Torino:Sacra Sindone datazione da rivedere

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Biceleon
00sabato 26 gennaio 2008 21:45
Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone. Il risultato dell’esame, effettuato nel 1988 con il metodo del carbonio 14, oltre che a Oxford, anche a Tucson e a Zurigo, stabilì che il lenzuolo custodito nel Duomo di Torino non poteva essere quello che aveva avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Il decadimento delle particelle dell’isotopo radioattivo nel tessuto di lino indicava infatti una data tra il 1260 e il 1390, in pieno Medioevo.

Ma quell’esame forse era sbagliato. Il dottor Ramsey, il quale passa il suo tempo a datare ossa di dinosauro e uomini di Neanderthal, ha dichiarato in un’intervista alla Bbc, che verrà trasmessa alla vigilia di Pasqua, che i risultati delle rilevazioni dell’88 potrebbero essere messi in discussione dall’evoluzione tecnologica che ha reso nel frattempo più raffinata l’osservazione del carbonio 14. Ad anticipare i contenuti dell’intervista è stato monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone di Torino, intervenuto a Novara a un convegno dell’associazione culturale «La nuova Regaldi».

Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia. Un lungo e tormentato viaggio nei paesi e nei secoli, che può avere contaminato il lenzuolo rendendo l’esame del C14 approssimativo. Lo stesso chimico statunitense Willard Frank Libby, che aveva ideato il metodo e vinto il premio Nobel per questo, aveva sconsigliato di applicarlo alla Sindone. Ramsey avrebbe scoperto che la datazione di una particolare materia organica presente sul lenzuolo varia proprio a seconda delle condizioni in cui è stata custodita, cosa che nell’esame del 1988 era ignota agli scienziati.

La Sindone di Torino riapre dunque il suo mistero, che ci accompagna da secoli e sembra non trovare mai una soluzione. Quando il criminologo svizzero Max Frei Sulzer scoprì che sul tessuto di lino sono presenti spore e pollini caratteristici della Palestina venne duramente contestato e accusato di avere manipolato i risultati. «Frei - dice monsignor Ghiberti - era stato straordinariamente preciso. Le spore che aveva individuato erano caratteristiche di una zona che andava da Gerusalemme a una zona limitrofa nel deserto arabico». Se si trattava di un falso medioevale, come l’esame dell’88 aveva affermato, era stato sicuramente molto ben congegnato: il lino è filato e tessuto a mano a spina di pesce e con torcitura in senso orario, una tecnica usata in Medio Oriente ai tempi di Gesù. Sul lenzuolo sono state inoltre trovate fibre di cotone (che all’epoca era coltivato in Egitto e Palestina, ma non in Europa) e nessuna fibra di lana, in osservanza della legge mosaica che nel Deuteronomio (22,11) prescrive di tenere separata la lana dal lino.

«Questi sono indizi importanti - afferma monsignor Ghiberti - ma la verità è che nessuno scienziato è riuscito finora a spiegare come sia stato possibile imprimere l’immagine sul lenzuolo. Qualunque ricercatore coscienzioso è costretto ad ammettere che questo è ancora un mistero irrisolto». Ma non è il solo: l’incredibile corrispondenza dei tratti con quella di un corpo crocifisso lascia ancora attoniti tutti gli osservatori, come avvenne nel 1898 quando un fotografo notò per la prima volta che l’immagine impressa in negativo era molto più riconoscibile di quella in positivo. L’uomo della Sindone è un maschio di circa 30 anni, con tratti mediorientali, muscoloso e più alto della media dell’epoca, abituato a lavori manuali. Le tracce di sangue raccontano il suo martirio, l’assenza dei pollici delle mani, ripiegati all’interno, confermano la lesione del nervo mediano, provocata dai chiodi infissi nei polsi.

«Questa visione di sofferenza - afferma monsignor Ghiberti - ci lascia attoniti per due caratteristiche toccanti, che non sono presenti in altri racconti di crocifissioni: la corona di spine e il colpo di lancia inferto a un cadavere, come dimostrato dagli esami del professor Baima Bollone. È l’osservazione di questi particolari confrontata con il racconto del Vangelo di Giovanni ad avermi convinto che ci sono altissime probabilità che nella Sindone si veda proprio il corpo di Cristo».

(da La Stampa 26/01/2008)
Neferneferuaton
00sabato 26 gennaio 2008 21:53
Al di là della datazione che sollevò ampie polemiche nel 1988 per i metodi non del tutto limpidi, almeno nella consegna dei materiali ai laboratori (alcuni sapevano di chi era e da dove proveniva il campione di stoffa in teoria segreto)... di questo mistero nessuno sembrò prendere in cosnsiderazione che a qualunque data corrisponda il lenzuolo, non è mai stato chiaramente detto come si è formata quell'immagine che il lenzuolo reca.
Maat Ka Ra
00domenica 27 gennaio 2008 17:58
Va bene...ma chiediamoci allora anche PERCHE' un documento simile avrebbe dovuto trovarsi a Chambery per poi essere portato a Torino???
Non credete che Emanuele Filiberto avesse un interesse particolare in quel momento storico??
Non voglio mettere in dubbio la fede di chicchessia, ma quel lenzuolo ci racconta tante cose "scomode" che in troppi non vogliono rammentare....
cennis
00domenica 27 gennaio 2008 19:03
Io sono d'accordo con maat...
la sacra sindone racconta delle cose che quasi nessuno vuole rammentare...
e sicuramente Emanuele Filiberto aveva un interesse per quel momento storico...

Ma non so il perchè quell'oggeto si trovava a Chambery e che poi è stato portato a torino... boh, non so che dire...
antonio crasto
00domenica 27 gennaio 2008 19:44
Mi pare che la Chiesa ritenga la Sindone qualcosa di misterioso, la cui validità non rientra nella fede cristiana, non è cioè una verità rivelata.
Come spesso è accaduto e continuamente accade, la credulità popolare e la Chiesa si impossessano dei misteri e li attribuiscono a miracoli divini.
Tutti gli studiosi che hanno analizzato la “reliquia” hanno avuto difficoltà a giustificare l’immagine. Non è sicuramente un dipinto e sembra difficile considerarla un’opera dell’uomo.
La rappresentazione è sicuramente fedele alle testimonianze vangeliche, cosa che porta i credenti a ritenere che sia stata realizzata grazie a un miracolo di Dio per testimoniare il momento di sepoltura di Gesù.
Questa interpretazione è lacunosa e risente, come quasi sempre per i miracoli, di una visione tendente a rendere realtà ciò in cui uno vuol credere.
A prescindere dalla datazione al C-14, si potrebbe controbattere che:

- qualcuno potrebbe aver scoperto, anche per caso, un metodo per imprimere delle immagini non fotografiche;
- in tal senso si è dimostrato che queste potrebbero essere frutto di azioni chimiche catalizzate da particolari condizioni di temperatura;
- l’autore di questa scoperta potrebbe aver realizzato una falsificazione del lenzuolo con cui fu avvolto Gesù;
- egli, o qualcuno che potrebbe aver ordinato il falso, potrebbe aver utilizzato un lino più o meno antico originario della Palestina e impregnato di pollini del luogo e potrebbe ancora aver sottoposto il cadavere a quelle ferite e situazioni descritte dai Vangeli.

Il falso sarebbe entrato in possesso di personaggi che avrebbero visto nell’opera una “reliquia” da venerare, un segno di potere o semplicemente una sorgente di cospicui introiti.

La Chiesa avrebbe sfruttato la situazione, sempre che l’eventuale falso non sia stato commissionato da un suo rappresentante, e in tal modo avrebbe condizionato il sentimento religioso dei suoi fedeli.
Maat Ka Ra
00domenica 27 gennaio 2008 22:16
...per l'appunto, debitamente sfruttato da Emanuele Filiberto nell'intento di dare conferma e valore alla sua "venuta" a Torino, una sorta di sacralità....i Savoia hanno sempre fatto leva sui sentimenti religiosi, e sulla superstizione soprattutto, del popolo per dare valore alle loro azioni, come in questo caso il trasferimento della capitale sabauda da Chambery a Torino, dove il Conte potè contare su una situazione nuova tutta da construire, una posizione di rilievo nel panorama sia francese che poi europeo...non cosa di poco conto, considerata la generale situazione politica del momento e le sue personali ambizioni.
Hotepibre
00lunedì 28 gennaio 2008 00:08
..partiamo da un presupposto: se potessimo raccogliere tutti i denti di Santa Prassede (protettrice dei dentisti) che sono sparsi per il mondo, scopriremmo, probabilmente, che doveva avere almeno 64 denti (se non più...) e se potessimo raccogliere tutte le schegge della "vera croce" forse potremmo ricostruire una vera e propria foresta.
...e ancora, quanti chiodi furono usati per crocefiggere il Cristo? Non dimentichiamo che uno si trova all'interno della Corona Ferrea... ed almeno altri tre o quattro in altrettante "autentiche" lance di Longino (il centurione che ferì Gesù al costato per intenderci)...

D'altro canto, le stesse venerate reliquie di San Francesco non furono forse tumulate, dalla Chiesa, in un sarcofago di roccia viva sotto l’altare maggiore della Basilica Inferiore, proprio per proteggerle dei "cacciatori di reliquie".

Tornare dalla Terra Santa portando una "vera" reliquia era la massima aspirazione che un cavaliere poteva avere ed esisteva un vero e proprio meracto delle reliquie (non dimentichiamo, inoltre, che la protettrice degli archeologi è l'Imperatrice Flavia Giulia Elena, madre dell'Imperatore Costantino, che portò a Roma addirittura la scala Santa (di San Giovanni in Laterano), ovvero, la "vera" scala del palazzo di Pilato, a Gerusalemme, salita e discesa da Gesù e su cui si noterebbero ancora oggi le tracce del Suo sangue...

Insomma, in tuto queso bailamme, questo mercato di "autentiche" reliquie vogliamo meravigliarci per l'ennesima rappresentata dalla Sindone?
Certo, l'oggetto, in se, è davvero pregevole, ma, come peratrlo sottolineato da Anotnio, neppure la Chiesa si è mai espressa circa la sua autenticità... un po' come dire che ci vuole un truffatore per riconoscerne un altro...
Biceleon
00lunedì 28 gennaio 2008 16:10
Resta il fatto che molti ritenevano la datazione fatta tramite il C-14 come la prova probante che la sindone era un falso, questa è l’ennesima dimostrazione di quanto può essere fuorviante l’utilizzo di questo tipo di metodologia.
Akhenaton67
00lunedì 28 gennaio 2008 17:08
Chiediamo un parere in merito a Giacobbo...
roberta.maat
00lunedì 28 gennaio 2008 21:26
Akhenaton ha scritto :

Chiediamo un parere in merito a Giacobbo...



certo che sì non potrà non sfruttare l'occasione di imbastire una trasmissione proprio per mettere il suo punto interrogativo....come ha sempre fatto.
antonio crasto
00lunedì 28 gennaio 2008 21:53

Ramsey avrebbe scoperto che la datazione di una particolare materia organica presente sul lenzuolo varia proprio a seconda delle condizioni in cui è stata custodita, cosa che nell’esame del 1988 era ignota agli scienziati.



Avete idea di cosa significhi questa frase? Non sarebbe il caso di attendere un dettagliato resoconto di Ramsey?
cennis
00lunedì 28 gennaio 2008 22:15
Io sono d'accordo con Antonio...
per capire un po' tutta la questione, dobbiamo aspettare il resoconto di Ramsey...
io non capisco sinceramente la frase scritta sopra...

Fatto sta che noi possiamo solo fare delle congetture... ma, ripetendomi, dobbiamo aspettare Ramsey...
roberta.maat
00lunedì 28 gennaio 2008 23:01

Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia.



Si capisce che i tests modernissimi di cui disponiamo non potranno verificare l'autenticità a causa delle innumerevoli contaminazioni.
Ho letto che l'alta temperatura "ringiovanisce" la datazione del carbonio 14, ho letto dei pollini e dei batteri,nonchè degli acari;inoltre grande confusione col dna per la forte presenza femminile probabilmente dovuta alle clarisse che rammendarono........mi viene da pensare che al di là delle tecnologie le parole più interessanti vengono dal minuzioso studio sulla anatomia dell'immagine rapportato alla lettura sinottica dei vangeli. Ritengo del tutto onesta e pregevole la disamina del prof Baima Bollone e che lunico mistero che avvolge la Sindone sia la modalità della formazione dell'immagine.........ma questa è un'altra storia che non trova risposte.
-francis-
00giovedì 31 gennaio 2008 10:50
Bastano poche parole per riaprire il giallo più intrigante della storia umana: "Sono convinto di avere forti prove che la Sindone risale a molto prima di quanto stabilito dalle ultime analisi". David Rolfe le pronuncia nel suo ufficio di Beaconsfield, sobborgo di Londra, tra monitor, lettori digitali, pile di Dvd, dove sta completando il montaggio di "La Sindone di Torino - le prove materiali", il documentario a cui lavora da anni, che la Bbc manderà in onda la sera del Sabato Santo.

È il secondo film che il pluripremiato regista britannico dedica all'argomento: il primo, "Testimone silenzioso", apparso nel 1978 e all'epoca trasmesso anche in Italia, cominciò a fare luce sui misteri del sudario che, ipotizza Rolfe, potrebbe equivalere alla "Polaroid della resurrezione". La nuova opera è ancora più ambiziosa, perché affronta il tema che ha messo in crisi il "partito dei credenti", cioè coloro che non dubitano che la Sindone sia il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù dopo la crocefissione sul Golgota.

Il tema è il test al carbonio 14, un esame eseguito nel 1988 da laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, per decifrare la datazione della Sindone: diede come risultato un intervallo di tempo tra il 1295 e il 1360, e molti lo ritennero la dimostrazione definitiva dell'inautenticità del controverso tessuto di lino, che veniva fatto risalire al Medio Evo, perciò ben più tardi dell'era di Cristo. Ebbene, il nuovo documentario di Rolfe sfida questa tesi, al punto da avere convinto Christopher Bronk Ramsey, direttore dell'Oxford RadioCarbon Accelerator e successore dello scienziato che condusse il test al carbonio vent'anni fa, a ripetere l'esperimento.

Non appena si è sparsa voce che l'esame al carbonio 14 verrà ripetuto, l'eccitazione della congrega di esperti di tutto il mondo che ruotano attorno alla Sindone è diventata incontenibile.

Il direttore del laboratorio di Oxford ha ammesso che il risultato del 1988 potrebbe essere sbagliato", si è lasciato scappar detto monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione Diocesana per la Sindone di Torino, in pratica il custode della Sindone per conto del Vaticano. "Non c'è da stupirsi", ha aggiunto l'alto prelato, "è la conferma che la scienza è relativa, e che successivi studi possono modificare quanto affermato in un primo tempo". A Oxford, il professor Ramsey è andato su tutte le furie: il test non è stato ancora completato e lui non ha mai dichiarato che l'esame del 1988 diede un responso "sbagliato".

Ma la suscettibilità tra religione e scienza, in materia di Sindone, è reciproca, e comprensibile, specie in uno studioso come Ramsey, che nel 1988 era poco più che ragazzo ma assistette al primo test al carbonio 14, divenne allievo e successore dello scienziato che lo effettuò, e ora, come nella teoria dell'eterno ritorno, si occupa di nuovo del rebus che lo ossessiona da una vita. Ramsey non parla con i giornalisti; ma l'autore del documentario accetta, insieme al suo assistente, Alessandro Pavone, un giovane filmografo italiano che lavora a Londra e che ha trattato con monsignor Ghiberti per filmare la Sindone.

"Il risultato del test di Oxford non glielo posso anticipare, perché ancora non lo so nemmeno io", spiega Rolfe, "e neanche Ramsey, essendo l'esame in corso. Lo saprete la sera del Sabato di Pasqua, quando la Bbc trasmetterà il documentario. Quel che posso dire, e che mi pare notevole, è che Ramsey ha ritenuto necessario ripetere il test del 1988".

A convincerlo è stato il progresso scientifico. Nel corso di studi in ambito meteorologico, racconta il documentarista, sono emersi nuovi elementi sul comportamento del carbonio 14, che le ricerche di Rolfe per il film hanno in seguito indicato come una chiave per riaprire l'indagine. "Non affermo che nel 1988 ci sia stato un errore", precisa Rolfe, "ma esistono dubbi sugli effetti della conservazione del lino in determinate condizioni".

È un linguaggio oscuro, ma non per chi conosce la romanzesca storia della Sindone. Quella documentata inizia nel 1353, a Lirey, in Francia, quando il cavaliere Goffredo di Charny dichiara di essere in possesso del lenzuolo che avvolse il corpo di Gesù.

Cent'anni dopo una sua discendente di nome Margherita vende la sacra reliquia ai duchi di Savoia, che la conservano a Chambery, dove nel 1532 sopravvive a un incendio, e poi dal 1578 a Torino, dove hanno trasferito la propria capitale e dove da allora è rimasta, anche dopo che Umberto II, ultimo re d'Italia, morendo l'ha lasciata in eredità al papa.

Poi c'è la storia non documentata, secondo cui la Sindone sarebbe stata occultata dagli apostoli, conservata dalla primitiva comunità cristiana, portata nel 544 a Edessa, in Mesopotamia (l'odierna Turchia), di lì trasferita nel 944, quando i musulmani occupano Edessa, a Costantinopoli, che nel 1204 viene saccheggiata dai crociati, uno dei quali l'avrebbe trafugata in Francia, dove un secolo e mezzo dopo finisce in mano a Goffredo. Infine, c'è la leggenda: la Sindone, il Mandylion (altra misteriosa reliquia cristiana) e il Santo Graal sarebbero in realtà la stessa cosa. Insomma, un romanzo, al cui confronto il "Codice da Vinci" è una favoletta per bambini.

"Nel Medio Evo le reliquie cristiane avevano immenso valore, per cui la tentazione di falsificarle a scopo di lucro era grande", osserva Rolfe. "Ma finora nessuno è riuscito a capire come sarebbe stato possibile falsificare la Sindone. Delle due, l'una: o è autentica, o è opera di un genio, di un Leonardo da Vinci, tant'è che qualcuno è convinto che sia stato l'autore della Gioconda a fabbricarla, sebbene le date non coincidano".

Il nuovo test al carbonio 14 potrebbe dunque dirimere o perlomeno riaccendere la questione, retrodatando il lenzuolo all'epoca di Cristo. Ed è possibile che il documentario nasconda un'altra sorpresa: "Quando la Sindone è stata fotografata per la prima volta, svelò l'immagine negativa, molto più netta di quella sul lenzuolo", conclude Rolfe. "Quando è stata scannerizzata per la prima volta, ha rivelato un'immagine tridimensionale. Noi l'abbiamo filmata per la prima volta in alta definizione". E cosa si vede? "Sto andando a montare le immagini. Lo scoprirete il Sabato Santo". Amen.

(Fonte: La Repubblica)
antonio crasto
00giovedì 31 gennaio 2008 12:37
Sottolineo due frasi dell’articolo:

«[…] A Oxford, il professor Ramsey è andato su tutte le furie: il test non è stato ancora completato e lui non ha mai dichiarato che l'esame del 1988 diede un responso "sbagliato".[…].»

«[…] Nel corso di studi in ambito meteorologico, racconta il documentarista, sono emersi nuovi elementi sul comportamento del carbonio 14, che le ricerche di Rolfe per il film hanno in seguito indicato come una chiave per riaprire l'indagine. "Non affermo che nel 1988 ci sia stato un errore", precisa Rolfe, "ma esistono dubbi sugli effetti della conservazione del lino in determinate condizioni".[…].»

Commento:

Ho l’impressione che il can can sia stato montato per pubblicizzare il film di Rolfe. Queste rivelazioni della Chiesa e il dire e non dire di Rolfe non hanno nulla di scientifico ed è, a mio parere, vergognoso che Ramses si sia lasciato coinvolgere in questa meschina messa in scena.
I risultati si ottengono, si pubblicano e si divulgano possibilmente in un contesto scientifico, non alla prima di un film.
Biceleon
00giovedì 31 gennaio 2008 13:13
Re:
antonio crasto, 31/01/2008 12.37:


Ho l’impressione che il can can sia stato montato per pubblicizzare il film di Rolfe. Queste rivelazioni della Chiesa e il dire e non dire di Rolfe non hanno nulla di scientifico ed è, a mio parere, vergognoso che Ramses si sia lasciato coinvolgere in questa meschina messa in scena.
I risultati si ottengono, si pubblicano e si divulgano possibilmente in un contesto scientifico, non alla prima di un film.



Il coinvolgimento del professor Ramsey è del tutto involontario se si considera la sua reazione, non ci resta che aspettare i risultati ufficiali dei nuovi test.

Neferneferuaton
00venerdì 1 febbraio 2008 22:10
Qualunque sarà il risultato è chiaro solo che la Chiesa non si è mai pronunciata perchè non è obbligatorio credere che la sindone o altre reliquie siano vere, intendiamoci, non lo sarebbe nemmeno credere ad apparizioni mariane riconosciute. Basta non andare lì ad insultare. Per me la Sindone è un oggetto con valenza sacra, perchè è così che la vedo io e anche se non lo fosse non scalfirebbe quel che ne penso. Alla fine se i Savoia volevano l'avallo sindonico, se sia il lenzuolo della "Veronica" o quello dei templari poco importa, chi vuol credere crederà sempre e chi no avrà sempre un appiglio qualunque per non farlo. Il fatto davvero fastidioso è il risalto che si da a fatti del genere solo per imbastire presunti misteri o per aumentare tirature di giornali o audience di tv...sic...
roberta.maat
00venerdì 1 febbraio 2008 23:03
Brava ! [SM=g999100]
cennis
00venerdì 1 febbraio 2008 23:15
Brava nefer...
sono perfettamente d'accordo con te... [SM=g999097] [SM=g999097]
antonio crasto
00sabato 2 febbraio 2008 09:00
La Chiesa asserisce che:

- il lenzuolo di lino custodito nel Duomo di Torino è il lenzuolo con cui fu avvolto Gesù;
- l’immagine impressa sul lenzuolo è frutto di un miracolo, in quanto non spiegabile con le conoscenze scientifiche attuali;
- la Sindone deve essere quindi considerata una sacra reliquia, per cui è necessario opporsi con tutti i mezzi agli studi che cercano di giustificarla scientificamente;
- i miracoli non rientrano nella Fede, cioè nelle verità rivelate da Dio (trinità, divinità di Gesù e sua resurrezione e ascensione al cielo), ma sono riconosciuti dalle autorità della Chiesa;
- la visita del Papa ai luoghi ove vengono custodite le reliquie costituisce un vero e proprio pronunciamento di verità.

E per altro evidente che la Chiesa di oggi non ha l’autorità per imporre a credenti e non credenti il riconoscimento dei miracoli. Si limita a una azione mediatica martellante e una propaganda senza limiti.
(Nel riconoscimento di un miracolo la Chiesa parte in genere cauta, lasciando fare a qualche associazione di fedeli e qualche vescovo esposto in prima linea, quindi, quando il popolo ha preso atto del possibile miracolo, interviene ufficialmente con la costruzione di cappelle o santuari).
A molti credenti questa venerazione per le reliquie risulta strana e spesso offensiva. Sembra quasi che la Chiesa abbia difficoltà a far credere le verità rivelate e preferisca far concentrare i credenti su singoli episodi misteriosi, che a loro dire potrebbero essere spiegati come intervento miracoloso di Dio o dei santi.

Parafrasando:
Il fatto davvero fastidioso è il risalto che si da a fatti del genere solo per imbastire presunti miracoli o per aumentare la credulità popolare...sic...

Rimane il fatto che ognuno può credere in ciò che vuole!!!
I miei nipotini credono nella Befana, o meglio preferiscono far finta di credere nella Befana per paura di perdere i regali!!!
antonio crasto
00lunedì 31 marzo 2008 10:32
Sbaglio o erano state promesse rivelazioni per Pasqua?
Incuriosito, ho cercato su internet e, con mia sorpresa, ho trovato che l’articolo riportato dalla Stampa aveva scatenato le ire dello scienziato Ramses, il quale ha smentito nella maniera più categorica che le datazioni del 1988 erano sbagliate e ha preteso una smentita.

Su www.cicap.org/new/articolo.php?id=273508

Sindone Ramsey infuriato con La Stampa

La Stampa di sabato 26 gennaio annunciava la rivelazione shock di Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford: i risultati della datazione al Carbonio 14 sono probabilmente sbagliati; ci sono stati problemi nel corso dell'esame effettuato nel 1988.

Ma il quotidiano torinese non riporta le parole precise di Ramsey: ad anticipare i contenuti di un'intervista al direttore inglese è infatti monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone di Torino.

I sindonologi reagiscono con entusiarmo. Emanuela Marinelli, intervistata al TG5, conferma che i dubbi ci sono sempre stati. Domenica 27 gennaio Pierluigi Baima Bollone rilascia una lunga intervista con lo stesso tono trionfalistico. Ma nessuno pensa di contattare Christopher Bronk Ramsey per una conferma o una smentita.

Nessuno, tranne Antonio Lombatti. In mezza giornata riceve una risposta infuriata da parte di Ramsey: "Considero quell'articolo (de La Stampa) molto irresponsabile, e intendo richiedere la sua rimozione dal sito web e la pubblicazione di una smentita. Quanto affermato non rappresenta minimamente quanto io penso e nonostante ciò il mio nome viene utilizzato a garanzia delle affermazioni riportate - cosa che il giornalista avrebbe dovuto verificare prima di pubblicare il pezzo. ... Considero altamente improbabile che la radiodatazione eseguita nel 1988 sia in qualche modo scorretta".
La smentita sul blog di Antonio Lombatti alla pagina:

www.antoniolombatti.it/B/Blog01-08/35ED4283-609D-4578-A6E0-AF50EF34C...

Che dire. La Sindone non sembra una reliquia, ma una macchina per far soldi, alla quale la Chiesa si tiene aggrappata con tutti i mezzi.
Biceleon
00lunedì 31 marzo 2008 12:53
Caro Antonio

della reazione “infuriata” di Ramsey ne eravamo già a conoscenza, infatti le informazioni da te linkate risalgono a gennaio scorso, credo che quello che più ci interessa sono i fatti in questo caso i risultati dei test di Ramsey, questi ci sono stati promessi per pasqua ma forse Ramsey è ancora troppo infuriato per volerli pubblicare. [SM=g999108]
Biceleon
00lunedì 31 marzo 2008 13:21
Comunque ad oggi, stando a quanto dice Ramsey, i test non sono ancora conclusi.

Articolo
-Kiya-
00lunedì 31 marzo 2008 13:41
e pensare che siamo nel 2008.... e ancora le Istituzioni ecclesiastiche ci trattano come fossimo nel Medioevo... [SM=x822732]


Biceleon
00lunedì 6 ottobre 2008 19:36
Aggiornamento al thread:

«Siamo pronti a riconsiderare l' età della Sindone e a riesaminare il lenzuolo». John Jackson, fisico americano e professore dell' Università del Colorado, uno degli esperti che aveva condotto gli esami al carbonio 14 nel 1988, sostiene che il risultato dei test è errato e che il sacro lino sarebbe molto più vecchio rispetto alla data, 1325, resa nota nell' 89. «Non avevo mai creduto agli esiti dell' epoca - scrive il Los Angeles Times - molti altri elementi del lenzuolo, incluse le sue caratteristiche e i dettagli dell' immagine, suggeriscono che è molto più antico. Gli alti livelli di monossido di carbonio hanno alterato i test». Jackson, a distanza di 20 anni, è pronto ad invalidare la data, incassando anche il via libera dell' Università di Oxford, pronta a collaborare. L' obiettivo è chiaro: il fisico americano, se riuscirà a dimostrare che l' esame ha prodotto un risultato sbagliato, spera di poter ottenere un nuovo test sulla Sindone. D' altronde, con l' ostensione fissata nel 2010, si sono riaccesi i riflettori. «Ci sono molte prove che lasciano pensare che la Sindone sia più vecchia di quanto stabilito con gli esami al radiocarbonio, e quindi ulteriori ricerche sono necessarie», sostiene Christopher Ramsey, numero uno della Oxford Radiocarbon accelerator unit. Ma da Torino arriva uno stop: «C' è il desiderio di ricominciare una serie di esami - spiega monsignor Giuseppe Ghiberti, responsabile della commissione diocesana della Sindone - ma fino al 2010, fino a dopo l' ostensione non si farà nulla. La decisione spetta alla proprietà, che è la Santa Sede, e il Vaticano ci ha più volte ribadito che non si tocca nulla. Anche perché è appena partita una macchina complessa in vista del 2010. Se qualcuno vuole fare pressioni si rivolga alla Santa Sede».

La Repubblica

Robert Villareal che coordina la squadra del Los Alamos National Laboratory (LANL) che lavora al progetto di riesamina dei campioni della sindone, questi ha confermato quanto già detto da Raymond Rogers in Thermochimica Acta (gennaio 2005) è cioè che il campione prelevato dalla sindone era in parte composto da un rammendo tardivo. Va detto che già nel 2000 Joseph G. Marino e M. Sue Benford avanzarono l'ipotesi che il campione utilizzato per l'esame radiocarbonico contenesse una parte (circa il 60%) di tessuto non originale.

Link

Se quanto detto risulta vero i test di Ramsey dovrebbero sia confermare la data (sbagliata?!?) della sindone che l’inquinamento del campione prelevato.
(richard)
00lunedì 6 ottobre 2008 20:29
E' sempre molto suggestivo ammirare il Volto del Cristo:



ed il Suo Santo Corpo:

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