Jane B. Sellers: "La morte degli dèi nell'antico Egitto"

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-Kiya-
00mercoledì 14 giugno 2006 21:21
Più che un frammento... questo estratto è paagonabile a un blocco della Grande Piramide :sm14: , ma non voglio privarvi di questa interessante lettura:


Egitto, la religione e il mito

"La religione Egiziana precede tutte le religioni “dei misteri” e si sviluppa attorno ad un mistero. Le spiegazioni che ci sono state fornite fino ad oggi lasciano ancora molto da capire, e le interpretazioni sul sistema di convinzioni, molto a desiderare. Una consistente perdita di materiale si aggiunge alla difficoltà di comprendere una religione così complessa. E’ anche vero che la missione dell’interpretazione di queste credenze è diventata secondaria in tempi recenti, per la prevalenza accordata alle questioni filologiche e storiche.

Lo studio delle possibili origini della religione Egiziana, potrebbe svilupparsi come naturale conseguenza dello studio del sistema di credenze del neolitico. Ma è molto più di questo. E’, in parte, una ricerca sulla primitiva capacità dell’uomo di osservare, misurare, e predire i cambiamenti celesti che risultano dal fenomeno chiamato della precessione degli equinozi. Ed è anche una ricerca sulle scritture religiose dei tempi storici e la ricerca di indicazioni sui continui mutamenti nei cieli.

Gli studi sulla preistoria suggeriscono che i primi uomini non si dedicassero all’osservazione del cielo in modo regolare, ancora meno a registrare e trasmettere questo genere di informazioni. E’ stato sostenuto che nei primi tempi della storia, gli antichi osservatori del cielo non avrebbero notato neppure i mutamenti apportati dalla precessione. Ma noi sappiamo che un’attività di osservazione semplice, seppure accurata e protratta nel tempo, sarebbe sufficiente per comprendere la presenza del movimento precessionale ed il modo in cui esso si sviluppa: e la considerazione che la religione dei primi egiziani si fondasse su questa specifica conoscenza, ci porta a non poter ignorare il peso che essa può avere avuto.

Tutte le posizioni stellari cambiano a causa della precessione, anche se molti individuano come unica conseguenza il migrare del polo nord celeste intorno ad un cerchio nel cielo, e come sua conseguenza il fatto che la stella designata come polare muti nel corso dei millenni. Più immediatamente, l’esistenza del moto precessionale si può evincere dalla data in cui una stella sorge nuovamente, dopo la sua assenza stagionale, specie per quelle stelle che sembrano viaggiare sulla stessa rotta del sole, o vicino ad essa. La “prima levata” o “levata eliaca” si verifica subito prima dell’alba. Orione, una volta, ritornava nei cieli all’inizio della primavera, ma oggi gli osservatori debbono attendere i cieli della tarda estate perché la costellazione riappaia. Se partiamo dal presupposto che le antiche culture basassero le certezze dei loro miti sui risultati osservabili della precessione, le continue differenze nel cielo dovevano riflettere le composizioni religiose scritte durante i tre millenni e rotti di storia Faraonica in Egitto.

Quali miti si possono essere originati da queste osservazioni? Potrebbero queste informazioni essere considerate tanto importanti da essere state preservate già dai tempi della tradizione orale?

E’ risaputo che il movimento dei cieli era una parte necessaria dell’educazione dei sacerdoti dai primi tempi della storia. Le stelle annunciavano l’arrivo dell’alba: l’apparire del dio Sole. Ogni importante momento del corso del sole era accompagnato da un rituale prescritto, e certe date erano ricordate e festeggiate con riti speciali. Sappiamo che, in tempi storici, una posizione importante tra i sacerdoti egiziani era quella dell’ “osservatore delle ore” o imy-wnwt, e questo sacerdote può essere immaginato seguire in tutto il suo peregrinare celeste, la stella o la costellazione che annunciava l’imminente sorgere del sole. Di prima importanza era stabilire il periodo esatto del tempo prima dell’alba; trascorrere le ore della notte a preparare i cibi e le cerimonie… tutto doveva essere pronto per lo speciale momento.

L’alba purificava il sacerdote, il sostituto del re, che avrebbe rimosso la statua del dio dal “buco dei buchi”. Era una cerimonia di grande solennità, e doveva svolgersi nel preciso istante in cui il sole compariva all’orizzonte.

La magnificente armonia del cielo si muove con grande regolarità, e niente sulla terra può rivaleggiare questa precisione. Ciò nonostante, casi di irregolarità, come le eclissi, ed il risultato del lento moto retrogrado della precessione, mentre portavano sicuramente terrore in alcuni, avrebbero significato, per i prescelti, situazioni da motivare e giustificare adducendo plausibili ragioni.

Una volta appurato che il fenomeno precessionale era un fenomeno normale, gli antichi pensatori dovettero cercare in qualche modo di misurarlo e comprenderne il preciso funzionamento, e le prove suggeriscono che è quello che hanno fatto.

I miti non sarebbero altro che vettori di informazione sui movimenti celesti e su eventi ciclici molto ben conosciuti, e tramandati per lungo tempo prima di essere posti per iscritto. Quando si è cominciato a leggere le più antiche scritture della storia, gli studiosi hanno avuto l’impressione che alcune siano state scritte da uomini dotti e colti, e altre da uomini spaventati e superstiziosi. Ma un testo che racchiudesse in sé le conoscenze, astronomiche e matematiche, fondamentali per la religione, ed essenziali per datare i giorni sacri e stabilire quindi i riti religiosi, non è mai stato trovato. Solo dopo lunghi studi e ricerche si è compreso che per riscoprire queste conoscenze, era necessario decifrare l’intricato vocabolario della mitologia.

L’osservazione del cielo aveva luogo ed era registrata nei templi, ma non si può certo credere che non fosse già praticata e registrata prima che i templi fossero costruiti. Quando non si aveva ancora una scrittura, la trasmissione della conoscenza e dei dati dipendeva dall’effettività del linguaggio parlato e dalla memoria dei pochi. Leggiamo in Platone che quando il dio egiziano della parola concesse al Faraone il dono della scrittura, questo non fu ricevuto con grande entusiasmo. Il Faraone disse che l’arte di ricordare si sarebbe persa, adesso che ognuno poteva portare le sue conoscenze scritte sulla carta. Ma una volta affermatasi la scrittura, la conoscenza della parola fu affidata agli scribi, e la costruzione di ogni parola considerata lo specchio della mente divina. Le somiglianze ovvie, come quelle rivelate nei giochi di parole, non sembravano essere considerate accidentali, e la conoscenza dei sacerdoti era necessaria per scoprire il significato divino di tutte le sottili connessioni. Questo appare dalle loro scritture: si operavano delle distinzioni mediante la ricerca di relazioni di una parola con altra parola, e della designazione con altra designazione.

Gli antichi egizi solevano ricordare il loro passato e ritenevano che più la scrittura fosse antica, più era sacra. La religione aumentava in complessità ed inglobava in sé idee e forme, che quando si incontrano nei testi sono scambiate per contraddittorie commistioni di discorsi senza senso sulle origini degli dei e sul destino dei morti, accanto all’incantata convinzione di possedere un potere in se stessi.

E’ stato detto che gli egiziani non sarebbero stati egiziani se non avessero preservato a lungo il nuovo con il vecchio. E’ anche stato detto che: “la religione egiziana attrae come i fuochi fatui per causa del suo mistero e a dispetto della sua assurdità”.

Questo perché solo in tempi recenti si è stati capaci di studiare le scritture di questi illuminati personaggi del passato. La Stele di Rosetta fu scoperta nel Luglio del 1799 ma non fu prima del 1822, che grazie al diligente ed ispirato lavoro di Thomas Young e Jean Francois Champollion, divenne possibile decifrare gli enigmatici geroglifici.

Nel diciannovesimo secolo, si avevano ovunque testi religiosi ancora non tradotti, la maggior parte dei quali, incisi sulle fiancate dei monumenti sparsi per il paese; altre erano scritte su rotoli di papiro, a lungo sotterrati e solo successivamente riportati alla luce dal lavoro degli archeologi. Nel 1880 i lavoratori della piana di Saqqara, 32 miglia a sud ovest del Cairo, penetrarono nella piramide di Pepi I, un faraone della sesta dinastia, e nel 1881 si scoprì la piramide di Unas, della quinta dinastia. Entrambe aggiunsero grande quantità di testi.

Questi edifici piramidali differiscono in modo sostanziale dalle più note costruzioni di Giza, che le hanno precedute. Le tombe costruite dagli ingegneri della quarta dinastia non hanno decorazioni di alcun tipo sui muri interni. Quelle di Unas e di Pepi erano invece ricche di iscrizioni meravigliose. I loro corridoi e camere sono ricoperte di scritti che riga dopo riga si sovrappongono perpendicolarmente, con tracce di dipinti ancora perfettamente conservati e con immagini finemente decorate. Poco era conosciuto a quel tempo della grammatica o del vocabolario egizio, ma una traduzione preliminare di G. Maspero non si fece attendere.

Immediatamente dopo queste due, altre quattro nuove piramidi furono scoperte a Saqqara, e si trovarono testi similari iscritti sulle loro pareti. Queste iscrizioni furono chiamate collettivamente i “Testi delle Piramidi”, la più antica e completa raccolta al mondo di testi religiosi. Fin dalla loro scoperta, le traduzioni e grammatiche sono proliferate e la conoscenza del linguaggio Egiziano è diventata la branca di una vera e propria disciplina scientifica.

Ma contestualmente alla scoperta dei Testi, si è verificata una cospicua perdita di interesse nell’interpretazione della religione essa stessa. Nel 1948, Henri Frankfort, noto professore e ricercatore di Archeologia Orientale all’Università di Chicago, scrisse:



La religione egiziana è cresciuta in interesse per il mondo occidentale molto prima che i geroglifici fossero decifrati. La favolosa antichità della civiltà egiziana e le sue stupende rovine hanno sempre suggerito che ci fosse un retroterra di profonda conoscenza… ma la decifrazione dei documenti ha deluso secoli di aspettative… i testi introducono ad un’apparente giungla di teorie religiose, così impenetrabile alla nostra comprensione che gli Egittologi hanno evitato in modo crescente la missione della loro interpretazione.



Frankfort sottolineava come l’indirizzo impartito ai nuovi studi in materia di egittologia, preferiva credere che la religione fosse sempre una conseguenza del potere politico, e così ne tralasciava lo studio.

Nel 1952 fu pubblicata una versione inglese dei Testi delle Piramidi di Samuel A. Mercer. Nel 1954, il primo di sei volumi di una traduzione di vari testi religiosi tratti da tombe e papiri, fu offerta da Alexandre Piankoff. Nel 1969 i testi di tutte le cinque piramidi furono tradotti in inglese da R.O. Faulkner. La pubblicazione avvenne nel 1972.

Nel 1954 Piankoff scrisse:



L’egittologia è una scienza giovane. Dai tempi dalla decifrazione delle iscrizioni geroglifiche da parte di Champollion, è stata già portata avanti un’evoluzione tempestosa. Per esempio, l’approccio allo studio della religione egiziana è passato senza transizione da un estremo ad un altro. Per i primi egittologi la religione era altamente misteriosa e mistica… quindi è venuta un’improvvisa reazione: gli studiosi hanno perso tutto il loro interesse nella religione e hanno cominciato a vedere i testi religiosi solamente con fonti di materiale per le loro ricerche storico-filologiche.



Alexandre Piankoff morì nel 1966 con gli ultimi due volumi della sua traduzione avanti abbastanza per essere pubblicati postumi nel 1968 e nel 1974. Anche il lavoro sul Libro dei Morti di Thomas G. Allen fu pubblicato postumo.

Fino a quando la ricerca filologica sarà al centro della ricerca generale, in che modo si potranno incoraggiare gli studiosi ad attribuire valore a questioni puramente speculative come le origini delle credenze religiose? Solo recentemente alcune riviste specializzate hanno iniziato a volgersi in questa direzione."



-Kiya-
00lunedì 28 aprile 2008 20:51
C'è qualcuno tra voi che possiede il testo da cui è tratto questo brano (i dati sono riportati nel titolo della discussuione). Quanto meno qualcuno che l'abbia letto e possa confermarmene l'effettivo interesse, oltre che, possibilmente chi ne sia l'editore?
Lo sto cercando, ma purtroppo è esaurito e non ve ne sono copie disponibili sul mercato del nuovo. A dire il vero, per il momento, nemmeno le ricerche sul mercato dell'usato hanno prodotto risultati...
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