...per chissà quale arcano motivo, ho scelto la
risposta n.ro 3 ...
e poichè sono stato tirato "
in ballo" più volte
(ringrazio chi lo ha fatto) vorrei dire la mia.
Il mio, come ha detto Kiya
(e non solo lei) è un
saggio-romanzato, ho cioè preso quel che si
conosceva certamente, fosse storia o archeologia, o riscontri di qualsivoglia genere e mi sono "limitato" a "
cucire" queste cose tra loro con il
filo del racconto.
Se ho dato intepretazioni di fatti e accadimenti
(la morte di Akhenaton ad esempio, o chi fosse in realtà Smenkhara, o la stessa morte di Tutankhamon e la parte avuta da personaggi come Ay, Horemhab, Aanen), se da una parte mi sono comunque
rifatto a ipotesi comunque esistenti (sia pure talvolta poco considerate), dall'altro ho cercato di "riempire" quelle lacune che la storia, o l'archeologia, mi consentiva di riempire
senza snaturare ne' l'una ne' l'altra (o almeno quello era il mio intendimento).
Non credo che leggendo il mio romanzo si possa dare per vero e per sicuro quel che ho scritto, ma per plausibile SI!
Il target, inoltre, aldilà di quel che era l'intenzione verosimilmente della Casa Editrice che ha imposto il titolo
(come sapete il titolo originale doveva essere "Neb-Kheperu-Ra"), era costituito da appassioanti di egittologia, ed in particolare un target direi abbastanza conoscitore della storia di quel periodo.
So che è un libro "difficile", per dirla come ha scritto qualcuno su IBS
(e con cui concordo), non è un libro "
da ombrellone"; ma libri
"non da ombrellone" sono anche tanti altri e, per fare un esempio, potrei citarvi i libri di Josè Saramago (che aveva però il vantaggio di essere "solamente" un premio Nobel) che, a sua volta, ha scritto un
"Vangelo secondo Gesù Cristo" che può anche essere letto come
"romanzo storico".
Io credo che se si decide di scrivere un romanzo "storico" si debba
aver ben chiaro quel che si vuole ottenere: voglio scrivere di un determinato momento storico, calare il lettore in quel periodo, farlo vivere e camminare con i protagonisti e qui c'è già il
primo bivio.
Vuoi narrare di
personaggi realmente esistiti?
Allora
DEVI conoscerli e
DEVI conoscere il periodo di cui stai scrivendo, non puoi "volare" più del consentito, non puoi scrivere
STRAFALCIONI storici come quelli del signor Drake in Nefertiti; non puoi fuorviare un lettore men che esperto con sciocchezze che fanno inorridire chi ne sa qualcosina di più e possono portare, come ha scritto qualcuno, a false interpretazioni della realtà.
Vuoi invece narrare di
personaggi sconosciuti, o inventati, sfruttando solo l'ambientazione storica?
Allora puoi scrivere quel che vuoi, purchè, in questo caso, sia perfetta l'ambientazione di sfondo.
Se decido di raccontare la storia di un illustre Sig. "X" che vive durante la rivoluzione francese, non posso far morire il Re di infarto e far diventare Robespierre un filantropo che raccoglie francobolli.
Su quella scena, su quello sfondo di sangue, di rivoluzione, di dissoluzione del potere reale, debbo far muovere personanggi credibili, che non pensino in termini moderni, ma che si muovano, ad esempio, per strade che esistevano allora e che, oggi, magari non ci sono più
(per inciso, per un altro lavoro che mi piacerebbe scrivere, mi sono addirittura documentato sulla toponomastica cittadina della Napoli del '700).
Voglio invece scrivere un
romanzo di pura invenzione? Allora parto da un periodo storico che debbo conoscere bene, lo trasformo in quacos'altro che abbia le stesse caratteristiche e faccio muovere personaggi che, pur aderenti ad una realtà storica, rivesto con altri nomi
(pensate al film "Stargate", anche lì c'era un antico egitto, c'era un re alieno e c'erano gli Dei, ma quel mondo era un mondo parallelo, un mondo fantastico in cui potevo permettermi tutto pur poggiando la narrazione su dati storici).
E se avete letto l'epopea di
"Dune" avrete certamente individuato fatti, narrazioni, titoli, nomi, situazioni, che sono proprie di fatti realmente accaduti
(specie nel mondo islamico e dei tuareg, per ovvi motivi), ma quei fatti avvenivano "in una galassia lontana lontana", in un sistema planetario inventato di sana pianta.
Ma posso anche
far fare ai miei personaggi realmente esistiti cose che non risultano fatte, a patto di entrare allora nei meandri della storia e sfruttare "buchi" di conoscenza che mi consentano di inserire quel che voglio a patto, si intende, che le azioni svolte dai miei personaggi, non modifichino la storia per come nota e per come conosciuta
(se Akhenaton gioca a bocce con Horemhab, questo non cambierà la storia, ma se Akhenaton uccide Horemhab, allora la cosa cambia)
Spero di non aver annoiato troppoe di essere riuscito ad articolare una risposta il più possibile chiara di come la penso
[Modificato da Hotepibre 13/10/2010 17:26]