"L'alba dell'astronomia" di Norman J. Lockyer

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-Kiya-
00giovedì 8 dicembre 2011 21:42




Titolo: L' alba dell'astronomia.
Studio del culto nei templi e della mitologia degli antichi egizi

Autore: Lockyer J. Norman
Prezzo e disponibilità: Nomina il tuo link
Dati: 2010, 336 p., ill., brossura
Curatore: Cozzi L.
Editore: Profondo Rosso (collana La grande storia misteriosa)



L'alba dell'astronomia




In sintesi

Autentico pioniere nelle scienze dell'astrofisica e dell'archeoastronomia, J. Norman Lockyer è stato il prima studioso di prestigio al mondo ad affermare che tutti i più antichi monumenti dell'Egitto sono stati costruiti "in stretta correlazione con le stelle".

In questo suo libro, infatti, in base all'orientamento astronomico rilevato in quei templi e in quei monumenti, Lockyer identifica le stelle adorate nelle varie epoche dagli antichi egizi e stabilisce con notevole precisione la data di fondazione dei principali luoghi di culto.

Il risultato complessivo è stupefacente ed è oggetto di furibonde polemiche tra astronomi ed archeologi ancora oggi.




Notizie sull'Autore, tratte dal libro "Astro-Archeologia, una scienza eretica" di John Mitchell



Sir Norman Lockyer in Egitto


Lo sviluppo scientifico dell’astroarcheologia all’inizio del ’900 venne ispirato da un uomo, sir J. Norman Lockyer, eminente astronomo e scienziato, fondatore e per ben cinquant’anni curatore della rivista «Magazine», nonché, fra i tanti successi colti in una lunga carriera, accreditato anche della scoperta dell’elio.
Nel marzo del 1890 Lockyer, all’epoca cinquantatreenne, nel corso di una vacanza in Grecia, venne colpito nel constatare il diverso orientamento fra il vecchio e il nuovo Partenone e dai cambi di direzione degli assi di allineamento di altri templi, come per esempio quello di Eleusi. Avendo in testa il concetto tradizionale che le chiese venivano orientate nella direzione del sorgere del sole nel giorno festivo dedicato al santo patrono dell’edificio, immaginò che la stessa cosa potesse valere per i templi dei greci e degli egizi. Per verificare questo presupposto raggiunse l’Egitto, dove si fermò dal novembre del 1890 al marzo dell’anno successivo, quando rientrò in Inghilterra allo scopo di opporsi nel nome della scienza al trasferimento della Tate Gallery in Exhibition Road, pronto a tornare in Egitto a dicembre, a missione compiuta.
Le sue ricerche evidenziarono che gli antichi templi egizi erano rivolti in direzione del sorgere e del tramontare di certi corpi celesti in determinati momenti dell’anno. Per esempio, il tempio di Amon-Ra a Karnak, «le più maestose rovine archeologiche del mondo», presentava un asse di allineamento lungo 458 m, orientato a nord-ovest e inclinato di 26° verso il tramonto del solstizio d’estate. Nelle sue osservazioni, Lockyer annotò che in questo particolare giorno dell’anno 1891 soltanto la parte destra del sole calante risultava visibile. Calcolando il rateo di cambiamento nell’inclinazione dell’ellittica, Lockyer scoprì che solo nel 3700 a.C. gli ultimi raggi del sole calante, interamente visibile, avrebbero potuto penetrare nel santuario interno posto al termine del lungo asse di allineamento – santuario, inoltre, i cui ingressi via via sempre più stretti gli fecero venire in mente il diaframma di un telescopio.
Altri templi risultavano allineati con determinate stelle al loro sorgere o tramontare ai poli nord e sud nel corso della notte, così da essere utilizzate come «stelle orologio» per segnare il tempo, oppure, nel caso di quelle eliacali, esattamente un’ora prima dell’alba dei giorni di festa, annunciando il levare del sole con la conseguente attivazione dei riti preliminari. Per esempio, si scoprì che ben sette templi puntavano verso la stella Sirio, quella stella che si affaccia all’orizzonte appena prima dell’alba nel giorno del solstizio d’estate, evento che coincideva con la piena del Nilo e con l’inizio del nuovo anno egizio.
All’obiezione che con così tante stelle in cielo non era affatto sorprendente riscontrare in terra dei templi rivolti verso l’una o l’altra di esse, Lockyer risposte di aver trovato soltanto otto stelle indicate dai templi egizi e che corrispondevano sempre alle divinità menzionate nelle iscrizioni del tempio stesso. Gli egizi riconoscevano un numero limitato di divinità, ma ciascuna di esse era venerata sotto molteplici aspetti e nomi. Stando a Plutarco, per esempio, Hathor era Iside e nel suo tempio di Denderah a lei è dedicata l’iscrizione: «Iside risplende nel tempio del Nuovo Anno a lei consacrato e all’orizzonte unisce la sua radiosità a quella del padre Ra». Ra è il sole e Iside, in questo caso sotto il nome di Sothis, è la stella Sirio. Lockyer calcolò che nel 700 a.C. la stella Sirio si era levata in perfetto allineamento lungo l’asse del tempio di Iside, concordando con la datazione attribuita al tempio dagli archeologi, e sorgendo aveva accompagnato il nascere del sole, provando che l’antica iscrizione si riferiva a un autentico evento astronomico. Quando Lockyer aveva dato inizio alle sue ricerche, non sapeva nulla in merito alle iscrizioni che parlano della nascita del tempio e descrive la cerimonia della fondazione: veniva tracciata una lunga linea retta dal centro tellurico del santuario verso un corpo celeste visibile all’orizzonte, che rappresentava la divinità tutelare. In parecchi casi, e in particolare a Denderah ed Efdu, Lockyer fu in grado di riconoscere la stella in questione e così, risalendo al momento in qui quel certo corpo celeste si trovava allineato con l’asse del tempio, di stabilire la data della fondazione.
All’inizio del 1893 Lockyer tornò in Egitto, dove venne messo al corrente dei risultati delle osservazioni astronomiche eseguite presso i templi dal capitano H.G. Lyons (già direttore del Museo delle Scienze), incaricato dal ministro dei Lavori Pubblici egiziano di collaborare alle ricerche di Lockyer. Grazie anche a questi dati, Lockyer redasse il libro The Dawn of Astronomy, pubblicato nel gennaio del 1894. Venne accolto con reazioni contrastanti; i suoi calcoli furono oggetto di molte contestazioni, mentre gli archeologi sollevarono contro le sue tesi una violenta opposizione. Da parte sua Lockyer si limitò a controbattere pacatamente che sarebbe stato bello se gli archeologi conoscessero anche un po’ di astronomia.

Riccardo Banchi
00martedì 21 febbraio 2012 12:14
L'ho letto non molto tempo fa. ed è impegnativo.
L'idea che è sttaos critto oltre un secolo fa è sconvolgenet. Lode a prescindere all'autore.

Ric
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