Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Incontro a Londra con Barry J. Kemp

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2011 19:36
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26/09/2011 16:08
 
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Ecco la quarta parte:


Stephen Buckley – Le Mummie Reali del Periodo Amarniano
Joanna Marchant – La maledizione del DNA del faraone


Sebbene non siano state presentate insieme e fossero state, infatti, pianificate in giorni diversi, abbiamo presentato queste due conferenze insieme, in quanto c’era una considerevole sovrapposizione di oggetti. Entrambi gli autori hanno gettato uno sguardo alle recenti pretese di identificazione delle mummie della XVIII dinastia sulle basi del loro DNA, esaminando le difficoltà dell’analisi del DNA, e tutti e due hanno messo in discussione le precedenti indagini e le discrepanze tra le proposte più nuove e le precedenti scoperte
Stephen Buckley dell’Università di York ha discusso la seconda parte della conferenza iniziata da Jo Fletcher. In un tema ripreso il secondo giorno dalla giornalista Jo Marchant, Buckley ha messo in luce alcune delle ragioni per cui molti esperti non credono che il DNA possa essere raccolto con successo, ed analizzato dalle mummie dell’antico Egitto.
Ha iniziato a pronunciare delle critiche contro Ancestry and Pathology in King Tutankhamun’s Family (Hawass et al, JAMA 2010), che sono state rinforzate da Marchant il giorno successivo. Per esempio: mentre lo scritto di Hawass descrive l’apparentemente mancante dito del piede di Tutankhamon come una malformazione congenita, i raggi X effettuati negli Anni Sessanta mostrano che il dito del piede era presente, e che è stato perso successivamente, attraverso il maltrattamento della mummia. Altre ossa mancanti, come lo sterno e le costole, erano probabilmente presenti, ad un primo esame di Carter e Derry. Buckley ha anche suggerito che la famosa lesione al ginocchio sia stata in realtà inflitta post mortem.
Successivamente ha ridimensionato l’età della mummia della KV55 nello scritto di Hawass, osservando che le tavole statistiche basate sugli Americani moderni e poveri non sono una buona base di partenza per analizzare le ossa di antichi Egizi in forma e appartenenti alla elite che avevano una dieta nutriente. Egli ha anche suggerito che dalle misure le mani e i piedi non appartengono alla mummia KV55, ma non ha avuto tempo di indagare l’argomento in dettaglio. È un peccato che Buckley abbia avuto solo metà tempo.
Nella sua conferenza il giorno seguente, Jo Marchant ha esploraro un terreno simile, ma si è concentrate sugli aspetti del DNA. Ha iniziato dando spiegazioni molto dettagliate del DNA e delle metodologie dei test del DNA. Ha anche esposto efficacemente la dicotomia nel campo della ricerca del DNA antico. Così alcuni esperti credono che il DNA non possa essere raccolto, ed analizzato dalle mummie antiche, a causa di alcuni problemi quali la contaminazione ed il degrado di campioni, causato dalle condizioni ambientali, ad esempio il calore e l’umidità nelle tombe; altri esperti pensano che gli alti standard della mummificazione di cui godeva l’élite significa che nelle mummie reali il DNA è ben conservato. Marchant ha dimostrato un’abilità straordinaria nello spiegare idee complicate, come ad esempio le “single tandem repeats” in maniera concisa ed accessibile. Marchant ha anche informato l’audience sulla ricerca che sarà pubblicata in un prossimo futuro, che includerà il risultato di studi importanti sul cromosoma Y ed il DNA mitocondriale.
Tutti e due gli interventi sono stati ben accolti, grazie ai feedback che sono stati dati al pubblico. Il lavoro di schedulazione è naturalmente una sfida nell’organizzazione delle conferenze, ma sarebbe stato d’aiuto per quelli del pubblico che non avevano familiarietà con la scienza del DNA di ascoltare questa conferenza prima di quella si Stephen Buckley. Ci prefiggiamo un esame dettagliato e scrivere di una, o entrambe, le loro sessioni.

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