Bassorilievo raffigurante divinità egizia.

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sorano80
00giovedì 3 maggio 2012 17:54
Culti orientali
Questo messaggio è rivolto a chiunque mi possa aiutare ad identificare la divinita raffigurata in un bassorilievo presente nella mia città. Grazie.
-Kiya-
00giovedì 3 maggio 2012 18:20
Ciao e benvenuto fra noi.

Saremo lieti di poterti aiutare, ma naturalmente ci occorre saperne di più in merito al bassorilievo a cui ti riferisci.

Ho visto che ti sei registrato regolarmente, il che ti consente di usufruire degli strumenti annessi al nostro Forum.

Se possiedi una foto del bassorilievo in questione, ti consiglierei di inserirla (come allegato - sarà sufficiente cliccare su 'carica file', in fase di scrittura del messaggio e quindi cliccare su 'inserisci' al termine della compilazione e a caricamento della foto avvenuto), aggiungendo quelle che sono le informazioni in tuo possesso (specie l'ubicazione e la datazione dello stesso), affinchè tutti possano prenderne visione.
sorano80
00giovedì 3 maggio 2012 19:23
Bassorilievo raffigurante divinità egizia
Grazie per avermi risposto subito. Il bassorilievo fa parte probabilmente di un frammento di una stele o di un rivestimento marmoreo non meglio identificato. La sua attribuzione iconografica è stata molto dibattuta in passato per in fine far passare la tesi isiaca.
Secondo il mio modesto parere ( da appassionato non esperto della materia ) reinserendo il tutto in un contesto funerario il bassorilievo potrebbe raffigurare la dea Imentet.
Mi sono rivolto a voi appunto per risolvere il mistero di questo bassorilievo, mettendo una grossa riserva sia sulla datazione 1° sec, sia sull'attribuzione iconografica a Iside.
-Kiya-
00giovedì 3 maggio 2012 22:12
Imentet, la 'Terra dell'Ovest' e, in quanto tale, associata all'Oltretomba. Divinità sincretica di Amonet, la paredra di Amon.
Per quanto ne so, si tratta di una divinità risalente sicuramente all'Antico Regno ma probabilmente anche più antica. La troviamo rappresentata sul fondo dei sarcofagi del Medio Regno e durante quello Nuovo venne, perlopiù, soppiantata da Hathor, a volte da Iside. Inoltre veniva abitualmente raffigurata col capo sormontato dal simbolo dell'ovest (vedi disegno in allegato), mentre la figura del bassorilievo mostra quello che ha tutta l'aria di essere un disco solare. Qualora si tratti effettivamente di un frammento databile all'Epoca Romana, come ipotizzato, potrebbe trattarsi di un Disco Lunare e in tal caso è facile intuire per quale ragione si sia optato per identificare la figura con Iside. Ciò spiegherebbe anche l'assenza delle corna abitualmente annesse al disco solare nel copricapo che è tipicamente Hathorico. Contrariamente agli usi egizi, che interpretavano le divinità lunari come maschili (Thot ne è l'esempio più lampante, poi c'è Khnum, ma citerei a tal proposito anche Osiride) e, per contro, molte divinità solari come femminili (Hathor, Sekhmet, Bastet , la stessa Iside assimilata ad Hathor), in epoca Greca vi fu un ribaltamento - nel rispetto delle loro tradizioni - e le divinità associate alla luna assunsero identità femminile; quelle associate al sole, all'opposto, maschile. Ipotizzoo che tale associazione possa essersi mantenuta anche in epoca successiva, benchè la Iside romana ritrova il copricapo Hathorico che la contraddistinse in ambito autoctono.

In tutta onestà, è la prima volta che mi capita di vedere una rappresentazione di questo tipo, ma ammetto di non essere estremamente preparata sull'iconografia connessa ai culti misterici Isiaci diffusisi in Epoca Romana nel nostro Paese. Tuttavia, non ho mai avuto occasione di ammirare una rappresentazione di Iside con il capo sormontato dal disco lunare, e non ne ho trovato riscontro nemmeno nei testi in mio possesso, dove l'iconografia romana, riferita a questa divinità, mostra insegne di tutt'altra natura, come sistri e situle stretti nelle mani.

Tutto ciò mi fa supporre che ci troviamo al cospetto di un reperto certamente egittizzante, ma non egizio. Forse addirittura una stele/lapide risalente a epoche posteriori, magari addirittura un reperto databile al periodo Medievale. Lo ritieni plausibile?


Ma dimmi tu, piuttosto, cosa, nel dettaglio, ti induce a supporre che nel bassorilievo sia Imentet la divinità rappresentata?




Imentet:

sorano80
00venerdì 4 maggio 2012 11:15
Ho scritto nella risposta veloce ma ho perso il messaggio, no so se lo hai ricevuto. Se ti è arrivato lo pui fare riapparire , grazie.
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 12:05
Purtroppo le risposte non vengono inoltrate come messaggio all'admin, quindi non ho modo di recuperarlo.
Se ti capita di nuovo di perdere una risposta, sarà sufficiente fare 'freccia indietro' tramite i comandi del browser per recuperarla e reinviarla.
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 13:37
Approfitto di 5 minuti di tempo per aggiungere ulteriori osservazioni, che motivano lo scetticismo già esposto.

Il rilievo presenta notevoli somiglianze con il geroglifico della 'donna seduta', utilizzato quale determinativo di 'donna' e classificato da Gardiner con la sigla B1:


B1


Questo segno non ha un corrispettivo associato a una divinità che mostri il capo sormontato da un disco, tranne che per C9, il determinativo/ideogramma utilizzato per identificare Hathor.
Quest'ultimo, però, oltre al disco solare, mostra con chiarezza anche le corna bovine:

C9


Il geroglifico presente sul frammento a cui ci riferiamo qui sembra, quindi, un ibrido di cui non vi è riscontro nella Lista dei segni tipicamente Egizi, nemmeno tra quelli non ancora classificati. Tranne che per la variante C255b la quale, oltre al disco solare, presenta l'ureo, ovvero il cobra (ulteriore manifestazione solare).
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 13:40
ecco C255b:


sorano80
00venerdì 4 maggio 2012 14:52
Provo ad usare l'editor forse è troppo lungo.
sorano80
00venerdì 4 maggio 2012 15:31
sorano80, 04/05/2012 14.52:

Provo ad usare l'editor forse è troppo lungo.

Forse la contestualizzazione del frammento ci può aiutare.
E' anche da tener conto che probabilmente l'arrivo nella mia città dei culti orientali sia avvenuto durante la deduzione coloniale della seconda metà del 1° secolo a.C. con lo stanziamento in città dei reduci della IV legione che combatterono nella guerra civile per conto di Ottaviano. Alcuni veterani, di origine africana e mediorientale, potrebbero aver introdotto in modo massiccio questo tipo di culti, pur mantenendo un caratte privato, data l'avversione ( formale) alle religioni orientali  da parte dei governanti di quel periodo.
Per quanto riguarda il luogo del rinvenimento, esso e posto in periferia. Oltre al frammento negli anni 90 è stato rinvenuto un ushabti femminile ( siamo in pochi a saperlo ed ho anche le foto) , un sarcofago in calcare di età repubblicana, e alcuni frammenti di una statua femminile, più altro materiale sempre di carattere funerario. Quindi è probabile che il frammento rientra nel genere che caratterizza il materiale rinvenuto in questa area, che probabilmente era adibita a necropoli.
E' da qui che nasce la mia teoria ( da profano) su Imentet, il riquadro con la figura femminile seduta, potrebbe rappresentare ( metaforicamente) la porta dell'oltretomba, il betilo ( frammentato ) posto su di essa definisce la figura femminile come divinità. Quindi dea posta a protezione del defunto ad auspicio della sua resurrezione ( una delle promesse principali dei culti misterici). In effetti l'attributo posto sul capo non è riconducibile ad Imentet, ma qui entro in particolari per me poco conosciuti.
Tenderei anche ad escludere il periodo medioevale, sia per la raffinatezza della raffigurazione e sia per la precisione iconografica, riconducibile, a mio modesto parere, a caratteristiche di tipo faraonico e non romanizzate.
In ogni caso non escluderei nemmeno l'iniziativa isolata di un artigiano locale, ma sempre sotto la guida di uno specialista o diretto conoscente dei culti egiziani.
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 18:21
Ho cercato qualche informazione in rete, per documentarmi in proposito al reperto. Ho trovato solo la pubblicazione che fa capo al vostro Museo, la quale specifica l'attuale collocazione del frammento, ma dice poco in merito a quella originale, ossia al luogo di ritrovamento.
Tu ne riferisci come 'betilo', quindi devo dedurne che si suppone fosse originariamente conficcato nel terreno in un'area ritenuta dominio della divinità? Magari a definire un'area destinata a necropoli, come tu stesso riferisci?
Se non erro è questa la funzione di un 'betilo', ma forse potrei peccare di superficialità, ignorandone un uso più esclusivo, da ricondurre in modo esplicito a una sola tomba. Qualora si trattasse effettivamente di una sorta di stele protettiva, posta a garanzia di vita eterna (come da te ipotizzato), mi sorprende l'assenza di iscrizioni.
Per qualificarlo come reperto di Epoca Faraonica, dovremmo aspettarci quanto meno la presenza di un nome, ovvero dei geroglifici necessari a comporlo, data l'importanza che questi rivestiva a quell'epoca. Secondo il Credo egizio, una stele anonima non avrebbe alcun senso. Il nome è infatti elemento essenziale, poichè il pronunciarlo era garanzia di eternità.

Non voglio dare nulla per scontato, al momento. Continuo a far ricerche di cui riporterò gli esiti più tardi.
sorano80
00venerdì 4 maggio 2012 18:37
Grazie per il tuo impegno kiya.
Il mio riferimento al betilo dal fenicio bet el ( casa del dio )forse è stato da te frainteso e probabilmente sono stato anche poco chiaro ( mea culpa)infatti se ci fai caso sopra al riquadro dove viene raffigurata la figura femminile seduta c'è una sorta di trapezio interrotto dalla linea di frattura del blocco marmoreo, quella figura geometrica, che rappresenta per l'appunto un betilo, è l'unica cosa che ha messo in accordo i vari studiosi che si sono occupati del reperto.
Maat Ka Ra
00venerdì 4 maggio 2012 18:51
Se posso provare a dire la mia...In medio egiziano la cornice in cui è inserita la divinità femminile, Hwt, rappresenta le mura chiuse di un edificio, tempio o tomba. Normalmente il nome della dea Hathor, Ht-hr, è scritto con un falco al suo interno, significando proprio "la casa di Horus". Potrebbe darsi che l'intento fosse quello di indicare "la casa" (o tomba, come giustamente proponi)di questa divinità femminile, che potrebbe benissimo essere Isi, vista la diffusione che il culto ebbe sul territorio in età imperiale.
sorano80
00venerdì 4 maggio 2012 18:56
Volevo aggiungere che dobbiamo ricordarci che purtroppo il blocco è frammentato e probabilmente mancante di qualche elemento fondamentale per la sua decifrazione. Comunque l'idea che mi sono fatto è orientata sulla sigola sepoltura, probabilmente di un adepto del culto isiaco o addirittura di una sacerdotessa, data la monumentalità della sepoltura, ma qui risprofondo in un campo dove le mie conoscenze sono basse. Rimane sempre il dubbio se l'inumato fosse un personaggio orientale o un fanatico dei culti misterici ma non un orientale il che cambierebbe la genuinità dell'iconografia. Invece secondo me è remota l'ipotesi che il blocco facesse parte di un rivestimento di un luogo di culto. E poi l'ushabti?
Maat Ka Ra
00venerdì 4 maggio 2012 19:20
Non riesco a trovare notizie riguardo il tipo di pietra, che dalla foto mi pare marmo bianco, puoi confermare? Sull'wshabti e il sarcofago, anche loro sono nel medesimo materiale?
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 20:44
Re:
sorano80, 04/05/2012 18.56:

Comunque l'idea che mi sono fatto è orientata sulla sigola sepoltura, probabilmente di un adepto del culto isiaco o addirittura di una sacerdotessa, data la monumentalità della sepoltura, ma qui risprofondo in un campo dove le mie conoscenze sono basse. Rimane sempre il dubbio se l'inumato fosse un personaggio orientale o un fanatico dei culti misterici ma non un orientale il che cambierebbe la genuinità dell'iconografia. Invece secondo me è remota l'ipotesi che il blocco facesse parte di un rivestimento di un luogo di culto. E poi l'ushabti?





I culti riferiti a divinità egizie presenti entro i nostri confini si distinsero da quelli diffusi nel resto del Mediterraneo. De Rachewiltz nel testo 'Roma Egizia' sostiene che fossero praticamente assenti tutte le influenze grecizzanti, e che si trattasse quindi di un culto molto vicino a quello tipicamente Egizio. Lo stesso fu caratterizzato dalla presenza di cariche sacerdotali che non trovavano riscontro nella variante sincretica (egizio/greca). Tra questi si annoverano ii cosiddetti pastofori, ad esempio (in taluni casi di origine straniera). Alcuni elementi tipicamente egittizzanti potrebbero essere stati introdotti così, pur risentendo di influenze locali.
Le sacerdotesse votate al culto Isiaco indossavano vesti di lino aderenti e di colore bianco, vere e proprie tuniche. La statuaria a queste dedicata era talmente simile alla rappresentazione della divinità da renderne piuttosto ostico distinguerla da quella riferita a Iside stessa.

Ma torniamo al frammento: è plausibile ipotizzare che possa essere riferito a una tomba dedicata a una sacerdotessa. In tal caso, forse potrebbe trovare una giustificazione la somiglianza dell'icona con il determinativo riferito a 'donna', il segno B1 di cui ho riportato quest'oggi. Potrebbe non trattarsi di una divinità, ma della stessa titolare del sepolcro, così rappresentata. Oppure il segno B1, aggiunto al disco solare (come copricapo Isiaco/Hathorico semplificato, se di questo si tratta) come frutto di reinterpretazione, all'epoca era associato effettivamente alla dea.

Altra ipotesi, riferita alla sua funzione: ignoro le dimensioni del frammento e fatico a immaginarlo nella sua interezza, quindi potrei scrivere una castroneria.... mi stavo chiedendo se non potrebbe trattarsi di uno di quegli esemplari di stele funeraria che sulla sommità presentavano un incavo per contenere le ceneri del/la defunto/a. Mi pare si chiamino più propriamente 'urne cinerarie'. Allego una foto a titolo di esempio, che ne ritrae una, rinvenuta a Ravenna e databile alla metà del I sec. d.C.. Al centro si nota la rappresentazione del defunto a cui si riferisce: un giovane marinaio. La stele supera il metro, in altezza.


Escluderei, tuttavia, che possa trattarsi di Imentet, tenuto conto che già fin dal Nuovo Regno i suoi riscontri si fanno sporadici in ambito funerario, persino entro i confini Egiziani.
-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 20:54
Re:
Maat Ka Ra, 04/05/2012 19.20:

Non riesco a trovare notizie riguardo il tipo di pietra, che dalla foto mi pare marmo bianco, puoi confermare? Sull'wshabti e il sarcofago, anche loro sono nel medesimo materiale?




Bentornata, Maat ;)

confermo che si tratta di marmo.
Per completezza di informazioni, allego la pagina dedicata al reperto, così come pubblicata nel Catalogo del Museo della Media Valle del Liri, a Sora, dove ne è esposto un calco (il frammento originale è stato murato sulla facciata della locale Chiesa di S. Restituta). Nel Catalogo è anche presente un'immagine del dettaglio ingrandito. Allego anche quella:

-Kiya-
00venerdì 4 maggio 2012 21:15
Re:
sorano80, 04/05/2012 18.37:

Grazie per il tuo impegno kiya.
Il mio riferimento al betilo dal fenicio bet el ( casa del dio )forse è stato da te frainteso e probabilmente sono stato anche poco chiaro ( mea culpa)infatti se ci fai caso sopra al riquadro dove viene raffigurata la figura femminile seduta c'è una sorta di trapezio interrotto dalla linea di frattura del blocco marmoreo, quella figura geometrica, che rappresenta per l'appunto un betilo, è l'unica cosa che ha messo in accordo i vari studiosi che si sono occupati del reperto.




Grazie a te.

Ok, ora mi è chiaro. Effettivamente ho inteso io malamente, credevo ti riferissi proprio agli oggetti definiti 'betili', non al dettaglio decorativo presente sulla lastra.

pizia.
00sabato 5 maggio 2012 09:05
Scusate la mia manifesta ignoranza, ma siccome non conoscevo i luoghi nominati, prima di tutto ho dovuto cercare su Google dove fosse questa Valle del Liri.
Ho trovato questo sito: Comunità Montana Lazio

In cui viene spiegato che si trova nel Lazio, in provincia di Frosinone:


La XV Comunità Montana "Valle del Liri" include un vasto territorio del Lazio meridionale che si prolunga per circa 50 km, in direzione nord ovest-sud est.

Tale territorio comprende una popolazione con oltre 103.000 abitanti e ben 19 comuni. Ognuno di questi ha sul proprio territorio peculiarità artistiche, storiche, culturali e naturali che meritano di essere conosciute ed apprezzate.

Attraverso queste pagine vogliamo farvi conoscere oltre al nostro territorio, la XV Comunità Montana "Valle del Liri" come ente, che funzioni svolge e quali servizi fornisce.


sorano80
00sabato 5 maggio 2012 09:56
sorano80, 03/05/2012 17.54:

Questo messaggio è rivolto a chiunque mi possa aiutare ad identificare la divinita raffigurata in un bassorilievo presente nella mia città. Grazie.

Si, in effetti a questo punto, soprattutto grazie a voi, tenderei anche io ad escludere Imentet, per orientarmi sulla più semplice tesi della raffigurazione della defunta ( a volte le tesi più banale è quella vincente) rimangono aperti sempre alcuni interrogativi, in particolar modo se la sepoltura era per inumazione o incinerazione anche se la presenza dell'ushabti presumeva forse una sepoltura con sarcofago.
Per quanto riguarda le dimensioni del frammento l'altezza è 45 e la larghezza 35 circa, ricordando sempre che si tratta di un frammento.
So che era in corso una tesi di laurea che appunto trattava i culti orientali nella mia zona, cerco di rintracciare il laureando e vediamo cosa ha scritto sul frammento.
Maat Ka Ra
00sabato 5 maggio 2012 10:25
Il marmo bianco non era presente in Egitto. Sembrerà una banalità, ma questo significa che il pezzo è stato prodotto sul nostro territorio. In questo contesto sarebbe utile avere qualche immagine anche del sarcofago e dell'wshabty di cui parlavi...Il fatto che sia stato prodotto sul nostro territorio, testimonia il culto, forse direttamente importato, quindi per così dire "fresco", di conseguenza con poche interferenze da altri culti locali, che per altro all'epoca abbondavano. Questa lastra, per quanto non enorme, sembra una dedica importante, quindi l'idea di Kiya che possa trattarsi della tomba di una sacerdotessa (e il riferimento geroglifico è abbastanza chiaro) del culto isiaco è quantomeno probabile: dubito che un uomo si sarebbe fatto fare una semplice lapide siffatta! L'assenza di iscrizioni, invece, lo allontana definitivamente dalla religione egizia come attestazione tombale e, quasi direi, anche da quella di epoca romana. Proporrei una interpretazione alternativa: il sito di un tempietto o un altare dedicatorio del culto, nel caso in cui però il sarcofago di cui parli e l'wshabty siano scollegati epr qualche ragione.
Maat Ka Ra
00sabato 5 maggio 2012 10:26
Re: Re:
-Kiya-, 04/05/2012 20.54:




Bentornata, Maat ;)




Grazie! [SM=x822712]
sorano80
00sabato 5 maggio 2012 11:47
Scusami Maat Ka, ma a questo punto secondo me è possibile escludere l'appartenenza funeraria del frammento solo identificando in modo preciso l'iconografia della raffigurazione. Per quanto riguarda l'ushabti e il sarcofago (rinvenuti nello stesso posto) per il primo non escluderei un collegamento diretto al frammento mentre per il secondo non saprei, c'è anche da dire che insieme al sarcofago furono rinvenuti alcuni frammenti riconducibili ad una statua con tratti femminili. Forse potrebbero essere pezzi di due puzzle differenti, teniamo sempre in conto che il frammento è mutilo.
Vi invio in allegato le foto pregandovi di non diffonderle.
Maat Ka Ra
00sabato 5 maggio 2012 12:20
Sorano, non mi fraintendere, la mia era solo un'alternativa, non una certezza. Grazie per la fiducia per aver riportato le immagini. Da quel che vedo il sarcofago sembra in marmo ed è imponente, non sembra avere iscrizioni. Direi che sarebbe necessario accedere alla relazione di scavo per capire in quale posizione sono stati rinvenuti i vari reperti: l'wshabty, per esempio, e la stessa stele, oltre ai dettagli sulle incisioni eventuali del sarcofago e dell'wshabty. La sepoltura potrebbe essere stata riutilizzata e/o collocata nei pressi di un preesistente altare per devozione. Sono tanti gli aspetti da considerare...
sorano80
00sabato 5 maggio 2012 12:53
Purtroppo tutti i reperti non provengono da scavi sistematici, ma da rinvenimenti casuali. Il sarcofago da qualche anno dietro il mio diretto intervento è stato portatoto nel magazzino del museo, esso è in calcare locale non è iscritto e manca il coperchio. Per quanto rigurda l'ushabti, ci sono sopra dei gereoglifici e un cartiglio e purtroppo è in possesso di un cittadino della mia città. Alcuni dei gereoglifici presenti sembrano un inno alla vita eterna e sono distinguibili anche nella foto.
Maat Ka Ra
00sabato 5 maggio 2012 13:40
Se potessi avere delle foto dell'wshabty che mostrino bene le incisioni, potremmo tentare di tradurle...Per quanto riguarda il sarcofago, è difficile dire se appartenga o meno allo stesso contesto funerario, date le informazioni:l'wshabty e la stele potrebbero non essere collegati al sarcofago oppure l'eventuale riutilizzo di quest'ultimo potrebbe aver creato qualche deviazione nell'interpretazione...
Mi pare di capire che stai seguendo questo "caso" da tempo. I ritrovamenti sono stati contemporanei e fatti dalla stessa persona?
Maat Ka Ra
00sabato 5 maggio 2012 13:41
dimenticavo: sarebbe interessante sapere anche da che tipo di materiale è costituito l'wshabty....
Scusa, sono un tormentone! :D
emilioraffaele
00sabato 5 maggio 2012 15:17
Ragazze, siete forti!
-Kiya-
00sabato 5 maggio 2012 16:02
Re:
sorano80, 05/05/2012 11.47:

Scusami Maat Ka, ma a questo punto secondo me è possibile escludere l'appartenenza funeraria del frammento solo identificando in modo preciso l'iconografia della raffigurazione. Per quanto riguarda l'ushabti e il sarcofago (rinvenuti nello stesso posto) per il primo non escluderei un collegamento diretto al frammento mentre per il secondo non saprei, c'è anche da dire che insieme al sarcofago furono rinvenuti alcuni frammenti riconducibili ad una statua con tratti femminili. Forse potrebbero essere pezzi di due puzzle differenti, teniamo sempre in conto che il frammento è mutilo.
Vi invio in allegato le foto pregandovi di non diffonderle.




Grazie per le foto, Andrea (ho letto il tuo nome nella scheda utente).
Avevo già visto ieri quella del sarcofago su un altro sito web, dove credo l'abbia inserita tu stesso.
Ti consiglierei di apporvi il 'copyright' per la loro tutela. Noi non le divulgheremo sicuramente e, in qualità di admin del Forum, ti confermo che ho adottato tutte le misure necessarie per evitare che altri se ne impossessino. Ma, come certo saprai, c'è chi è in grado di bypassare qualunque blocco informatico.

A proposito dei segni presenti sull'ushabti: riesco a intravedere il segno S34 (l'ankh) e il segno D21 (la bocca), un M17 (il giunco) a sx e un disco solare N5 a dx. Non riesco a capire quale segno, o segni, vi sia/siano tra gli ultimi due, né a leggere quelli che l'ushabti mostra tra le mani, racchiusi nel riquadro (che potrebbero comporne il nome del proprietario).
In proposito, sai dirci se qualcuno li ha già interpretati?
sorano80
00sabato 5 maggio 2012 17:45
sorano80, 03/05/2012 17.54:

Questo messaggio è rivolto a chiunque mi possa aiutare ad identificare la divinita raffigurata in un bassorilievo presente nella mia città. Grazie.

Purtroppo, come già affermato, non sono in grado di avere altre foto dell'ushabti, ma tra i vari documenti che ho nel suo fascicolo, ho trovato una sorta di interpretazione dilettantistica che fu fatta qualche anno fà. Per quanto riguarda i ritrovamenti, avvenuti tutti il secolo scorso, non sono contemporanei, ma coloro che li hanno effettuati abitano in un'area compresa in un raggio di m 300.
Il materiale di cui è composto, dal colore sembrebbe steatite o forse come mi fu detto tempo fa ,potrebbe essere un impasto non meglio definito, escludo il legno.
Vi mando in allegato l'interpretazione ( non l'ho fatta io )

P.S. Comunque a me i tormentoni piacciono perchè probabilmente lo sono anch'io.
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