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Gli EgiTToPhiLi al Museo Archeologico Nazionale di Parma

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2010 09:39
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05/08/2010 03:46
 
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Reperti n.5/8 - I Vasi Caopi di Djedmutefonkh

La Collezione Egizia di Parma comprende anche sei Vasi Canopi: la serie completa di vasi in alabastro di Djetmutefonkh (illustrati nelle immagini a seguire), più due vasi spaiati di Merptahhep e Psenesis, anche questi in alabastro, ma entrambi abbinati a coperchi estranei. Tant'è che i geni funerari raffigurati dai coperchi non corrispondono a quelli evocati nelle iscrizioni presenti sui vasi.

Lo scopo dei Vasi Canopi era quello di contenere e proteggere le viscere del defunto, estratte durante il processo di mummificazione.
Fecero la loro comparsa a partire dal Medio Regno, ma a quell'epoca possedevano tutti e quattro un coperchio con testa in forma umana.
In origine, durante l'Antico Regno, si utilizzava semplicemente un contenitore a quattro scomparti.
Si dovette attendere il Nuovo Regno per modificare i Canopi e assegnargli coperchi identificativi dei "quattro Figli di Horo", i quattro geni funerari preposti alla protezione degli organi interni. A loro volta venivano collocati in un contenitore a forma di santuario, protetto dalle quattro Dee tutelari (Iside, Nefti, Neith e Selkis) e sistemati vicino al sarcofago in cui riposava la mummia.
Successivamente, durante il Terzo Periodo Intermedio, furono ancora oggetto di modificazioni: gli organi interni del defunto venivano imbalsamati e prontamente ricollocati nella loro sede. Era comunque prevista la presenza dei Canopi, ma con mero valore simbolico. Spesso, infatti, gli esemplari risalenti a quel periodo non erano nemmeno cavi.
A partire dalla XXV Dinastia e fino a tutta l'Epoca Tolemaica i Canopi tornarono ad essere impiegati secondo la loro funzione primaria.

I quattro vasi di Djedmutefonkh sono in buono stato di conservazione e recano ognuno cinque colonne verticali di iscrizioni racchiuse in un riquadro. Mostrano bei geroglifici incisi che rivelano il nome del proprietario, vissuto a Tebe durante la XXVI Dinastia.


Provenienza: Tebe. Incerta per i primi due.
Acquisizione: La serie di Djedmutefonkh fu acquista da  C. Maurguier nel 1844. I due vasi spaiati furono acquistati da F. Castiglioni nel 1830



Vaso con testa di Duamutef (sciacallo), proteggeva lo stomaco [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Qebeshenuf (falco), proteggeva gli intestini [Foto di Kiya]



Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Qebesenuf [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Hapi (scimmia), proteggeva i polmoni [Foto di Kiya]



Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Hapi [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Hamset (umana), proteggeva il fegato [Foto di Kiya]


Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Hamset [Foto di Kiya]



  • Lo scatto relativo al dettaglio dell'iscrizione contenuta sul primo canopo, purtroppo, è risultato estremamente sfuocato.
    [Modificato da -Kiya- 05/08/2010 18:26]
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