"Io Tutankamon,
il giovane faraone che ridiede ad Amon tutto il suo potere
e tutta la sua gloria dopo il tradimento di mio fratello,
io ho lasciato dietro di me in questa corte solo una sfinge di calcare".
"Io, Taharka,
re nubiano della tarda dinastia ormai in decadenza,
costruii questo padiglione centrale del quale rimane
solo un esempio delle delicate colonne ricoperte di papiro
ed un blocco di alabastro che serviva da altare all'Arca Divina."
"Io, Faraone il cui nome è andato perduto
tante sono le contraddizioni incise sul mio piedistallo,
io lasciai l'immagine simbolica di tutti i Faraoni,
questa statua gigantesca che si innalza verso il lato sinistro del secondo pilone,
racchiudendo tra le sue gambe la minuscola figura di un'amata regina."
"E io, Ramsete (II),
il grande primogenito della Dinastia dei Ramessidi,
la fiamma della XIX dinastia,
io ebbi l'onore, più di 3000 anni fa,
di aver completato questo secondo pilone che voi state oltrepassando.
Ai suoi piedi ho posto la stele
che racconta la vittoria di Kamose contro gli Hyksos
che venivano dall'Oriente.
Due statue che mi raffigurano erano a guardia dell'entrata del santuario.
Solo la statua a sud è rimasta intatta,
ma è sufficiente a mantenere viva la memoria del mio augusto regno.
Per 67 anni ho portato la doppia corona dell'Alto e Basso Egitto. Tre regine hanno diviso il mio letto.
La terza era la figlia del re ittita,
il monarca più potente dell'Asia Minore.
Voi potete misurare la vastità del mio Impero,
ma per giudicare la durata della mia vita,
sappiate che dopo di lei ho sposato quattro delle mie figlie
ed ebbi 92 figli e 106 figlie".
"Io, Faraone di un periodo posteriore,
un re sovrano del crespucolo, Tolomeo Evergete (II),
io costruii questa entrata meravigliosa che conduce alle camere di Dio.
Le porte sono di cedro del Libano, foderate in rame d'Asia.
Possano esse aprirsi per voi questa sera e concedervi accesso alla più segreta,
più impressionante porta del labirinto di Karnak".
Grandiosa, elevata e misteriosa come un'oasi pietrificata, questa è la dimora di Amon.
Queste sono le possenti canne dell'organo di pietra di Karnak.
Ascoltiamo per un attimo questo confuso mormorio di parole
che sembra sgorgare da queste mura, coperte di iscrizioni,
di figure e di preghiere.
Sognamo in questa foresta di simboli.
Nessuno potrebbe esprimere la nostra meraviglia
meglio del grande egittologo francese Champollion
quando arrivò qui e disse:
"L'immaginazione viene a mancare e cade senza vita
ai piedi di queste 134 colonne della camera ipostila di Karnak".
Le colonne sono tutte ispirate dal papiro del fiume,
che portò all'Egitto sia la sua grazia che il suo sapere.
Alcune colonne hanno i loro capitelli aperti
mentre altri sono chiusi, come i fiori in boccio.
La sala ipostila fu costruita da Seti (I)
tra il secondo ed il terzo pilone
che decorò una gran parte delle pareti e delle colonne con altorilievi.
La decorazione fu completata da Ramsete (II)
che questa volta utilizzò dei bassorilievi.
Questa sala ipostila è la madre di tutte le basiliche a tre navate
che essa ispirò più tardi con i suoi piani.
La funzione di questa sala è essenzialmente religiosa ed imperiale.
La presenza fisica di Amon era sotto forma di statua trasportata su una barca.
E il Faraone veniva qui per rigenerare la sua anima poichè,
nella sua qualità di figlio di Amon,
regnava sull'Alto e Basso Egitto,
in altre parole sull'Universo.
Ammiriamo questo gruppo di colonne nella cui pietra
l'architetto ha cercato di trasfondere la linfa vitale del Nilo,
quella linfa che nutre i ciuffi di papiri giganti
che nascono dal ricco limo, brulicante di uccelli e di rettili.
Il Nilo tanto simile alla lingua Egiziana
con la sua vitalità poetica che fiorisce persino oltre i confini della morte.
E' l'alba e possiamo immaginare l'Egitto risvegliarsi ogni giorno,
come se i suoi geroglifici dovessero improvvisamente riscuotersi da un sonno tranquillo.
Nelle profondità del santuario il Dio Amon,
il Creatore, è presente sotto forma di statua.
E' rappresentato il cerimoniale per quando egli parla,
poichè la sua parola comanda sia gli uomini che gli eventi;
si lucidava, si purificava, si ungeva ripetutamente,
si toccava il suo viso con una forchetta di silice e con un'ascia,
benedicendo lo zoccolo di un toro.
Tutti questi riti solenni hanno racchiuso l'anima di Amon
nel suo tabernacolo di legno scolpito.
Il Faraone è giunto questa mattina alla Presenza Divina.
Si è purificato nelle acque del lago Sacro.
Proseguirà per andare a svegliare il Dio
con il suo stuolo di Sacerdoti poichè il Dio sta ancora dormendo,
come ogni notte nel suo tabernacolo sigillato ogni sera.
Il Faraone: "Svegliati Karnak, Regina delle Dimore degli Dei e delle Dee che le abitano.
Svegliatevi Dei e Dee alla bellezza del nuovo giorno.
Risvegliati in pace Amon, Signore di Karnak".
I Sacerdoti rispondono: "Il legame è spezzato, il sigillo è tolto.
Le doppie porte del paradiso si stanno aprendo.
Le doppie porte della terra si stanno spalancando".
Il Faraone: "Lode a te Amon, Signore di Tebe, Signore dei Signori,
Padrone del Terrore e Re della quiete".
I Sacerdoti: "Amon, Re del cielo, Creatore delle Stelle.
Tu hai oltrepassato l'orizzonte, e hai fatto sì che gli Dei esistessero".
Il Faraone: "Io ti adoro, oh Amon".
I Sacerdoti: "Creatore delle Moltitudini, Re degli Dei,
Sovrano delle Grandi Piume, Tu il Grande Falco.
Tu che doni il soffio della vita a tutte le cose,
e fai fluire la gioia nel cuore degli uomini".
Il Faraone: "Oh Amon, concedimi la forza e la gioia.
Ti offro tre bende, o Signore, così che rivestito in tutta la tua gloria,
tu possa vegliare fino al sopraggiungere della notte
e donare salute e forza a tuo figlio il faraone,
Re del Sud e del Nord,
Capo di tutte le tue creature viventi per sempre".
I Sacerdoti: "Questa è la benda bianca".
Il Faraone: "E che la luce, che è il tuo sguardo, possa splendere".
I Sacerdoti: "Questa è la benda verde".
Il Faraone: "E che le acque feconde possano portare fiori e rendere verde la terra".
I Sacerdoti: "Questa è la benda rossa".
Il Faraone: "E che la terra sia fertile e il sangue forte".
I Sacerdoti: "Che la terra sia fertile e il sangue forte".
L'incantesimo del Faraone è compiuto.
La cerimonia continuerà per tutto il giorno intorno alla statua
risvegliata con l'assistenza di una moltitudine di Sacerdoti.
Il Dio sarà nutrito con incenso e libagioni.
Ciò che rimane delle offerte di carne e di vino
servirà naturalmente come nutrimento ai Sacerdoti.
Dopo le libagioni di mezzogiorno, il Dio verrà truccato,
ricoperto di olii, profumi e gioielli.
E alla sera, dopo un'ulteriore purificazione,
la statua ritornerà al suo tabernacolo,
protetto da un nuovo sigillo di argilla apposto alle porte.
Ora il Dio riposa: dobbiamo lasciare il Santuario.
Il sole è scomparso dietro le montagne di Tebe.
Amon è svanito nella notte con il sole,
intraprendendo ancora una volta quell'oscuro viaggio che è simile alla morte.
Noi potremmo ancora muoverci attraverso le rovine
senza raggiungere il cuore del mistero.
Piloni, obelischi, vestiboli, sale, colonnati,
dinastia dopo dinastia,
esse ingrandirono e moltiplicarono il labirinto della notte.
Qui dobbiamo rievocare i faraoni più antichi
come Tutmosis (I), Tutmosis (III), Amonhotep (III).
Ma la storia di regni ed eventi sembra cosa insignificante
paragonata alla testimonianza imperitura della fede.
Gli uomini sono fatti per ricordare meglio l'invisibile del reale.
2000 anni di annali reali
celebrazioni, lutti, battaglie, storie d'amore, intrighi, spedizioni
si confondono qui come le miriadi di foglie di un albero.
Il Dio Amon è l'albero
e ogni Faraone ha semplicemente scritto il suo nome sulle foglie.
Qui, in un angolo di questa corte,
gli archeologi portarono alla luce una delle loro scoperte più importanti,
conosciuta come il Nascondiglio di Karnak.
Di tanto in tanto, per far posto a nuove offerte,
le precedenti venivano rimosse, e qui,
in un unico sepolcro, fu scoperta una grande quantità di tesori:
779 statue di pietra e 17.000 di bronzo,
per non menzionare quelle di legno
che non hanno resistito all'erosione del tempo.
Re, Regine, Sacerdoti, Dignitari in piedi, seduti o in ginocchio,
in granito nero o rosa, in alabastro o in marmo,
tutti ammonticchiati alla rinfusa.
E tra loro la sublime statua del grande costruttore Tutmosis (III)
ci dà un'idea della prodigiosa opulenza di Karnak.
Il nostro viaggio nel cuore della notte ci porterà ora sotto le stelle.
Messi di fronte all'imponente mistero di Amon
e alla strabiliante rete delle sue difese,
ci sentiamo insignificanti,
esiliati come un semplice mortale alle porte della tomba.
Il mortale giugneva alle porte solo possedendo la sua povera vita.
La sua ombra lo seguiva lungo le mura,
sui campi, sull'acqua e una strana creatura alata,
forse la sua anima, cantava nel suo cuore.
E' ora di salire alla Terrazza Superiore per vedere Tebe addormentata
accanto a suo padre, il Nilo.
Forse il cielo aperto ci farà comprendere meglio.