Una consuetudine ricorrente nell'antichità univa spesso gli elementi ingegneristici alle conoscenze astronomiche allorché si edificava: come nel caso della città fondata da Alessandro Magno. in foto: Illustrazione raffigurante il faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico
Quando tra il 332 e il 331 vennero poste le fondazioni di Alessandria d’Egitto lungo le coste del Mediterraneo, nel mettere in pratica le elevatissime competenze che gli antichi già possedevano nel campo ingegneristico, non ci si dimenticò di rendere omaggio al più potente Conquistatore dell’epoca, colui che volle che la città sorgesse: per tale ragione, si attinse alle profonde conoscenze astronomiche, parte fondamentale della vita di moltissime popolazioni anche precedenti ai greci, per orientare l’asse della città in modo da segnare, ogni anno, il giorno del compleanno di Alessandro Magno.
Una logica simbolica già riscontrata negli anni dagli studiosi in diverse strutture, sacre e non, dell’antichità (nonostante le trasformazioni che, molto spesso, gli edifici stessi hanno subito) e che si allinea perfettamente con quelle che erano le consuetudini di epoche remote in cui i confini della sacralità erano senza dubbio meno netti e distinti, rispetto a quella che è la nostra percezione attuale. Secondo i più speranzosi, le osservazioni della struttura della città di Alessandria potrebbero costituire una traccia fondamentale per la ricerca di un “tesoro” di cui gli archeologi sono “a caccia” da secoli: la tomba del condottiero macedone.
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