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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Foto nei musei

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2009 21:15
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

21/12/2008 01:07
 
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Affrontiamo ancora una volta questo discorso! [SM=x822719]

Chiunque vada in Egitto, visita il Cairo e rigorosamente tutti passano anche dal Museo Egizio, così è previsto dai tour operator da sempre e per sempre, quindi 10, 100, 1000 foto in più o in meno non cambieranno una realtà che è legata a meccanismi ben diversi dallo sfruttamento delle immagini, in ogni caso i biglietti venduti saranno sempre quelli, più o meno equivalenti ai visti di ingresso nel paese per turismo.

Dove invece è già una libertà quella di fotografare, ho visto la gente, la stessa gente, cioè quasi tutti coloro che entrano in Egitto per turismo, sparare foto a raffica, una dietro l’altra alla velocità di caricamento della macchina, del cellulare o della videocamera, a sé stessi, ai famigliari, agli amici, ai compagni di viaggio.

In questa situazione, in cui il monumento è pretesto per uno scatto diverso, è uno sfondo monumentale o una curiosità esotica alle spalle di un soggetto in primo piano che tornerà a casa con il fotografo, non serve aver paura di perdere una fetta di mercato del diritto sull’immagine, perché nessuno degli autori di quel tipo di foto sarà interessato all’acquisto dell’immagine nuda e cruda del reperto.

Insomma, con la diffusione dei mezzi tecnologici, Rahotep e signora (tanto per fare un nome) si trova in migliaia di esemplari su internet, ben stampabili e a volte ripresi meglio di quanto un qualunque dilettante frettoloso potrebbe fare, quindi la vendita di souvenirs e cataloghi risulta comunque un affare ormai compromesso; inoltre non è ciò che l’utente vuole, perché, a quanto pare, il tema delle sue foto è l’amico, il famigliare, sé stesso, i compagni, ecc.

Avevo sentito, o letto chissà dove, della possibilità di acquistare il diritto fotografico in certi siti nei quali io ho fotografato liberamente e senza pagare.
Questa poteva essere una bella trovata per compensare in parte il mancato introito della vendita di immagini.
Per esempio si potrebbe apporre un bollino, di colore diverso a seconda del monumento visitato, come segno riconoscibile dell’acquisto del permesso di fotografare con un certo apparecchio.
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
21/12/2008 12:52
 
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Assolutamente trovo assurdo il divieto di fotografare nei musei, per tutti i motivi espressi da Pizia. Inoltre penso che, mentre in passato poteva esserci la scusa dei flash potenziali nemici dei reperti, oggi non esiste altra motivazione se non quella di indurre all'acquisto di foto e cataloghi in vendita, per i quali peraltro come dice Ivana l'interesse degli appassionati non diminuisce.
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
21/12/2008 12:56
 
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La prima volta che andai in Egitto (1983) era obbligatorio lasciare la macchina fotografica all'ingresso. Nei quattro anni successivi, invece, si poteva fotografare, ma senza flash. Il problema è che, invece, la gente lo usava. Evidentemente anche questo può aver influito sul divieto.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

22/12/2008 00:04
 
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Hai ragione Francis, lasciare permesso libero alla fotografia può far "scappare" un po' troppi flash.
La luce potrebbe effettivamente arrecare danno ai colori delle cose, per quanto alla pietra in sé non faccia nulla.
Basterebbe applicare semplicemente una multa in caso di inosservanza al divieto.
Dentro alle sale ci sono molti poliziotti: ho visto contestare l'uso della macchina fotografica ad un turista sorpreso a fotografare con una macchina piuttosto vistosa, non col solito cellulare.
Il poliziotto alla fine lo ha lasciato andare, senza denunciarlo e multarlo (non so se ciò fosse compreso nelle sue mansioni), e senza esigere mance o cose simili, ma nel suo rimprovero è stato molto severo.

Sicuramente è prevista una sanzione per chi fotografa senza permesso, ma è un illecito difficilmente provabile, sarebbe necessario molto tempo, la conoscenza delle macchine digitali per poterle esaminare, e tante altre complicazioni.
Nel caso di tecnica tradizionale a pellicola, non si potrebbe comunque esigere la cancellazione pena la perdita di tutte le foto, inoltre i cellulari continuerebbero a sfuggire anche ai controlli più severi.

Se le autorità non si mostrano troppo repressive, in questo caso è comprensibile, ma se l'illecito riguardasse solo l'uso del flash, sarebbe più facile identificare inequivocabilmente l'inosservante e multarlo, ad esempio, facendogli corrispondere un'altra volta il prezzo del biglietto.

Inoltre, se è vero che le scorte armate non saranno più richieste, la sorveglianza potrebbe essere una nuova mansione per eventuali poliziotti disoccupati...
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
22/12/2008 10:28
 
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Quando visitai il museo nel 2004, quando ancora si poteva fotografare, ovunque tu andassi vedevi i flash e sentivi i custodi ed i poliziotti che ripetevano all'infinito: no flash, no flash...
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

22/12/2008 17:56
 
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Bisogna colpire dritto al tallone d'Achille, in questo caso il paortafogli!
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di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
22/12/2008 21:33
 
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Quest'argomento mi tocca da vicino.
Seppur non mi sia più possibile praticare il volontariato al Museo di Torino, mi trovo nella condizione di dover in gran parte dar ragione a questo divieto.
Nulla quanto il flash, la luce improvvisa, danneggia i reperti, se escludiamo naturalmente l'uso improprio come ... "porta immondizia" o le mani sporche di gelato e piene di zucchero dei bambini.

In quella breve esperienza che ho citato ne ho viste davvero di tutti i colori. E non posso nemmeno imputare il mancato rispetto a semplice svista, poichè, credetemi, non era nemmeno sufficiente riprendere il turista, chiedendogli di non utilizzare il flash. Attendevano semplicemente che noi "interni" ci voltassimo per ricominciare a "sparare" a raffica ogni flash di sorta, fosse esso proveniente da cellulare o da macchine fotografiche professionali.
Un atteggiamento di questo tipo non lascia adito a comprensione e non può nemmeno indurre a sorvolare, quando vi sono in ballo oggetti dal valore inestimabile.
Tutto ciò mi ha condizionata al punto da cambiare idea, approvando alcune prese di posizione drastiche.
Mi son detta più di una volta che lo stesso divieto dovrebbe essere applicato anche a Torino.
In più di un'occasione ho pensato che alcune persone meritavano semplicemente di essere "cortesemente" invitate ad uscire dalle Sale e che certi bambini dovrebbero inoltre, se proprio non li si può lasciare in apposita struttura custodita, essere accompagnati "al guinzaglio", all'interno di un Museo. Un qualsiasi Museo.

Purtroppo non tutti amano l'Egitto e i suoi tesori come li amiamo noi, che paghiamo in prima persona lo scotto delle azioni altrui.
Sono certa che il giorno che riuscirò a tornare al Museo del Cairo sarò la prima a patire di questa imposizione, ma forse il pensiero di quanto ho visto saprà lenire il malessere della circostanza.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

22/12/2008 22:59
 
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Ciò vale per tutti i musei, non solo per le antichità egizie, naturalmente.
Ecco, andiamo a finire nel problema politico: fotografare è un diritto da riconoscere al cittadino, fotografare col flash no perché è un'azione che arreca danno all'oggetto.
Se non è consentito fotografare, nemmeno senza flash, e lo si fa lo stesso, non si arreca danno all'oggetto, ma, al massimo, si decurta l'introito della vendita del diritto di immagine.

Dal punto di vista del diritto civile, o se vogliamo della Maat, non è giusto proibire una cosa a tutti perché altrimenti alcuni potrebbero approfittare per commettere un illecito.
Sarebbe come proibire a tutti di salire sul treno perché fra tutti coloro che salgono potrebbe esserci qualcuno senza biglietto!

Quindi, per non vederci levare un diritto che ci spetta, quello della libera ripresa delle immagini, cerchiamo di far rispettare il divieto reale, quello necessario per la tutela dell'oggetto.
Singolarmente possiamo richiamare chi fa uso di flash, ma come collettività dovremmo esigere srtumenti di contestazione e di esazione più flessibili.

Hotep mi corregga se sbaglio: la multa per chi spara un Flash nel museo c'è, ma nessuno viene mai multato perché il Pubblico ufficiale che dovrebbe contestare l'infrazione non è ben identificato, oppure, quando lo è non ha tempo e possibilità di innescare un meccanismo faraginoso, complicato e senza riscontro immediato.
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Scriba
28/08/2009 20:28
 
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Non solo business
Sono stata lo scorso febbraio al museo del Cairo. Penso che il divieto di fotografare con qualsiasi dipositivo (ma ho visto una ragazza che, provvista di cellulare, scattava immagini a raffica)sia motivata anche dal fatto che, di fronte a determinati reperti, si creerebbero veri e propri ingorghi .Alludo a certe satue di scriba,al trono ed alla maschera di Tut, al corredo funerario di HEtepheres (solo pèer ricordarne alcuni)...
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
04/12/2009 23:37
 
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Sono d'accordo sul fatto che nel muse egizio non si possa fotografare, ma volevo porre l'attenzione anche allo stato di trascuratezza in cui versa il museo del Cairo, ho visto reperti archeologici molto danneggiati perchè contenuti in teche che non isolano a dovere. Possibile che non si possa trvare una soluzione?
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