Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Focus Storia n.59: appuntamento in edicola con i grandi Faraoni

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2011 22:23
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10/09/2011 22:23
 
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Edicola – “Focus Storia” n°59, settembre 2011: “I più grandi Faraoni – Chi erano e cosa ci hanno lasciato”
I Signori che per 3 mila anni guidarono l’Egitto.

Contenuti "Egizi":



Regnò 67 anni lasciando un’eredità monumentale che gli valse il titolo
di Ramses il Grande. Re dei re. Toro potente. Destino luminoso. Difesa dell’Egitto. Faraone immortale. Soldato invincibile. Amato da Maat (la dea della giustizia). Quando 33 secoli fa Tuya – bella donna riccioluta, nata in una famiglia di militari e divenuta regina dell’Alto e Basso Egitto – partorì il suo secondogenito, non immaginava che quel neonato col naso storto e i capelli rossicci avrebbe collezionato tanti titoli roboanti. Però gli diede un nome che pareva fatto per anticiparli tutti: Figlio di Ra (cioè del dio Sole), che in egizio si diceva Ramesisu.


Hatshepsut non fu l’unica donna sul trono d’Egitto. Ma fu la più celebrata, anche se la sua ascesa non fu facile.
Detto da Amon, Signore dei troni delle Due Terre: ‘Vieni, vieni in pace, figlia mia, la bella, che sei nel mio cuore, faraone Maatkare. Io ti darò Punt, tutta quanta. Guiderò (i tuoi soldati, ndr) per terra e per mare, sulle rive misteriose che conducono ai porti dell’incenso, il territorio sacro della terra divina, la mia dimora di delizie. Prenderanno quanto incenso vorranno. Caricheranno le loro navi di alberi di incenso ancora verde e di tutte le cose buone di quella terra fino a soddisfare pienamente i loro cuori’”. Questa iscrizione campeggia su una parete del tempio funerario di Hatshepsut a Deir el-Bahari, il complesso sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor. E racconta moltissimo: del faraone donna Hatshepsut, della sua nascita divina, della sua ascesa al trono con il nome regale di Maatkare. E della sua politica di espansione commerciale a Sud, nella ricca terra di Punt (identificata con la regione degli oggi poverissimi Sudan, Eritrea e Somalia).


Sotto il suo comando l’esercito estese come non mai i confini del regno dei faraoni.
Rapido come Alessandro Magno, capace di elaborare strategie di ampio respiro come Napoleone, imprevedibile come Annibale. Così il faraone della XVIII dinastia Thutmosi III (sul trono dal 1479 al 1424 a. C.) si guadagnò un posto nell’olimpo dei più grandi condottieri della Storia. Forse fu anche il più antico dopo Sargon I di Akkad (dominatore di gran parte della Mesopotamia oltre 4 secoli prima). E questo nonostante avesse iniziato a esercitare il potere e a guidare eserciti relativamente tardi, superati i trent’anni. Thutmosi ebbe infatti la sfortuna di ritrovarsi come reggente e matrigna una donna, Hatshepsut che volle governare da sovrana assoluta. E che riuscì a farlo per vent’anni, dopo la morte del marito Thutmosi II, terzo successore di quell’Ahmose che aveva avuto liberato l’Egitto dal giogo degli Hyksos.


Pacifista ed “eretico”, Akhenaton non inaugurò il monoteismo, ma ci andò molto vicino, imponendo il culto di Aton.
Al pari di Gesù, si considerava “figlio di Dio”. Al pari di san Francesco, onorava tutte le creature (“spetialmente messer lo frate Sole” avrebbe aggiunto il poverello di Assisi). E al pari dei grandi visionari indicò nuove strade, percorse dopo la sua morte. Finché fu in vita, infatti, lo ascoltarono in pochi e lo odiarono in molti. Tanto che si isolò in una città sorta dal nulla lungo il Nilo (300 km a sud del Cairo) e intitolata proprio al disco solare. Da lì, oltre tre millenni fa, con piglio da profeta rivoluzionò il mondo egizio meritandosi sia la nomea di audace riformatore, sia quella di eretico. Il suo nome alla nascita era Amenofi, come il padre Amenofi III, ma è più noto come Akhenaton.


Della vita e del regno di Tutankhamon non sappiamo quasi nulla. Della sua mummia, invece…
Salì al trono a 9 anni, fu il dodicesimo faraone della XVIII dinastia e morì 18enne. Se dovessimo raccontare la sua vita, questo articolo finirebbe qui. Eppure Tutankhamon è famoso come Giulio Cesare. Su di lui si sono scritti centinaia di libri, anche se non ebbe il tempo di combattere epiche battaglie o edificare grandi monumenti. A rendere eterno il suo nome è stata proprio la morte e a diventare una celebrità 3.300 anni dopo è stata, più che la sua figura storica, la sua mummia.


Da Narmer, il primo, fino al fondatore della dinastia di Cleopatra, 12 faraoni che hanno segnato la storia egizia.





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