A proposito dell'eresia amarniana

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LoSfuggente
00martedì 11 febbraio 2014 18:22
Mi scuso in anticipo se questo mio post può apparire provocatorio. Mi sono iscritto a questo Forum dopo aver letto diverse discussioni nelle quali ho potuto appurare le elevate conoscenze dei partecipanti nonché una certa dose di pazienza nei confronti dei neofiti. A proposito del periodo noto come "Eresia Amarniana" non vi nascondo che le mie conoscenze partono da letture piuttosto discutibili. Col tempo ho iniziato a leggere anche testi universitari e mi sono fatto un'idea che volevo condividere con voi, nella speranza di trovare riscontri positivi.
L'idea che mi sono fatto è questa: fatte le dovute eccezioni mi sembra che, reperti alla mano, quello che è successo sul finire della XVIII Dinastia, par quanto straordinario fu, ha offuscato la mente tanto dei ricercatori, come il sottoscritto, che si definiscono "di confine", quanto quella di emeriti studiosi accademici. A tal proposito, visto che in questo sito ci troviamo più o meno in ambito accademico, vorrei fare alcune considerazioni.
Ho letto della potente Casta Sacerdotale di Amon e dei contrasti che nacquero con il Faraone Akhenaton. E le prove quali sono? Oppure la regola che il Primo Sacerdote di un qualsiasi culto officiava per delega del Faraone vale per 3000 anni di storia egizia tranne che per i 20 anni dell'Eretico? Il Faraone era o non era il proprietario di tutto l'Egitto, il rappresentante in terra di Dio, colui che stabiliva Maat? Dava e toglieva a suo piacimento, si o no? Ho letto di cospirazioni e di delitti. Mi sapete dire tra le centinaia di Faraoni che si sono susseguiti nella plurimillenaria storia egizia se ci sono prove che anche solo uno di questi è morto assassinato? L'Eresia stessa in cosa consiste? Il fatto che il Faraone si concentra su una particolarità, una caratteristica di un Dio esistito da sempre in Egitto: il Sole? E le prove che vengono banditi tutti gli dei? Da dove viene fuori? Lo stesso Akhenaton si fa rappresentare come Sfinge e trasferisce ad Akhetaten il culto del Toro Mnevis! Per non dire del "popolo"! L'egizio comune per millenni ha avuto come unico sogno servire il suo Dio Re ed essere sepolto nella sua terra. Però, sotto il regno di Akhenaton, ha qualcosa da ridire! [SM=x822717]

Sono anni che tutti si concentrano più o meno sulle stesse cose. Nessuno che va più a fondo. L'eresia Amarniana e la naturale evoluzione di un pensiero che parte da lontano e che ha visto la collaborazione di quella che possiamo definire una "Dinastia parallela". Davvero dobbiamo credere, alla lettera, al Sogno di Thutmosis IV? O c'è dell'altro sotto? Cosa ha scoperto? Magari Testi antichi conservati sotto la Sfinge? È a questo che si riferisce Akhenaton quando, con una certa petulanza, parla di se stesso come "Il Vivente nella Verità"? Akhmin cosa c'entra? Il grande Amenhotep III che si fa rappresentare mentre contempla se stesso! (Qui ci sono molti "tifosi" di Ramese II ai quali ricordo che il loro faraone preferito è stato solo il più grande "usurpatore" di monumenti della storia egizia)
Insomma, una grande Dinastia la XVIII! Poco capita, però.
Voi cosa ne pensate? Per favore, senza randellate! [SM=g1619689]
LoSfuggente
00martedì 11 febbraio 2014 18:58
...iniziamo bene!...credo di aver sbagliato Sezione...
Hotepibre
00martedì 11 febbraio 2014 20:13
A. si, hai sbagliato Sezione, quella dove hai scritto è riservata a Nectanebo [ho provveduto a spostare la discussione in quella giusta];

B. hai detto di avere scarsa dimestichezza con i forum, mi permetto perciò di farti notare che scrivere tutto in maiuscolo equivale ad "urlare" e, quindi, ti pregherei di scrivere i titoli delle discussioni in caratteri non maiuscoli (a meno che, si intende, tu non voglia "urlare").

Hotepibre
00martedì 11 febbraio 2014 23:55
Re:
LoSfuggente, 11/02/2014 18:22:


...Ho letto della potente Casta Sacerdotale di Amon e dei contrasti che nacquero con il Faraone Akhenaton.
1. E le prove quali sono?
2. Oppure la regola che il Primo Sacerdote di un qualsiasi culto officiava per delega del Faraone vale per 3000 anni di storia egizia tranne che per i 20 anni dell'Eretico?
3. Il Faraone era o non era il proprietario di tutto l'Egitto, il rappresentante in terra di Dio, colui che stabiliva Maat?
4. Dava e toglieva a suo piacimento, si o no?
5. Ho letto di cospirazioni e di delitti. Mi sapete dire tra le centinaia di Faraoni che si sono susseguiti nella plurimillenaria storia egizia se ci sono prove che anche solo uno di questi è morto assassinato?
6. L'Eresia stessa in cosa consiste?
7. Il fatto che il Faraone si concentra su una particolarità, una caratteristica di un Dio esistito da sempre in Egitto: il Sole?
8. E le prove che vengono banditi tutti gli dei? Da dove viene fuori?
9. Sono anni che tutti si concentrano più o meno sulle stesse cose. Nessuno che va più a fondo.
10. L'eresia Amarniana e la naturale evoluzione di un pensiero che parte da lontano e che ha visto la collaborazione di quella che possiamo definire una "Dinastia parallela".
11. Davvero dobbiamo credere, alla lettera, al Sogno di Thutmosis IV?
12. O c'è dell'altro sotto?
13. Cosa ha scoperto?
14. Magari Testi antichi conservati sotto la Sfinge?
15. È a questo che si riferisce Akhenaton quando, con una certa petulanza, parla di se stesso come "Il Vivente nella Verità"?
16. Akhmin cosa c'entra?
17. Il grande Amenhotep III che si fa rappresentare mentre contempla se stesso!
18. (Qui ci sono molti "tifosi" di Ramese II ai quali ricordo che il loro faraone preferito è stato solo il più grande "usurpatore" di monumenti della storia egizia)
19. Insomma, una grande Dinastia la XVIII! Poco capita, però.



Mon Dieu… di certo quando dicevi di avere delle domande, non credevo che intendessi così tante per un solo argomento o, meglio, per così tanti argomenti e così mescolati in un pout pourrì che solo apparentemente è monotematico e non è certo facile da districare.

Se dovessimo riuscire a rispondere a tutte le domande che hai fatto solo in questo post avremmo praticamente risolto non uno, ma “n” misteri egizi… Ti scusi in partenza per un post che può apparire provocatorio, non so se lo sia, ma di certo è venato di polemica, forse ingiusta, verso chi, come te stesso, o i tanti altri che di quegli argomenti si sono interessati, ha cercato di esporre ipotesi che non sono certezze, ma sono sempre ed ugualmente da rispettare fino a quando non pescano nel mondo dell’irrazionale o dell’eccessivamente fantasioso.
In tal senso, scrivere « …quello che è successo …ha offuscato la mente tanto dei ricercatori, come il sottoscritto, che si definiscono "di confine", quanto quella di emeriti studiosi accademici. …» è quanto meno poco carino proprio nei confronti di chi quegli studi ha svolto con serietà ed innegabile competenza, serietà e buona fede, non trovi?

Ernst Gombrich scrisse un giorno che la storia è come una fiaccola gettata in un pozzo: maggiore la profondità ove si trova la fiaccola, minore sarà la possibilità di vedere cosa si trova sulle pareti del pozzo… a maggior ragione l’archeologo che di quella fiaccola vedrà solo un bagliore indistinto e dovrà, perciò, basarsi solo su ipotesi il più possibile suffragate da riscontri.

E per ora, considerando che già il tuo post è davvero lungo, credo giusto fermarmi qui, prima di affrontare le tue molte domande che, ovviamente, sono poste non solo a me, ma a chiunque voglia cimentarsi in possibili risposte.

LoSfuggente
00mercoledì 12 febbraio 2014 10:39
Scusa Hot, non volevo urlare. Conosco le regole ma pensavo valessero per il testo e non per il titolo. Chiedo venia.
Grazie per aver spostato la discussione e grazie anche per la risposta. Massimo rispetto per chiunque studia la materia, per qualsivoglia motivazione. Ti è sfuggito un "fatte le dovute eccezioni", tutto qui. Mi viene in mente Aldred, ma anche Frankfurt e tanti altri. Voi stessi qui dimostrate una certa puntigliosità e accortezza nel proporre ipotesi. Ma in effetti ho generalizzato. E comunque è solo la mia opinione, per quanto possa valere! ;-)
Hotepibre
00mercoledì 12 febbraio 2014 11:46
... prima di affrontare le domande, ritengo importante una premessa che deve necessariamente prevedere un excursus storico sulla XVIII Dinastia e partire ancor prima del “sogno” di Thutmosi IV.

Non disdegnando di far passare il proprio padre, Thutmosi I, per “cornuto”, una regina decise un giorno di dire che era figlia diretta di Amon che l’aveva concepita -avendo assunto le sembianze del padre- con la propria madre, la regina Hames:

..."Ella avrà un regno eccellente su tutta questa terra.
Sua la mia anima! Suo il mio scettro!
Suo il mio prestigio! Sua la mia corona!
Affinchè regni sui Due paesi
e comandi tutti i viventi
"...

...con queste parole il Dio preannuncia alla regina la nascita di Hatshepsut nella teogonia incisa sulle pareti del “Sublime dei Sublimi è Amon”, il tempio di Deir el-Bahari. Ma il fregio prosegue e se nel registro inferiore si narra della nascita, in altre parti si racconta di come, alla costante presenza del Dio Amon, ella sia educata mentre, ancora più in alto, sarà ancora il Dio Nascosto a presentarla agli altri Dei ed in particolare ad Atum che le pone sul capo la corona doppia [per inciso, onde non maltrattare troppo il padre terreno Thutmosi I, in un’altra parte dei rilievi sarà proprio costui a presentare sua “figlia” alla Corte dinanzi alla quale due altre divinità, Horus e Seth, la incoroneranno].

Ovvio e palese che tutto l’apparato, sia artistico che architettonico (si pensi anche solo al nome del tempio progettato da Senmut), è indirizzato ad un solo scopo: esaltare il Dio Amon come concessore del potere a colei che, dapprima reggente in nome del figliastro, poi assumerà la titolatura di Re, si badi bene, e non di Regina!

Sappiamo bene che ad Hatshepsut succederà il “Napoleone d’Egitto”, Thutmosi III; ma come è possibile che un Re che sarà così potente, così tanto battagliero, abbia potuto sopportare di aspettare per ben 22 anni prima di assurgere al trono che gli spettava di diritto?
Molti sono gli studiosi che considerano, ancora una volta, che ciò sia la naturale conseguenza del potente appoggio dei preti di Amon che, proprio in questo periodo, assurge a Dio “dinastico” e di primo tra gli Dei.

È chiaro che, sin qui, la religione in senso stretto c’entra ben poco e, benché difficilmente scindibile giacché religione e politica erano un tutt’uno, che sia preponderante il fattore politico e di scambio di favori tra una Regina/Re, che avrebbe di certo avuto scarse possibilità di raggiungere quel livello, ed un clero amoniano che, protetto in prima persona dal Re, vedeva naturalmente crescere il proprio potere politico, ma soprattutto economico.

Sulla stessa linea di “sottomissione” al Dio, ed al suo clero, si porrà tuttavia anche Thutmosi III che offrirà ad Amon, ovvero al suo tempio, ovvero ai suoi preti, non solo ingenti parti del bottino delle sue 17 campagne di guerra, non solo ampliamenti consistenti del tempio di Karnak, ma addirittura tre provincie asiatiche con tutto ciò che questo, in termini di potere e proventi, comporta.

Siamo così giunti ad Amenhotep II che, però, per lungo tempo non risiede a Tebe, nell’Alto Egitto, bensì a quasi 400 iterw ( circa 800 Km) verso nord, a Menfi, nel Basso Egitto, lontano dai preti amoniani, ove svolge il suo lavoro di Funzionario regale quale sovrintendente al legname importato per i cantieri navali di Peru-Nefer [l’antica Avaris, Capitale delle dinastie Hyksos].
Da Re governerà anche'egli a Tebe, ma non dimentichiamo questo lungo periodo di lontananza da Amon.

E siamo così giunti a Thutmosi IV ed al suo sogno… ma di questo parleremo la prossima volta!
Hotepibre
00venerdì 14 febbraio 2014 08:46
Riassumiamo quel che abbiamo scritto nel lungo post precedente:
1. Amon è padre di Hatshepsut;
2. Amon si garantisce, ed infatti è presente, che sia educata come egli preferisce;
3. Amon la presenta agli Dei che le impongono la corona;
4. Amon, attraverso i suoi preti, tiene in qualche modo a bada il figliastro Thutmosi III per ben 22 anni;
5. Amon fa assurgere al trono Thutmosi III (giacchè improvvisamente non si parla più di Hatshepsut, e seguirà una sorta di damnatio memoriae, non si può escludere una congiura… Thutmosi offriva di più?);
6. Amon diventa il ricettore di proventi economici non indifferenti;
7. Amon ottiene l’ampliamento del suo complesso templare a Karnak;
8. Amon riceve in dono tre provincie asiatiche.

…direi che ce ne sono di motivi perché Amon, e quindi il suo clero, veda aumentare il suo potere, da ignoto e minore Dio provinciale cui spettava solo una paredra altrettanto sconosciuta, Amaunet, a Dio principale tanto che gli viene “assegnata” per sposa una delle Dee più importanti del pantheon egizio, Mut, e per figlio il dio della verità in persona, Khonsu.
E questo tralasciando l’ampliamento dei templi a lui dedicati a Karnak, nonché l’altro di Luxor [non dimentichiamo che i complesso di Karnak sarà secondo solo, come estensione, a quello di Kom el-Hetan, con i suoi oltre 340milia mq., con la differenza sostanziale che mentre quest’ultimo sarà costruito da un solo Re, Amenhotep III, il primo, a riprova del radicamento del Dio nascosto e dei suoi sacerdoti, subirà ampliamenti per quasi tutta la storia dell’Egitto].

Amon diverrà tanto importante da assurgere a livello del maggiore degli Dei ed essere assimilato a Ra nel sincretico Amon-Ra; diventerà padrone di oltre 1/5 dell’intero Egitto (e di quello che contiene, uomini, cose, ricchiezze, risorse) e non dimentichiamo, anche se siamo ancora lontani come periodo storico, che i suoi “profeti” diverranno addirittura sovrani delle Due Terre.

Ma torniamo alla nostra XVIII Dinastia e ad Amenhotep II, ricordate?
Quello che a lungo è vissuto lontano da Tebe, la città di Amon, a Menfi ove ha svolto la sua attività di Funzionario regio.

Verosimilmente, il giovane funzionario Amenhotep, durante la sua permanenza a Menfi, nel nord, aveva “conosciuto” (in senso biblico) Tia che diverrà Grande Sposa Reale e Madre del Dio solo dopo l’ascesa al trono del proprio figlio.
Vi state chiedendo chi era costui?
…avete indovinato, proprio un Principe che, verosimilmente, non sperava neppure di essere preso in considerazione come erede del proprio padre: Thutmosi.

Ma ci voleva un miracolo per superare questo non indifferente handicap… ed un miracolo infatti avvenne, anzi due!

Come sappiamo, tralasciando almeno per ora le camere segrete della sfinge, il Principe Thutmosi, era a caccia nei pressi di Menfi e ad un certo punto della giornata si sdraiò all’ombra di Harmaki Khepri Atum, l’immane leone di pietra che, ormai da millenni, faceva la guardia alle piramidi degli antichi Re.
Qui si addormentò e gli sovvenne in sogno lo stesso Dio che gli chiedeva di ripulirlo dalla sabbia che lo sovrastava promettendogli, in cambio, il trono delle Due Terre.

Ma quel principe non era gradito solo ad Harmaki Khepri Atum… qualche tempo dopo, infatti, durante una processione la statua di Amon, recata in spalle dai suoi sacerdoti, deviò dal suo percorso “trascinando” i portatori verso il Principe Thutmosi dinanzi al quale fece piegare la gambe ai suoi portatori “inchinandosi”!

Ovvio che, abbastanza palesemente, entrambe le leggende vogliono ammantare questioni politiche che lasciano intendere, fondamentalmente, una lotta di potere tra il nord (rappresentato da Harmaki) ed il sud (rappresentato da Amon) del paese: un Dio del nord promette il potere ed uno del sud, addirittura, si inchina dinanzi al predestinato. Ma la “Stele del sogno”, che ancora oggi campeggia tra le zampe di Harmaki, rappresenta in qualche modo l'estrinsecazione della volontà del principe in persona, ormai Re, ed infatti Thutmosi IV sarà educato a Menfi, nel nord, e le sue campagne di guerra si svolgeranno specialmente nell’area siro-palestinese.

E Karnak? Di certo il nuovo sovrano non dimentica la terra dei padri e siamo a conoscenza dell’innalzamento di un obelisco di suo nonno, Thutmosi III, che giaceva ancora a terra nel recinto del tempio [si tratta, peraltro, di quello che noi oggi, a Roma, conosciamo come obelisco “Lateranense”].
Giacché quella era la necropoli dinastica, e quella era la terra di provenienza della sua dinastia, anch’egli venne tuttavia sepolto nella Valle dei Re.

E qui, anche in questo caso, mi fermerei poiché ci stiamo avvicinando al momento in cui dovremo metter mano alle domande del”Lo Sfuggente”.
Hotepibre
00lunedì 24 febbraio 2014 12:06
...noto che LoSfuggente è...Sfuggito [SM=x822723] ! ...visto che ha proposto i suoi molti quesiti, ma poi non abbiamo più avuto il piacere di averlo "tra noi".

Se a qualcuno interessa ancora questo argomento proseguo, altrimenti aspettiamo quando, e se, LoSfuggente ritornerà...
LoSfuggente
00lunedì 24 febbraio 2014 14:31
...chiedo venia! ;-)
...per i punti 4 e 5 hai qualche prova?
Hotepibre
00lunedì 24 febbraio 2014 15:02
...eccoti...ti davo per disperso [SM=x822723] ... ma rispondere ai tuoi quesiti non è possibile se non si creano i presupposti per rispondere!

Se la domanda fosse: chi ha scoperto l'America sarebbe decisamente più semplice, ma qui stiamo parlando di un'evoluzione storica/politica/religiosa che non è possibile rendere "puntiforme", ma dev'essere calata in una situazione molto più ampia che sto cercando di delineare proprio per poter arrivare compiutamente a dare risposte (ma sia ben chiaro che non sono il depositario del sapere) articolate e non da "quiz" che, irrimediabilmente, potrebbero apparire fragili.
Capisco che forse tutto quel che sto scrivendo possa sembrare "lungo" e magari "noioso" (ed in tal caso me ne scuso), ma rispondere ai quesiti significa necessariamente costruire i presupposti perchè quelle risposte siano credibili.

Certo i quesiti 4 e 5 (4. dava e toglieva a suo piacimento...; 5. ho letto di cospirazioni e delitti...) potrebbero anche rientrare tra quelli che sopra ho chiamato "puntiformi", ma anche in questo caso non è così... cosa significa "dare e togliere a piacimento"? E' un discorso sul "potere" in se, come concetto astratto, o sull'effettivo comportamento di qualche personaggio? ...e per quanto riguarda le cospirazini, premetto che si! ci sono prove non solo di cospirazioni ai danni di Re/faraoni, ma verosimilmente anche di Re assassinati. Ovvio che non se ne possa avere certezza totale (sfido qualunque medico legale o investigatore a dimostrare con assoluta sicurezza che un certo re di oltre 2-3mila anni fa, il cui corpo presenta ferite, sia stato assassinato e non sia morto, ad esempio, in battaglia), ma di certo non esiste neppure la certezza opposta...

Ciò posto, se concordi, proseguirò nella linea che ho intrapreso per giungere a rispondere, poi, a tutti i suoi quesiti (indicando a quali, in qualche modo, abbia già risposto esposizione durante).
LoSfuggente
00lunedì 24 febbraio 2014 15:18
...scusa Hot, non vorrei pensassi in una mia superficialità. Preferire che tu finissi il tuo ragionamento così che io possa controbattere ove sarà il caso. Dunque non preoccuparti!
Hotepibre
00lunedì 24 febbraio 2014 15:32
Non mi ha sfiorato l'idea, tranquillo, capisco che la mia risposta è noiosa... ma abbi fede [SM=g999099] !

Ricapitoliamo allora i due post precedenti:
1. Amon da Dio sconosciuto diventa primo tra gli Dei tanto da essere assimilato a Ra (Amon-Ra);
2. Amon tiene “sotto schiaffo” almeno due Re (Hatshepsut e Thutmosi III) tanto da diventare padrone di oltre 1/5 dell’intero Paese;
3. Amon teme per la sua predominanza nel momento in cui il figlio di un Re (Amenhotep II) vive lontano dal suo “potere”;
4. Amon gareggia con un altro Dio (Harmaki Khepri Atum) per essere considerato il Dio che ha reso possibile l’ascesa al trono di uno “sconosciuto” Principe (Thutmosi).

E siamo così al regno di Thutmosi IV che, come abbiamo visto, è prevalentemente un Re settentrionale che, ovviamente, non pensa neppure di distaccarsi dalla terra di origine della Dinastia e dei Padri, ma forse qualche domanda comincia a porsela, o forse comincia ad essere “tirato per il gonnellino” (in termini moderni sarebbe la giacca, ma vista l’epoca…) da sacerdoti di divinità differenti che dal favore del Re hanno solo da guadagnare, come proprio l’esperienza dei preti di Amon dimostra.

Sappiamo che Thutmosi IV ha almeno due Grandi Spose (Nefertari e Iret), ma il suo successore, Amenhotep III, non sarà un “egiziano purosangue” giacché è figlio di una Regina secondaria (che diverrà, anche in questo caso, Grande Sposa e Madre del Dio solo dopo l’assunzione del trono da parte del figlio), Mutemweye, proveniente da Mitanni [peraltro proprio con questo matrimonio si aprirà un periodo di alleanza con il vicino “stato cuscinetto” –tra Egitto e Impero Hittita- che proseguirà anche successivamente con i successori Amenhotep III e, perché no, Amenhotep IV, cui saranno inviate Principesse mitanni in sposa].

Insomma, potremmo cominciare già qui a intravedere alcune crepe nel granitico potere di Amon e dei suoi sacerdoti:
a. un Re che ha vissuto a lungo a nord,
b. un Re che sceglie come Dio da ringraziare per l’ascesa al trono un Dio del nord,
c. un Re che genera il proprio successore con una Regina non egiziana e, quindi, verosimilmente legata anche ad una religione ben differente e che, comunque, anche se disposta ad accettare quella del suo Sposo, di certo non ha radicato in se il pantheon egiziano.

Attenzione, in tal senso, non sottovalutiamo il fatto che al momento dell’assunzione del trono da parte di Amenhotep, questi è ancora troppo giovane ed in suo luogo regnerà, per almeno dieci anni… la madre, ovvero una “straniera”.

Ma nel secondo anno di regno di Amenhotep III viene scelta per lui una sposa che proviene da una città dell’Alto Egitto (che vi ricordo è a sud), Akhmin (o se preferite Khent-Menu).
Non è di stirpe reale, è solo la figlia di un funzionario di provincia, Yuya, che, se guardassimo solo il titolo, sembrerebbe poco più che un servo; è, infatti, “Sovrintendete alle stalle del Re” ma poi gli spetterà anche il titolo, molto più roboante, di “Padre del Dio” divenendo, inoltre, cancelliere del Basso Egitto e, udite, sacerdote di Amon.

Sua moglie è Tuya che, guarda un po’, è a sua volta “Cantatrice di Hathor”, “Intrattenitrice di Amon e Min”, e sarà responsabile dell’harem del Dio Min ad Akhmin, e di quello di Amon a Karnak.

Anche in questo caso, sfrondando i fatti, lo scheletro della vicenda può essere letto in chiave ancora una volta politica: un Re, figlio di una “straniera” che governa il paese in suo nome per circa dieci anni, sale al trono.
Ma potrebbe essere stato “traviato” da idee non ortodosse (rammentiamo che religione e politica sono la stessa cosa), e allora gli si sceglie una moglie, Tye, che proviene da una famiglia del sud (dove si trova Karnak) di sicura “fede” autoctona, tanto per essere certi che lo si possa in qualche modo reindirizzare semmai ci fossero state “devianze”.
[per inciso, Akhmin non è poi molto distante dall’area in cui, qualche tempo dopo, Amenhotep IV/Akhenaton fonderà la sua Akhetaton].

E anche stavolta credo sia meglio interrompere perché adesso cominciamo ad entrare nel vivo di quella che è nota come “eresia amarniana” che è poi il cuore dei quesiti posti dal”Lo Sfuggente” ai quali, tuttavia, in qualche modo sto già rispondendo.

Bubastis2013
00lunedì 24 febbraio 2014 23:06
Come ha già dettagliatamente esposto Hotep, la famiglia reale tebana della XVIII Din. si trovò legata a doppio filo con il clero di Amon.
Molti sovrani non erano del tutto legittimati al trono in quanto figli del re ma non della regina. Non solo, col passare dei decenni e l'alternarsi dei vari faraoni, tutti i vari matrimoni avevano creato legami di parentela tra la famiglia del re e una élite ristretta di famiglie aristocratiche che finirono per avanzare pretese crescenti e forse insidiare il trono stesso.
Amenhotep IV era figlio del re e della regina, ma non era l'erede designato al trono: il primogenito doveva divenire Thutmosi V, ma morì precocemente.
Amenhotep IV più che a un'eresia mirava a una strategia tutta politica: creare una corte di persone a lui devote sopratutto non tebane e per fare ciò volle creare una nuova capitale distante da Tebe e con un dio tutelare nuovo.
Dedicò tutte le risorse del suo regno a realizzare la sua città e si disinteresso di politica estera. Il grave limite della sua rivoluzione religiosa fu quello di azzerare tutte le tradizioni religiose funerarie.Non ci fu spazio per Amon ma neppure per Osiride e Iside e gli altri dei che assistevano e proteggevano lo spirito del defunto. La sua teologia non fu rigorosamente monoteistica: Nei testi di Amarna oltre ad Aton figurano anche i nomi di Maat, Shu e Ra naturalmente.
Bubastis2013
00lunedì 24 febbraio 2014 23:18
Quanto alla domanda relativa a eventuali faraoni morti in modo violento, le fonti parlano chiaro: ce ne furono, soprattutto in periodi di indebolimento del potere centrale, a seguito di colpi di stato o di invasioni straniere.
Qualche nome: Ramses III, Apries, Psammetico III, Amirteo, Neferites II.
Alcuni re nubiani della XXV Din. e più di un re di nome Tolomeo.
Hotepibre
00martedì 25 febbraio 2014 11:13
[SM=g999105] ...meno male... [SM=g999105] grazie Bubastis, pensavo di essere solo nell'impari lotta con l'eresia amarniana [SM=x822723]

Resisti LS, ci siamo e, punto per punto, cercherò di rispondere a tutti i tuoi quesiti, ma proprio a tutti!

La mia disquisizione sulla nascita dell'eresia amarniana potrebbe ancora proseguire, ma credo sia giunto il momento di passare ai quesiti proposti giacchè anche rispondendo a quelli proseguirò necessariamente nella mia disamina [in rosso i quesiti di LS].


...Ho letto della potente Casta Sacerdotale di Amon e dei contrasti che nacquero con il Faraone Akhenaton.
1. E le prove quali sono?



Più avanti leggerai il testo della “Stele della Restaurazione”, scritta sotto Tutankhamon (ed usurpata da Horemhab) e questo potrebbe già essere una prova bastevole dei contrasti cui fai riferimento.
Quel che è ancor certo è che Akhenaton, nella sua visione enoteista, dapprima non cancellerà gli antichi Dei (tanto che nelle case di Akhetaton saranno trovati altari dedicati anche ad Amon), ma poi, quando evidentemente i preti di Amon continueranno nella loro politica disfattista verso le sue idee (che sovvertivano la Maat secondo le risposte che troverai più avanti), giungerà a chiudere i templi e farà scalpellare addirittura il nome del “Nascosto” dal cartiglio paterno ed il plurale della parola Dei.
A dimostrazione del coinvolgimento del clero amoniano nella gestione anche economica del Paese, Akhenaton accentrerà sul “Palazzo” ogni conferimento anche dei tributi e questo sarà, politicamente ed economicamente, un errore giacché i templi fungevano da ente redistributore delle ricchezze del Paese cosa che, accentrando il tutto, diverrà insostenibile.
Chiaro che anche da questa imposizione il clero di Amon ha ricavato l’ennesima dimostrazione di sovvertimento della Maat da parte del Re e non si può escludere che abbia volontariamente accentuato il disagio del popolo nel tentativo di suscitare una rivolta contro il sovrano che, di fatto, si stava comportando in maniera diremmo oggi dittatoriale.


2. Oppure la regola che il Primo Sacerdote di un qualsiasi culto officiava per delega del Faraone vale per 3000 anni di storia egizia tranne che per i 20 anni dell'Eretico?



Fermo restando che l’ordine dell’Antico Egitto, la Maat (tanto per usare una sola parola che però chiarisce tutto giacché Maat non è solo “verità”, ma ben altro come vedremo in seguito), è stato decisamente sovvertito solo durante il periodo atoniano, non ho capito bene cosa vuoi intendere con questa domanda.
Il Re, Dio egli stesso, era l’unico preposto a colloquiare con i “colleghi” Dei e non potendo essere dappertutto, in ogni momento, per ogni divinità, si faceva rappresentare dai sacerdoti.
Nel caso di Akhenaton , però, bisogna considerare che il Dio scelto non è nascosto nei penetrali dei templi, ma si mostra a tutti. Questo comporta anche una sostanziale modifica della struttura architettonica del tempio che non necessita perciò più del c.d. "andamento a cannocchiale" (pavimento costantemente in salita e soffitto costantemente in discesa), ne' del passaggio dalla luce al buio (pilone, corte colonnata, sala ipostila, sancta sanctorum).
Ma se il Sole si mostra a tutti, è altrettanto vero che vede tutti e, quindi, ovunque egli si trovi, il Re può officiare sicuro di essere visto e di vedere la divinità.
Ne deriva una sostanziale inutilità del clero anche se, per ovvi motivi, il clero continua ad essere necessario anche nella religione atoniana.


3. Il Faraone era o non era il proprietario di tutto l'Egitto, il rappresentante in terra di Dio, colui che stabiliva Maat?



ATTENZIONE: il Re non era colui che “stabiliva” la Maat!
La Maat esisteva da SEMPRE, era l’ordine cosmico, era l’equilibrio su cui le Due Terre (e tutto ciò che esse contenevano) dovevano poggiare per evitare il caos e solo per semplicità il termine viene semplicisticamente tradotto come “verità” o “giustizia”.
Maat NON è una parola, è un CONCETTO!
Compito del Re era semmai “MANTENERE” la Maat. Ogni sua azione doveva perciò essere rivolta a non alterare l’equilibrio e, in tal senso, gli egiziani erano un popolo assolutamente e decisamente “conservatore”.
Ogni variazione, sia pur minima, di quel che era stato già fatto era una violazione della Maat e come tale poteva danneggiare il Paese intero, non importa quanto piccola fosse kl'"infrazione".
Non è un caso se i medici curavano solo le malattie per cui già era nota una cura, altrimenti si esprimevano dicendo “non ho una cura per quest’uomo [nel caso avessero dato la cura sbagliata, infatti, avrebbero commesso un reato violando la Maat].
Il compito del Re era perciò davvero quello di essere il servitore non solo della Maat, ma addirittura del suo stesso popolo poiché dai suoi comportamenti poteva derivare la prosperità o la carestia, la vita o la morte del suo popolo. Lo stesso presiedere i culti (ecco perché lui era l’”unico” sacerdote, benché “sostituito” dai Primi Profeti di ciascun Dio) doveva seguire cerimoniali rigidi e codificati per non andare contro la Maat che tutto governava.
Vero che il concetto di Maat era, in qualche modo, “elastico” giacché diventava “Maat” tutto ciò che il potere decideva fosse tale. Ma quando parlo di Potere non mi riferisco necessariamente a quello regale.
In criminologia, ma anche in sociologia, si studia il concetto di “devianza” intesa non esclusivamente come cosa cattiva, ma come comportamento che “devia” da quello che una moltitudine, una società, ritiene essere il comportamento “giusto”… ecco, violare la Maat significava andare contro un comportamento secondo quello che per “tutti” era Maat.
Anche “semplicemente” in campo artistico Akhenaton violerà la Maat che vedeva codificate le rappresentazioni di uomini, re e divinità. Il suo stile “realista” era una altrettanto grave violazione della Maat; la tavoletta di Narmer o un rilievo che rappresenta Cleopatra VII sono sostanzialmente identici come postura dei personaggi, eppure in mezzo ci sono 3mila anni!
Per comprendere appieno quale stravolgimento e quale scandalo diede l'arte amarniana in quanto aviolazione della Maat, direi che nulla è più chiaro di questo: cosa pensereste voi se la Regina Elisabetta II disponesse che in tutte le foto della famiglia reale inglesi tutti i presenti debbono essere nudi?

...e qui siamo arrivati proprio ai quesiti 4 e 5 che sopra LS ha richiamato, ma direi che sarà per la prossima volta.





Hotepibre
00mercoledì 26 febbraio 2014 12:12
...e siamo così giunti ai quesiti 4 e 5 sopra richiamati da LS a cui ha dato una risposta anche Bubastis. Ai nomi già presentati da Bubastis aggiungerò qualche elemento, anche di prova, in più...


4. Dava e toglieva a suo piacimento, si o no? (sottinteso il Re)



Anche in questo caso l’unica risposta è “dipende” da quel che si intende.
Di certo aveva il potere di fare e disfare, ma al di sopra di lui c’era ancora, e sempre, la Maat (ma ovviamente non mi riferisco ai comportamenti privati, bensì a quelli istituzionali che dovevano sottostare a precise regole consuetudinarie) .
Se perciò riusciva a giustificare una qualunque cosa con il mantenimento della Maat (e veniva creduto, o esistevano i precedenti per farlo), di certo poteva “fare e disfare”, ma se cercava di “strafare” (vedi l’abbattimento degli antichi culti in favore di un unico Dio o la semplice modifica dei canoni artistici), andava decisamente contro la Maat.
Tutti abbiamo visto almeno un film ambientato in un tribunale anglosassone e ci siamo chiesti perché il “Perry Mason” di turno ad un certo punto, per difendere il proprio assistito, citi “...in lo Stato di Washington contro Smith del 1850”. Ebbene questo deriva dal fatto che, in quelle realtà giuridiche, la “consuetudine fa legge” e basta trovare un procedimento uguale a quello in corso per ricavarne giurisprudenza. Se, cioè, si riesce a dimostrare che il "sig. Smith" di quel procedimento di oltre 100 anni fa era stato assolto, ed il fatto di allora è simile a quello per cui si sta trattando oggi, allora anche in questo caso ci deve essere una assoluzione.
È la stessa cosa che accadeva nell’Antico Egitto solo che la “consuetudine” si chiamava Maat.

5. Ho letto di cospirazioni e di delitti. Mi sapete dire tra le centinaia di Faraoni che si sono susseguiti nella plurimillenaria storia egizia se ci sono prove che anche solo uno di questi è morto assassinato?



Che i complotti esistano, ed esistessero, nei Palazzi del Potere credo sia un dato di fatto difficilmente indimostrabile.
Nel caso dei nostri amici egiziani, direi che di prove di complotti ne abbiamo (e non poche); una tra tutte quella che si ricava da un vero procedimento penale che si tenne durante il regno di Ramses III (il relativo papiro si trova a Torino).
Noto come “congiura dell’harem”, il complotto venne verosimilmente architettato da una concubina del Re che coinvolse altre sei concubine, sei Ispettori del Re e le relative mogli, nonché alcuni scribi reali e, addirittura il Comandante dell’esercito. Scopo del complotto era quello di mettere sul trono il figlio della concubina.
Recenti studi medico legali (2012), cui hanno partecipato scienziati italiani e tedeschi, sulla mummia di Ramses III (XX dinastia) hanno consentito di appurare (attraverso una TAC) che il re presenta una ferita trasversale alla gola contenente un amuleto (un occhio di Horus). Ciò ha fatto propendere per uno sgozzamento.
Ma il terzo Ramses non è certo l’unico; altro re verosimilmente vittima di un complotto fu Seqenenre Taa, della XVII Dinastia.
La sua mummia, infatti, presenta una vistosa ferita al cranio. Originariamente imputata ad una ferita di guerra, uno studio medico-legale successivo ha fatto maggiormente propendere, data la posizione della frattura cranica e la possibile traiettoria dell’arma che l’ ha causata, per una congiura di Palazzo.
...Andando ancora più a ritroso, eccoci nella XII dinastia ed a quello che è il racconto più famoso dell’Antico Egitto: Sinhue.
Non dimentichiamo che il protagonista, anche in questo caso “servitore dell'harem regale e della principessa” fugge per timore di essere incolpato della morte del re Amenhemat I (predecessore di Sesostri I).
Gli studiosi ritengono che il “racconto di Sinhue” sia, di fatto una effettiva biografia e non semplicemente un "romanzo", ma anche se così non fosse, il fatto stesso che si parli, in un racconto di una congiura dimostra che queste avvenivano… eccome!


Hotepibre
00giovedì 27 febbraio 2014 09:23
...ed eccoci, anche stamattina, a proseguire nella disamina dei molti quesiti posti all'inizio da LS

All'inizio ho scritto che i quesiti posti non possono essere considerati "puntuali", ovvero risolvibili con una risposta "secca", e credo che le risposte che sto cercando di dare siano il più complete ed esaustive possibili (nei limiti delle mie conoscenze, si intende).

Siamo così giunti direi al nocciolo della questione:

6. L'Eresia stessa in cosa consiste?
7. Il fatto che il Faraone si concentra su una particolarità, una caratteristica di un Dio esistito da sempre in Egitto: il Sole?




Già nella risposta al quesito n.ro 3 ho parlato di “devianza” chiarendo che tale concetto non è sinonimo di “azione cattiva”. Per parlare di cosa sia l’”eresia amarniana” è perciò necessario chiarire che “eresia”deriva da un verbo greco che significa “afferrare”, ma anche “scegliere”.
L’”eresia” è perciò una “scelta” e solo l’uso comune, specie in campo religioso, l’ha trasformata in un termine con valore negativo (e purtroppo ne sanno qualcosa i 25mila di Beziers, o le migliaia di Montsegur); un po’ come il termine “apocrifo”, che significa “segreto”, ma che, con il tempo, ha assunto l’accezione negativa di “falso(non si dice forse testamento apocrifo volendo intendere un testamento con firma falsa?).
In tal senso, l’“eresia amarniana” non necessariamente può essere interpretata come qualcosa di negativo a meno, si intende, di non volersi calare nella realtà dell’epoca di cui stiamo discutendo in cui, di certo, assumeva il rango di violazione della regola generale che sovrintendeva alla vita delle Due Terre… in una parola (ormai ripetuta fino allo sfinimento), di stravolgimento della Maat.
Chiaro, peraltro, che la terminologia è una interpretazione “moderna” di quanto avvenne allora e che mai gli antichi egizi possono aver usato questa parola.
Con “eresia amarniana” si vuole perciò intendere “solo” il periodo in cui furono sovvertiti usi, costumi, religione, arte, società che si dipanavano nell’Antico Egitto da millenni.
Durò poco? Certo, solo una trentina d’anni, ma questo non esclude che sia stato un grave vulnus per un paese che, come l’immenso e lento fiume che lo attraversa, aveva fino ad allora (e poi successivamente) visto scorrere la propria vita secondo ritmi immutabili.
Non credo perciò sia importante tanto quale sia la divinità; se il sole sia o meno qualcosa che esisteva da sempre; quel che caratterizza l’ “eresia amarniana” è esclusivamente quel che ho sottolineato ormai tantissime volte: un Re che, venendo meno (agli occhi dei suoi contemporanei) alla Maat rischiava di distruggere il Paese che, quale garante, con la sua figura e soprattutto con le sue azioni doveva invece proteggere.


8. E le prove che vengono banditi tutti gli dei? Da dove viene fuori?



Come premesso nella risposta al quesito n.ro 1 (a cui rimando per ulteriori approfondimenti), direi che la “Stele della Restaurazione” scolpita sotto Tutankhamon e poi usurpata da Horemhab potrebbe da sola bastare a dimostrare che
«Quando sua Maestà venne incoronato re, i templi degli dei e delle dee da Elefantina fino alle paludi del Delta [...] erano in rovina.
I santuari erano caduti nel più totale abbandono ed erano diventati terra infestata dai canneti.
Era come se i loro santuari non fossero mai esistiti, e le entrate non erano altro che sentieri di terra battuta.
Il paese era nel caos, e gli dei l’avevano abbandonato [...]
Se ci si prostrava a chiedere il favore di un dio, questi non rispondeva [...]
Ma dopo molti giorni la Mia Mestà sorse sul trono di suo padre e governò sul territorio di Horus, la Terra Nera e la Terra Rossa erano quotidianamente sotto il mio comando.
Poi sua maestà consultò il proprio cuore esaminando ogni occasione meritevole, cercando di capire che cosa avrebbe fatto piacere a suo padre Amon, modellando la Sua augusta immagine con oro zecchino[...]
Tutte le [offerte] del tempio sono raddoppiate, triplicate e quadruplicate con argento, oro, lapislazzuli, turchesi, tutte pietre rare e costose, filati di lino regali, candidi tessuti, tela finissima, olio d’oliva, gomma [...], incenso e mirra, e tutto in gran quantità [...]
Il cuore degli dei e delle dee che sono in questa terra sono colmi di gioia.
I possessori di reliquiari sono felici.
Il paese è in festa e lavora con fervore, la celebrazione riguarda [l’intero paese] e si potrà vivere in buone [condizioni]
»

..e anche per oggi fermiamoci...
Hotepibre
00venerdì 28 febbraio 2014 08:55
...e proseguiamo con ben altri sette quesiti... [di notte si scrive, ed al mattino si posta [SM=g999103] ]


9. Sono anni che tutti si concentrano più o meno sulle stesse cose. Nessuno che va più a fondo.



Sono costretto a scomodare ancora una volta Gombrich e l’immagine della storia intesa come fiaccola lanciata nel pozzo.
Ogni ricostruzione storica si basa, e deve basarsi, su concreti riscontri e solo marginalmente si possono inserire dei “forse” o dei “se” con cui, come insegnano i grandi, “non si fa la storia”. Se non emergono nuove risultanze, concrete, dimostrabili, effettive, è difficile “andare più a fondo” oppure lo si può fare solo affrontando le “vecchie” conoscenze da prospettive differenti. Anche in questo caso, tuttavia, non si può lasciare grosso spazio alla fantasia a meno di non voler scivolare nel fantastico, o addirittura nell’irreale e nel surreale, o voler scrivere un romanzo storico.


10. L'eresia Amarniana è la naturale evoluzione di un pensiero che parte da lontano e che ha visto la collaborazione di quella che possiamo definire una "Dinastia parallela".



Non so cosa tu voglia intendere con “dinastia parallela”, ma direi che la genealogia dell’eresia amarniana, nella sua accezione religiosa/politica/sociale è stata già sopra, e nelle risposte a questi quesiti, ampiamente trattata. La risposta non può perciò che essere si! l'eresia amarniana parte da lontano e, come abbiamo sin qui visto, è la naturale evoluzione di "qualcosa", ma non si può parlare di eresia se prima non si parla della nascita di qualcos'altro che quell'eresia scatenò: il potere prima, e lo strapotere poi, del clero di Amon.


11. Davvero dobbiamo credere, alla lettera, al Sogno di Thutmosis IV?
12. O c'è dell'altro sotto?
13. Cosa ha scoperto?
14. Magari Testi antichi conservati sotto la Sfinge?



...addirittura 4 piccioni con una fava... direi che anche qui la risposta è compresa nei lunghi post di cui sopra. Non credo ci sia bisogno di “scomodare” camere nascoste (che nessuno ha mai trovato, ma semmai qualcuno -a metà tra l'egittologo ed il venditore di souvenir per turisti- ha fatto in modo da far credere che possano esistere) giacché, come sopra visto, la sola valutazione politica dovrebbe essere bastevole a dimostrare che la “Stele del Sogno” ammanta una questione prettamente politica di attrito, o se preferisci di vera lotta, tra divinità (e quindi tra due cleri): da una parte Harmaki Khepri Atum, e quindi il nord del Paese, e dall’altra Amon, ovvero il sud, che vedeva in concreto pericolo una enorme fonte di reddito oltre che di Potere!


15. È a questo che si riferisce Akhenaton quando, con una certa petulanza, parla di se stesso come "Il Vivente nella Verità"?



Direi di no e che siamo su due piani completamente differenti neppure accostabili tra loro.
Dobbiamo riesumare il concetto di Maat sopra visto. Abbiamo detto che il concetto di Maat è “espandibile” giacché aldilà di un concetto di universalità che avrebbe dovuto avere, ma in realtà non aveva, dipende da cosa si considerasse tale.
Ovvio che se avessimo chiesto ad un prete di Amon, ci avrebbe detto che Akhenaton era un violatore della Maat, in pratica un mostro che stava portando il proprio Paese alla rovina, ma se lo avessimo chiesto al diretto interessato?
Molto verosimilmente ci avrebbe risposto che egli era “Vivente nella Verità”, ovvero “colui che vive secondo Maat”, ed è chiaro ancor più che, vivendo invece in un ambiente che propagandava il contrario, egli avesse bisogno di “essere petulante” e di ribadire il suo convincimento ad ogni pie' sospinto!

...ci stiamo avvicinando alla fine del lungo elenco di quesiti proposti, ma anche per oggi fermiamoci qui...
Hotepibre
00sabato 1 marzo 2014 19:55
...siamo quasi alla fine dei 19 quesiti proposti da LS... ma i tre quesiti che seguono (16, 17,18) mi pare siano scollegati dal contesto precedente e, almeno in due casi, non proprio molto chiari.
Per il terzo, invece, mi pare ci sia un salto temporale che non riesco a giustificare nella progressione di quelli precedenti, ma proverò in ogni caso a dare una risposta che, come le precedenti, non ha la presunzione di essere "La" risposta, ma solo valutazioni del tutto personali anche se, si intende, suffragate da autori molto, ma mooooolto più esperti di me.
Ma passiamo ai tre quesiti (mi lascerò il 19 per ultimo):

16. Akhmin cosa c'entra?



A meno di notizie di cui non sono a conoscenza (ed in tal caso ti pregherei di chiarire quali), di Akhmin abbiamo già parlato come città di nascita della Regina Tye, madre di Akhenaton, e dei suoi genitori, Yuya e Tuya.
Abbiamo anche accennato al fatto che si trova a meno di duecento Km da el-Amarna; chi ci dice che questa vicinanza con la terra materna non abbia in qualche modo influito sulla scelta dell’area in cui Akhenaton fondò poi la sua Capitale Akhetaton?
A tal proposito, abbiamo sopra accennato al fatto che violazione della Maat significa qualcosa che va contro quel che è il sentire comune.
In tal senso, lo spostamento della Capitale da Tebe (terra di Amon) ad un’area che non era sotto il dominio di alcun dio (questo fu l’effettivo motivo della “fuga”) non andava forse ancora una volta contro la “normalità”?
Possiamo dibattere se si tratti di una fuga politica o religiosa (anche se i testi delle stele di confine mi sembrano tuttavia sintomatici di un vero e proprio rifiuto di tutto ciò che c'era "fuori" da Akhetaton), ma quel che resta è che la lobby più forte, quella che vedeva immensamente scemare le sue ricchezze, ovvero i preti di Amon, vide anche in questo un grave danno per il proprio Potere.


17. Il grande Amenhotep III che si fa rappresentare mentre contempla se stesso!



Anche in questo caso non so a cosa tu faccia riferimento e ti pregherei, perciò, di fornire qualche elemento in più.


18. (Qui ci sono molti "tifosi" di Ramese II ai quali ricordo che il loro faraone preferito è stato solo il più grande "usurpatore" di monumenti della storia egizia)



Dalla XVIII siamo improvvisamente passati (e, permettimi, non ho capito con quale giustificazione temporale o storica) alla XIX. Tuttavia, anche in questo caso, non possiamo accusare Ramses II di essere un “usurpatore” con così grande facilità. Usurpare i monumenti dei predecessori non era inusuale: tutti i re lo facevano e qualche volta era addirittura una forma di rispetto verso i predecessori.
Nel caso di Ramses II, per di più, non dimentichiamo che ha vissuto per oltre 80 anni ed ha regnato per oltre 60…in pratica ne ha avuto di tempo per scegliere le opere più belle dei suoi predecessori e “risparmiare” sulla mano d’opera [SM=g1619695] … Tieni tuttavia presente che, non a caso, le opere che a lui dovevano far diretto riferimento per glorificarlo non sono usurpate, ma costruite ex novo –vedi Abu Simbel- ed anche questo è sintomatico.

...ora manca solo l'ultimo, il 19° che merita, come ovvio, una degna chiusura di questo non indifferente lavoro. Poi, se lo vorrai, o se qualcun altro ha dubbi, perplessità, altre curiosità, proverò ancora a dare risposte (spero non del tutto sconclusionate [SM=x822738] ).
Hotepibre
00giovedì 6 marzo 2014 09:54
...in un momento particolarmente prolifico per il forum (un po' di utenti che scrivono qualcosa oltre che solo leggere), non volevo disturbare.
Ho quindi atteso qualche giorno per postare questa che è la risposta all'ultimo dei quesiti anche se, in questo caso, si tratta più che altro di una considerazione.
Scrive LS, infatti:

19. Insomma, una grande Dinastia la XVIII! Poco capita, però.



Al contrario, direi che la XVIII è forse la Dinastia maggiormente nota e più “capita” di tutte quelle che conosciamo. Forse il problema più grande deriva proprio dal fatto che abbiamo così tante notizie, ma così frammentarie, che consentono si una ricostruzione, ma consentono altrettanto di “infilarsi” negli interstizi delle informazioni stesse costruendo ogni possibile scenario.
Diciamo che volendo “conoscere” effettivamente la XVIII non bisogna solo fermarsi alle apparenze, alla superficie dei fatti o delle possibili interpretazioni, ma entrarci dentro ed analizzare ogni singolo fatto noto sotto ogni possibile profilo. Non solo, perciò, il fatto in se, ma i presupposti che a quel fatto portarono; non solo l'apparenza religiosa, ad esempio, ma anche gli aspetti politici e sociali che da quella possono derivare.
Chi si fermasse alle apparenze, peccherebbe di superficialità e difficilmente potrebbe ricavare un valore aggiunto se non costruendo "teorie" e "ipotesi" basate se non sul nulla, sul ben poco!

Presuntuosamente, è quel che ho cercato di fare io non partendo subito, come mi sarebbe forse stato sicuramente più facile, a rispondere ai quesiti scaturiti dal primo intervento, ma cercando di articolare un discorso più complesso che andasse aldilà dei facili stereotipi: un re che cambia nome e religione, che cambia città, che è il primo monoteista della storia etc.
Anche il semplice concetto di “monoteismo”, se andiamo a fondo, è errato: la religione di Akhenaton NON era monoteista, semmai “enoteista”. Ma è di certo più semplice, anche concettualmente e "didatticamente", il primo termine e questo ha fatto scaturire illazioni (precursore del cristianesimo, Akhenaton=Mosè ed altre similari) che, lungi dall’essere totalmente o sicuramente errate, possono essere prese in considerazione solo se, anche in questo caso, si “entra dentro” i fatti e le cose e si cercano "prove" oltre che "indizi".

Questo è quel che io intendo quando scrivo che non amo misteri misteriosi assai, o ufo, o omini verdi, la storia dell’Antico Egitto è già di per se complessa e misteriosa anche semplicemente studiandola “accademicamente”… perché complicarsi ancor più la vita con cose indimostrabili e che sfiorano, quando non invadono, il mondo dell’impossibile?

[SM=g999099]


sargon.
00lunedì 31 marzo 2014 15:18
Da queen Mutemwja
Anche nella biografia di Amenofi III abbiamo un episodio significativo, con il quale il sovrano cercò di far digerire al clero di Amon sua madre, sposa secondaria e per di più straniera di Tutmosi IV. Tale episodio descritto nel tempio di Amon a Luxor nella Byrth Hall. Addirittura vi si può vedere una prefigurazione dell' Annunciazione.
Nei pannelli del tempio di Amun a Luxor, secondo l'ordine di Brunner, Murnane e Breasted, la narrazione si apre con la dea Hathor che abbraccia la regina e dicendole che Amun sta per darle un figlio.
Amun sotto le spoglie di Tuthmosis IV è guidato da Thoth nella camera della regina
La regina Mutemwia siede su una nuvola/letto e riceve il dono della vita da Amun. Il letto è sostenuto dalle dee Selket e Neith,
Amun rivela la sua divinità; appoggia un alito di vita (ankh) alle narici della Regina, afferma che il bambino futuro si chiamerà Amenhotep.
Khnum prepara sul tornio i due vasi che rappresentano il Kha e il Bah di Amenofi. Khnum costituisce solo il feto e l'anima e li unisce Nel mezzo del registro, da sinistra a destra, la Regina viene portato nella stanza del parto da Khnum e Hathor , Bes e Taweret (dèi patroni del parto) assistono alla nascita.
Raffigura la nascita la scena adorazione coinvolge solo i tre funzionari della corte più importanti e altre divinità. Hator presenta Amenofi a Atum che lo prende in braccio.
L’ ultima scena mostra Amenhotep III come un uomo adulto purificato e benedetto dagli dei Atum, Hator e Uaget.
Da notare che la descrizione della seduzione di Amon è alquanto "hot":
Amon Signore dei troni delle Due Terre davanti all’ harem si trasformò nella maestà del marito Tuthmose. La trovò, mentre riposava all'interno del suo palazzo. Al profumo del dio si svegliò, e lei rise di fronte alla sua persona. Amon, dopo che era venuto davanti a lei, appassionatamente innamorato, si lasciò vedere nella sua forma divina, lei gioì alla vista della sua perfezione. L'amore di lui corse attraverso le sue membra, e il palazzo fu inondato con il profumo del dio, il suo profumo era come tutti quelli di Punt. Il suo amore penetrò in tutto il suo corpo. Disse Mutemwia davanti alla maestà di questo grande Dio “quanto grande è la vostra potenza”. Allora il Dio fece tutto quello che desiderava con lei.


Hotepibre
00martedì 1 aprile 2014 15:13
la teogonia
...in effetti, già qialche tempo prima, un'altro Re aveva fatto derivare la sua nascita dall'unione tra un Dio, sempre Amon, ed una bellissima Regina. Più sopra, infatti, avevo scritto:

... Non disdegnando di far passare il proprio padre, Thutmosi I, per “cornuto”, una regina decise un giorno di dire che era figlia diretta di Amon che l’aveva concepita -avendo assunto le sembianze del padre- con la propria madre, la regina Hames-Nefertari:
..."Ella avrà un regno eccellente su tutta questa terra.

Sua la mia anima! Suo il mio scettro!
Suo il mio prestigio! Sua la mia corona!
Affinchè regni sui Due paesi
e comandi tutti i viventi"
...


...con queste parole il Dio preannuncia alla regina la nascita di Hatshepsut nella teogonia incisa sulle pareti del “Sublime dei Sublimi è Amon”, il tempio di Deir el-Bahari. Ma il fregio prosegue e se nel registro inferiore si narra della nascita, in altre parti si racconta di come, alla costante presenza del Dio Amon, ella sia educata mentre, ancora più in alto, sarà ancora il Dio Nascosto a presentarla agli altri Dei ed in particolare ad Atum che le pone sul capo la corona doppia [per inciso, onde non maltrattare troppo il padre terreno Thutmosi I, in un’altra parte dei rilievi sarà proprio costui a presentare sua “figlia” alla Corte dinanzi alla quale due altre divinità, Horus e Seth, la incoroneranno]


... in quel caso, addirittura, Amon preannuncia a dodici divinità (Montu, Atum, Shu, Tefnut, Geb, Nut, Osiride, Iside, Horus, Nephtis, Seth e Hathor) l'intenzione di dare all'Egitto "un grande Re" ed è Thot, scrivano del gruppo, che nomina Thutmosi I e la sua sposa, Hames, magnificandone la bellezza.

Amon si presenterà però sotto mentite spoglie facendosi passare per Thutmosi I.

La Regina è addormentata, ma viene svegliata dal profumo emanato dal corpo di quello che crede essere suo marito.

All'atto del concepimento Amon/Thutmosi annuncia che nascerà Hasepsowe ("Colei che Amon abbraccia, la prima dei nobili è il nome di questa mia figlia") e Khnum, il Vasaio, modella nell'argilla i Kha (interessante notare che per Hatshepsut Khnum plasma ben 9 Kha di cui solo 1 femminile).
Hatshepsut nascerà alla presenza del suo padre Divino, Amon, e di nove altri Dei e Dee, mentre quattordici spiriti del destino dei Re (forza, potenza, onore, prosperità, nutrimento, gloria, volontà creatrice, vista, udito, conoscenza, lunga vita, magia, splendore, prestigio) tendono le loro mani per proteggere la bimba ed il Kha che hanno già il capo ornato della treccia tipica dei principi ereditari.

La teogonia proposta da Sargon, rientra, perciò, nel quadro delle situazioni che dovevano avvalorare la posizione di Amon quale supremo tra gli Dei.
E' interessante, infine, notare che la stessa Hatshepsut sceglierà, in una sorta di Rinascimento egiziano, di rifarsi alle opere dei predecessori della XII dinastia (ultima autoctona prima dell'esperienza degli Hyksos) tanto da scegliere non solo di costruire il proprio tempio funerario (il "Sublime dei Sublimi è Amon") addossato a quello di Montuhotep II, a Deir el-Bahari, ma copiandone, in qualche modo la struttura stessa architettonica.

E' in questa fase, Hatshepsut prima ed i thutmosidi poi, che, come sopra scritto, Amon riprende potere ed assurge ad una posizione di preminenza contro cui si schiererà, meno apertamente, Amenhotep III e poi, palesemente, drasticamente e radicalmente, il suo successore Amehotep IV/Akhenaton.
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