Iran: Recuperati 41 reperti grazie all'intervento italiano

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-Kiya-
00mercoledì 14 novembre 2007 11:39
L'impegno dell'Italia a favore del dialogo tra Paesi e tradizioni diversi passa soprattutto attraverso la cultura. Lo ha ribadito con forza oggi il ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli firmando l'atto di restituzione di 41 preziosi reperti archeologici, recuperati dai Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, alla Repubblica Islamica dell'Iran. Sequestrati nell'ambito dell'Operazione "Nal" dal Comando di Monza, i 41 reperti rientrano nel gruppo di 309 oggetti di varia natura, spacciati come generica "merce etnica" nel corso della manifestazione fieristica "Brocantage. Top Antiques" in provincia di Milano. All'operazione, condotta nel 2005, hanno fatto seguito accurate perizie per accertare autenticità e provenienza, grazie alle quali sono stati attribuiti, e già restituiti, 99 pezzi al Pakistan e i 41 reperti all'Iran, illecitamente trafugati.

"L'Italia ha dimostrato ancora una volta la sua piena collaborazione con l'Iran", ha dichiarato il ministro Rutelli, ricordando sia la missione di Bam, l'antica città che fu set del film 'Il deserto dei tartari', in cui un gruppo di operatori italiani sta restaurando le antiche mura danneggiate dal terremoto del 6 dicembre 2003, sia la missione archeologica di Shahr-I-Sokhta, 'la città bruciata', che vede impegnati insieme italiani e iraniani. "Se è un dovere morale e scientifico quello di pretendere il ritorno in patria delle nostre opere trafugate e portate illecitamente all'estero - ha aggiunto Rutelli - lo è altrettanto quello di restituire opere importate illegalmente in Italia. Si tratta di combattere il traffico illegale e gli scavi clandestini, tanto in Italia quanto in tutti quei Paesi in cui il patrimonio è a rischio".

Tornano quindi in Iran i 41 reperti archeologici, tra cui coppe e ciotole di ceramica finemente decorate e perfettamente conservate, una matrice in terracotta, brocchette, lucerne e monete con iscrizione in arabo, datati dal IX al XIV secolo e la cui esatta provenienza, all'interno del territorio iraniano, verrà accertata, al loro rientro in patria, dal ministero per i Beni Culturali della Repubblica Islamica dell'Iran. "La situazione della nostra regione, con due Paesi come l'Iraq e l'Afghanistan ai confini, rende difficile tutelare e gestire il nostro importante e vasto patrimonio culturale e archeologico - ha sottolineato l'ambasciatore Abolfqazl Zohrevand - per questo la collaborazione con l'Italia è per noi particolarmente importante".

"Italia e Iran sono due tra le civiltà più antiche del mondo - ha aggiunto l'ambasciatore Zohrevand - e la lotta al contrabbando di reperti che rappresentano la storia stessa di una civiltà non è altro che l'altra faccia di una lunga collaborazione che unisce i due Paesi e che può aiutarci a vivere insieme, in pace, rispettandoci pur nella diversità. La restituzione di oggi è una mano tesa vero l'amicizia tra Iran e Italia". L'ambasciatore ha anche ricordato il fondamentale contributo italiano nel corso dei lavori nel sito archeologico della 'città bruciata', "una città la cui storia risale a più di 5mila anni fa e dove, grazie al contributo italiano, è stata rinvenuta la mummia della sacerdotessa 'dall'occhio d'oro' e numerosi attrezzi ad uso chirurgico".


[fonte: Adnkronos]
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