"La stele di Rosetta" di Robert Solé e Dominique Valbelle

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pizia.
00martedì 18 settembre 2007 19:06

Autore: Robert Solé Dominique Valbelle
Titolo: La Stele di Rosetta
Editore: Nuova Pratiche Editrice, Milano 2001;
Il Saggiatore, Milano 2001
Traduzione: Erica Mannucci
Pagg. 224
Titolo originale: La pierre de Rosette
Informazioni: prima edizione Edition du Seuil, 1999


Dal risvolto della sovraccoperta:
Nel luglio 1799 le truppe napoleoniche stanno fortificando la città di Rosetta, in Egitto. “Avvenuta casualmente, in un luogo improbabile e in un momento inopportuno”, la scoperta di una stele di basalto nero che riporta scolpito il testo trilingue di un decreto del 196 a. C. da il via a un’avventura intellettuale senza precedenti. Le versioni affiancate in caratteri geroglifici, in greco e in demotico permettono un lavoro di ricerca e confronto senza precedenti, che porterà finalmente a decifrare la lingua parlata da una delle civiltà più affascinanti e misteriose della storia.
Questo libro racconta il celebre ritrovamento e le rocambolesche vicende della pietra più contesa al mondo: gli sforzi dei protagonisti, le tecniche di decifrazione utilizzate, le rivalità, i momenti di entusiasmo, le crisi di sconforto… Diversi sono stati gli studiosi che hanno apportato un valido contributo alla ricerca: da Silvestre de Sacy ad Akerblad, da Young a Champollion, che nel 1822 poté finalmente annunciare all’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di aver individuato sulla stele i nomi dei due più famosi faraoni della storia egizia, Ramsete o Ramesse e Tutmosi.
Quattro appendici conclusive arricchiscono la documentazione, fornendo al lettore un quadro completo di tutte le versioni ritrovate del decreto, la possibilità di leggere integralmente la traduzione del testo demotico, i risultati delle ricerche di Young e le parole con cui Champollion inaugurò il corso di archeologia al Collége de France il 10 maggio 1831.
Forse sarebbe stato possibile ottenere lo stesso risultato seguendo altre vie, ma la stele di Rosetta resterà per sempre il simbolo di ogni decifrazione, la materializzazione clamorosa di un antico sogno di conoscenza.


Robert Solé, scrittore e giornalista di origini egiziane, è anche autore di Trabouche, L’Egypte: passion fraçaise e Savants de Bonaparte.

Dominique Valbelle, che dirige l’Institut de papirologie et d’egyptologie di Lille, è la presidentessa della Société française d’egyptologie.


Dalla quarta di copertina :
“L’archeologia? In quel luglio del 1799 è l’ultimo pensiero dei militari francesi che occupano il nord dell’Egitto. Fuori dalla città di Rosetta si compiono febbrilmente opere di fortificazione per far fronte ad un possibile attacco delle forze ottomane. Durante l’organizzazione di questa linea di difesa, viene rinvenuto un blocco di pietra scura alto circa un metro… Comincia così una delle più straordinarie avventure scientifiche di tutti i tempi.”

“Questo libro procura al lettore il piacere puro di un romanzo e la soddisfazione di imparare qualcosa in buona compagnia: una miscela tanto rara quanto affascinante.
Le Monde-Livres

-Kiya-
00martedì 18 settembre 2007 21:41
è passato qualche anno da quando ne ho terminato la lettura e confermo quanto dici: anche io lo apprezzato molto, è pur vero che è l'unico testo tradotto in italiano dedicato all'argomento, tuttavia è ben strutturato.
pizia.
00sabato 24 novembre 2007 23:53
Scusa Kiya, mi sono accorta solo adesso che questo libro era già presente nella sezione, avrei dovuto postare dietro al tuo mesaggio, anziché aprirne un altro!
Mi dispiace [SM=x822734]
Puoi rimediare al mio errore? [SM=x822720]
pizia.
00mercoledì 12 dicembre 2007 19:59
Il mio commento:

Più che un libro di egittologia questo è un libro di storia dell’egittologia, incentrato su un momento particolare per questa disciplina, e cioè la sua nascita.

Infatti è proprio con la spedizione napoleonica in Egitto, con Champollion e la decifrazione del geroglifico che si vuole far cominciare questa nuova scienza umanistica.
Visto che l’egittologia è tutt’ora in evoluzione ogni ritrovamento seppur misero potrebbe essere una nuova prova decisiva a favore di una teoria o di un’altra, oppure l’occasione per generarne di nuove; in qualche caso una novità potrebbe anche proiettare una differente luce su oggetti già presenti nei musei e sui libri di storia.
E’ necessario quindi conoscerne lo sviluppo per interpretare meglio i segni che arrivano dal passato.

E tutto cominciò così.

Le vaghe idee farcite di superstizioni che circolavano sull’antica civiltà egizia erano dovute in particolare al fatto che si era perduta la conoscenza della lingua, quindi non si potevano attingere informazioni da fonti dirette, ma solo indirettamente, da quelle greche e romane.
Il ritrovamento di uno scritto tradotto anche in lungue conosciute, come era (ed è) evidentemente la stele di Rosetta, fu subito interpretato come un evento importantissimo per la filologia, ma lo stesso furono necessari due decenni circa per ottenere qualche risultato.

Gli studiosi operarono come i criptologi che durante la seconda guerra mondiale erano incaricati di decifrare i messaggi codificati di spie e controspionaggi nemici.
Cominciarono a porre dei limiti per restringere il campo delle probabilità, formularono delle ipotesi combinando considerazioni intuitive e si affidarono anche a complicati modelli di matematica statistica.

Infine Champollion riuscì nell’impresa con i risultati che ben conosciamo, ma molti suoi contemporanei continuarono la ricerca, ignorando caparbiamente il suo lavoro e perseverando su convinzioni assurde anche quando erano ormai ampiamente smentite.

Il lavoro non era comunque finito, anzi!
In seguito una folta schiera di studiosi e appassionati continuarono a perfezionare il modello linguistico e grazie a questo si moltiplicarono gli argomenti di studio grazie a quelle testimonianze dirette che per millenni avevano taciuto
-Kiya-
00giovedì 13 dicembre 2007 00:57
letta solo ora la tua richiesta.... tuttavia, non preoccuparti. Lascio così. Il tuo intervento è decisamente più completo del precedente ;)
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