"Un filo di profumo che lega il mondo"

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EGIZIA72
00lunedì 4 maggio 2009 16:04
C'è un filo di profumo che lega il mondo. Parte da Luxor in Egitto, arriva nella chiesa e nell'olfattorio di Santa Maria Novella a Firenze, passa da Parma dove è nata la celebre violetta, si sposta a Parigi, nel cuoio e nelle pelli pregiate lavorate nei laboratori di Hermès, raggiunge Damasco con i suoi incensi (profumo deriva dal latino, per fumum, attraverso il fumo) e Santiago Del Cile con i suoi giardini.

Sono note seminate nell'aria che caratterizzano edifici, case, strutture e oggetti nelle città ma anche odori moderni che arrivano, passano e se ne vanno. Come quello resinoso di legno presentato da Peter Zumthor nel padiglione svizzero all'Expo di Hannover, come le correnti d'aria modellanti osservate da Renzo Piano nei tunnel del vento a Maranello.

I progettisti e i designer costruiscono un'architettura che si riappropria dell'olfatto, persistente e invisibile. La disegnano, la studiano, ce la fanno sentire. Nel libro "Architetture invisibili, l'esperienza dei luoghi attraverso gli odori" (Skira, pag 223, euro 33) Anna Barbara (che insegna al Politecnico di Milano facoltà di disegno industriale) e Anthony Perliss (che vive a Parigi dove lavora traducendo l'esperienza degli odori in immagini per una multinazionale che sviluppa fragranze di lusso) interconnettono i profumi del mondo con le strutture che li contengono.

Hanno fatto un viaggio attraverso la storia e la geografia di quei luoghi che hanno avuto o che hanno una relazione significativa con gli odori, con l'aria, con la percezione olfattiva. La piramide è la forma standard per immaginare la struttura di un profumo con le sue tre parti - testa, cuore e coda - proprio come quelle del corpo dell'uomo.

E il regno delle piramidi è il tempio di Luxor, l'adilà dell'eterno presente: "Nell'eterno presente il tempo non scorre, si è eternamente fermi all'istante in cui le divinità e gli spiriti hanno compiuto le loro gesta mitiche entrando direttamente in comunicazione con gli esseri umani" scrivono George Dodd e Steven Van Toller sulle ricerche di Schwaller che dedicò 12 anni della sua vita a studiare i geroglifici di Luxor.

"Nessuno dei grandi imperi d'oriente - spiegano Barbara & Perliss- fu così religioso e appassionato di profumi come l'antico Egitto. All'inizio del secondo millennio a.C. la prima spedizione in quella che è l'attuale Eritrea permise di procurarsi l'incenso, la mirra e gli arbusti da cui venivano estratti. Le conquiste orientali fornirono lo storace, il legno di cedro, il galbano e il bitume.

Dall'estremo oriente arrivarono il benzoino, il cardamomo, la cannella e il pepe". Molto più tardi, nel 1221 nasce a Firenze l'Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella (www.smnovella.it) creata dai frati domenicani che coltivano erbe medicinali per curare i malati. Entrare negli stanzoni antichi dell'Officina ancora oggi è un'esperienza extrasensoriale e il pout-pourri da mettere negli ambienti e negli armadi - soprattutto quando si fanno i cambi di stagione della primavera e dell'autunno - è intriso di odori secchi, boschivi, penetranti e meravigliosi.
(04 maggio 2009)
viaggi.repubblica.it/articolo/un-filo-di-profumo-che-lega-il-mond...
(richard)
00lunedì 4 maggio 2009 17:42
Re:
EGIZIA72, 04/05/2009 16.04:

C'è un filo di profumo che lega il mondo. Parte da Luxor in Egitto, arriva nella chiesa e nell'olfattorio di Santa Maria Novella a Firenze, passa da Parma dove è nata la celebre violetta, si sposta a Parigi, nel cuoio e nelle pelli pregiate lavorate nei laboratori di Hermès, raggiunge Damasco con i suoi incensi (profumo deriva dal latino, per fumum, attraverso il fumo) e Santiago Del Cile con i suoi giardini.

Sono note seminate nell'aria che caratterizzano edifici, case, strutture e oggetti nelle città ma anche odori moderni che arrivano, passano e se ne vanno. Come quello resinoso di legno presentato da Peter Zumthor nel padiglione svizzero all'Expo di Hannover, come le correnti d'aria modellanti osservate da Renzo Piano nei tunnel del vento a Maranello.

I progettisti e i designer costruiscono un'architettura che si riappropria dell'olfatto, persistente e invisibile. La disegnano, la studiano, ce la fanno sentire. Nel libro "Architetture invisibili, l'esperienza dei luoghi attraverso gli odori" (Skira, pag 223, euro 33) Anna Barbara (che insegna al Politecnico di Milano facoltà di disegno industriale) e Anthony Perliss (che vive a Parigi dove lavora traducendo l'esperienza degli odori in immagini per una multinazionale che sviluppa fragranze di lusso) interconnettono i profumi del mondo con le strutture che li contengono.

Hanno fatto un viaggio attraverso la storia e la geografia di quei luoghi che hanno avuto o che hanno una relazione significativa con gli odori, con l'aria, con la percezione olfattiva. La piramide è la forma standard per immaginare la struttura di un profumo con le sue tre parti - testa, cuore e coda - proprio come quelle del corpo dell'uomo.

E il regno delle piramidi è il tempio di Luxor, l'adilà dell'eterno presente: "Nell'eterno presente il tempo non scorre, si è eternamente fermi all'istante in cui le divinità e gli spiriti hanno compiuto le loro gesta mitiche entrando direttamente in comunicazione con gli esseri umani" scrivono George Dodd e Steven Van Toller sulle ricerche di Schwaller che dedicò 12 anni della sua vita a studiare i geroglifici di Luxor.

"Nessuno dei grandi imperi d'oriente - spiegano Barbara & Perliss- fu così religioso e appassionato di profumi come l'antico Egitto. All'inizio del secondo millennio a.C. la prima spedizione in quella che è l'attuale Eritrea permise di procurarsi l'incenso, la mirra e gli arbusti da cui venivano estratti. Le conquiste orientali fornirono lo storace, il legno di cedro, il galbano e il bitume.

Dall'estremo oriente arrivarono il benzoino, il cardamomo, la cannella e il pepe". Molto più tardi, nel 1221 nasce a Firenze l'Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella (www.smnovella.it) creata dai frati domenicani che coltivano erbe medicinali per curare i malati. Entrare negli stanzoni antichi dell'Officina ancora oggi è un'esperienza extrasensoriale e il pout-pourri da mettere negli ambienti e negli armadi - soprattutto quando si fanno i cambi di stagione della primavera e dell'autunno - è intriso di odori secchi, boschivi, penetranti e meravigliosi.
(04 maggio 2009)
viaggi.repubblica.it/articolo/un-filo-di-profumo-che-lega-il-mond...



....anche se condivido che l'antico egitto fu sicuramente la culla anche in fatto di profumi ed essenze,non credo che l'antico mondo cinese fosse da meno sotto questo particolarissimo profilo.


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