Mi è concesso definire il Prof. Bongioanni il mio "mito dell'Egittologia"?
Il timore è soltanto quello di sminuire la stima nutrita, non trovando le parole atte a definirla.
Ho avuto la fortuna di partecipare ad alcune sue conferenze. L'ultima quella organizzata dall'A.C.M.E. poco più di un anno fa, al termine della quale ho potuto approfittare della Sua disponibilità, scambiando due parole a riguardo di Akhenaton e della Riforma che mise in atto.
Inutile dire che posseggo tutti i Suoi testi, inutile dire he rispecchia esattamente quello che è il mio pensiero su numerosi aspetti storici, compreso quello che definisce il Culto di Aton quale Culto Enoteistico e non Monoteistico, come i più insistono ad inquadrare.
Ora è tardi e la stanchezza non mi permette di aver l'adeguata padronanza dei termini per raccontarvi oltre, mi riprometto di riprendere l'argomento e direndervi parteci del perchè gli scritti del Prof. Bongioanni rappresentano per me un importante punto di riferimento, sebbene sono certa che chi vi si è già accostato saprà.
Oggi non ho saputo resistere oltre. Di rientro verso casa ho saltato a piè' pari tutto quanto precedeva il capitolo dedicato a Tell el-Amarna e mi sono lasciata avvolgere da quelle pagine.
Ho apprezzato molto il paragrafo che il Prof. Bongioanni ha scelto per introdurre l'argomento. In quelle poche righe si parla di sentimento, di emozioni, di sensazioni che sono ben note a chi come me è attratto dall'epoca che ha concluso la XVIII dinastia. Una dinastia di Grandi, conclusa con un Grande che però agli occhi dei più, tra i suoi contemporanei, meritava l'oblio.
Ve le riporto:
"Il visitatore che oggi si avventura tra le rovine di Amarna, che la sabbia seppellisce di nuovo sotto di sé, è colto da uno strano e indicibile sentimento; una desolata solitudine si diffonde avanti a lui sino alle montagne orientali, in cui si aprono le tombe dei grandi di quel tempo, ed egli ha la precisa sensazione di trovarsi in una località veramente storica, nella quale una delle più singolari figure della storia dell'umanità ha pensato e sbagliato, amato e odiato, combattuto e sofferto."
Walther Wolf, da "Ritrovamenti in Egitto"
Ecco... non vi dico forse sempre che ho amato, e amo, Akhenaton per la sua forza e per la sua debolezza, per i suoi gesti encomiabili e per i suoi errori? ebbene, qui Wolf ha saputo rendere senza dubbio al meglio, con poche parole, l'idea di Akhenaton che conservo in me. Il pregio, tuttavia, non va soltanto all'autore del brano, per averlo reso così meravigliosamente, ma anche, a mio avviso, al Prof. Bongioanni, al quale, ne sono certa, queste parole devono aver trasmesso il medesimo messaggio, le medesime sensazioni, per averle colte e per averle condivise con noi. E un personale grazie, ancora, per avermi permesso di confermare che, un giorno, quando poserò piede sulle sabbie di Akhetaton, sarà esattamente così che mi sentirò.
Se siete EgiTToPhiLi appassionati, quindi, ma soprattutto, se vi state accostando soltanto ora al mondo vasto e complesso dell'Egittologia, non lasciatevi sfuggire l'occasione questa lettura. Il Prof. Bongioanni, ancora una volta, ci prende per mano e ci conduce nei meandri della storia, rendendoli vividi e reali come non mai.
Mi riservo di ampliare ulteriormente questo mio commento a lettura ultimata, sicuramente al mio rientro, verso metà settembre.