A Napoli mostra sulla ricerca della Terra di Punt

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-francis-
00giovedì 12 aprile 2012 12:41
(Ansamed) - Napoli, 11 apr -

Archeologi sospesi tra la ricerca della favolosa Terra di Punt e la preoccupazione per come potranno proseguire le ricerche archeologiche in Egitto dopo i mutamenti politici nel paese. Lo studio del passato remoto si lega all'attualita' nell'attivita' degli archeologi dell'Universita' Orientale di Napoli, che oggi ha inaugurato il suo Museo con una prima mostra che restera' aperta fino alla fine di aprile, in attesa dell'apertura stabile del museo prevista per l'estate.
Al centro della mostra, dal titolo ''Mersa/Wadi Gawasis. Un porto faraonico sul Mar Rosso'', 27 pannelli che illustrano l'attivita' di scavo della missione napoletana che, in collaborazione con l'Universita' di Boston, sta lavorando da diversi anni nel sito archeologico in Egitto e che costituisce l'aggiornamento di un evento che era stato gia' presentato al Cairo, arricchito con nuovi materiali. ''I materiali - spiega Andrea Manzo, curatore della mostra e professore di antichita' nubiale all'Orientale - ha oggetti da Uzbekistan e Iran ma anche da Sudan, Eritrea e dall'altra costa del Mar Rosso, dall'Arabia Saudita e dallo Yemen.
L'orientale porta quindi avanti un progetto mar rosso organicamente inteso e che dimostrano anche i legami degli egiziani con la Campania, perche' abbiamo trovato tracce di mercanti che dalla Campania Felix romana, in epoca tardo repubblicana e alto imperiale, si recavano nel deserto egiziano e scendevano giu' fino al Mar Rosso''.
La mostra segna l'avvio delle attivita' del museo che: ''Si apre oggi - spiega il rettore dell'Orientale Lida Viganoni - con una prima esposizione di reperti che sono stati conseervati nel corso degli anni, ma c'e' ancora molto materiale che io conto di recuperare per poterlo mostrare in questo museo aperto alla citta'''. I reperti islamici in mostra vengono da acquisizioni degli anni '70 che erano state fatte proprio in previsione di un museo didattico dell'Universita'. Si tratta di ceramiche islamiche provenienti da territori iranici dal X al XIV secolo e di varie tipologie tra cui oggetti con iscrizioni o pseudoiscrizioni.
Tra i reperti che arricchiranno poi il museo figurano anche bronzi islamici, sculture afgane e stele egiziane. A guidare gli scavi sul Mar Rosso e' il professor Rodolfo Fattovich: ''Le ricerche - spiega - ci hanno permesso di accertare che gli egiziani partivano dalla zona costiera di Mersa e Wadi Gawasis verso la terra di Punt, una terra semifavolosa da cui egiziani prendevano aromi, incenso, mirra ma anche oro e altri prodotti esotici.
Ora sappiamo che gli egiziani navigavano per tutto il Mar Rosso e lo attraversavano, arrivando nella penisola aarabica, anche se la Terra Punt e' molto probabilmente corrispondente alle regioni costiere dell'attuale Eritrea''. Gli scavi proseguono anche se tra numerose incertezze legate aalla situazione politica in Egitto: ''La possibilita' - spiega Fattovich - di continuare i nostri scavi non dipende tanto da noi, anche se i finanziamenti stanno crollando, quanto dalla situazione politica in Egitto.
Bisogna vedere cosa se e come sara' possibile continuare e quanto il nuovo governo sara' contento che gli stranieri continuino a scavare nel paese''.
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