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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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La Navigazione sul Nilo

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2021 18:43
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Wab di Sekhmet
22/01/2021 17:15
 
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Salve a tutti! Bentrovati ed auguri di buon anno... anche se in ritardo!
Purtroppo in questo periodo non riesco in nessun modo ad essere puntuale! Troppe "distrazioni".

In un momento di relax ho avuto modo di rileggere un passo delle "Storie" di Erodoto (II, 96) che descrive la navigazione in Egitto. 
Leggendolo mi è sembrato alquanto strano, la navigazione in Egitto sembra "rudimentale" nonostante la tecnica fosse stata affinata (quando Erodoto scrive) in circa 2600 anni. Non mi sembra, inoltre, di aver visto sulle rappresentazioni tombali quello che descrive (mi riferisco alla tavola gettata davanti e alla pietra legata dietro).

Ho anche focalizzato quanto poco so di un aspetto fondamentale nella vita degli antichi Egizi; il fiume è una sorta di "arteria"  che collega tutte le città muovendo persone e merci; è così importante che anche il dio sole usa la barca nei suoi viaggi diurni (la Mandjyt) notturni (la Mesektet). 

Quindi quali tipi di barche e navi esistevano? Quali materiali e tecniche di costruzione? E poi come si navigava in egitto? vela? remi? col bastone (come sui canali)? 
Se qualcuno ha qualche risposta in merito, immagini o pubblicazioni... Fatevi avanti!!!

Aspetto fiducioso!
per il momento rinnovo gli auguri di un  buon 2021 (o al limite normale che sarebbe già qualcosa...)

Hor

Per chi non conoscesse il passaggio di Erodoto lo allego di seguito:

Storie, Libro II, 96.
 "1) I battelli egiziani per il trasporto delle merci sono costruiti in legno di acacia: un albero di aspetto similissimo al loto di Cirene, e da cui goccia della gomma. Tagliano da questa acacia pezzi di legno di circa due braccia, che mettono insieme come mattoni, costruiscono il battello come segue.
2) Collegano i pezzi di legno, di due cubiti, con lunghi e frequenti cavicchi; e quando hanno costruito in questo modo vi tendono sopra delle traverse. Nessun uso di tavole laterali. Turano le commessure interne on papiro;
3) e apprestano un solo timone, che passa attraverso la carena. Per l’albero adoperano l’acacia e per le vele il papiro, Questi battelli non possono risalire il fiume se non domina un forte vento, e vengono tirati da terra. Invece in discesa ecco come vanno.
4) C’è un graticcio costruito di tamarisco, tenuto insieme da una stuoia di canne, e una pietra forata del peso di circa due talenti. La tavola vien gettata, legata a una fune, avanti al battello, che il fiume la porti - alla superficie-, e dietro, con un’altra fune, la pietra.
5) La tavola sotto l’urto della corrente cammina veloce trascinando la baris tal nome hanno appunto questi battelli, e la pietra, trascinata dietro e stando sul fondo de fiume, mantiene diritto il corso della navigazione. Gli egiziani hanno una grande quantità di questi battelli, di cui alcuni trasportano molte migliaia di talenti."

[Modificato da Hotepibre 23/01/2021 17:32]
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23/01/2021 01:57
 
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Erodoto e la "baris"
Intanto bentornato e grazie per quello che, nel tuo lavoro, stai sicuramente facendo per tutti noi in questa tragica situazione (per chi non lo ricordasse, Horemhat all’atto della presentazione ci disse di essere anestesista).

Ma passiamo all’argomento da te proposto e che meriterebbe, da solo, non una semplice risposta, ma probabilmente uno o più libri!

Partiamo, preliminarmente, dal solito “warning” che si deve sempre tener presente quando si scrive partendo dall’onnipresente Erodoto:
a. ricordiamo che scrive nel V secolo a.C. e che la stragrande maggioranza delle cose che scrive sono “per sentito dire” (vedi i 100mila schiavi impiegati per costruire le piramidi o il “misterioso” riferimento, sempre in tema di piramidi, ai “legni corti” come metodo di costruzione);
b. la visita in Egitto di Erodoto, nativo come ricorderai di Alicarnasso, durò solo 4 mesi e, in un periodo in cui spostarsi in una terra vasta come l’Egitto non era certo impresa agevole, direi che poteva solo guardarsi attorno e descrivere quel che vedeva e che lo aveva incuriosito.

Dobbiamo inoltre tener presente che Erodoto scrive in un ben preciso periodo storico e che quel che riporta, oltre al "sentito dire", è ciò che ha materialmente visto durante il suo viaggio (quando andiamo in giro per Roma diciamo che esiste il Colosseo, e che una guida ci ha detto che lì i cristiani, 2.000 anni, fa venivano mangiati dai leoni, ma anche che è circondato da un traffico di autovetture bestiale😁).
È perciò possibile che esista una commistione tra l’ “antico” e il “contemporaneo” nella narrazione erodotea.
Ciò, nel caso specifico, ci porta a dire che quanto scritto a proposito della navigazione, nella fattispecie, possa non essere “universale”, ovvero valido per tutti i millenni della storia dell’Egitto.

Quanto alle “baris”, fino ad almeno un paio d’anni fa si riteneva appunto una “invenzione” di Erodoto, ma…

…ma nel 2010-2011, nell’area dell’antico, sommerso, porto di Thonis venne rinvenuta, tra le altre, una nave affondata in perfetto stato di conservazione che sembra confermare la descrizione erodotea.
Si tratta, infatti, di una chiglia in ottimo stato di conservazione (circa al 70%), lunga circa 30 m (e qui c’è una differenza dalla descrizione antica che la voleva lunga circa la metà), con foro per un timone centrale (e non laterale come la stragrande maggioranza delle navi e dei modelli di navi presenti nelle tombe). Corrisponderebbe il metodo di costruzione con tavole in acacia lunghe circa 2 m, ma esistono anche travi laterali per rinforzare lo scafo, cosa che Erodoto esplicitamente esclude.

E qui, almeno per ora, mi fermo sennò divento noioso... ma proseguirò quanto prima!
[Modificato da Hotepibre 23/01/2021 02:21]
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23/01/2021 02:25
 
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la "baris" di Erodoto
La "baris" contrassegnata come "ship 17" delle 70 rinvenute del porto sommerso di Thonis
[Modificato da Hotepibre 24/01/2021 20:01]
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Wab di Sekhmet
26/01/2021 12:10
 
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Quindi ala fine Erodoto avrebbe ragione, se escludiamo le dimensioni (ma probabilmente ha visto dei "modelli" più piccoli) e le tavole laterali; se aveva ragione sulla nave si potrebbe ipotizzare che, almeno all'epoca dei suoi viaggi, anche le tecniche di navigazione fossero quelle descritte.

La scoperta è interessante perché (correggimi se sbaglio) per lo più sono state ritrovate barche rituali e non modelli che abbiano effettivamente navigato.

Un'altra cosa che mi aveva insospettito è che Erodoto non fa rifermento ai rematori, , invece, sono numerosi i modellini funebri che mostrano personale addetto ai remi ed anche nella lingua egiziana non mancano riferimenti ai rematori ed i remi (uno per tutti il geroglifico P8 che significa anche "voce").

Ci sarebbe tanto da parlare, sarebbe interessante anche elencare i sinonimi della parola "barca" con le dovute sfumature di significato .

Queste sono le mie domanda, se qualcuno ha qualche domanda aggiuntiva (o magari delle risposte od osservazioni) si inserisca pure nella discussione.

grazie ed a presto
Hor
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27/01/2021 02:10
 
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Re:
Horemhat, 26/01/2021 12:10:

...

La scoperta è interessante perché (correggimi se sbaglio) per lo più sono state ritrovate barche rituali e non modelli che abbiano effettivamente navigato.

...




Partiamo da questa domanda: se fai riferimento a ritrovamenti di natanti, certamente sono state trovate vere e proprie imbarcazioni e non solo barche rituali o modelli.
Ovvio che mentre queste/i ultime/i sono meglio conservate/i poiché preservate/i generalmente in contesti funerari (si pensi alla nave di Cheope e a quella ancora in situ e non ancora estratta), i primi sono stati raramente rinvenuti poiché naturalmente portati a deperire e a distruggersi con il tempo o l’uso, o il riuso, o la demolizione.
Non a caso ho indicato queste differenti possibilità poiché di certo una buona “miniera” di natanti autentici è costituita proprio dal porto sommerso di Thonis che ha restituito, a partire dal 2001, oltre 70 imbarcazioni.

Queste sono state classificate in vario modo:
1. da naufragio: solo 1 (nave 61) accertata, forse altre in corso di indagine, sono la 9, la 14 e 15;
2. da deposito rituale: 1 (nave 11);
3. da riuso: navi 43, 17 (entrambe “baris” sia pure di struttura e costruzione differenti tra loro e assimilabili per il solo foro centrale del timone di governo), 20, 21, 22, 23, 33, 44, 45 (forse anche queste baris).

per quanto riguarda le navi di cui al n.ro 1, ovvero da naufragio, di certo la 61 affondò improvvisamente, mentre era ancora ormeggiata, forse a causa di un cataclisma che colpì il porto. Si ritiene, infatti, che il fondo dell’area marittima portuale abbia improvvisamente ceduto a causa, forse, del grande peso costituito dalle costruzioni che, nel corso dei secoli, erano state erette sui moli stessi. Analoga sorte potrebbero aver avuto, data la concentrazione e la posizione dei relitti, le altre navi sopra indicate.

La nave 11, circondata da oggetti di tipo cultuale (bracieri, piatti per offerte e ossa di animali appesantiti da piombi perché affondassero), presenta inoltre un posizionamento molto particolare che non avrebbe trovato giustificazione in determinati periodi storici di particolare traffico del porto (avrebbe infatti ostruito alcuni dei canali navigabili o ne avrebbe comunque resa difficile e pericolosa la navigazione). La nave presenta uno squarcio nella chiglia praticato ad arte e non accidentale e si ritiene possa essere stata impiegata come imbarcazione sacra in cerimonie dedicate al dio Osiride. La cosa viene inoltre confermata dalla tipologia di legno, sicomoro, sacro al dio (si ipotizza l’uso nel mese di Khoiak per il viaggio sacro del dio dal tempio sul molo di Thonis a quello di Canopo).

Le navi di cui al numero 3, infine (tra cui le baris 17 e 43), data la posizione, l’asportazione sistematica di sovrastrutture, il fatto che erano molto probabilmente legate tra loro a coppie, e la zavorra di cui sono state trovate piene, sembrano poter essere giustificate come costituenti un vero e proprio ponte e poi pontile di barche che consentiva di prolungare i moli in muratura avendo il vantaggio di seguire l’andamento delle maree così costituendo un vero e proprio pontile mobile.

Per chiudere questa seconda “puntata” sulle navi egizie (tra tutti i relitti non sono state trovate navi “straniere”), credo utile rammentare che i relitti di Thonis/Heracleion abbracciano un periodo storico di ben 700 anni, dall’VIII al II secolo a.C.

E anche stavolta, credo utile fermarmi… per il resto delle domande… a dopo!
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30/01/2021 16:59
 
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Ciao a entrambi.
Nonostante tutto la voglia di capire e scoprire capitoli della vita dell'antico Egitto non manca,
malgrado il momento non sia dei migliori.

Cerco di dare anch'io un contributo seppur minimo.

Dai modelli di navi rinvenuti in numerose sepolture, sembra che, la navigazione sul Nilo sia stata influenzata da altre civiltà.
Due interessanti modellini sono stati ritrovati nella tomba di Ahhotep uno d'oro, l'altro d'argento Il modellino d’oro è adagiato su un carro a 4 ruote in bronzo evidentemente per facilitarne il trasporto anche via terra e superare cosi rapide o tratti difficoltosi. I modelli sono anomali nel tempo e nel materiale. Mentre il modello d'oro rappresenta un tipico vascello papiriforme del Nilo, il modello d'argento trova il suo più vicino parallelo con una nave contemporanea minoica/cicladica con equipaggio di dieci rematori, esemplificata dalla nave a remi nel fregio in miniatura dalla Casa dell'Ovest ad Akrotiri in epoca.
L'estremità anteriore della barca d’argento, si innalza in un elegante arco che continua scendendo quasi a portarsi nella posizione centrale in piano, per riprendere la forma arrotondata, meno accentuata, verso la parte posteriore dello scafo.
Il modello comprende una squadra di undici persone, una sola figura è in piedi, forse il timoniere.
L’equipaggio (rematori) è seduto e disposto appaiato su 5 file di banchi con remi sporgentti dallo scafo..

Dati Tratti da:
Ahhotep’s Silver Ship Model: The Minoan Context
Shelley Wachsmann
Institute of Nautical Archaeology, Texas A&M University



...Nec.

[Modificato da nectanebo 30/01/2021 17:00]
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31/01/2021 00:13
 
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Akrotiri
Interessante il post di Nec con riferimento all'affresco della "battaglia navale" della West House di Akrotiri, la c.d. "Pompei egea".

Akrotiri: la West House

…in termini calcistici, credo si chiami "assist", infatti qui gioco quasi "in casa"😂
La mia tesi di laurea in Civiltà Egee era infatti incentrata proprio sui rapporti tra Egeo ed Egitto nel Bronzo Tardo e l’argomento è davvero affascinante. In particolare, proprio quella casa di Santorini presenta un altro affresco molto particolare e altrettanto interessante per chi, come noi, è appassionato di Antico Egitto.
Ma andiamo con ordine: la stanza 5, che ospita gli affreschi, presenta numerose aperture (finestrature e aperture verso un giardino), e queste costrinsero l’artista a sviluppare le opere nella fascia superiore creando, peraltro, una sorta di fregio continuo che si snoda così lungo tutte e quattro le pareti: la narrazione vede, sulla parete meridionale, la partenza della flotta da un porto (verosimilmente Akrotiri) per raggiungere una propria meta. Nella parete seguente si assiste allo sbarco vero e proprio e a scene di assedio di una città costiera e di battaglia (anche navale, con corpi di soldati caduti in mare).

Akrotiri: La room 5 della West House (sulla destra, in alto, il paesaggio nilotico)

Il fregio continua, sulla parete est e si evidenzia il lungo e sinuoso corso di un fiume (Creta non ha fiumi, men che meno Santorini) fiancheggiato da un vero e proprio paesaggio nilotico con palme, uno sciacallo, un gatto che insegue delle oche e antilopi inseguite da un felino.

Akrotiri: West House, room 5, Il paesaggio nilotico

Per curiosità, l'affresco si conclude sull'ultima parete con il ritorno a casa (verosimilmente la stessa Akrotiri) dei soldati e dei marinai accolti da dignitari e dalla folla festante.
La spedizione oltremare e la presenza di un paesaggio “nilotico”, hanno fatto supporre che il fregio narrasse un episodio autentico, verosimilmente un’azione di guerra (o di pirateria) svolta sulle coste africane (forse libiche tanto che l’opera è anche nota come “spedizione libica”), e che il padrone di casa avesse preso parte a tale vittoriosa spedizione e ne avesse voluto in tal modo tramandare il ricordo.
A conferma, tra le altre risultanze, di rapporti tra Egeo ed Egitto in quel periodo storico cristallizzato dall’eruzione di Thera/Santorini, viene un’altra house di Akrotiri, la c.d. Casa delle Dame

Akrotiri: Casa delle Dame, la room "B"

...qui, in un locale (room “B”) identificato come una sorta di “tempio” un altro affresco decisamente egittizzante: una fascia inferiore sulla parete, di colore azzurro, sembra rappresentare un fiume, ma non si tratta di un fiume qualunque poiché sulle sue sponde nascono papiri e fiori di loto azzurri sconosciuti a Creta: si tratta, anche in questo caso, del Nilo...

Akrotiri: Le piante sulle pareti del "tempio" della room "B" della Casa delle Dame

...e potremmo ancora continuare sui dimostrati rapporti tra le due prime Civiltà del Mediterraneo, ma credo di essere andato un po' OT sollecitato dall'intervento di Nec... pardon!

[per chi fosse interessato, dello stesso autore citato da Nec, e sullo stesso argomento della navigazione:
Wachsmann S. 1998 Sea-Going Ships and Seamanship in the Bronze Age Levant, Austin]
[Modificato da Hotepibre 31/01/2021 01:06]
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31/01/2021 11:28
 
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Hotep, non ho dimenticato la tua tesi.
Calzava a pennello inserire quel tipo di nave prima dell'altro modellino
di nave di papiro.

Ciao...Nec.
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31/01/2021 12:09
 
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torniamo alla "baris"...
...E torniamo, perciò, alla “baris” da cui eravamo partiti dopo i dubbi di Horemhat e a un altro dei suoi quesiti:

Ci sarebbe tanto da parlare, sarebbe interessante anche elencare i sinonimi della parola “barca” con le dovute sfumature di significato.


Non parlerei, intanto di “sfumature” di significato: se nella nostra lingua esistono i cargo, le navi passeggeri, le corazzate, le barchette e le portaerei, altrettanto succedeva anticamente.
In un convegno tenutosi a Bruxelles nel 1930, una relatrice, Maria Merzagora, cita Edwin Mayser, filologo, autore di “Grammatik der griechischen Papyri aus der Ptolemäerzeit” (ovvero “Grammatica dei papiri greci dal periodo tolemaico”) il quale indica “baris” come nome generico per indicare “nave”, "natante".
Il termine, infatti, se si esclude la citazione erodotea, compare solo due volte in papiri egizi, con significati talmente differenti tra loro da generare l’idea che non si tratti di una specifica tipologia di nave: in un caso si tratta, infatti, di una nave che trasportò orzo, mentre nell'altro si fa riferimento a un trasporto di uomini armati da Hermontis a Crocodilopolis in occasione di un conflitto. Non escludo che ci possano essere stati altri ritrovamenti letterari del termine dal 1930 in poi, ma non ho trovato nulla nel senso.
Quanto al sistema di navigazione: graticcio anteriore in acqua traente e peso posteriore da 2 talenti per garantire la direzione, questo viene criticato da alcuni archeologi, ma non da altri. I primi, infatti, ritengono che il peso posteriore sarebbe solo servito a frenare la nave, mentre il graticcio anteriore avrebbe avuto solo la funzione di scandaglio per valutare la profondità dell’acqua dinanzi alla nave stessa. Altri, tra cui la relatrice, più compiutamente fanno notare che Erodoto è molto vago nella sua spiegazione (direi come al solito) non indicando, ad esempio, né le dimensioni, né la profondità del graticcio e che il metodo, in presenza di navigazione in favore di corrente fluviale e con adeguate dimensioni del graticcio stesso, sarebbe stato perfettamente in grado di garantire il traino costante del natante, e che il peso posteriore (2 talenti greci = a circa 26 kg x 2 = 52 kg) avrebbe ben svolto il compito di garantire la direzione della nave senza eccessivamente rallentarla. La Merzagora esclude, inoltre, che potesse servire da “freno” giacché, in tal caso, sarebbe stato “lanciato in acqua” solo in caso di emergenza, mentre Erodoto indica che il peso era immerso durante tutta la navigazione.
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
Wab di Sekhmet
04/02/2021 19:13
 
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In effetti la parte del graticcio/pietra era la parte che mi sembrava più oscura: una nave in direzione di corrente viene trascinata, questo sistema, al massimo, mi sembra utile più per mantenere la nave in asse con la corrente (una specie di ancora galleggiante), altrimenti la nave rischia di ruotare sull'imbardata e diventare poco manovrabile, costringendo il timoniere a continue correzioni (specie se il carico della nave è asimmetrico); con questo sistema la pietra che struscia sul fondo fa da fulcro, il graticcio "tira" in direzione di corrente e mantiene in asse la nave.

Al solito non ho trovato nessuna immagine dirimente.

Hor
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