"Le Donne dei Faraoni" di Christian Jacq

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pizia.
00martedì 18 dicembre 2007 15:59

Autore: Christian Jacq
Titolo: Le donne dei faraoni
Sottotitolo: Il mondo femminile dell’antico egitto
Editore: Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1997, 1998
Traduzione: Alessandra Benabbi
Titolo originale: Les Egypiennes
Prima edizione: Librairie Académique Perrin 1996



Dalla quarta di copertina:
Come vivevano le donne nell’antico Egitto? Erano sottomesse come nel resto dell’Oriente o godevano di alta considerazione, come sembrerebbero suggerirci le testimonianze d’arte in cui appaiono sempre eleganti, serene, ma soprattutto dignitose?
Christian Jacq, egittologo che ha conquistato il pubblico con i romanzi del ciclo di Ramses, affronta ora il tema della condizione femminile sotto il regno dei faraoni. Attraverso una ricca galleria di ritratti, ricostruisce negli aspetti pubblici e privati, l’identità delle donne in quella lontana epoca, presentando figure conosciute come Nefertiti e Cleopatra, ma anche meno note.
Da questi quadri emergono sorprendenti particolari di vita quotidiana – dagli accorgimenti cosmetici alla moda, fino addirittura agli stratagemmi di contraccezione – ma specialmente viene alla luce come la donna fosse considerata, in ogni ambito spirituale e materiale pari all’uomo. Non le erano precluse le più elevate posizioni sociali: alcune donne hanno ricoperto alte cariche dello stato, e abbiamo notizia di imprenditrici, proprietarie terriere, amministratrici di beni e sacerdotesse.
In questo appassionante saggio che apre uno spaccato nella realtà del mondo antico, Christian Jacq presenta un aspetto inconsueto della raffinata civiltà faraonica e invita a fare la conoscenza, a una a una, delle donne egizie, che scandalizzarono i greci per la loro autonomia e indussero i cristiani a ricoprirne i ritratti di calce per scongiurare i rischi del loro fascino.

Notizie sull’autore:
Christian Jacq, egittologo, saggista e romanziere, ha riscosso in Francia uno straordinario successo con i suoi libri sull’antico Egitto e ha ricevuto il premio Maison de la Presse dell’Académie francaise per “L’Egypte des grands Pharaons”. La sua saga su Ramses, pubblicata nel 1997 in cinque volumi, è diventata subito un bestseller. Uguale successo hanno avuto i suoi saggi (il mondo antico dell’antico Egitto, Conoscere l’antico Egitto, La Valle dei re) e il nuovo romanzo “Il faraone nero”.

pizia.
00martedì 18 dicembre 2007 16:03
Il mio commento:

D’altra parte si sa: appartengo a quella categoria di persone che gradisce l’opera di Jacq.
E non solo, confesso di condividere anche alcune delle sue convinzioni.
Come romanziere vedo e riconosco dei limiti, ma non ho approfondito molto, infatti ho letto solo il “Romanzo di Ramses”, come divulgatore invece, penso sia eccezionale.
Come saggista puro non saprei, perché finora non ho mai letto un suo libro dello spessore di un vero saggio destinato a studenti, specialisti e “tecnici”.

Questo libro è perfetto, il linguaggio semplificato al massimo, lo stile accattivante, l’argomento d’attualità, la trattazione precisa ma senza troppe pretese, lascia comunque intendere la possibilità di eseguire approfondimenti in ogni singolo capitolo.

L’analisi della figura femminile parte da considerazioni sulle divinità quali marcatori della considerazione di un popolo verso le sue donne.
L’approccio storico è d’obbligo per tutto quanto concerne una civiltà della durata di alcuni millenni, ma anche la concretezza degli esempi danno il sapore della realtà, anche se molto lontana nel tempo.
Tutti i casi particolari raccontati, tutte le donne nominate attraverso le loro storie sembrano proprio rivivere, come auspicato dalla magia egizia, evocate tramite il loro nome, i loro pensieri, le opere della loro vita.

Di alcune potremmo scoprire tantissime cose indagando negli scritti originali, di altre non è dato sapere più di quanto già riportato dall’autore a causa della traccia delebile che hanno lasciato.
Infine l’autore parla delle donne per categorie di occupazione, di mestiere ed altro, cercando di dare qualche nozione generalizzata, anche se, come sappiamo bene, in tali casi, ciò che è dato come uso diffuso è tipico del Nuovo Regno.

Siccome Jacq non è un copista asettico e nemmeno un catalogatore di bibliografie o un archivista, espone chiaramente il suo pensiero, anche quando è un po’ particolare e non condiviso dai molti; non posso affermare di essere d’accordo su tutte le sue conclusioni, ma abbastanza per aver gradito la lettura, che ho trovato molto divertente ed intrigante.

Chiudo con questo che mi piace così tanto che vorrei riproporlo in un altro topic:

“Si può valutare il grado di civiltà dei popoli dalla condizione più o meno sopportabile della donna all’interno dell’organizzazione sociale”.
Champollion citato da Jacq.


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