Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
Ti piace questo Forum? Dillo ai tuoi Amici su




Discussioni Recenti
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Reggio Calabria: "Egitto mai visto. Le dimore eterne di Assiut e Gebelein" - dal 21 febbraio al 20 giugno

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2010 21:02
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 14.452
Post: 3.441
Registrato il: 26/02/2006
Colei/Colui che siede alla
destra della Sacerdotessa
Scriba Reale

- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
12/02/2010 11:28
 
Quota

EGITTO MAI VISTO le dimore eterne di Assiut e Gebelein a REGGIO CALABRIA
dal 21 febbraio al 20 giugno
A Villa Genoese Zerbi- Reggio Calabria



Nei primi anni del Novecento, il grande egittologo e filantropo Ernesto Schiaparelli (1856 – 1928) era il direttore del Museo Egizio di Torino e della Missione Archeologica Italiana, impegnata nelle campagne di scavo nella valle del Nilo. L’esplorazione scientifica era ormai subentrata alla ricerca dei collezionisti e stava portando alla luce nuovi contesti come quelli delle comunità neolitiche che avevano preceduto l’età delle piramidi. Erano impegnate in Egitto le maggiori potenze europee e gli Stati Uniti, ma uno straordinario apporto alle nuove scoperte scientifiche è dovuto proprio alla missione italiana, nonostante la scarsa dotazione di mezzi di cui disponeva nel contesto politico e sociale postunitario.

Il 2 Febbraio del 1911 dal sito di Assiut, in una lettera a Schiaparelli, il suo assistente Virginio Rosa scriveva con grande soddisfazione: “In quanto agli scavi ho l’onore ed il piacere di annunciarle che si è trovata una tomba intatta. A mezza montagna siamo entrati in un antro tagliato nella roccia con tre camere […] La camera ad ovest conteneva […] un sarcofago in legno con mummia avvolta in tele sciolte. Alla destra del morto 5 magnifici vasi in terracotta rossa […] Nella camera di mezzo tre sarcofagi …”.

Nelle necropoli di Assiut la Missione Italiana aveva portato alla luce straordinarie sepolture, ricche di testimonianze della vita sociale e del contesto culturale di una provincia del Medio Egitto fra il 2100-1900 a.C. Tutti i reperti trovati dalla Missione sia ad Assiut che a Gebelein sono così giunti a Torino nei depositi del Museo Egizio, dove sono stati premurosamente conservati.
Oggi a distanza di quasi 100 anni, dopo un accurato lavoro di studio e di restauro, è finalmente possibile per tutti rivivere l’esperienza e le emozioni di quelle straordinarie scoperte, effettuate fra il 1908 e il 1920 dalla Missione Archeologica Italiana. In una grande mostra allestita a Trento e ora a Reggio Calabria sono finalmente esposti al pubblico quei materiali archeologici rimasti per molti anni chiusi nei depositi del Museo. Per la prima volta, anche con l’ausilio di fotografie originali, possiamo tornare virtualmente nei due capoluoghi di provincia nell’Antico Egitto dove sono stati custoditi per 4000 anni nel deserto i segreti della vita quotidiana e della vita nell’aldilà.

La mostra a Villa Genoese Zerbi presenta circa 400 reperti, tutti provenienti dai depositi del Museo Egizio di Torino e per lo più mai esposti al pubblico, e ruota intorno ad uno straordinario nucleo di dodici sarcofagi a cassa in legno stuccato e dipinto con iscrizioni che tramandano formule d’offerta e rituali funerari magico-religiosi. In molti casi grazie alla lettura dei geroglifici è possibile svelare i nomi di questi uomini e donne appartenuti alla classe media, amministratori e piccoli proprietari terrieri, vissuti nel Medio Egitto intorno al 2.000 a.C.
I sarcofagi, alcuni dei quali contengono ancora la mummia, sono arricchiti da tutti gli elementi del corredo funerario che accompagnavano il defunto e attraverso i quali oggi possiamo ricostruire le loro storie e quelle delle loro famiglie: vasi, poggiatesta, specchi, sandali, bastoni, archi e frecce, cassette in legno, modellini di animali, barche con equipaggi, modelli di attività agricole e artigianali. Dall’osservazione di tutti questi materiali emerge la sorprendente capacità degli artigiani egiziani nella lavorazione del legno, che fece di Assiut uno dei centri dove fu raggiunto il massimo livello di espressione artistica alla fine del Primo Periodo Intermedio.

Per la prima volta sono esposte circa 40 pareti di sarcofago con geroglifici incisi e dipinti e 10 stele recentemente restaurate, che svelano i segreti della scrittura geroglifica e permettono di conoscere le credenze funerarie e le principali divinità del pantheon egiziano. Di straordinaria fattura sono le statue in legno, alcune delle quali di notevoli dimensioni benché frammentarie, che erano destinate a riprodurre il corpo del proprietario nella vita eterna e mostrano i signori della città in posa elegante e composta, con un lungo bastone di appoggio e uno scettro come insegne del loro prestigio. Potenti “signori della guerra” di un’epoca di lotte feudali, come ci ricorda l’iscrizione del principe Khety I, incisa sulle pareti della sua tomba: “Ero uno forte con l’arco, potente con il braccio, molto temuto dai vicini”. Le dimore eterne di Assiut e Gebelein ci restituiscono in ultima istanza le testimonianze di due siti della provincia egiziana in un’epoca in cui l’indebolimento del potere faraonico centrale lasciò spazio ad una sorta di democratizzazione dell’aldilà (la sepoltura non è più una prerogativa esclusiva del faraone e della sua ristretta cerchia) e a espressioni artistiche di straordinaria originalità.
Il progetto scientifico e la curatela della mostra è dovuta a Elvira D’Amicone e Massimiliana Pozzi Battaglia, della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie e della Società Cooperativa Archeologica.
L’allestimento della mostra, progettato da Costantin Charalabopoulos e arricchito da una suggestiva ricostruzione della necropoli e da un interessante documentario etnografico sui siti, si sviluppa sui due piani della Villa Genoese Zerbi con una successione di ambienti di grande qualità espositiva.

La visita in mostra può avvalersi di un articolato progetto didattico, curato da Giovanna Gotti e Federica Scatena, che comprende un ampio apparato di testi in mostra, la possibilità di visite guidate e laboratori per le scuole e un servizio di audioguide per singoli visitatori.

La mostra, dopo la prima sede a Trento nel Castello del Buonconsiglio, giunge a Reggio Calabria, per volontà dell’Amministrazione Comunale, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e delle Antichità Egizie, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri. L’organizzazione è affidata a Civita con la collaborazione di STart.

(Fonte: Informazione.it)

OFFLINE
Post: 41.058
Post: 22.720
Registrato il: 24/08/2005

Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
27/06/2010 21:02
 
Quota


Ha superato i 20 mila visitatori la mostra ''Egitto mai visto'' in corso a Villa Genoese Zerbi di Reggio Calabria. Un successo che ha spinto gli organizzatori a prorogare la chiusura al 18 luglio consentendo cosi' anche di animare il periodo estivo.

La mostra svela i segreti sconosciuti delle necropoli di Assiut e Gebelein. Quattrocento straordinari reperti datati al 2000 a.C. scoperti all'inizio del '900 dal grande egittologo e filantropo Ernesto Schiaparelli e chiusi per un secolo nei depositi del Museo Egizio di Torino.

Nonostante la scarsita' di mezzi a disposizione, tra il 1908 ed il 1920, una missione archeologica italiana diretta dall'egittologo Ernesto Schiaparelli ha effettuato alcune straordinarie scoperte nelle necropoli di Assiut e Gebelein, portando alla luce sepolture ricche di testimonianze della vita sociale e del contesto culturale di una provincia dell'Antico Egitto fra il 2100-1900 a.C. Tutti i reperti trovati dalla missione sono stati portati a Torino, nei depositi del Museo Egizio, dove sono stati accuratamente premurosamente conservati.

A distanza di quasi 100 anni e dopo un lavoro di restauro e di studio, il materiale scoperto e' stato messo nella disponibilita' di tutti consentendo cosi' di rivivere l'esperienza e le emozioni di quelle straordinarie scoperte, prima a Trento ed ora a Reggio Calabria.



[fonte: www.ansa.it ]
Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:28. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Discussioni Recenti






ATTENZIONE!
Tutto quello che viene pubblicato nei forum di Freeforumzone S.n.c. e' sotto il nostro copyright e non puo' essere ridistribuito senza autorizzazione dell'Autore del messaggio e dell'Amministratore.
Tutti i contenuti (codice di programmazione, grafiche, testi, tabelle, immagini, e ogni altra informazione disponibile in qualunque forma) sono protetti ai sensi della normativa Italiana ed Europea in materia di opere dell'ingegno.
Ogni prodotto o Societa' menzionati sono marchi dei rispettivi proprietari o titolari e possono essere protetti da brevetti e/o copyright concessi o registrati presso le autorita' preposte.




Portale Chi Siamo Archeologando Articoli Forum WiKiHiero


Qualità e pertinenza certificata da


Dedico EgiTToPhiLìa a colui che ha saputo insegnarmi che cos'è l'umiltà, senza parole, ma coi gesti e con l'esempio quotidiano.
Un'altra delle ragioni per cui l'ho amato, e lo amo, più di chiunque altro. Oggi ch'egli vive ancora, e per sempre, dentro il mio cuore, dedico EgiTToPhiLìa a...
... mio padre.

© Egittophilìa, 2005 - 2016. All rights reserved.