Il mio commento:
Devo ammettere di aver fatto un po’ fatica a leggerlo tutto, perché andando avanti e scoperto il tenore del discorso, ho scoperto che non mi interessava molto l’argomento.
Per certi versi è molto simile al libro di Vandenberg “La maledizione dei Faraoni” e forse vuole approdare a conclusioni simili, ma non ci riesce altrettanto bene.
La sensazione di melange, di “blob”, o, a dirla proprio tutta, di minestrone, prende già dalle prime pagine; la narrazione non scorre liscia da un principio fatto di premesse verso una fine fatta di tesi attraverso una serie di ipotesi, ma si snocciola di volta in volta come una serie di “parentesi” delle quali spesso non si comprende il filo logico.
Però si capisce bene dove voglia andare a parare l’autore: tutte le antiche civiltà della Terra discendono da una superciviltà primordiale, ben più antica di tutte le altre e ben più sofisticata.
Scientificamente più avanzata della nostra.
In ogni civiltà antica dunque, si possono trovare tracce di quella meravigliosa genitrice, ma esse tendono a cancellarsi col tempo, fino a cadere nell’oblio.
Non può dunque trattare solo l’antico Egitto, ma passa in rassegna un po’ di tutto.
Alla fine risulta che ogni argomento è stato trattato, nessuno esaurito, tutti con superficialità, tanto che le così dette “prove” perdono smalto, e vengono persino annullate nel loro valore dalla disinvoltura con cui un masso di 20 tonnellate diventa, durante il discorso, pesante ben 200.
Non so dire se queste “sviste” siano accidentali o volute per caricare d’effetto le dichiarazioni finali, però una volta scoperte pregiudicano l’attendibilità di un autore.
Qualche spunto interessante c'è, anche se non rappresenta certo una novità; ancora una volta devo dire che se l'argomento fosse trattato con i necessari approfondimenti e qualche spiegazione in più potrebbe essere certamente interessante da sviluppare.
Sono convinta che la nosra Messalina avrebbe da dire un sacco di cose in proposito e lo farebbe meglio