Traduzione Italiano-Geroglifico | Ultimo Aggiornamento: 29/05/2010 00:13 |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.157 Post: 1.157 | Registrato il: 23/10/2009 | Scriba Guardiano | Scriba | Akhu-en-inpu Haw-erhefetkher-netjeru Gemet-ef-reh-neb | |
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07/05/2010 12:20 | |
Ok.. so che è una richiesta bizzarra... ma ormai vi sarete abituati, e se avete seguito altre mie richieste negli ultimi tempi, capirete anche per cosa mi serve: ovvero per il film-documentario di mio fratello. Premetto che tutti gli interventi che fin'ora avete fatto per aiutarmi (che sono stati utilissimi, dal primo all'ultimo) mi concedono di inserire (se volete) i vostri nomi fra i "credits" finali del film e ovviamente anche egittophilia avrà il suo nome all'interno dei credits.
Ora passo alla richiesta, forse la più assurda... ma spero che persone come Frankh (o Kiya... ) che sanno a un livello migliore del mio la lingua medio egiziana, possano aiutarmi in questo, ovvero tradurre dall'italiano al geroglifico questo dialogo (lasciando perdere ovviamente Vittoria e Telemaco).
Io ho appena speso mezzora solo per tradurre la prima frase (e probabilmente ho anche sbagliato.. ma al corso non ho affrontato i verbi finiti.. quindi mi trovo un po' in impaccio a passare da un capitolo all'altro del grandet senza averlo studiato sistematicamente in quelle parti... quel che ho tirato fuori è "jw=f ms=j Tn")
T”Dove mi porti?” (in egizio)
SEM”Io sono il Sem, ti conosco da quando sei qui, fra noi dei bastioni di Vittoria.”(in egizio)
T.”Ho capito la vostra lingua e conosco ogni centimetro di questa terra. Ho imparato a sentire il ghiaccio del tempo in congedo e il calore del vostro giorno.” (In Egizio)
S.”Non hai imparato niente, Telemaco. Vieni con me” (In Egizio)
Ricorda; sento e comprendo anche l’eco delle tue idee..non avere paura. Leggi qui..(In Egizio)
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07/05/2010 13:31 | |
personalmente ti aiuterei volentieri, ma non ritengo di essere ancora all'altezza. Certo FraAnkh è la persona più indicata e mi renderò utile segnalandogli questa tua richiesta via mail personale, in serata ;)
Per contro ho accolto con grande entusiasmo la richiesta che mi hai inoltrato in forma personale, alla quale mi dedicherò non appena il lavoro mi concederà un po' di respiro. Già domani, direi :) :) :)
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07/05/2010 14:23 | |
Grazie, Kiya! Lo apprezzo molto! |
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07/05/2010 20:01 | |
ACUSinpw, 07/05/2010 12.20:
. Ho imparato a sentire il ghiaccio del tempo in congedo e il calore del vostro giorno.”
Non trovo mai il tempo per scrivervi perchè sono pieno di lavoro (e meno male.... ) ma la curiosità è troppa..... Gli egizi conoscevano il ghiaccio? Ma come lo creavano e come lo conservavano?
Non ne avevo mai sentito parlare e ho paura di fare la notte in bianco a pensarci
Scusate l'intrusione, ora torno al lavoro
Ciops! |
| | | OFFLINE | | Post: 1.347 Post: 1.347 | Registrato il: 25/08/2009 | | Scriba | |
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07/05/2010 20:53 | |
Bella domanda!Tra l'altro, tempo fa, fra i commenti (negativi)al romanzo "Nefertiti" di Drake qualcuno ha fatto notare che un egizio non poteva avere cognizione di cosa fosse la neve...
Sinceramente non mi ero mai soffermata a riflettere su questo argomento. Non mi risulta che quello egizio fosse un popolo di viaggiatori, però mi pare di aver letto da qualche parte che il lapislazzuli veniva importato dall'Afghanistan...e per giungere in Afghanistan bisogna attraversare l'iran, dove in inverno nevica abbondantemente. Anche in molte zone della Turchia la temperatura può scendere sotto lo zero.
Forse nelle epoche più remote non conoscevano il ghiaccio nè la neve, ma quando sono venuti in contatto con gli Ittiti e gli abitanti dell'altopiano iranico se ne sono fatti un'idea...
E' solo una mia ipotesi: potrebbe benissimo essere fantastoria... |
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07/05/2010 22:01 | |
Sul "percorso" dei lapislazzuli ho riportato qualcosa dalla conferenza del dottor peyronel nella mia area monografica... Dacci un occhio se ti interessa la questione. Per il ghiaccio: avete ragione. Lo renderò noto a mio fratello, mi era sfuggito. |
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07/05/2010 22:29 | |
In merito al ghiaccio, riporto stralcio di un articolo reperito in rete, intitolato "Seminario sulla risorsa acqua", dedicato agli studi sul congelamento di questo elemento. Un testo redatto da: Associazione Nazionale degli Insegnanti
di Scienze Naturali.
Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.
Il ghiaccio raccolto nelle montagne (o la neve impaccata) veniva trasportato durante l’inverno anche per lunghe distanze, e immagazzinato in sotterranei freschi e ventilati, le ghiacciaie. Era utilizzato soprattutto per raffreddare le bevande o, tritato, per fabbricare sorbetti a base di succhi di frutta. Si tratta dunque di ghiaccio formatosi naturalmente, usato (pare) dai Faraoni dell’antico Egitto, dai cinesi e da alcuni popoli della Mesopotamia. I Romani lo raccoglievano sull’Etna e sul Vesuvio, oltre che sulle Alpi, e ne facevano un uso analogo. Da alcune ricerche in rete, effettuate prevalentemente nei siti di gelaterie, emergono notizie piuttosto vaghe circa la produzione artificiale di ghiaccio nell’antichità, ed un po’ meno vaghe circa la sua conservazione. Pare che i cinesi conoscessero la proprietà della miscela ghiaccio-sale di abbassarsi molto di temperatura, per cui la conservazione dei blocchi di ghiaccio nelle ghiacciaie poteva allungarsi per tutta l’estate amministrando a dovere una superficiale “salatura”. Ma in qualche sito è riportata la notizia che in Cina, e ancor prima in Mesopotamia, era stato scoperto il modo di produrre ghiaccio. L’acqua veniva fatta bollire, quindi ancora fumante veniva portata all’interno di caverne molto fredde, dove si formava il ghiaccio. Non è chiaro se a congelare fosse il vapore condensato sulle rocce o l’acqua nei recipienti. In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.
Per la redazione del testo si è attinto dal volume:
Tom Shachtman – Zero assoluto - la conquista del freddo – Sperling & Kupfer Editori – 2001 [Modificato da -Kiya- 07/05/2010 22:31] |
| | | OFFLINE | | Post: 781 Post: 781 | Registrato il: 27/01/2010 | EgiTToPhiLo/a | Artista del Re | TA makA nen ka neKet | |
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07/05/2010 23:40 | |
-Kiya-, 07/05/2010 22.29:
Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.
Il ghiaccio raccolto nelle montagne (o la neve impaccata) veniva trasportato durante l’inverno anche per lunghe distanze, e immagazzinato in sotterranei freschi e ventilati, le ghiacciaie. Era utilizzato soprattutto per raffreddare le bevande o, tritato, per fabbricare sorbetti a base di succhi di frutta. Si tratta dunque di ghiaccio formatosi naturalmente, usato (pare) dai Faraoni dell’antico Egitto, dai cinesi e da alcuni popoli della Mesopotamia. I Romani lo raccoglievano sull’Etna e sul Vesuvio, oltre che sulle Alpi, e ne facevano un uso analogo. Da alcune ricerche in rete, effettuate prevalentemente nei siti di gelaterie, emergono notizie piuttosto vaghe circa la produzione artificiale di ghiaccio nell’antichità, ed un po’ meno vaghe circa la sua conservazione. Pare che i cinesi conoscessero la proprietà della miscela ghiaccio-sale di abbassarsi molto di temperatura, per cui la conservazione dei blocchi di ghiaccio nelle ghiacciaie poteva allungarsi per tutta l’estate amministrando a dovere una superficiale “salatura”. Ma in qualche sito è riportata la notizia che in Cina, e ancor prima in Mesopotamia, era stato scoperto il modo di produrre ghiaccio. L’acqua veniva fatta bollire, quindi ancora fumante veniva portata all’interno di caverne molto fredde, dove si formava il ghiaccio. Non è chiaro se a congelare fosse il vapore condensato sulle rocce o l’acqua nei recipienti. In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.
A parte che se fosse vero il ghiaccio doveva essere uno dei "materiali" più costoso in assoluto, ma dire che arrivava da chissadove e chissacome per fare solo dei sorbetti non mi convince proprio.......
OK, ho capito che se voglio dormire stanotte è meglio che comincio a contare.....1 pecora..... ........2 pecore........... .....3 pecore......... ........
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08/05/2010 00:04 | |
Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.
.... In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.
Credo che la parte più interessante sia quella che ho quotato qui sopra.
Tuttavia, non conoscendo in modo approfondito le proprietà chimico-fisiche dell'acqua, non mi è concesso di avallare o confutare la teoria espressa. Né sono in grado di confermare se un tale processo potesse rientrare nelle conoscenze dei nostri.
Occorrerebbe, in proposito, il parere di un esperto.
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08/05/2010 00:12 | |
A me questa storia del ghiaccio sembra un po' campata in aria, ho delle resistenze a credere alla produzione del ghiaccio dei cinesi oppure, come dice Ramsy, al ghiaccio egizio trasportato da chissà dove per fare i sorbetti.
Non è impossibile che qualche egizio abbia visto il ghiaccio, come osserva Merytaton, lungo i percorsi delle mercanzie, in particolare dopo l'epoca thutmoside, quando i confini dell'impero si estesero a zone in cui si trovavano neve e ghiaccio.
Sul territorio nilotico però è ragionevole pensare che il ghiaccio sa arrivato solo come una leggenda.
Secondo me: o si trovano riferimenti precisi e documentati oppure è meglio lasciar perdere e usare un altro termine, una parola più comunemente usata per descrivere quel concetto (l'opposto del "calore del vostro giorno").
Forse la parola usata per dire "freddo", in ambiente subdesertico, era già un superlativo assoluto, senza la necessità di avere parole corrispondenti anche ai nostri "gelo" e "ghiaccio". |
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