutinamento e che gli equipaggi potessero consegnare le navi ad Ottaviano, Antonio ne fa incendiare oltre cinquanta.

Il 2 settembre, la flotta egizio-romana spiega le vele ed esce dal riparo di Azio. Il fatto che Antonio faccia spiegare le vele viene interpretato, dagli studiosi, più come una predisposizione alla fuga che non al combattimento: le navi, infatti, diventano così meno manovrabili che non con i soli remi ed inoltre offrono maggior bersaglio alle frecce incendiarie o alle catapulte montate sulle navi romane.
Le due flotte si fronteggiano fino quasi a mezzogiorno poi, dopo varie scaramucce tra settori ristretti delle due flotte che non portano a definire lo svolgimento stesso della battaglia, Agrippa finge di allontanarsi con parte della flotta verso il largo. La flotta egizio-romana cade nel tranello ed insegue le navi di Agrippa aprendo un varco nello schieramento attraverso cui circa trenta navi di Cleopatra (su cui si trova anche la Regina), inspiegabilmente, si insinuano prendendo il largo e dandosi alla fuga. Antonio, a sua volta, abbandona la battaglia, ed i suoi uomini, e segue Cleopatra.
Ben presto vengono affondate oltre 40 navi ed uccisi circa 5.000 uomini (Caio Velleio Patercolo, storico romano –19 a.C., 30 d.C.- scriverà che: “i soldati si comportarono da grandi comandanti, mentre il comandante si comportò come il più vile dei soldati”).
Un centinaio di navi superstiti si ritireranno nel golfo di Azio che viene “chiuso” dalla flotta romana. Gli equipaggi, a cui viene garantita l’incolumità e promesse terre in Italia (cosa questa che, di fatto, mai avverrà), si arrenderanno il giorno seguente.

Conclusione: Antonio, che non si riprenderà dalla sconfitta e, soprattutto, dalla perdita di stima di se stesso derivante dalla ignominiosa fuga di Azio, si rifugia con Cleopatra ad Alessandria.
Dopo circa un anno, nell’ agosto del 30 a.C., Ottaviano invade l’Egitto e si dirige su Alessandria dove Antonio lo aspetta con un esercito raffazzonato che si sbanda senza combattere. Antonio, ormai demoralizzato, si suicida mentre Ottaviano entra ad Alessandria senza colpo ferire.
Qui Cleopatra tenta inutilmente di sedurlo e, compreso che sua condanna sarà l’essere trascinata a Roma quale “trofeo di guerra”, decide di seguire Antonio nella morte. Come vuole la leggenda, si suicida a sua volta facendosi mordere da un serpente velenoso (“cobra comune” detto anche “aspide di Cleopatra”).
[SM=x822713]
Hotepibre
00mercoledì 18 aprile 2007 20:19
In morte di Cleopatra - Orazio da "Odi ed Epodi" (I, 37)
Questa è l'ora di bere,
di battere il suolo senza ceppi al piede,
fratelli; d'onorare nel triclinio
gli Dei con le vivande più sontuose:

prima versare il cecubo degli avi
fu sacrilegio mentre la Regina
tramava al Campidoglio distruzioni
di brutto sogno e la morte all'impero,
con una mandra contagiata d'uomini
impuri: smisurati
piani, nella lusinga della sorte,
nella follia.

Ma spense la demenza
l'unica nave salva tra gl'incendi.

E il Cesare portò nella mente ebra
di vino mareotico realtà
e terrore, spiccandosi d'Italia
ad inseguire il volo dei remeggi,
sparviero dietro morbide colombe,
cacciatore sui campi e sulle nevi
di Tessaglia, per mettere in catene
il prodigio del Fato.
E lei cercò
una morte più nobile.
Non fu donna.
La spada non la spaventò.
Non riparò con la veloce flotta
tra rive ignote.
Osò guardare
serena in viso la reggia abbattuta,
senza timore maneggiò atroci
serpenti, per intridersi di neri
veleni.
Scelta la morte, divenne
più fiera.
E si rubò alle crudeli
liburne, al più superbo dei trionfi:
non più regina, donna nella gloria.



(trad. E. Mandruzzato, Rizzoli, Milano 1985).
Hotepibre
00mercoledì 18 aprile 2007 20:47
Tolomeo XII Aulete
Tolomeo XII Neo Dioniso Teo Filopatore Filadelfo, soprannominato Aulete (suonatore di flauto poiché più amante della musica e del “gozzoviglio” che non della gestione del governo del paese) (117-51 a.C.): figlio di Tolomeo IX Sotere e di una concubina (era un vizio di famiglia), regnò sull’Egitto in due distinte fasi (80-58 a.C. e 55-51 a.C.), avendo per correggenti e mogli le sorelle Cleopatra VI (di cui dal 69 si perdono le tracce storiche) e Cleopatra V Trifena.

Individuando in Roma la potenza che avrebbe potuto garantirgli maggiore stabilità di governo (anche per il suo carattere gaudente), ad essa si alleò tanto che, nel 59 a.C., l’Egitto venne iscritto nella lista dei popoli “federati”.
Tuttavia, nel 58, dopo l’occupazione romana di Cipro, i suoi sudditi lo scacciarono accusandolo di non aver saputo difendere l'isola (verosimilmente anche per una congiura di Palazzo) ponendo sul trono la sorella/sposa Cleopatra V e la figlia Berenice IV.
Tre anni dopo, nel 55, Tolomeo XII riesce a riconquistare il trono grazie all’aiuto di Pompeo che sconfigge l’esercito egiziano comandato da Arcelao (marito della figlia Berenice IV).
Rientrato ad Alessandria condanna a morte la figlia Berenice IV ed associa al trono l’altra figlia (avuta da una concubina) Cleopatra VII.
Poco prima di morire, nel 51 a.C., stabilisce, per testamento (quello che consentirà a Cesare di giustificare poi la propria presenza in Egitto) che gli dovranno succedere, sul trono, la stessa figlia Cleopatra VII ed il figlio (di soli dieci anni) Tolomeo XIII.

Hotepibre
00mercoledì 18 aprile 2007 23:49
l'Aspide di Cleopatra
...fermo restando che la morte di Cleopatra come derivante dal morso di un serpente forse è solo una leggenda, ho letto da qualche parte che l'"aspide" sarebbe di fatto una "vipera" o qualcosa di simile.
In realtà pare si tratti di un serpente velenoso diffuso in tutta l'Africa settentrionale.
L'"aspide di Cleopatra", o "cobra comune", è classificato come Naja Haje nella famiglia degli "elapidi", dell'ordine degli "squamati".
Arriva ai 220 cm di lunghezza ed ha il dorso color giallo paglierino, mentre il ventre è giallo brillante con bande trasversali scure.
A volte vengono chiamati impropriamente aspidi anche altri serpenti velenosi, in realtà appartenenti alla famiglia dei viperidi, quali la "vipera comune" (Vipera aspis), lunga 50-60 cm, o anche il "ceraste cornuto" o "vipera dai cornetti" (Cerastes cornutus).

[Modificato da Hotepibre 19/04/2007 8.02]

Hatshepsut76
00giovedì 19 aprile 2007 00:12
A proposito del morso che procurò la morte a Cleopatra io ho queste notizie:

Gran parte degli storici considerano la vipera lebetina l'animale che ha compiuto questo gesto; oppure il cobra d'Egitto (di cui parlavi tu, il cui nome scientifico è Naje haje). Quello però che non torna è la lunghezza; infatti, sia la vipera lebetina che il cobra raggiungono una lunghezza più o meno analoga, pari a 2 m.

Come segnali giustamente tu, il serpente potrebbe essere presente nel Nordafrica, ed è proprio questo che si puntualizza nell'articolo di Fulco Pratesi, apparso sul Corriere della sera dello scorso anno, credo (sigh non ho messo la data [SM=x822736] )... Dicevo: il fatto che sia esistito questo serpente nel Nordafrica lo si desume dai testi di erpetologia, in cui si parla di un serpente molto velenoso, dal veleno mortale, della grandezza giusta da nascondersi in mezzo alla frutta, e saltare poi fuori all'improvviso per mordere Cleopatra.
In quanto alle sue dimensioni, si stimano tra i 40 ed i 60 cm, ed è pericoloso quanto il cobra reale indiano. Fu proprio a questo serpente che ricorse la regina, per sfuggire ad una lenta agonia. Basti pensare che, secondo un erpetologo italiano, il suo veleno ha un'azione emotossica tale da renderlo uno dei Viperidi più pericolosi e temuti nel mondo.

[Modificato da Hatshepsut76 19/04/2007 0.12]

Hotepibre
00giovedì 19 aprile 2007 11:11
La BIblioteca di Alessandria
Con la morte di Alessandro Magno (356-323 a.C.) l’impero macedone viene smembrato e l’Egitto viene assegnato al Generale Tolomeo.

Proprio il primo di tale Dinastia (la XXX) avrebbe progettato il complesso da noi oggi chiamato unitariamente “Biblioteca(secondo alcuni studiosi, a lui se ne dovrebbe, non solo la progettazione, ma anche la costruzione), così come a lui si deve anche l’edificazione del tempio che dedicato alle “Muse” (ovvero il “Museo”). Proprio quest’ultimo edificio ospitava, infatti, la c.d. “Biblioteca Grande” destinata agli studiosi mentre nel vicino Tempio di Serapide (o “serapeum”) si trovava, invece, la “Biblioteca Piccola” destinata al pubblico.
E’ normalmente accettato, tuttavia, che la Biblioteca sia stata costruita durante il regno di Tolomeo II Filadelfo (308-246 a.C., figlio di Tolomeo I e Berenice I, Re dal 283 a.C.).
A costui si deve comunque, sicuramente, l’inizio della raccolta “libraria” con il c.d. “fondo delle navi”: per editto reale, infatti, ogni nave che ormeggiava ad Alessandria, doveva lasciare i propri “libri” alla Biblioteca che ne estraeva copia.
Già durante il regno di Tolomeo II si ritiene che la Biblioteca Grande contenesse circa 500.000 “volumi”, mentre la Piccola quasi 43.000 (non è noto il numero dei “titoli” se si considera che più “volumi” potevano costituire una sola opera, ed un solo volume poteva contenere più opere).
La prima sistemazione dei “Libri” (in ordine alfabetico) si deve a Zenodoto di Efeso, primo “direttore”, mentre la prima classificazione per argomento fu forse opera di Callimaco di Cirene cui si deve anche la redazione di una sorta di “Who’s who” ovvero il “Catalogo delle persone sapienti con elenco delle loro opere” presenti presso la Biblioteca.

L’incendio delle Biblioteca
Normalmente ci si riferisce ad UN incendio che avrebbe distrutto la Biblioteca e, come più sopra abbiamo riportato anche qui (vedi biografia), se ne incolpa Giulio Cesare, ma le notizie sono contraddittorie e molti degli autori che hanno raccontato della “guerra civile” tra Tolomeo XIII e Cleopatra non ne fanno menzione (tra questi Cicerone, Strabone, Svetonio e lo stesso Cesare). Anche quelli che addossano la colpa a Cesare, forniscono dati molto difformi: secondo Dione Cassio sarebbero andati bruciati “un gran numero di libri”, mentre Seneca scrive di 40.000 volumi e Aulo Gello 700.000. Plutarco è l’unico che addossa a Cesare completamente la colpa di aver distrutto la “Biblioteca Grande”.

E’ tuttavia un dato di fatto che, nel 25 a.C., Strabone (geografo greco) abbia consultato volumi della Biblioteca e che nel periodo 40-50 d.C. vennero realizzati ampliamenti degli edifici.

Secondo molti studiosi, la Biblioteca potrebbe più verosimilmente essere stata distrutta intorno al 270 d.C. nella guerra tra l’Imperatore Aureliano e la Regina Zenobia di Palmira, ma viene anche considerata la data del 391 d.C. a seguito dell’Editto di Teodosio; è infatti di certo conseguente a questo editto, e dovuta allo zelo del Vescovo Teofilo d’Alessandria, la distruzione del Serapeum, e dell’annessa Biblioteca Piccola, in quanto tempio “pagano”.
[SM=x822715]
ely.91
00venerdì 16 novembre 2007 17:42
molto sintetica la tua scheda Hotepibre complimenti
pizia.
00lunedì 19 novembre 2007 20:55
Sintetica? [SM=x822728]
A me sembra molto esauriente ed approfondita e non finisce qui...
roberta.maat
00domenica 2 dicembre 2007 15:42
Grazie ad Hotep per quanto scrive sulla biblioteca di Alessandria. Purtroppo mi sono accorta solo ora che è un post che risale al mese di aprile e mi rammarico di non averlo letto prima.
Grazie sinceramente per la sua professionalità nel rendere esauriente qualsiasi argomento affronti !
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