Catania, aprile 2017: inaugurazione di una sede distaccata del Museo Egizio di Torino

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-Kiya-
00martedì 20 dicembre 2016 13:40
Si estenderà su circa 1000 mq, in un'ala dell'ex Convento dei Crociferi di Catania, nel centro cittadino. Non un semplice sito espositivo, ma un progetto volto ad approfondire la storia della Sicilia Mediterranea, in cui avrà un ruolo fondamentale l'apporto degli Istituti di Ricerca collegati con la Sede Torinese, secondo quanto affermato dal sindaco di Catania, Enzo Bianco.
L'esposizione sarà composta in parte da riproduzioni dei principali reperti esposti a Torino, ma non solo. Si attendono anche reperti originali, che saranno prelevati dai magazzini Torinesi (oggetti attualmente non esposti) e altri provenienti direttamente dall'area Cairota, da una città non precisata, attualmente in attesa di restauro.
L'ufficializzazione della notizia ha, tuttavia, generato non poco malcontento nel capoluogo Piemontese, dove ci si chiede perchè dover giungere alla necessità di decentrare l'attuale esposizione, anziché attivarsi per trovare nuovi spazi di esposizione in loco.
Hotepibre
00martedì 20 dicembre 2016 16:17
Credo che il "malcontento" dei torinesi all'esportazione di suppellettili egizie verso Catania abbia poco ragion d'essere: si tratta, infatti, intanto di materiale non esposto (e per la cui esposizione si dovrebbero attendere tempi così lunghi che sarebbe un peccato se continuassero ad essere nascosti); a questo si aggiunga che non è autoctono, non è cioè "torinese" o appartenente a culture che in qualche modo possano essere associate a Torino, ma si tratta pur sempre di materiale relativo a una civiltà "sovraordinata" che solo "accidentalmente" si trova a Torino. Vero che proviene da acquisti, o altro, dovuti alla cura di "torinesi" (ma non dimentichiamo che Drovetti era un ufficiale napoleonico che divenne poi console di Francia in Egitto), ma altrettanto vero che appartengono al mondo intero e la loro collocazione è quindi giustificata ovunque questo avvenga.
nectanebo
00martedì 20 dicembre 2016 17:39
A me sembra un'operazione ammirevole.
Non si tratta de defraudare il museo di Torino, ma di dare spazio a riproduzioni,
e sopratutto a reperti, che magari a Torino non sarebbero mai esposti, non per
mancanza di spazio, ma bensì per non esporre doppioni infiniti, che finiscono per
saturare lo spazio e rendere noiosa e lunga la visita.
Altro aspetto è la distanza. La Sicilia non è proprio dietro l'angolo.
Pur avendo un grande interesse, non penso che siano moltissimi i Siciliani che si
possono permettere una "capatina" sotto la Mole per visitare il Museo.
Allore ben venga, a mio avviso, questa iniziativa.

[SM=g999100] ...Nec.
Hotepibre
00mercoledì 21 dicembre 2016 10:49
Re:
nectanebo, 20/12/2016 17.39:


...
Non si tratta de defraudare il museo di Torino, ma di dare spazio a riproduzioni, e sopratutto a reperti, che magari a Torino non sarebbero mai esposti, non per
mancanza di spazio, ma bensì per non esporre doppioni infiniti, che finiscono per saturare lo spazio e rendere noiosa e lunga la visita.


...parole sacrosante!

nectanebo, 20/12/2016 17.39:


Altro aspetto è la distanza. La Sicilia non è proprio dietro l'angolo. Pur avendo un grande interesse, non penso che siano moltissimi i Siciliani che si possono permettere una "capatina" sotto la Mole per visitare il Museo.



...anche in questo caso si tratta di una giusta osservazione.
Aggiungerei un'altra considerazione: finché gli italiani, ed i nostri governanti, non si renderanno conto che il nostro petrolio non è nero, ma è bianco come il marmo dei nostri reperti o delle nostre collezioni d'arte (da qualunque paese provengano e di qualunque cosa si tratti);
se non metteremo da parte sciocchi campanilismi per puntare ad un "sistema" Italia che comprenda una massiccia pubblicizzazione del nostro patrimonio culturale e una struttura capillare che consenta la massima fruizione possibile di quel patrimonio;
se non comprenderemo che "la cultura non si mangia" (come ebbe a dire un nostro "ministro" -con la "m" molto minuscola- di qualche anno addietro), ma consentirebbe di far mangiare tante persone che oggi "muoiono di fame" davanti ad una tavola imbandita;
se non sapremo destinare qualche soldino in più per la protezione del nostro patrimonio culturale/artistico/storico/archeologico/museale/paesaggistico;
...beh, allora meritiamo davvero l'ignoranza dei "grandi fratelli", delle "isole più o meno famose", dei "tronisti" di turno.



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