"Scienza e Umanesimo" / "Scienza e Archeologia" - dualismi possibili

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-Kiya-
00giovedì 30 aprile 2009 15:08
Lo conferma il dr. Massimo Izzo

Nella mia instancabile ricerca, che mi porta a sviscerare la Rete per alimentare la sete di sapere e per ampliare le mie conoscenze, a volte ho l'inaspettata fortuna di "incontrare" persone eccezionali.

Nei giorni scorsi, la mia strada virtuale ha incrociato quella del Dr. Massimo Izzo, Archeologo Orientalista ed Ingegnere, con una grande Passione per l'Egittologia.
Portati a termine gli studi presso l'Università di Pisa, il Dr. Izzo ha messo a frutto entrambe le sue lauree con lode prendendo parte a missioni di scavo a Dra Abu el-Naga, sotto la Direzione della Prof.ssa Marilina Betrò. Dal 2005 è docente di Storia presso l'Università dell'Età Libera di Pesaro. E, come riporta il suo Curriculum, attualmente si interessa di ricerca su vari temi storici ed antropologici, di saggistica, di insegnamento e di divulgazione storica ed archeologica.

Incuriosita dalla sua formazione duplice, in ambito Scientifico e Umanistico, mi sono permessa di inoltrargli queste poche righe, con il desiderio di trovare risposta ad un interrogativo che in più di un'occasione ci siamo posti:


E' la prima volta che mi trovo al cospetto di un Ingegnere/Egittologo. Un connubio che oserei definire perfetto: la preparazione scientifico/matematica che si fonde con quella umanistica.
Immmagino che, per alcuni versi, non sia semplice farle coesistere, mentre, per altri... è l'apoteosi. Il tutto.
E dimmi, come vivi questo "dualismo", tipicamente antico Egizio, nella competitiva realtà Accademica moderna?



In brevissimo tempo mi è pervenuta risposta, permettendomi di constatare la grande disponibilità del Dr. Izzo, nonchè la sua grande umiltà. Doti che, abbinate alla sua professionalità, fanno di lui una persona degna di grande ammirazione.

Non mi dilungherò oltre e, nel ringraziarlo per avermi accordato la pubblicazione, passo a sottoporvi quanto il Dr. Izzo mi ha risposto, concedendomi l'immeritato onore di riportare il tutto sulle pagine del suo Blog e su quelle del gruppo a cui ha dato vita su Facebook.
Parole le sue, che alimentano la speranza di un futuro migliore per l'Egittologia. Un ritorno al passato, ad essere sinceri, ma forte di una maggiore consapevolezza e padrone di strumenti all'avanguardia, che potendosi basare sul connubio e l'interazione tra diverse discipline, potrà garantire risultati completi e più attendibili sotto ogni punto di vista.
-Kiya-
00giovedì 30 aprile 2009 15:09
"Scienza e Umanesimo" del Dr. Massimo Izzo



La "vulgata" è che le materie scientifiche e quelle umanistiche non vadano d'accordo e che richiedano un'apposita predisposizione mentale. Questo in realtà è totalmente falso per molti motivi, basta guardare proprio la "Storia". Tutto il mondo della filosofia greca, ad esempio, vede filosofi che non solo contemplano nei loro studi la matematica, l'astronomia e le scienze naturali ma che proprio su di essi gettano le basi delle loro creazioni filosofiche (nulla di più umanistico). Tutto ciò è il riflesso della complessità e della natura onnivora e curiosa degli esseri umani che cresce e si evolve proprio scoprendo collegamenti inediti. Si può dire, anzi, che proprio questa flessibilità delle nostre capacità cerebrali ha forgiato la nostra arma evolutiva per eccellenza: la neo-corteccia.

Il motivo per cui siamo portati ad identificarci con una "tendenza" scientifica o umanistica viene largamente da ragioni culturali e sociali: il drammatico aumento della densità di popolazione del mondo occidentale ha portato la necessità di inquadrare tutti in una piccola casella specializzata condannata ad un lavoro ripetitivo (vedi produttivo) senza nessuna simpatia al debordamento visto come segno di incipiente disordine. Di conseguenza, abituati a questo sin da piccoli, si può essere disorientati dalla difficoltà di inquadrare ed immaginare la vita e l'attività di un individuo che ha competenze molteplici. Se questa barbarie incasellatrice fosse stata da sempre nella storia probabilmente non avremmo avuto la maggior parte dei grandi ottenimenti culturali della storia.

Giusto per fare un esempio poco noto relativo all'Egittologia: il merito di aver capito che i geroglifici non erano simboli ma che corrispondevano a lettere, ovvero la base per la decifrazione della scrittura geroglifica, è dovuto alla passione personale del grandissimo fisico Thomas Young(1773-1829). Questo signore è colui che ha nientedimeno scoperto le proprietà fondamentali dei fotoni e della luce in generale, peraltro la base degli attuali studi di punta sui computer quantici. Young era fisico e docente di filosofia naturale oltre ad aver dato il più importante contributo alla decifrazione del geroglifico: ecco un bell'esempio di essere umano appartenente ad un'epoca, quella pre-industriale, in cui ancora nessuno faceva certe distinzioni frustanti e limitative e dove era inconcepibile che un uomo di conoscenza non avesse una formazione completa.

-Kiya-
00giovedì 30 aprile 2009 15:10
"Scienza ed Archeologia" del Dr. Massimo Izzo



Tutti noi siamo da sempre abituati a leggere libri di Storia che ci presentano un forma tipicamente narrativa. Di conseguenza tendiamo a considerarla come un'attività letteraria piuttosto che scientifica. Questo è largamente legato al fatto che buona parte della storia degli ultimi 1000 anni proviene da testi scritti e documenti che ci parlano direttamente di avvenimenti e storie dell'umanità.

Le cose si fanno diverse quando iniziamo ad andare indietro nel tempo dove i testi iniziano a scarseggiare e dove, anche quando ci sono, non dimostrano di avere un'idea "oggettiva" della storia, ovvero di raccontare le cose come erano, ma di scrivere cose che servono a qualcuno o a qualche fine. Bisogna cioè sempre ricordarsi che la Storia come "cronaca" oggettiva è un'invenzione moderna, per nulla ricercata nell'antichità. Anzi, a dire il vero, anche oggi è continuo il tentativo di alterare la verità storica per loschi fini politici o religiosi.

Il compito dell'Archeologia è quindi cercare di far parlare cose che non sono testi scritti ma magari solo pietre (architettura) oppure tracce di vita biologica o materiale. E' qui che la situazione si sposta dall'umanistico allo scientifico e, più si va indietro nel tempo, più le cose diventano rigorosamente tecniche.

Faccio un esempio presente nelle mia Tesi di Laurea Specialistica sul significato dell'iconografia animale nelll'Egitto Predinastico. Una delle più importanti prove del valore simbolico ed ideologico che gli egiziani davano al mondo animale già nel IV millenio a.C. proviene dalle analisi osteologiche e di usura dentali degli scheletri delle necropoli: queste analisi hanno dimostrato che l'alimentazione di questi egiziani era essenzialmente vegetale e pesantemente carente di ferro proveniente dalla consumazione di carne.
Alcune parti ed edifici del sito mostravano invece grandissime quantità di resti animali. L'evidente conseguenza era che i resti animali provenivano da offerte e sacrifici che non prevedevano la consumazione, confermando il sospetto che i miserissimi resti di alcuni edifici del IV millennio a.C. fossero luoghi di culto.
La missione inglese di Hirakonpolis ha cioè potuto ricostruire un pezzo importante della storia predinastica solo grazie ad un esperto dentista ed alcuni antropologi (quelli che analizzano ossa, non quelli culturali).

Gli stessi hanno poi determinato che le ossa di un rarissimo elefante sepolto nella necropoli reale appartenevano ad una specie di elefante proveniente da migliaia di km più a sud e allevato in cattività: in un sol colpo si è quindi potuta aggiungere un'ulteriore (una rondine non fa primevera) importante prova dell'esistenza di un'elité capace di organizzare costosi trasporti di lunga distanza (ricchezza e distinzione sociale) e che l'elefante, allevato in cattività solo per essere sacrificato, doveva quindi avere uno speciale significato simbolico che sto cercando di identificare.

In realtà la scienza oggi non è solo "collaterale" all'Archeologia, cioè in termini di collaboratori, ma sia l'Archeologia stessa sia il modo di ricostruire i panorami storici, appartengono a pieno diritto al campo scientifico. Come si interpreta un sito o un reperto non è, cioè, affidato all'ispirazione notturna dell'archeologo o dello storico ma deve seguire rigidi protocolli deduttivi che hanno le loro regole ed obblighi. L'intuizione personale ormai ha posto solo nella scelta delle piste da seguire (le cosidette "ipotesi di lavoro") ma guai a pubblicare un'ipotesi interpretativa senza avere il supporto di sufficienti prove archeologiche, si rischia la carriera. Ed è bene che sia così.

Quindi è bene che tutti gli interessati agli studi universitari di archeologia sappiano che si ritroveranno a che fare con Laboratori e seminari di Statistica, di uso del CAD e del GIS (che molti ingegneri e architetti manco sanno usare), di uso dei Database relazionali, di elaborazione fotografica, di Biologia e Chimica, di tecnica e macchine da scavo e molto altro ancora. Ad esempio, nella materia "Archeologia Subacquea" vi tocca anche studiare tutte le strutture costruttive delle navi antiche, inclusa la nomenclatura navale di tutti i loro elementi, per poter attribuire e datare un relitto: quindi perfino una laurea in Ingegneria Navale come la mia è risultata direttamente utile. Ma non c'è strettamente bisogno di una seconda laurea scientifica (anche se fa comodo), l'importante è poter ragionare anche in termini tecnico-scientifici.

Per rispondere quindi a Kiya sul quesito riguardo all'accoglienza del mio background scientifico nell'ambito accademico: graditissimo, apprezzatissimo e ricercato. Ora spero che tu abbia capito perché. :-) E grazie per la domanda Kiya, è importante parlare di queste cose e mi dai l'occasione di pubblicare questi articolini anche sul blog.

-Kiya-
00giovedì 30 aprile 2009 15:21
Colgo l'occasione per segnalarvi il Blog, già citato, che è ancora agli albori, ma promette di diventare un ottimo punto di riferimento per chi desideri approfondire a proposito delle materie trattate.
Il Blog nasce come implemento ai corsi che il Dr. Izzo tiene a Pesaro. Ma è sua esplicita volontà estenderne la consultazione anche a coloro che non hanno la possibilità di prendervi parte.

Tra le aree in costruzione, attira la sezione riservata alla divulgazione delle Dispense dei Corsi, la quale sarà integrata da materiale a completamento.


Hatshepsut76
00sabato 2 maggio 2009 01:06
Accidenti, che colpaccio! Ho messo il blog tra i preferiti!
MassimoIzzo
00sabato 2 maggio 2009 11:47
Ringrazio Kiya per le belle parole certamente troppo generose e per aver pubblicato questi modesti post.
Vorrei aggiungere che potete esser certi che l'Egittologia ha intrapreso recentemente una strada di grande valore scientifico ma che spesso le metodologie non vengono poste in risalto perché, un pò spocchiosamente, vengono ritenute appannaggio dei soli professionisti della materia. Personalmente ritengo che questo sia un errore perché si lascia l'impressione che le analisi storiche siano frutto di opinioni personali mentre ciò non accade (o almeno non dovrebbe). Inoltre così facendo non si aiuta chi apprende ad assumere il necessario spirito critico ed analitico.
Il ricambio generazionale ha certamente contato in questa evoluzione....meno male..
A presto
Massimo Izzo
-Kiya-
00sabato 2 maggio 2009 13:39
Limitare la comunicazione, e non sfruttare i mezzi che oggi si hanno a disposizione per ampliare la divulgazione dei risultati ottenuti, a mio avviso contribuisce ad alimentare la "malainformazione".
In questo modo, quindi, gli organi competenti si rendono, in parte, responsabili delle "eresie" che, allargandosi a macchia d'olio, rendono un'immagine dell'Egittologia confusa e alterata.
Basta fare un tour in rete per comprendere cosa intendo.
Sono sempre più numerosi i siti che propongono l'argomento sotto una luce deviata e, spesso, questi stessi siti sono quelli che contano maggiore diffusione e accoliti.
In assenza di disponibilità di materiale "ufficiale", poter contrastare queste voci diventa impresa ardua, anche per chi si è posto l'obbiettivo di fornire strumenti utili per approfondire la conoscenza dell'Egittologia e della Storia Egizia, che sempre più spesso diviene oggetto di speculazione.
MassimoIzzo
00domenica 3 maggio 2009 16:24
Re:
-Kiya-, 02/05/2009 13.39:


In questo modo, quindi, gli organi competenti si rendono, in parte, responsabili delle "eresie" che, allargandosi a macchia d'olio, rendono un'immagine dell'Egittologia confusa e alterata.
Basta fare un tour in rete per comprendere cosa intendo.
Sono sempre più numerosi i siti che propongono l'argomento sotto una luce deviata e, spesso, questi stessi siti sono quelli che contano maggiore diffusione e accoliti.


Quoto in pieno



Hotepibre
00lunedì 4 maggio 2009 15:10
Nel dare nuovamente il benvenuto a Massimo, non posso che quotare i suoi ragionamenti e sottolineare a mia volta (molto immodestamente) che scienza ed umanesimo non possono mai essere disgiunti. Già è stato fatto notare che i più grandi filosofi del passato erano, fondamentalmente, dei matematici, ma anche in prosieguo, nell'età "moderna" tale sovrapposizione non è certo venuta meno.

In qualche caso il processo si è addirittura invertito; un nome per tutti, Einstein. Forse che la sua teoria della relatività non sia, prima di tutto, una concezione filosofica?
Provate a pensare al paradosso dell'aereo che gira in senso opposto al senso di rotazione della Terra... in teoria l'aereo dopo aver fatto il giro del mondo dovrebbe atterrare nel punto di partenza il giorno PRECEDENTE a quello della partenza... e se non è filosofia questa!
roberta.maat
00lunedì 4 maggio 2009 22:18
Sono veramente lieta di apprendere dagli studi del dott. Izzo circa questo dualismo scienza/umanesimo.
Da sempre ho ritenuto inscindibili ed interdipendenti questi due aspetti della cultura.
Devo questa convinzione ai miei ottimi insegnanti, nei lontani anni del liceo scientifico, quando matematica e filosofia erano le mie materie preferite e lunghi dibattiti allenavano la mia mente a ragionare sullo sviluppo del pensiero in ambiti apparentemente diversi e così uguali nella sostanza.
L'umanesimo descrive l'uomo e il suo pensiero e lo racconta. La scienza invece lo spiega, ne motiva e ne giustifica i comportamenti, per questo ritengo che l'archeologia sia uno studio che non può prescindere dalla continua attenzione a questo dualismo.

Mi scuso con Massimo se ho "elementarizzato" i concetti sperando di averli comunque colti correttamente.
-Kiya-
00martedì 5 maggio 2009 08:53
La Storia come scienza da indagare

Tutti noi siamo da sempre abituati a leggere libri di Storia che ci presentano un forma tipicamente narrativa. Di conseguenza tendiamo a considerarla come un'attività letteraria piuttosto che scientifica. Questo è largamente legato al fatto che buona parte della storia degli ultimi 1000 anni proviene da testi scritti e documenti che ci parlano direttamente di avvenimenti e storie dell'umanità.

Le cose si fanno diverse quando iniziamo ad andare indietro nel tempo dove i testi iniziano a scarseggiare e dove, anche quando ci sono, non dimostrano di avere un'idea "oggettiva" della storia, ovvero di raccontare le cose come erano, ma di scrivere cose che servono a qualcuno o a qualche fine. Bisogna cioè sempre ricordarsi che la Storia come "cronaca" oggettiva è un'invenzione moderna, per nulla ricercata nell'antichità. Anzi, a dire il vero, anche oggi è continuo il tentativo di alterare la verità storica per loschi fini politici o religiosi.



Direi che qui riassumi perfettamente il concetto di Storia e Mnemostoria, così come affrontato da Jan Assmann. Un concetto che mi ha colpito molto e che mi ha fatto riflettere, a suo tempo.
Da qui la citazione che ci accompagna quotidianamente, in cima alla testata del Forum.
L'errore più comune è quello di ritenere la Storia come un qualcosa di statico, in quanto passato. E come tale passibile di definitiva interpretazione.

Ma c'è modo e modo di interpretare. E certo operare un'interpretazione oggettiva, scevra da influenze e convinzioni personali e ben contestualizzata é, di gran lunga, l'operazione più difficile.

Ciò che bisogna, quindi tenere ben presente è che la Storia, seppur passata, è pur sempre in continua e costante evoluzione e progredisce di pari passo alle scoperte che la riguardano.

In tal senso, cito un altro grande esponente dell'Egittologia, a mio parere, che è Erik Hornung, il quale afferma, più o meno, che chi prende in seria considerazione la Storia, non riterrà definitivo nessun punto di vista.
MassimoIzzo
00martedì 5 maggio 2009 12:33
Re: La Storia come scienza da indagare
Condivido i commenti di Hotepibre e Roberta e sono compiacuto del fatto che la "passione" non tralasci le considerazioni fondamentali su cui sempre bisogna fondare l'analisi storica. La vera base di molte mistificazioni storiche (quando in buona fede) vengono proprio dall'ignorare questi precetti, in fondo semplici per una persone seria.

-Kiya-, 05/05/2009 8.53:

In tal senso, cito un altro grande esponente dell'Egittologia, a mio parere, che è Erik Hornung, il quale afferma, più o meno, che chi prende in seria considerazione la Storia, non riterrà definitivo nessun punto di vista.


Quant'è è vero....per questo è ancora più incomprensibile come i testi più di parte come quelli religiosi (vedi Bibbia di cui parlerò a breve nel mio blog) siano invece stati presi come oro colato fino a poco tempo fa.....

Hotepibre
00martedì 5 maggio 2009 13:37
...la storia è un "divenire", non esiste "verità"... direi che, in tal senso, la descrizione più bella è quella di Gombrich, il famoso storico dell'arte, che diceva che la storia è come un pozzo in cui viene gettata una fiaccola: se stiamo sul bordo del pozzo, dapprima vedremo molto bene le pareti mentre la fiaccola precipita, ma poi, mano a mano che la luce si allontana, le pareti ci sembreranno sempre più indistinte fino a scomparire.

La storia, dico io, è fatta di frammenti, di piccole (e talvolta piccolissime) tessere di mosaico che, da sole, spesso non significano niente, ma che solo affiancate, possono dar vita ad un tutt'uno comprensibile.

E volutamente non ho parlato di tessere di puzzle, poichè quelle hanno una disposizione obbligata dal disegno che vuoi ricostruire, mentre le tessere di mosaico possono consentire, ogni volta, di creare un disegno differente. C'è un solo obbligo, sulla "scatola" del puzzle, c'è scritto che il disegno rappresenterà l'Antico Egitto, piuttosto che l'Antica Roma.
-Kiya-
00martedì 5 maggio 2009 17:31
Re:
Hotepibre, 05/05/2009 13.37:

.... la storia è come un pozzo in cui viene gettata una fiaccola: se stiamo sul bordo del pozzo, dapprima vedremo molto bene le pareti mentre la fiaccola precipita, ma poi, mano a mano che la luce si allontana, le pareti ci sembreranno sempre più indistinte fino a scomparire.



bellissima metafora, alla quale aggiungerei che, nel caso della storia egizia, ci troviamo al cospetto di un pozzo di cui ancora si ignora il fondo, tali e tante sono le cose che attendono di essere scoperte o rettificate.




E volutamente non ho parlato di tessere di puzzle, poichè quelle hanno una disposizione obbligata dal disegno che vuoi ricostruire, mentre le tessere di mosaico possono consentire, ogni volta, di creare un disegno differente. C'è un solo obbligo, sulla "scatola" del puzzle, c'è scritto che il disegno rappresenterà l'Antico Egitto, piuttosto che l'Antica Roma.



Insomma, potremmo buttarla giù così:

la storia che leggiamo sui testi (soprattutto, ma non solo, quelli scolastici della prima formazione) è fatta di tanti puzzle, contenuti in scatole che, di volta in volta, ci vincolano a un'immagine prestabilita. Ma realmente la Storia è, invece, quel mosaico che, giorno dopo giorno, può assumere connotazione diversa.

Per riprendere all'argomento introdotto da Massimo:

quella dei testi religiosi dai contenuti presi per oro colato è un'altra nota dolente. Ed è ancora più difficile, in tali circostanze, riuscire ad attirare l'attenzione sulle inoppugnabili confutazioni scaturite dagli approfondimenti, mettendo in luce quanto è composto da pura leggenda/mito e quanto invece, opportunamente filtrato, riferisce fatti realmente accaduti. Ci si scontra con la non-volontà di accettare rettifiche.


Per come la vedo io, restando nell'ambito dei contenuti della Bibbia, è possibile (o per meglio dire, è certo) che molti fatti raccontati contengano verità. Ma è altrettanto possibile (altrettanto certo) che, in virtù di una narrazione orale protrattasi per millenni, e di una scritta decisamente molto più tarda, quegli stessi fatti siano stati decontestualizzati, "traslati" nel tempo, oltre che opportunamente plasmati a misura di necessità.
L'argomento è tanto vasto, per non dire immenso, quanto profondamente interessate. Quindi, Massimo, ti pregherei si renderci noto quando i tuoi scritti a riguardo saranno disponibili sul Blog.
Nell'attesa, ti auguro buon lavoro.


Hotepibre
00martedì 5 maggio 2009 19:47
...ops, mi sono accorto solo ora di aver commesso un errore. L'ultima frase del mio intervento ripreso da Kiya:


C'è un solo obbligo, sulla "scatola" del PUZZLE, c'è scritto che il disegno rappresenterà l'Antico Egitto, piuttosto che l'Antica Roma.



...doveva essere, invece, così:


C'è un solo obbligo, sulla "scatola" del MOSAICO, c'è scritto che il disegno rappresenterà l'Antico Egitto, piuttosto che l'Antica Roma.

-Kiya-
00martedì 5 maggio 2009 20:14
un errore che ha dato dei frutti, tutto sommato...

in fondo, ci si attende più di trovare un puzzle inscatolato e con un risultato scontato, che non un mosaico, che permette all'autore di interagirvi, aggiungendo, all'occorrenza nuove tessere ;)
Drago Mavericks
00mercoledì 20 maggio 2009 19:18
Cambia la forma, ossia il criterio di approccio, ma non la sostanza, ossia la predisposizione ad investigare sulla verità oggettiva dei fatti.

Chi scinde l'umanesimo dalla scienza non conosce la storia.

Lo studio della realtà psichica e dell'inconscio non deriva da Freud, ma da Cartesio (res cogitans - res extensa) e da Leibnitz (gerarchia delle monadi).

Lo studio del movimento non deriva dai pionieri della fisica e della matematica, ma da Aristotele (omne quod movetur, ab alio movetur).

Anche la logica analitica, adibita a risolvere i ragionamenti complessi con una dimostrazione tangibile, non deriva dalla scienza, bensì dal sillogismo di matrice aristotelica.


... etc etc etc ...

Diego Baratono.
00giovedì 21 maggio 2009 08:34
Già, le "categorie" ..., ma che dire sull'eredità straordinaria (per quanto conosciuto, è ovvio) dei "presocratici" e dei "pitagorici"?
roberta.maat
00giovedì 21 maggio 2009 14:55
Re:
Drago Mavericks, 20/05/2009 19.18:

Cambia la forma, ossia il criterio di approccio, ma non la sostanza, ossia la predisposizione ad investigare sulla verità oggettiva dei fatti.

Chi scinde l'umanesimo dalla scienza non conosce la storia.

Lo studio della realtà psichica e dell'inconscio non deriva da Freud, ma da Cartesio (res cogitans - res extensa) e da Leibnitz (gerarchia delle monadi).

Lo studio del movimento non deriva dai pionieri della fisica e della matematica, ma da Aristotele (omne quod movetur, ab alio movetur).

Anche la logica analitica, adibita a risolvere i ragionamenti complessi con una dimostrazione tangibile, non deriva dalla scienza, bensì dal sillogismo di matrice aristotelica.


... etc etc etc ...





Non capisco perchè fai una questione di priorità.......quanto è del tutto evidente che consideriamo sviluppo del pensiero e codificazione di esso come aspetti imprescindibili l'uno dall'altro.
Citare gli autori dei pensieri è scienza o umanesimo ? Ti dispiace chiarirmi il dualismo ?


Drago Mavericks
00venerdì 22 maggio 2009 00:26
Re: Re:
roberta.maat, 21/05/2009 14.55:




Non capisco perchè fai una questione di priorità...





Semplice: uomo = filosofia = scienza

Questo è il percorso storico dell'evoluzione del pensiero umano.
Dunque è normale anteporre la filosofia alla scienza (e non viceversa).

Io credo che l'umanesimo e la scienza, per natura, siano discipline intrinseche ed interconnesse.
Ma se affrontassimo la questione secondo un ragionamento prettamente umano (e non secondo l'ordine naturale delle cose) allora potrebbero cessare di essere imprescindibili l'una dall'altra, in quanto sovente e malvolentieri operano su binari diametralmente opposti, che tenderebbero alla collisione (è inutile negarlo).

Per Diego Baratono: ti do ragione, a condizione che nella schiera dei presocratici tu non voglia includere anche i sofisti, perché li ho sempre detestati con tutto me stesso... [SM=g999108]


roberta.maat
00venerdì 22 maggio 2009 09:02
Drago......mi sembrava di aver chiarito il mio pensiero, peraltro non distante dal tuo !
Non mi sembra che tu abbia, nel post precedente, detto le stesse cose e credo di aver interpretato che ponessi delle priorità in relazione allo sviluppo del pensiero umano. Puntualizzando Freud e Cartesio ti muovi nel campo delle cronologie filosofiche e mi sembra non sia questo il dualismo......bensì scienza/filosofia che sono ovviamente, secondo me, l'espressione della mente e l'una indispensabile all'altra sempre (a ritroso fino al momento in cui l' Homo prese coscienza di sè ).
Spero di aver espresso correttamente quello che penso anche nella difficoltà di esprimersi in poche righe e senza l'ausilio della conversazione, necessaria quando ci si addentra in discorsi complessi.
-Kiya-
00venerdì 22 maggio 2009 09:28
Re: Re: Re:
Drago Mavericks, 22/05/2009 0.26:



Semplice: uomo = filosofia = scienza

Questo è il percorso storico dell'evoluzione del pensiero umano.
Dunque è normale anteporre la filosofia alla scienza (e non viceversa).




Non mi trovi d'accordo.

O meglio, vorrei capire a cosa intendi riferirti con esattezza quando parli di "filosofia" e quando ti riferisci alla "scienza".


Diego Baratono.
00venerdì 22 maggio 2009 11:57
Poveri sofisti: Protagora si starà rivoltando nella tomba per persuaderti del contrario ... per non dire di Gorgia ...
Drago Mavericks
00venerdì 22 maggio 2009 19:44
Re: Re: Re: Re:
-Kiya-, 22/05/2009 9.28:



vorrei capire a cosa intendi riferirti con esattezza quando parli di "filosofia" e quando ti riferisci alla "scienza".





La filosofia rappresenta la regina madre di tutte le branche universali, poiché trattasi della "scienza" più antica del mondo (questa è la mia definizione).

Premesso questo, è necessario fare una puntualizzazione per meglio comprendere il dualismo fra scienza e umanesimo.

Esiste infatti una duplice interpretazione della filosofia: la concezione classica e la concezione contemporanea.

Se analizzassimo la questione secondo il modello classico, la scienza sarebbe infusa nella filosofia stessa, poiché la divulgazione di un ragionamento scientifico darebbe linfa alla capacità di "saper filosofare".
In tal caso, dunque, scienza e filosofia sarebbero il frutto dello stesso albero.

Se invece analizzassimo la questione secondo il modello contemporaneo, la scienza perderebbe la sua capacità di "saper filosofare", poiché all'astrazione della logica deduttiva subentrerebbe il metodo empirico e tangibile delle sperimentazioni plurime.

E dal momento che la filosofia, nella sua concezione classica, non segue il metodo sperimentale (o meglio: non fa di esso un principio cardinale né tantomeno una questione esistenziale), in base alla definizione contemporanea è legittimo anteporre la filosofia alla scienza.

Per questo motivo, nel post precedente, ho scritto: uomo = filosofia = scienza


Per Diego Baratono: maddai, i sofisti sono stati dei mercenari da paura e hanno divulgato la dottrina dell'insegnamento dietro lauto compenso.
Fu questo il loro motto: No soldi? No party... [SM=g1621248]




Diego Baratono.
00sabato 23 maggio 2009 11:45
Pecunia non olet ...
Diego Baratono.
00sabato 23 maggio 2009 12:00
Quando si dice epistemologia ...
MassimoIzzo
00domenica 24 maggio 2009 13:07
Naturalmente con titoli come "scienza ed umanesimo" sono naturali le vostre discussioni e decisamente appropriato tirar fuori Aristotele, Cartesio, Freud, Pitagora e ne mancano circa un paio di migliaia... :-) Questo è uno degli argomenti più esaustivamente trattati da praticamente tutti gli intellettuali di tutte le epoche. Da sola, la descrizione della nascita del "metodo scientifico" occuperebbe il posto di un enciclopedia.
E' un interessante discussione e non sarebbe male approfondirla ma voglio precisare che, nonostante il titolo decisamente pomposo, volevo solo dare una breve risposta alla domanda acuta di Kiya che era relativa ad un ambito decisamente più materiale come quello degli stereotipi della vita quotidiana.
Vorrei avere il coraggio di parlare dell'argomento, così come avete iniziato a fare, ma mi manca del tutto il coraggio di ficcarmi in un argomento che prevede una preparazione filosofica ben specifica. Come potete immaginare tutti gli specialisti hanno la paranoia di soppesare bene le parole per non esporsi a critiche, l'appassionato se ne può fregare allegramente........quindi andate avanti che vi leggo con interesse.
Saluti
-Kiya-
00domenica 24 maggio 2009 13:17
Preciso che non è nemmeno mio interesse allargare la questione oltre i confini dell'Egittologia, nè tanto meno introdurre concetti, quali "filosofia", o citazioni che nulla hanno a che vedere con le intenzioni di questa discussione.


Ciò che qui si stava discutendo riguarda esclusivamente il rapporto che intercorre fra Scienza ed Egittologia. Allargare ad altre discipline è certamente interessante, ma non è questo il contesto appropriato.
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