Gent.mo Akhenaton56,
mi sono permessa di ritenere questo tuo intervento alla stregua di una presentazione e, quindi, di spostarlo nella sezione di pertinenza.
A proposito delle tue riflessioni, aggiungerei che gli Egizi ebbero una fortuna che noi ci siamo negati, volontariamente o meno. Il dono di una mente pura, in grado di apprezzare il potere della natura e la sua "magia" (uso il termine con accezione antica e non moderna). Un potere trascendente, ma al contempo immanente, in cui il divino e l'umano coesistono e si oppongono, e di cui il dualismo era senza alcun dubbio manifestazione. Ogni cosa ha il suo opposto, senza il quale non può esistere. Ed insieme si fanno garanti della Maat, che è giustizia e verità, ma anche equilibrio.
I segni con cui si esprimevano sono poi in fondo, a mio parere, lo specchio di quella purezza. La via attraverso la quale rendere ciò che vedevano, ciò in cui credevano. Tanto semplici, da apparire ai nostri occhi, ormai incapaci di cogliere l'essenza, di estrema complessità.
Benvenuto fra noi