AkhetAton: Il 12° anno

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-Kiya-
00venerdì 31 ottobre 2008 18:09
Come da richiesta di Roberta, attivo una nuova discussione, dedicata a tutti quegli avvenimenti che caratterizzarono il 12° anno di Regno di Akhenaton, nella nuova Capitale. Anno tanto cruciale, quanto soggetto a plurime ipotesi.

Con l'anno 12 qualcosa si rompe e ciò che già risultava avvolto da un denso mistero, si annebbia ulteriormente. Personaggi di primo piano scompaiono senza lasciare traccia, altri, dapprima secondari, si elevano. Morti drammatiche fanno da corollario a feste sontuose. Vengono adombrati gli dèi, abituale riferimento per il conforto dell'intera popolazione, ma soprattutto è Amon ad essere cancellato, letteralmente.
E Aton risplende abbagliando con il suo fulgore. Un fulgore che però brillerà per tempo determinato, forse anche per conseguenza degli eventi a cui intendiamo dedicarci qui.

I punti salienti del periodo compreso tra il 9 e il 12 anno di Regno, o di quello immediatamente successivo, pertanto, sono:


    1) il cosiddetto "Giubileo", indetto da Akhenaton;

    2) l'ipotetico arrivo di Teie, accompagnata da Baketaton, sua ultimogenita;

    3) la religione indetta dal Re è nel suo pieno fulgore. Aton assume i suoi titoli definitivi;

    4) si scatena la damnatio memoriae verso Amon;

    5) muore Maketaton, secondogenita della coppia reale;

    6) Nefertiti scompare dalla scena politica e sociale;

    7) presumibilmente appare e scompare Kiya

    8) compare l'enigmatico Smenkhara

    9) il nome di Meritaton sostituisce quello della madre nelle iscrizioni e nelle cariche , in taluni casi, anche quello di Kiya



Val la pena di analizzare ogni singolo aspetto qui proposto, nonchè altri che potrebbero essermi sfuggiti e che vi prego di integrare.
antonio crasto
00lunedì 3 novembre 2008 14:51
Non ho al momento la possibilità di consultare i miei libri.
In merito al primo punto, sarebbe importante capire se si tratta di una festa Sed / Giubileo del sovrano o dell'Aton. Al riguardo sembra per esempio stano che Amenhotep IV abbia celebrato un Giubileo nel suo terzo anno di regno o coreggenza. Nel caso di coreggenza potrebbe trattarsi di qualcosa legata al 2° Giubileo del padre.
Per quanto riguarda la festa del 12° anno, ritengo più probabile una celebrazione di ringraziamento per la fine della probabile "pestilenza" e un incontro con i rappresentanti dei paesi amici e tributari.
roberta.maat
00mercoledì 5 novembre 2008 13:10
Io penso che questa festa abbia anche un profondo significato politico, è la festa della presentazione dei tributi, una presa di coscenza della
effettiva accettazione e conferma dei grandi cambiamenti.
F.Cimmino vede nella visita di Teie un intervento frenante della lotta di religione nel grave momento del trapasso dei poteri quando la imminente scomparsa di Amenhophi III faceva presagire il crollo del delicato equilibrio interno in considerazione che l'anziano re aveva preso le distanze dagli oltransismi del figlio. La presenza di Teie ad Akhetaton, secondo l'autore pone le basi per una revisione critica della riforma religiosa e un bilancio delle sue conseguenze politiche.
Sembra proprio che la realtà del paese sia molto lontana da quello che una religione troppo giovane e ancora mancante della stratificazione di miti, culti, leggende, credenze, doveva creare concretizzando le intenzioni di Amenhophi IV.
-Kiya-
00mercoledì 5 novembre 2008 13:15
se così fosse, allora dovremmo accettare anche l'ipotesi di una coreggenza lunga. Diversamente l'idea di una valenza politica di affermazione per la festa del 12° anno, non troverebbe fondamento.

Personalmente, ritengo che la medesima sia stata indetta per affermare Akhenaton come sovrano unico sul Regno delle Due Terre e vedo l'arrivo di Teie ad Akhetaton come un'appoggio e non come l'intenzione di frenare ciò che suo padre aveva già ampiamente iniziato, prima di lui.
roberta.maat
00mercoledì 5 novembre 2008 14:23
Non sono completamente d'accordo, l'ipotesi di Cimmino sulla importanza della regina Teie la trovo molto condivisibile per quanto riguarda il suo equilibrio tra suo figlio e l'anziano padre indubbiamente più conscio della situazione generale del paese. Non ho ancora capito come
collocare una coreggenza lunga perchè, probabilmente sbagliando, penso che Akhenaton agisse molto per conto suo inseguendo un pensiero teologico filosofico distante dal significato del potere monarchico che invece è molto presente in Amenhophi III alle prese con una difficile successione dinastica, una situazione complessa col clero di Amon, un malcontento popolare, una situazione conflittuale con i paesi esteri e, non ultime, le sue precarie condizioni di salute conosciute anche dai re vassalli.
antonio crasto
00mercoledì 5 novembre 2008 14:48
Non sono d’accordo con Cimmino.
Ritengo che la coreggenza e la separazione delle corti sia stata decisa da Amenhotep III e Tiye per dare maggior probabilità di sopravvivenza alla dinastia in un momento di emergenza sanitaria (peste o altra grave pestilenza).
Molto probabilmente nel 12° anno l’emergenza dovette sembrare terminata e si decise di festeggiare ad Akhetaton, convocando i rappresentanti dei paesi tributari dell’Egitto.
Quasi sicuramente Amenhotep III non fu in grado di compiere il viaggio e al suo posto partecipò Tiye.
Nulla lascia intravedere un disaccordo con la vecchia regina e una sua azione di ridimensionamento della nuova “religione”.
Dopo la successiva morte del padre (caso di coreggenza di 12 anni) e i lutti a corte i disaccordi col clero di Amon si inasprirono.
-Kiya-
00mercoledì 5 novembre 2008 23:48
non ti appare un po' strano che si potesse ritenere l'emergenza terminata proprio quando, sembra, si registrarono una serie di lutti nella famiglia reale?
antonio crasto
00giovedì 6 novembre 2008 08:51
Non per niente ho scritto "dovette sembrare terminata". Io ritengo che Akhenaton abbia commesso il più grave errore della sua vita. Ad Akhetaton e nell'Alto Egitto i casi di peste erano forse finiti, ma far arrivare nella capitale un così alto numero di persone dovette causare un nuovo contagio e portare probabilmente alla morte alcune delle figlie del sovrano.
roberta.maat
00giovedì 6 novembre 2008 12:41
Ritorno a chiedere, soprattutto ad Antonio, che elementi abbiamo di carattere scientifico, che si trattasse di "peste" ? Esistono riscontri di presenza di infestazione da yersinia pestis ?
-Kiya-
00giovedì 6 novembre 2008 13:24
Si, ci sono, Roby [SM=g999103] , ma credo che meriti approfondire lo studio che vado a citare.

In proposito leggi qui:


“Questa è la prima volta in cui le evidenze archeologiche hanno individuato in Egitto le origini della peste” ha dichiarato Eva Panagiotakopulu, che ha compiuto la scoperta. Panagiotakopulu è un’esperta di insetti fossili presso l’Università di Sheffield, Regno Unito.

Panagiotakopulu ha individuato indizi sulla presenza della peste nell’antico Egitto quasi per caso. Stava esaminando resti fossili di insetti per conoscere meglio la vita quotidiana di più di 3,000 anni or sono.

“La gente viveva a stretto contatto con gli animali domestici e gli insetti nocivi che infestavano le loro case” ha dichiarato la Panagiotakopulu. “Ho appena cominciato a scoprire quali tipi di malattie potrebbero avere afflitto la gente, quali malattie affliggessero i loro maiali, e quali malattie potrebbero essersi trasmesse dagli uni agli altri.”

La ricercatrice ha usato un setaccio fine per individuare i resti di insetti e piccoli mammiferi da diversi siti.

Panagiotakopulu, che sta conducendo attualmente alcuni lavori simili nelle rovine vichinghe della Groenlandia, ha dichiarato che esaminare gli insetti è un sistema chiave per ricostruire il passato. “Posso sapere come la gente viveva guardando nelle loro case e capendo cosa o chi vivesse insieme a loro” ha dichiarato.

In Egitto Panagiotakopulu ha rastrellato il villaggio degli operai al sito di Amarna, dove vivevano i costruttori delle tombe di Tutankhamun e Akhenaton. Qui, i ricercatori hanno dissotterrato pulci del gatto e dell’uomo – conosciuto come il vettore della peste in alcuni casi – dentro ed intorno alle case degli operai. La scoperta ha portato la Panagiotakopulu a ritenere che i batteri della peste bubbonica sviluppatisi nelle pulci potrebbero essere stati nascosti nell’area, così è andata alla ricerca di altri indizi.

Precedenti scavi lungo il delta del Nilo avevano svelato i topi del Nilo, una specie endemica, databile il XVI ed il XVII secolo a.C. Il principale vettore della peste si ritiene essere stato originario della Valle del Nilo ed è conosciuto per essere un parassita dei topi del Nilo.

Secondo la Panagiotakopulu, il Nilo offre un ambiente ideale perché i topi portino la peste in comunità urbane. Attorno al 3,500 a.C. i popoli iniziarono a costruire città presso al Nilo. Nel corso delle inondazioni, l’habitat del Nilo era disturbato, ed i roditori – e le sue pulci e parassiti batterici – si spostavano verso le abitazioni dell’uomo.

Le scritture egiziane risalenti a questo periodo, parlano di una malattia epidemica con sintomi simili alla peste. Un testo medico del 1500 a.C. conosciuto come Papiro di Ebers identifica una malattia che “ha produce un bubbone, in cui si forma il pus si forma e si solidifica, ed ecco che la malattia ha colpito”.

E’ possibile che i commerci diffusero la malattia ai topi neri, che portavano i batteri ad altri siti di epidemie di peste. Panagiotakopulu sospetta che i topi neri, endemici in India, arrivarono in Egitto con il commercio per mare. In Egitto i topi presero le pulci vettori della peste e furono in seguito imbarcati su navi che percorrevano le rotte del Mediterraneo fino all’Europa meridionale.




[fonte: www.laportadeltempo.com]
antonio crasto
00giovedì 6 novembre 2008 13:55
Credo di aver già detto che esistono indizi importanti per ipotizzare che la possibile emergenza sanitaria durante i regni di Amenhotep III e Akhenaton sia stata proprio un’epidemia di peste bubbonica.

Sono state effettuate delle importanti scoperte scientifiche che farebbero ipotizzare che una consistente magra del Nilo abbia indotto i ratti a invadere le zone abitate, diffondendo così la terribile malattia.

Vedi:

www.laportadeltempo.com/Egitto/eg_100304.htm

www.ladysilvia.com/ladysilvia/2461/salute/0/

Esistono poi delle testimonianze che sembrerebbero confermare questa possibilità:

- la peste si diffuse a Cipro e in una lettera il re dell’isola afferma che tutti i suoi minatori erano morti e che pertanto il rame non poteva essere più estratto;
- gli Ittiti si ammalarono del terribile morbo dopo aver preso prigioniera un’intera guarnigione di soldati egizi;
- la Bibbia parla di terribili piaghe, che potrebbero inquadrare da prima la grave carestia e quindi la moria a causa dell’epidemia.

Infine ritengo che l’emergenza climatologia e la successiva emergenza sanitaria, peste bubbonica o altro, giustifichi in pieno il culto dell’Aton, la coreggenza, la separazione delle due regge, i giuramenti di Akhenaton, l’isolamento a Malgata e Akhetaton, la festa dei tributi del 12° anno e le improvvise morti di una o più figlie di Akhenaton e Nefertiti.
roberta.maat
00giovedì 6 novembre 2008 15:50
Antonio carissimo,giriamo intorno all'argomento epoca dell'eresia osservando da più angoli e chiedendoci come e perchè......arduo se non impossibile conoscere la verità, però l'ultima tua osservazione mi sembra un pò riduttiva. Probabilmente come più volte hai descritto le cause i motivi furono più di uno e giustificare il culto dell'Aton come
fuga da una emergenza sanitaria non esprime il tuo pensiero.
Al di là di questo e tornando alla visita di Teie mi piacerebbe conoscere la tua idea su questa visita avvenuta in occasione della festa dei tributi e nella quale non vedo una fuga da Tebe infetta per mettere in salvo sè e Baketaton lasciando il re e la corte per un periodo abbastanza lungo. La regina madre ha sempre avuto una grandissima importanza alla corte di Amenhophi III e il suo spostamento ad Akhetaton potrebbe aver avuto rilevanza politica.

antonio crasto
00giovedì 6 novembre 2008 19:52
Cara Roberta,
sicuramente mi sono espresso male. La fretta porta a voler riassumere e a volte non si è chiari come si vorrebbe.
Tu conosci bene il mio pensiero. Cerco di esporlo nel modo più chiaro possibile.

Io ritengo che l’emergenza sanitaria sia iniziata durante il regno di Amenhotep III, quando in Egitto si erano consolidati vari culti cittadini. Ogni città aveva la sua triade e sicuramente si era perso di vista il credo nel dio creatore (forse riservato al faraone e ai sacerdoti di grado più elevato) e nella sua teofania Ra. In qualche modo si era cercato di minimizzare questa situazione con alcuni sincretismi: Atum-Ra e Amon-Ra.
L’emergenza climatologia potrebbe essere derivata dall’intensa attività del vulcano dell’isola di Tera / Santorino, la quale sembra essersi sviluppata in un periodo lunghissimo di circa 100 anni, presentando varie fasi parossistiche.
Questa intensa attività potrebbe aver determinato nella regione un temporaneo cambiamento climatico, accompagnato da frequenti coperture del cielo per le consistenti nubi vulcaniche.
Questa situazione potrebbe aver determinato nel faraone e in alcuni sacerdoti la convinzione che Ra fosse adirato col popolo egizio e che il sovrano stesse non rispettando il Maat.
Amenhotep III, forse stimolato dal clero di Iwnw / Heliopolis, potrebbe aver deciso di dare maggiore importanza a Ra e in particolare di esaltare il culto del disco solare Aton, disco forse scomparso alla vista durante le intense eruzioni del vulcano e temporaneamente durante le intense conseguenti perturbazioni atmosferiche.

Il culto dell’Aton non può dunque essere considerato una fuga dall’emergenza sanitaria, ma il tentativo di ritornare al culto del vero dio creatore, per il tramite della sua epifania Aton-Ra, nella speranza che ciò avrebbe placato le ire di Dio e fatta placare l’emergenza sanitaria in Egitto.

Può darsi che il clero di Iwnw abbia cavalcato la situazione per riprendersi quel potere che gli era stato tolto dal clero di Amon.

Per quanto riguarda la visita di Teie ad Akhetaton ritengo che:

- Amenhotep III fosse molto malato e ormai alla fine dei suoi giorni;
- l’emergenza sanitaria sia stata creduta ormai finita;
- si sia deciso di organizzare ad Akhetaton una grande festa di ringraziamento, convocando i rappresentanti dei paesi tributari dell’Egitto;
- questa grande festa nella nuova capitale avrebbe dato prestigio ad Akhenaton e sottolineato l’effettivo passaggio al suo pieno comando;
- la presenza della regina madre avrebbe dato il pieno avallo alla successione e sancito il pieno riconoscimento della nuova teologia e delle novità artistiche e culturali portate avanti da Akhenaton.

Sono dunque d’accordo con te che la visita di Teie abbia costituito un vero proclama politico, non nel senso di tentare di placare le innovazioni del giovane re, ma piuttosto per avallare di fronte al mondo queste novità.
roberta.maat
00giovedì 6 novembre 2008 20:14
Bene.....mi sembra di capire dunque che il carattere politico che diamo alla visita di Teie sia un definitivo avallo alla sovranità del figlio.
Alla luce di questo possiamo/dobbiamo concludere una sorta di dissociazione politica dalla corte di Amenhophi III ? L'anziano re forse non era del tutto daccordo con gli oltranzismi del figlio secondo alcuni pareri, tra i quali anche Cimmino !
antonio crasto
00giovedì 6 novembre 2008 21:13
No. Io ritengo che al momento della visita di Tiye ad Akhetaton l'anziano re fosse "quasi moribondo" e che la regina madre abbia voluto segnare, con la sua presenza, il definitivo passaggio dei poteri, una specie di seconda incoronazione.
-Kiya-
00giovedì 6 novembre 2008 21:51
Tengo in considerazione la reggia di Malqata, dove i segni della presenza di Aton sono già visibili e non solo con il lago dedicato ad Aton e la barca di Teie, donatale da Amenhotep III, il cui nome era "splendore di Aton". Mi pare che il re intitolò anche una divisione armata al "nuovo" Dio, ma di questo devo accertarmi.
Non credo si possa affermare che il sovrano anziano abbia preso posizione contraria, o non abbia appoggiato il figlio.
Se così fosse, come potremo inoltre giustificare la forte presenza di Aton a Tebe, prima che Akhenaton prendesse la via della nuova Capitale?

Avete dato un'occhiata al sito "Digital Karnak", che vi ho indicato qualche giorno fa? Tornando indietro nel tempo all'epoca di Amenhotep III e IV, permette di vedere l'area coperta dal Tempio di Karnak e quella invece impegnata per il Tempio di Aton (esterno rispetto al primo). Le dimensioni di quest'ultimo erano tutt'altro che secondarie.

Credo si possa parlare di politica univoca dei due, finalizzata a contrastare il clero di Amon. Politica che probabilmente ebbe origine già precedentemente, con un primo accenno sotto Thutmosi IV, se non addirittura sotto suo padre, Amenhotep II (è un'ipotesi che sto indagando).
roberta.maat
00giovedì 6 novembre 2008 22:32
Tutto sembra possibile ma Amenhophi III non è "il monoteista", lo è suo figlio, il IV di questo nome (per dirla alla maniera di Hotep),e per me non è ancora chiara la posizione dei due per quanto riguarda i loro rapporti in merito alla teologia. Credo che la regina Teie sia stata
spesso l'ago della bilancia, la sua posizione durante la visita forse
dimostra la definitiva accettazione del rinnovamento ma può anche rappresentare l'ultimo tentativo per contenerlo come era avvenuto fino ad allora quando l'Aton, il disco solare,non aveva ancora preminenza assoluta ma piuttosto era una manifestazione del Dio creatore.

Se volete.....anche la mia è una eresia ! [SM=g999108]
-Kiya-
00giovedì 6 novembre 2008 22:53
c'è anche chi sostiene però che Teie, da sola in principio, con Nefertiti poi, ne fu promotrice e che fu lei a "formare" il giovane figlio per fargli prendere quella direzione.

Purtroppo, come sempre, gli elementi in nostro possesso si prestano a più chiavi di lettura e il risultato è che ognuna di esse è, a suo modo, plausibile e non escludibile in modo decisivo.
In più, aggiungo, siamo soggetti a una sorta di "contaminazione" (concedetemi un termine medico, applicato in maniera metaforica).
Le nostre menti, volenti o no, non riescono a liberarsi dalle influenze conseguenza di anni di ipotesi, alcune delle quali sono state ribadite in maniera così convincente, da assumere il significato di verità.
Un altro errore è poi quello di prendere mossa da una teoria che non ci appartiene, e che non necessariamente dice il vero, condita inevitabilmente dalle supposizioni di chi ha tratto conclusioni prima di noi.
Accade inevitabilmente e continuerà ad accadere, finchè saremo costretti dai nostri limiti a rivolgerci ai testi pubblicati in epoca moderna.
Bisognerebbe imparare un altro metodo.
Fare "tabula rasa". Cancellare la lavagna della nostra mente e ricominciare da capo, prendendo in esame soltanto le certezze. Ricominciare dalla fonte originaria, per limitarsi a quella.
Una volta messe giù queste, allora partire nell'intento di tessere la tela.
Forse così facendo, resteremmo sorpresi noi per primi di fronte a quanto si potrebbe concretizzare...
roberta.maat
00venerdì 7 novembre 2008 12:21

Kiya :.........Bisognerebbe imparare un altro metodo.
Fare "tabula rasa". Cancellare la lavagna della nostra mente e ricominciare da capo, prendendo in esame soltanto le certezze. Ricominciare dalla fonte originaria, per limitarsi a quella.
Una volta messe giù queste, allora partire nell'intento di tessere la tela.
Forse così facendo, resteremmo sorpresi noi per primi di fronte a quanto si potrebbe concretizzare...



Questo credo sia il metodo che ogni serio studioso si sia imposto nell'intento di comprendere a fondo l'oggetto dello studio.
Purtroppo non è realizzabile quando non si ha un bagaglio di conoscenze profonde circa la scrittura, la ubicazione e la totalità dei reperti che fornirebbero una corretta ed completa interpretazione.
Per i comuni mortali come me [SM=x822738] , non resta che attingere un pò qua e un pò là alla ricerca di quanto sembra più plausibile sulla base delle ricerche e approfondimenti di tutti. [SM=g999103]
-Kiya-
00venerdì 7 novembre 2008 13:12
Sottolineo che la mia non era una critica, tutt'altro.
E' una questione che riguarda anche me.
Purtroppo in questi casi non posso non prendere atto che la mia mancata conoscenza del geroglidfico, mi impone dei limiti insormontabili che mi obbligano ad approfondire i miei studi esclusivamente sulle opere degli egittologi, che, per quanto poco, un po' di farina del loro sacco xe la mettono sempre.
roberta.maat
00venerdì 7 novembre 2008 18:46
Una piccola riflessione che richiede il vostro parere.
In questo 12° anno, effettivamente curioso, dovremmo collocare la famosa EA 27 se escludiamo che l'annotazione citasse l'anno 2, e quindi un rientro di Akhenaton a Tebe nel palazzo del Sud......dove è Anenhophi III se Tushratta si lamenta col figlio per l'imbroglio delle statue d'oro ?
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