Robert G. Bauval: SIRIO - Stella della Vergine

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-Kiya-
00martedì 20 giugno 2006 23:09
Nel corso dei secoli Sirio è stata oggetto di grande venerazione ed ha fatto parte dei miti di tutto il mondo. Persino in epoca moderna, negli anni ‘70, è divenuta protagonista di una teoria molto controversa, legata agli extraterrestri e alla tribù Dogon del Mali, pubblicata dallo studioso Robert Temple.
Tra gli appassionati dibattiti che questa stella suscita, sussistono varie ipotesi sull’origine del suo nome attuale, la cui radice sembra risalire alla parola greca Sirio, che significa “fiammeggiante” o “scintillante”, aggettivo apparentemente dovuto al fatto che si alzava in cielo nel momento di maggiore calore estivo (conosciuta come “Stella del Cane” era associata, infatti, alla “canicola” N.d.R.). Alcuni etimologi, tuttavia, suggeriscono una connessione della stella con l’antico dio Osiride. Ma, di tutti i nomi e gli epiteti che ha ricevuto, quello che meglio riflette la fama del suo ruolo nella storia è: “Stella di Iside”.

Nascita di una dea
Fin dagli inizi gli antichi Egizi prestarono particolare attenzione a Sirio, che identificavano con l’anima della dea Iside. Ci fu un tempo in cui Sirio non era visibile nel cielo d’Egitto. Questa circostanza è causata da un fenomeno noto come “precessione degli equinozi”, il movimento retrogrado dei punti equinoziali in virtù del quale, di anno in anno, si anticipa leggermente l’inizio delle stagioni. La precessione è, pertanto, un’oscillazione molto lenta che provoca un effetto peculiare, quasi che il paesaggio stellare oscillasse avanti e indietro come un pendolo. Dodicimila anni prima di Cristo, osservando il cielo dall’altopiano di Giza, Sirio si trovava sotto la linea dell’orizzonte. Fece la sua prima apparizione nei cieli di questo luogo intorno al 10.500 a.C.
In seguito, subì un’inclinazione di 58 gradi e 43’, il che significa che era visibile solo da sud, a circa 1,5 gradi sopra la linea dell’orizzonte. Per gli uomini di quel tempo presenziare alla “nascita” di una stella così brillante dovette essere una visione impressionante, legata a significati e messaggi provenienti dagli dei.
L’ascensione di Sirio, inoltre, avvenne mentre la costellazione della Vergine sorgeva ad est, circostanza che potrebbe spiegare perché la stella divenne il simbolo della dea vergine. Non sappiamo esattamente quando Sirio venne identificata con la dea Iside, però l’idea risale all’origine della cultura egizia e fu dalla “matrice” Iside-Sirio che sorse il bambino divino, Horus, il cui concepimento e la cui nascita avvennero in modo magico.

La matrice divina
Iside ed Osiride erano due dei quattro figli nati dalla matrice della dea del cielo, Nut, e del padre Ra, dio del Sole. Gli altri due bambini erano Seth e Nephti. Osiride prese Iside in sposa e divennero i primi reggenti dell’Egitto. All’età di 28 anni, Osiride fu assassinato da suo fratello Seth e il suo corpo venne tagliato in 24 pezzi. Iside recuperò tutti i pezzi eccetto il fallo. Ne fabbricò quindi uno artificiale per Osiride, poi si sdraiò sopra di lui prendendo la forma di un falco e restò gravida del suo seme. In seguito, corse a nascondersi negli acquitrini del Nilo, dando alla luce Horus. Tanto nei Testi delle Piramidi quanto in altri testi religiosi si riflette il fatto che questo mito trova la sua controparte nelle stelle, dove Iside è identificata con Sirio e Osiride con la costellazione di Osiride.
Ricostruendo l’aspetto che i cieli avevano all’epoca della Prima Era Dinastica (verso il 3300 a.C.) ovvero, appena prima della costruzione della Grande Piramide (2750-2100 a.C.), scopriamo che la stella Sirio effettuava nei cieli un ciclo tale da spiegare perché fosse associata ad una nascita magica. A causa del fatto che la Terra ruota intorno al Sole, durante l’anno le stelle fisse sembrano spostarsi in relazione a questo movimento. Le osservazioni annuali di Sirio, ad esempio, dimostrano che c’è un momento in cui la stella si alza ad ovest, immediatamente dopo il tramonto del sole.
Poi, la stella scompare nuovamente per un periodo di 70 giorni. Quando tornerà ad apparire, sorgerà ad est, nel momento che precede l’alba. Questa ri-apparizione è nota come “ascensione eliaca” della stella. In questo modo, nell’anno 3300 a.C., l’ascensione eliaca di Sirio avvenne esattamente il giorno del solstizio d’estate. La precessione ha fatto sì che, da allora, questa data si sia spostata di 45 giorni e adesso l’ascensione eliaca di Sirio avviene il 5 agosto.

Tempo di rinascita
La sorprendente congiunzione dell’ascensione eliaca di Sirio e del solstizio estivo dell’anno 3300 a.C. costituì un potente presagio. Però, allo stesso tempo, in Egitto ebbe luogo un altro avvenimento che, in modo abbastanza letterale, provocò la rinascita di tutto il paese: la piena annuale del Nilo.
Dopo la costruzione della diga di Assuan, avvenuta negli anni ‘60, le inondazioni del Nilo risultano completamente sotto controllo ma, nell’antichità, il Nilo iniziava ad ingrossarsi all’inizio di giugno ed inondava tutta la valle verso la fine di luglio. Sappiamo che gli antichi Egizi credevano che la causa dell’inondazione fosse l’ascensione eliaca di Sirio, che divenne così il segno che marcava l’inizio del Nuovo Anno. Esistono alcuni antichi testi che si riferiscono alla congiunzione del Nuovo Anno, al solstizio estivo, all’inizio della piena ed all’apparizione di Sirio, dai quali si evince che questo avvenimento era della massima importanza. Il più antico di tali testi è inciso su di una piccola tavoletta datata alla I Dinastia (3100 a.C.), dove si legge: “Sirio è colei che apre l’annuale inondazione”.
Nel suo libro “Echoes of the Ancient Skies” (Echi degli antichi cieli) l’archeoastronomo Ed Krupp scrive: “Dopo essere scomparsa dal cielo notturno (per 70 giorni) Sirio riappare finalmente con l’alba, prima che nasca il Sole. La prima volta che ciò accade, ogni anno, si denomina l’ascensione eliaca della stella e, in quel giorno, Sirio rimane visibile solo per un breve periodo di tempo. Nell’antico Egitto questa riapparizione annuale avveniva intorno al solstizio estivo e coincideva con la piena del Nilo. Iside, come Sirio, era la “Signora dell’inizio dell’anno”, poiché per gli Egizi l’anno nuovo era segnalato da quest’evento. Sirio fa rivivere il Nilo, così come Iside fa rivivere Osiride. Il periodo di tempo in cui Iside si nascose da Seth corrisponde al lasso di tempo in cui Sirio scompare dal cielo notturno. Lei diede luce a suo figlio Horus, così come Sirio dà luce al Nuovo Anno e, nei testi sacri, Horus ed il Nuovo Anno sono equivalenti. Lei è il veicolo per il rinnovamento della vita e dell’ordine. Brillando per un momento, in un mattino d’estate, stimola il Nilo ed inizia l’anno”.

Signora della Piramide
È risaputo che, ad est della Grande Piramide, in passato esisteva un edificio chiamato “Tempio di Iside”. Nel cosiddetto “Inventario Stella”, datato alla XXVI Dinastia, Iside è definita la “Signora della Piramide”. Si è perfino suggerito che la “Quinta Divisione del Duat” (l’oltretomba) descritta nel Libro dei Morti, nella quale è raffigurata una doppia sfinge gigantesca che custodisce un’enorme piramide, potrebbe essere una rappresentazione stilizzata della necropoli di Giza. Se così fosse, potremmo stabilire una relazione secondo cui, sulla sommità della piramide della Quinta Divisione, al posto del vertice noto come piramidion, vi sarebbe il “volto di Iside”. Forse, però, risulterà ancora più convincente il nome di Sirio scritto in caratteri geroglifici: una stella a cinque punte, un semicerchio ed uno stretto triangolo. Secondo E.C. Krupp, “un’ultima peculiarità dell’interpretazione che gli Egizi davano a Sirio sembra vincolarla, tramite il culto di Osiride, alle Piramidi. Il nome Sirio, scritto in caratteri geroglifici, include il simbolo di una stella ed altri due simboli che possono essere collegati con il Benben. Il triangolo, lungo e stretto, ricorda più una piramide o, forse, un obelisco. Così come il Benben simboleggia l’emergere dell’esistenza dalla non-esistenza, la nascita del mondo, Sirio commemorava la creazione posandosi sopra il Benben, fosse esso obelisco, piattaforma d’osservazione o piramide…”
Il Benben al quale si riferisce Krupp era una pietra sacra che, per un certo periodo, fu custodita nel “Tempio della Fenice” a Eliopoli, e che servì come modello per il vertice delle monumentali piramidi e degli obelischi. Il Benben della Grande Piramide scomparve, però è probabile che fosse scolpito nel granito nero e ricoperto d’oro, forse per simboleggiare la stella. Tuttavia, la connessione più convincente, tra quelle esistenti fra la stella Sirio e la Grande Piramide, risiede nella struttura interiore di quest’ultima. Da ciascuna delle camere interne della Grande Piramide, quelle del Re e della Regina, si dipartono due lunghi e stretti passaggi, uno verso nord e l’altro verso sud. Dal 1964 sappiamo che questi passaggi erano allineati astrologicamente con le stelle quando la piramide fu completata, nell’anno 2500 a.C.
Nel 1987 scoprii che il passaggio sud della camera della Regina era rivolto verso Sirio. Queste relazioni fra la Grande Piramide e Sirio non ci sorprendono, poiché la Piramide era, quasi sicuramente, la custode della rinascita astrale del culto faraonico contenuto nel mito di Iside ed Osiride.

La dea in viaggio
Durante l’antica civiltà egizia, la celebrazione della nascita del bambino divino Horus si commemorava all’inizio del nuovo anno, quando la stella Sirio (Iside) compiva la sua ascensione eliaca, all’alba. Circa trecento anni prima della nascita di Gesù, l’Egitto era caduto sotto il dominio dei Tolomei, dinastia greca che governò l’Egitto dal 305 a.C. fino al 30 a.C. e la cui ultima regina fu la famosa Cleopatra VII. Durante questo periodo la capitale dell’Egitto fu trasferita ad Alessandria, dove s’instaurò il culto pseudo-egizio di Serapide, un dio nato dalla sintesi del dio egizio Asarhapi (Osiride-Api), il cui nome significa “Osiride del Nilo”. Iside venne così trasformata nella consorte di Serapide e il suo culto fiorì in Alessandria ed in tutto il bacino mediterraneo, essendo adottato da molte delle legioni romane e percorrendo con loro il cammino verso l’Europa occidentale. Accanto al culto di Iside si diffuse la celebrazione della nascita di Horus (Harpocrate per i Greci o Apollo e il Sole Invitto per i Romani). Stranamente, quando Giulio Cesare introdusse il calendario giuliano, fu l’astronomo alessandrino Sosigenis che si occupò di convertire l’antico calendario lunare nel nuovo calendario solare, prendendo l’idea dagli Egizi, i quali possedevano un calendario solare già dal 3300 a.C.
Questo calendario faceva coincidere l’Anno Nuovo con l’ascensione eliaca di Sirio che, all’epoca di Sosigenis, iniziava a luglio. Immagino sia questo il motivo per cui proprio questo mese fu nominato in onore di Giulio Cesare, la cui consorte, la regina egizia Cleopatra, fu un’alta sacerdotessa del culto di Iside.

Un culto con molti dei
Dopo la morte di Cleopatra, l’Egitto si trasformò in una provincia romana nella quale convivevano una vasta comunità greca e romana (ad Alessandria) e, soprattutto, un grande numero di Ebrei fuggiti dalla Giudea.
Col sorgere della nuova cristianità in Egitto, l’antico culto misterico dei faraoni, che si era mescolato con i culti greci e romani, si unirà alle ideologie giudeo-cristiane. I principi di questi antichi culti misterici rientravano nella convinzione che l’immortalità potesse essere raggiunta attraverso gli insegnamenti iniziatici di un “figlio di Dio morto e resuscitato” e nella rappresentazione simbolica della sua morte e resurrezione. Il dio fenicio Adone, il frigio Attis, l’egiziano Osiride e l’alessandrino Serapide divennero così quasi contendenti all’interno di una dottrina simile.
Come se non bastasse, i Romani avevano importato in Egitto il culto misterico di Mitra, la cui nascita veniva celebrata al tramonto del 25 dicembre. Non sorprende, pertanto, che la prima comunità cristiana celebrasse la nascita di Gesù, il suo “figlio di Dio morto e resuscitato”, proprio il 25 dicembre e con l’idea che fu una “stella sorta ad oriente” a segnalare l’evento sovrannaturale della sua nascita.

Il Vangelo egizio
Solo uno dei Vangeli, quello di S. Matteo, parla della nascita di Gesù collegandola all’apparizione d’una stella e all’arrivo di Re Magi provenienti dall’oriente, ed è anche l’unico che narra della “fuga in Egitto” intrapresa dalla Sacra Famiglia. Perché gli altri Vangeli serbano il silenzio su questo evento?
Possiamo dedurne che non si trattò di un avvenimento “storico”, bensì mitico? Per molto tempo gli studiosi hanno pensato che il Vangelo di S. Matteo fu probabilmente redatto fra il 40 e l’80 d.C., nella città di Alessandria. Ebbene, in Alessandria la celebrazione del nuovo giorno e del Nuovo Anno non si svolgeva all’alba, bensì al momento del tramonto per adattarsi, in questo modo, ad entrambe le tradizioni: quella ebreo-cristiana e quella romana, nella quale c’era l’usanza di celebrare tali avvenimenti al tramonto del Sole.
Tenendo a mente questo particolare, abbiamo esaminato il cielo così come appariva, visto da est, il giorno 25 di dicembre dell’anno 50 d.C., all’ora del tramonto: doveva essere identico a quello visibile in Egitto nell’anno 3300 a.C., all’alba, quando la “nascita” di Horus dalla matrice di Iside veniva celebrata dall’ascensione eliaca di Sirio:
• Intorno alle 4:28 (ora GMT) il Sole inizia a porsi 28° a nord-est.
• Circa 35 minuti più tardi, intorno alle 5:03, il sole si è posto completamente ad ovest. Allo stesso tempo, da est appare la cintura di Orione all’orizzonte.
• 51 minuti più tardi, alle 5:54, il Sole si è nascosto circa 10° sotto l’orizzonte e già si scorgono le stelle a occhio nudo.
• Guardando verso est, la stella Sirio ascende nel cielo (la cintura di Orione si trova a circa 25° sopra l’orizzonte orientale, dando l’illusione che abbia annunciato l’ascensione di Sirio).
L’immagine celeste, pertanto, ci dimostra che il 25 dicembre, dopo il tramonto, erano visibili le tre stelle della cintura di Orione che salivano ad est, come per annunciare l’arrivo della stella della nascita, Sirio, che avveniva un’ora dopo. Sarebbe poco probabile che S. Matteo non si fosse accorto di un segno celeste così potente (che, com’era ben noto, in Egitto segnalava la “nascita del bambino divino”).
Il simbolo perduto
Sembra evidente che l’introduzione di un nuovo bambino divino (Gesù) in Egitto e nel mondo greco-romano risultò benefica e ben accetta, giacché incorporava la poderosa mitologia di Iside e Sirio.
Pertanto, dobbiamo dedurre che, all’epoca, Iside e il bambino Horus furono trasformati nella Vergine Maria e nel bambino Gesù e che la stella Sirio fu convertita nella “Stella d’Oriente”. Perfino i “tre re” avrebbero il loro simbolismo stellare, essendo identificati con le tre stelle della cintura di Orione. In quest’ottica, nel suo libro “I nomi delle stelle: tradizione e significato”, l’astronomo R.H. Allen segnala che nel folklore europeo la cintura di Orione viene spesso chiamata “dei Magi” o “dei Tre Re”. L’esperto di Mitologia Cristiana Alvin Boyd Khun scrisse:
“Esiste la leggenda dei Tre Re d’Oriente che vennero a Natale per adorare il Dio appena nato… dai giorni dell’antichità, i Tre Re furono le tre stelle visibili della cintura di Orione”. Senza dubbio, le coincidenze sono troppe.
-Kiya-
00martedì 20 giugno 2006 23:13
Re:

Scritto da: -Kiya- 20/06/2006 23.09
La matrice divina
A causa del fatto che la Terra ruota intorno al Sole, durante l’anno le stelle fisse sembrano spostarsi in relazione a questo movimento. Le osservazioni annuali di Sirio, ad esempio, dimostrano che c’è un momento in cui la stella si alza ad ovest, immediatamente dopo il tramonto del sole.
Poi, la stella scompare nuovamente per un periodo di 70 giorni. Quando tornerà ad apparire, sorgerà ad est, nel momento che precede l’alba. Questa ri-apparizione è nota come “ascensione eliaca” della stella.



a proposito di coincidenze.... sarà un caso che il processo di mummificazione durasse esattamente 70 giorni???? [SM=x822749]
Hatshepsut76
00mercoledì 21 giugno 2006 00:33
I miei complimenti per aver scovato un brano così interessante!

No, non credo proprio si tratti d'una coincidenza la durata dell'imbalsamazione e la riapparizione di Sirio nel cielo... secondo me era tutto ben studiato, da appositi calcoli e/o misurazioni... del resto conosciamo l'enorme bravura degli Egizi nel determinare certi eventi...
antonio crasto
00martedì 22 gennaio 2008 10:58
Non ho capito se il contributo di Bauval è tratto da un suo libro o se si tratta di un suo articolo pubblicato su una rivista.
Il testo contiene vari errori, per cui li analizzerò con interventi differenti.
Sono sostanzialmente errori di astronomia e/o di archeoastronomia, per cui sarebbe forse il caso di spostare la discussione nell'apposita directory.


Dodicimila anni prima di Cristo, osservando il cielo dall’altopiano di Giza, Sirio si trovava sotto la linea dell’orizzonte. Fece la sua prima apparizione nei cieli di questo luogo intorno al 10.500 a.C.
In seguito, subì un’inclinazione di 58 gradi e 43’, il che significa che era visibile solo da sud, a circa 1,5 gradi sopra la linea dell’orizzonte. Per gli uomini di quel tempo presenziare alla “nascita” di una stella così brillante dovette essere una visione impressionante, legata a significati e messaggi provenienti dagli dei.
L’ascensione di Sirio, inoltre, avvenne mentre la costellazione della Vergine sorgeva ad est, circostanza che potrebbe spiegare perché la stella divenne il simbolo della dea vergine. Non sappiamo esattamente quando Sirio venne identificata con la dea Iside, però l’idea risale all’origine della cultura egizia e fu dalla “matrice” Iside-Sirio che sorse il bambino divino, Horus, il cui concepimento e la cui nascita avvennero in modo magico.




E’ possibile che Sirio si sia vista da Giza intorno al 10000 a.C. ai primi di Agosto. Presento due immagini stellari relative al 5 Agosto, alle ore 04:10 al momento della levata di Sirio e alle ore 04:54 al momento del sorgere del Sole.







Bauval parla di costellazione della Vergine, ma è evidente che allora questa costellazione non rappresentava la Vergine, madre di Gesù.
Il discorso va ribaltato.
Bisogna capire che cosa rappresentava la costellazione e perché in età cristiana questa costellazione fu assegnata alla Vergine.

Nella mia interpretazione dello zodiaco circolare di Dendera, ho ipotizzato che le costellazioni zodiacali rappresentino un periodo della civiltà universale e, in particolare, che la costellazione della “Vergine” abbia rappresentato una Regina della civiltà di Atlantide che portò l’agricoltura alle civiltà del Mediterraneo. E’ possibile che questa regina fosse proprio Iside e che abbia costituito il prototipo delle Dea Madre del Mediterraneo.

L’età egizia del Mesolitico sarebbe stata rappresentata dalle divinità del mito di Osiride, per cui Iside avrebbe avuto una seconda rappresentazione come Vacca Celeste, madre di Horus.

Il passaggio da Iside alla Vergine Maria fu imposto dalla religione cristiana, per cancellare il culto di Iside che era ormai in competizione con la nuova religione.
antonio crasto
00martedì 22 gennaio 2008 12:08

Iside ed Osiride erano due dei quattro figli nati dalla matrice della dea del cielo, Nut, e del padre Ra, dio del Sole. Gli altri due bambini erano Seth e Nephti. Osiride prese Iside in sposa e divennero i primi reggenti dell’Egitto. All’età di 28 anni, Osiride fu assassinato da suo fratello Seth e il suo corpo venne tagliato in 24 pezzi.



Bauval fa un po’ di confusione. Ra può essere al più assimilato ad Atum.
L’enneade prevede che Atum generò, da solo, Shu (l’aria) e Tefnut (l’umidità) e che questa coppia di gemelli generò una nuova coppia gemellare Geb(la Terra) e Nut (il cielo).
Dopo aver superato con uno stratagemma la maledizione di Shu, Nut partorì cinque semidei: Osiride, Iside, Seth, Nefti e Horus il Vecchio o Anubis.

Mi giunge nuovo il discorso dei 28 anni di Osiride, al momento della sua morte, così come i 24 pezzi, invece di 14, in cui sarebbe stato smembrato il suo corpo.
Biceleon
00martedì 22 gennaio 2008 18:23
Re:
-Kiya-, 20/06/2006 23.09:

Perfino i “tre re” avrebbero il loro simbolismo stellare, essendo identificati con le tre stelle della cintura di Orione. In quest’ottica, nel suo libro “I nomi delle stelle: tradizione e significato”, l’astronomo R.H. Allen segnala che nel folklore europeo la cintura di Orione viene spesso chiamata “dei Magi” o “dei Tre Re”. L’esperto di Mitologia Cristiana Alvin Boyd Khun scrisse:
“Esiste la leggenda dei Tre Re d’Oriente che vennero a Natale per adorare il Dio appena nato… dai giorni dell’antichità, i Tre Re furono le tre stelle visibili della cintura di Orione”. Senza dubbio, le coincidenze sono troppe.



Su quanto dice l’astronomo R.H. Allen, ripeto quanto già detto in un'altra discussione, il folklore europeo non può essere usato a giustificazione della tesi espressa in quanto risale a molti secoli dopo.

L’affermazione riportata di Alvin Boyd Kuhn è fuorviante e tendenziosa, letta così sembra far capire che esiste un antica tradizione che lega i Magi alle stelle della cintura di Orione:

«Esiste la leggenda dei Tre Re d’Oriente che vennero a Natale per adorare il Dio appena nato… dai giorni dell’antichità [dalla nascita di Cristo o a.C.?], i Tre Re [i Magi?] furono le tre stelle visibili della cintura di Orione»

Se si vanno a leggere direttamente le parole di Kuhn si capisce tutt’altro:

«Then there is the legend of the “Three Kings of the Orient” who came on Christmas to adorn the new-born God. Who shall say that the term or title, Three Kings Orient, as the Christmas hymn phrases it, is not some early zealous and jealous scribe’s work of shunting out of sight a bit of too evident and open pagan astrological symbolism from the Christian material? For from of old the three Kings were the three conspicuous stars in the belt of Orion, the mighty Hunter, that so easily distinguishes this notable constellation, making it next in prominence in all the heavens to the Great Bear itself. And their was for long centuries the Three Kings of Orion.» - Who Is This King of Glory? p. 461

Kuhn afferma che l’episodio dei Magi è una leggenda e che lo scriba che ha scritto il racconto ha attinto dal simbolismo astrologico pagano e che, da secoli, le stelle della cintura di Orione vengono chiamate i “Tre re”.

Quelle di Kuhn sono supposizioni non l’attestazione di una leggenda nota, tra l’altro questi mette in dubbio anche la storicità di Cristo.

Infine faccio notare che il vangelo di Matteo, molto più antico di tutti gli “apocrifi”, dei Magi non dice ne quanti erano, ne da che paese venivano.



iakopo
00mercoledì 23 gennaio 2008 01:29
Re: Re:
-Kiya-, 20/06/2006 23.13:

a proposito di coincidenze.... sarà un caso che il processo di mummificazione durasse esattamente 70 giorni???? [SM=x822749]



certocheno [SM=x822710]

traggo da qua:
Edoardo Detoma - L'astronomia degli Egizi


[...] lo stesso Orione-Osiride, in persona, avrebbe annunciato [con la sua levata eliaca][...] con circa 20 giorni di anticipo [da quella di Sirio] lo straordinario evento(31).

«Risorge e torna a esistere sull’orizzonte come Sothis - che è a dire, ciascuna di loro. E ciò significa: Sothis - avviene che essa passa di solito 70 giorni nella Duat e poi sorge di nuovo».
(Pap. Carlsberg I, V, 43-44)


«Queste sono le teste degli Dèi. Queste sono le risurrezioni degli Dèi. Un’altra versione: questi - il che è a dire Orione e Sothis, che sono primi fra gli Dèi - che è a dire: essi passano di solito 70 giorni nella Duat ed essi sorgono di nuovo».
(Pap. Carlsberg I, VI, 3-4)


«I loro funerali avvengono a similitudine di quelli degli uomini - che è a dire, essi sono simili ai giorni dedicati ai funerali che si usano per gli uomini oggi - che è a dire, i 70 giorni che essi passano nella Casa d’Imbalsamazione prima che a essi sia pronunciata parola».
(Pap. Carlsberg I, VI, 38-40)


Tutte le stelle, come gli Dèi, muoiono e risorgono, dopo un periodo di purificazione, anch’esse, nella Duat, periodo che Osiride-Orione e Hathor-Iside-Sothis hanno chiaramente indicato essere di 70 giorni, la stessa durata in cui sono condotti i riti funerari.
Tutte le stelle conducono in questa direzione, eccetto le stelle imperiture, le stelle circumpolari, le stelle con cui si ricongiungeranno i Faraoni dopo la loro morte, poiché a quel punto il loro ciclo sarà completato, e come veri figli di Ra potranno regnare anche sopra Osiride, il sovrano dell’Oltretomba.


(31) Il sorgere eliaco di Orione avviene circa 20 giorni prima di quello di Sothis, dopo un periodo di invisibilità di nuovo approssimativamente di 70 giorni.

antonio crasto
00mercoledì 23 gennaio 2008 09:00

A causa del fatto che la Terra ruota intorno al Sole, durante l’anno le stelle fisse sembrano spostarsi in relazione a questo movimento. Le osservazioni annuali di Sirio, ad esempio, dimostrano che c’è un momento in cui la stella si alza ad ovest, immediatamente dopo il tramonto del sole.
Poi, la stella scompare nuovamente per un periodo di 70 giorni. Quando tornerà ad apparire, sorgerà ad est, nel momento che precede l’alba. Questa ri-apparizione è nota come “ascensione eliaca” della stella. In questo modo, nell’anno 3300 a.C., l’ascensione eliaca di Sirio avvenne esattamente il giorno del solstizio d’estate. La precessione ha fatto sì che, da allora, questa data si sia spostata di 45 giorni e adesso l’ascensione eliaca di Sirio avviene il 5 agosto.



Per effetto della rotazione terrestre, tutte le stelle si alzano ad oriente e tramontano ad occidente. Il discorso della mancata visione di Sirio per circa 70 giorno è legato al fatto che durante quei giorni Sirio sorge dopo il Sole e tramonta prima, per cui la luce del Sole ne impedisce la visione.
Nel 3300 a.C. se consideriamo la levata eliaca di Sirio il 22 luglio dobbiamo considerare il 13 maggio, in cui Sirio tramonta 5 minuti prima del Sole, mentre se consideriamo la levata eliaca di Sirio il 19 luglio dobbiamo considerare il 10 maggio, in cui Sirio tramonta 9 minuti dopo il Sole.

Bauval considera il calendario bisestile (giuliano e gregoriano) mediamente di 365,25 giorni. Tutti gli astronomi e gli egittologi sanno che la levata eliaca di Sirio è un fenomeno che ha una ciclicità di 365,25 giorni.
E’ dunque estremamente scorretto affermare che la levata eliaca di Sirio si sposta in un calendario bisestile. E’ ancora più errato affermare che questo spostamento avviene per effetto della precessione degli equinozi.

In realtà in un calendario bisestile è il solstizio d’estate che anticipa di 0,0078 giorni all’anno, per cui in un millennio si ha un anticipo di circa 8 giorni. E’ proprio questo fenomeno che ha portato al calendario gregoriano, in cui oltre al taglio di 11 giorni nel 1582 si è deciso un ulteriore taglio di 3 giorni ogni 400 anni (1700, 1800 e 1900).
Dal 1582 sono stati tagliati 14 giorni così che la levata eliaca di Sirio al Cairo è stata arbitrariamente spostata dal 22 luglio al 5 Agosto (14 giorni).

La differenza di 45 giorni fra levata eliaca di Sirio al Cairo e solstizio d’estate nasce dallo spostamento dello sfasamento dei due fenomeni: 45 / 0,0078 = circa 5769 anni, per cui dobbiamo ritenere che la coincidenza dei due fenomeni si sia verificata al Cairo intorno al 3770 a.C. e non nel 3300 a.C., come asserisce Bauval.

I miei studi hanno portato a definire questa coincidenza nel 3761 a.C. durante il regno di Djer.

antonio crasto
00venerdì 25 gennaio 2008 11:24

Stranamente, quando Giulio Cesare introdusse il calendario giuliano, fu l’astronomo alessandrino Sosigenis che si occupò di convertire l’antico calendario lunare nel nuovo calendario solare, prendendo l’idea dagli Egizi, i quali possedevano un calendario solare già dal 3300 a.C.
Questo calendario faceva coincidere l’Anno Nuovo con l’ascensione eliaca di Sirio che, all’epoca di Sosigenis, iniziava a luglio. Immagino sia questo il motivo per cui proprio questo mese fu nominato in onore di Giulio Cesare, la cui consorte, la regina egizia Cleopatra, fu un’alta sacerdotessa del culto di Iside.



Cito da alcuni libri di Bauval.

Il Mistero di Orione
Pag. 105

«[…] Secondo i calcoli astronomici, i tre eventi (solstizio d’estate, levata eliaca di Sirio e inondazione del Nilo) potevano verificarsi contemporaneamente durante l’età delle piramidi in una data che doveva aggirarsi intorno al 2750 a.C. […]»

Custode della Genesi

Pag. 178

«La congiunzione del sorgere del sole al solstizio d’estate, il sorgere di Sirio e l’inizio dell’inondazione si verificarono nel 3400 a.C. e percorsero l’intera Età delle Piramidi […]»

La Camera Segreta

Pag. 15

«[…] sorgere eliaco della stella. Nel 3300 a.C. circa questo avveniva esattamente il giorno del solstizio d’estate (21 giugno gregoriano). La precessione ha spostato la data di 45 giorni e attualmente avviene il 5 agosto. La sorprendente congiunzione fra il sorgere eliaco di Sirio e il solstizio d’estate nel 3300 a.C. costituiva di per sé un auspicio significativo. […]»

Pag. 18

«[…] all’apertura dell’Anno Nuovo, quando Sirio si presentava all’alba. Ma a causa della precessione, la data si spostava sul calendario alla cadenza approssimata di circa otto giorni e mezzo ogni mille anni. Come abbiamo visto, nel 3300 a.C. il sorgere eliaco di Sirio, visto da Giza, si verificò il 21 giugno(gregoriano). Alla nascita di Gesù era già spostato al 19 luglio e oggi al 5 agosto. […]»

Pag. 189

«[…] La congiunzione precisa con il solstizio d’estate è avvenuta nel 3400 a.C. Si è spostata di circa sette giorni ogni mille anni, così oggi la levata eliaca di Sirio, vista dal Cairo, avviene il 4 agosto. […]»

Il codice egizio

Pag. 65

«[…] A causa dell’effetto della precessione, la levata eliaca di Sirio cambia lentamente in rapporto alle stagioni. Oggi avviene in agosto, cioè ad estate inoltrata. Nel 2781 a.C. si verificava il 21 giugno, il giorno del solstizio d’estate. […]»


Considerazioni

Bauval sembra un po’ troppo elastico. La coincidenza della levata eliaca di Sirio col Solstizio d’estate cambia continuamente:

- Il Mistero di Orione: circa 2750 a.C.;
- Custode della Genesi: 3400 a.C.;
- La Camera Segreta: 3400 a.C.;
- Il Codice egizio: 2781 a.C.

Bauval considera l’inaugurazione del calendario solare egizio in coincidenza col Solstizio d’estate, ma in ogni libro c’è una data differente.

Le mie ricerche sui calendari egizi, hanno portato a definire l’inizio del calendario civile intorno al 4600 a.C. e la coincidenza della levata eliaca di Sirio col Solstizio d'estate nel 3761 a.C.
La levata eliaca di Sirio non cambiò nel tempo e costituì l’inizio dell’anno religioso (calendario religioso), un cursore dello spostamento delle stagioni nel calendario civile.

Per quanto riguarda poi il nome del mese del mese di luglio, non credo che a Cesare importasse molto la levata eliaca di Sirio (che a Roma non si verificava a Luglio ma in Agosto), ma è quasi certo che egli nacque a Luglio e che quindi abbia voluto dare al sesto mese dell'anno il nome della sua casa dinastica, la famiglia Julia.

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