Apprendiamo dagli antichi Egizi che, nel corso della loro storia, registrarono numerosi viaggi in un luogo chiamato “Terra di Punt”. Un luogo lontano, difficile da raggiungere, ma che rappresentava un’enorme fonte di ricchezza per animali esotici e prodotti di lusso. Tracce dei commerci con Punt si hanno fin dall’Antico Regno e perdurano a lungo, fino al termine di quello Nuovo. Di ritorno da Punt, gli Egizi portavano nella loro terra profumi, pellame, elettro, ma anche pantere e babbuini da addomesticare.
Sull’identificazione di Punt gli Egittologi dibattono da lungo tempo. La presenza di profumi, tra le risorse principali, suggerirebbe di doverlo localizzare in Arabia, nello Yemen. Ma alcune delle raffigurazioni conservate sulle pareti del Tempio di Deir el Bahari (commissionate da Hatshepsut), che testimoniano l’esistenza in quella terra delle giraffe, farebbero invece supporre che Punt si trovasse in Africa, nei pressi dell’Etiopia, dell’Eritrea o, ancora, della Somalia. Ulteriori indizi la posizionerebbero più a Sud, sulla costa Africana, verso il Mozambico.
I testi Egizi pervenuti fino a noi, purtroppo, offrono solo vaghi riferimenti geografici che non consentono la localizzazione di questo luogo. Tra questi va citato il resoconto di una spedizione che ebbe luogo ai tempi di Ramesse III, di cui Grandet riporta:
“Ho costruito grandi navi […]che sono state dotate di equipaggi numerosi. Esse sono state caricate oltre misura dall’Egitto […] e quindi, spedite verso il Mare di Muqed, sono giunte presso le montagne di Punt senza che alcuna disgrazia le colpisse.”
Per tentare di risolvere il mistero dell’ubicazione di Punt, un team di scienziati, di cui fa parte anche la dott.ssa Salima Ikram, ha focalizzato la propria attenzione su due mummie di babbuino conservate al British Museum. Esse risalgono a circa 3000 anni fa, ovvero al tempo in cui gli Egizi facevano rotta verso Punt dove prelevavano questi animali per addomesticarli. Una è stata rinvenuta a Tebe, mentre l’altra proviene dalla Valle dei Re. Lo studio verte in alcuni test condotti sugli isotopi di ossigeno presenti nella peluria del mantello che si è preservata. Gli isotopi di ossigeno agiscono, infatti, come un segnale in grado di suggerire agli scienziati il luogo di provenienza dei babbuini.
In base a quello che sarà il riscontro ottenuto da queste analisi preliminari , i curatori del Museo valuteranno se autorizzare il prelievo di campioni ossei per eseguire dei test più approfonditi e otteenere risultati indubbiamente più attendibili. Le ossa, infatti, crescendo più lentamente rispetto alla pelliccia, trattengono gli isotopi di ossigeno originari più a lungo.
Contemporaneamente si sta provvedendo a classificare le caratteristiche di babbuini presenti nelle zone dell’Eritrea, Etiopia, Somalia, Uganda e del Mozambico in modo che si possa procedere al confronto dei risultati ottenuti. Qualora l’impronta chimica di uno di questi babbuini mostrasse corrispondenza con quella dei “parenti” mummificati nell’antichità, il team sarebbe in grado di stabilire dove si trovasse Punt.
Occorre, tuttavia, tenere presenti alcuni rischi, o per meglio dire alcune limitazioni.
Innanzitutto va ricordato che gli Egizi importavano questi animali da Punt per impiegarli come animali da compagnia. I babbuini, quindi, soggiornavano per gran parte della loro vita in Egitto, alimentandosi con cibi locali. Ciò obbliga a considerare le modificazioni a cui era soggetto l’isotopo di ossigeno.
Un ulteriore limite è rappresentato anche dalla scarsità di soggetti da sottoporre ad analisi che, ricordiamo, sono due soltanto.
Ai precedenti, inoltre, aggiungiamo un dettaglio di non poco conto: qualora anche si dovesse riscontrare effettiva corrispondenza tra i babbuini conservati al British e quelli odierni, appartenenti a una specifica località geografica, ciò non fornirebbe certezza assoluta sull’ubicazione di Punt. Le impronte degli isotopi di ossigeno, infatti, potrebbero risultare estremamente simili anche se provenienti da zone diverse, ma geograficamente attigue.
Gli studiosi impegnati in quest’analisi, tuttavia, auspicano di poter fornire importanti ragguagli entro breve e, laddove anche non dovesse risultare possibile stabilire con certezza assoluta la posizione di Punt, confidano quanto meno di poter escludere definitivamente un certo numero di aree attualmente tenute in doverosa considerazione.
Lo studio che si sta occupando delle mummie di babbuino del British Museum, in realtà, è uno studio “allargato”. Contemporaneamente infatti, il team sta conducendo le medesime analisi su alcune mummie della stessa specie risalenti ad Epoca Tolemaica e conservate al Petrie Museum. Lo scopo, in questo caso, è quello di stabilire da dove gli Egizi prelevassero i babbuini che poi addomesticavano, anche in Epoca Tarda.
[fonte di riferimento: www.heritage-key.com]
[Modificato da -Kiya- 18/05/2010 21:13]